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Rivoluzionare con strumenti informatici innovativi il lavoro degli archeologi. È questo l’obiettivo di ArchAIDE, Archaeological Automatic Interpretation and Documentation of cEramics, il progetto europeo Horizon 2020 appena vinto dall’Università di Pisa, che avrà il ruolo di capofila di un consorzio internazionale finanziato con 2 milioni e 460mila euro. In particolare, ArchAIDE si propone di creare un prototipo in grado di agevolare e accelerare il lavoro degli archeologi per quanto riguarda l’attività di classificazione delle ceramiche, che sono reperti di fondamentale importanza per capire e datare i contesti archeologici e comprendere i flussi commerciali e le interazioni sociali nel passato.
“La classificazione delle ceramiche antiche richiede oggi competenze complesse, data la specializzazione raggiunta in questo specifico campo dagli studi archeologici nell’ultimo secolo. È un lavoro che richiede tempi lunghi anche perché spesso dev’essere effettuato direttamente sugli scavi, in luoghi lontani dalle biblioteche”, spiega la professoressa Letizia Gualandi dell’Ateneo pisano, coordinatrice del progetto. “L’idea è quindi di aiutare gli archeologi con strumenti tecnologici per ridurre tempi e costi, migliorando l'accesso, il riutilizzo e la valorizzazione del patrimonio in modo sostenibile”.
Nei tre anni del progetto, che prenderà avvio il prossimo 1 aprile, sarà infatti sviluppata e testata un’applicazione per dispositivi mobili, capace di riconoscere e classificare i reperti – anche in condizioni frammentarie – sulla base di immagini fotografiche, grazie ad un’interfaccia semplice e ad algoritmi efficienti per la caratterizzazione, la ricerca e il recupero delle corrispondenze visive e geometriche. Inviando la foto del reperto ceramico, mediante smartphone o tablet, a un database contenente le informazioni sulle varie tipologie di ceramiche in uso nell’antichità, sarà possibile ottenere l’identificazione del reperto – o quantomeno una serie di indicazioni circa la sua possibile identificazione – e l’area di distribuzione dei rinvenimenti: il tutto in tempi rapidissimi e in qualunque angolo della terra. Il sistema inoltre sarà in grado di autoaggiornarsi, poiché ogni nuova segnalazione andrà ad arricchire automaticamente il database. L’obiettivo, in altri termini, è creare una sorta di carta d'identità elettronica delle singole ceramiche, che consenta la visualizzazione delle informazioni in tempo reale e la creazione di un archivio aperto per trasformare i dati in patrimonio comune.
“Alla fine del progetto – ha concluso Letizia Gualandi - sarà realizzato un primo nucleo di database, digitalizzando i cataloghi cartacei esistenti relativi ad alcune classi ceramiche che, per le loro caratteristiche formali, cronologiche e di distribuzione geografica, si prestano a testare al meglio il prototipo. Il nostro obiettivo è infatti creare un archivio che sia valido per tutto il mondo antico e che possa essere utilizzato da qualunque ricercatore, studioso o appassionato in qualunque luogo si trovi. Un sito web, che sarà appositamente creato all’inizio del progetto, consentirà a chiunque di seguire il lavoro di ricerca in ogni sua fase”.
Oltre all’Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e forme del sapere, i partner del progetto ArchAIDE sono il Cnr-Istituto di Scienza e tecnologie dell’informazione, le università di Tel Aviv (Israele)-School of Computer Science, York (Gran Bretagna)-Archaeology Data Service, Barcellona (Spagna)-Facultad de Prehistòria, Història Antiga i Arquelogia e Koeln (Germania)-Institut für Archäologie. Partecipano inoltre due aziende spagnole, “Baraka Arqueologos” ed “ElementsCentre De Gestió i Difusió De Patrimoni Cultural”, e l’italiana Inera srl con il compito di sperimentare sul campo il prototipo che sarà realizzato.

Giovedì, 21 Gennaio 2016 09:51

Neuroscienze e giustizia penale

Il rapporto tra neuroscienze e giustizia penale è il tema centrale del convegno “Contesti penalistici e neuroscienze” che venerdì 22 gennaio si svolge alla Gipsoteca di Arte Antica in piazza San Paolo all’Orto a Pisa e sabato 23 a Lucca presso la Scuola IMT Alti Studi in piazza San Francesco.
L’incontro arriva a conclusione del progetto “Problem solving e decisione: aspetti logici, psicologici e neuroscientifici nell’ambito della giustizia penale dell’Università di Pisa ed è organizzato da Enrico Marzaduri e Benedetta Galgani del dipartimento di Giurisprudenza e da Silvia Pellegrini del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. Nella due giorni di studio si confronteranno esperti di alto profilo in ambito di giustizia penale e psicologi, psichiatri e neuroscienziati che hanno contribuito al dibattito in ambito internazionale. Chiuderà il convegno una tavola rotonda sulle prospettive e i limiti del dialogo tra neuroscienze e diritto penale moderata da Andrea Lavazza, giornalista e segretario della Società Italiana di NeuroEtica. La partecipazione all’evento è gratuita e darà diritto a crediti formativi concessi dagli Ordini degli Avvocati delle Province di Pisa e di Lucca.

Si chiama Cloudfridge e, grazie alla tecnologia VIPER sviluppata da un team dell’Università di Pisa, è un sistema capace di rendere intelligente un frigorifero industriale, una cella frigorifera di un ristorante o un banco frigo di un supermercato. Il progetto è stato premiato con 150.000 euro da ENEL tramite INCENSe, l’acceleratore dedicato alle aziende della clean technology sostenuto dalla Commissione Ue attraverso il programma FIWARE. In tutta Europa, sono 28 le start-up vincitrici, di cui 7 italiane. Tra loro anche TOI, lo spin off dell’Università di Pisa inventore di VIPER, premiato con una cerimonia che si è svolta a Roma, presso la sede centrale di Enel. A ritirare il premio per TOI c’erano Daniele Mazzei e Gabriele Montelisciani.
La storia di Cloudfridge inizia in California, dove l’imprenditore Marco Graziano, amministratore delegato della Visible Energy di Palo Alto, ha avuto l’idea del frigo intelligente. Il team di VIPER e Marco Graziano si sono conosciuti a luglio dopo l’uscita di VIPER sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter e hanno iniziato a collaborare per mettere VIPER nel cuore di Cloudfridge e dare vita al progetto ROI: Refrigeration On Internet: «Il progetto è un classico esempio di Internet delle cose - spiega Gualtiero Fantoni, ingegnere del team e docente dell’Università di Pisa - un prodotto semplice e soggetto a scarsa innovazione come una cella frigorifera diventa capace di adattarsi alle condizioni d’uso, comandato a distanza dalle “nuvole”».
Cloudfridge acquisisce i dati di temperatura della cella frigorifera, di consumo di energia del compressore e dell’evaporatore, li correla con le aperture della porta della cella, i dati di temperatura ambientali e le previsioni del tempo, li invia al Cloud dove gli algoritmi di controllo ottimizzano i parametri di funzionamento del frigorifero. I possessori di Cloudfridge, ma anche gli addetti alla loro manutenzione, possono accedere alle celle frigorifere e monitorare istante per istante i consumi energetici tramite una App direttamente dal loro telefono.
«Cloudfridge si accende meno frequentemente se la temperatura esterna sta per calare, si raffredda maggiormente nei giorni di apertura del ristorante e va in letargo nel giorno di chiusura settimanale e tutto questo in maniera da ridurre il consumo energetico e far risparmiare il costo di gestione pur mantenendo le merci alla temperatura corretta – continua Gualtiero Fantoni - VIPER, la suite software made in Pisa per la programmazione rapida dei microcontrollori, è il cervello di Cloudfridge dove operano i sistemi di controllo e connessione Wi-Fi al Cloud. Si installa a lato della cella frigorifera già esistente così da trasformarla, con poche modifiche al quadro elettrico e l’installazione di alcuni sensori, in un sistema intelligente capace di far risparmiare energia fino al 30%, monitorare lo stato dei cibi e preparare la documentazione necessaria per rispondere alle normative alimentari». Il risultato del progetto è una soluzione scalabile per i ristoranti, i fast food, le catene di supermercati che hanno bisogno di ridurre i costi di refrigerazione, mantenendo traccia delle temperature e dei parametri per garantire la qualità dei loro prodotti alimentati.

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 11:45

Con Cloudfridge il frigo si comanda dalle nuvole

premiazione roma 2Si chiama Cloudfridge e, grazie alla tecnologia VIPER sviluppata da un team dell’Università di Pisa, è un sistema capace di rendere intelligente un frigorifero industriale, una cella frigorifera di un ristorante o un banco frigo di un supermercato. Il progetto è stato premiato con 150.000 euro da ENEL tramite INCENSe, l’acceleratore dedicato alle aziende della clean technology sostenuto dalla Commissione Ue attraverso il programma FIWARE. In tutta Europa, sono 28 le start-up vincitrici, di cui 7 italiane. Tra loro anche TOI, lo spin off dell’Università di Pisa inventore di VIPER, premiato con una cerimonia che si è svolta a Roma, presso la sede centrale di Enel. A ritirare il premio per TOI c’erano Daniele Mazzei e Gabriele Montelisciani.

La storia di Cloudfridge inizia in California, dove l’imprenditore Marco Graziano, amministratore delegato della Visible Energy di Palo Alto, ha avuto l’idea del frigo intelligente. Il team di VIPER e Marco Graziano si sono conosciuti a luglio dopo l’uscita di VIPER sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter e hanno iniziato a collaborare per mettere VIPER nel cuore di Cloudfridge e dare vita al progetto ROI: Refrigeration On Internet.

team viper«Il progetto è un classico esempio di Internet delle cose - spiega Gualtiero Fantoni, ingegnere del team e docente dell’Università di Pisa- un prodotto semplice e soggetto a scarsa innovazione come una cella frigorifera diventa capace di adattarsi alle condizioni d’uso, comandato a distanza dalle “nuvole”».

Cloudfridge acquisisce i dati di temperatura della cella frigorifera, di consumo di energia del compressore e dell’evaporatore, li correla con le aperture della porta della cella, i dati di temperatura ambientali e le previsioni del tempo, li invia al Cloud dove gli algoritmi di controllo ottimizzano i parametri di funzionamento del frigorifero. I possessori di Cloudfridge, ma anche gli addetti alla loro manutenzione, possono accedere alle celle frigorifere e monitorare istante per istante i consumi energetici tramite una App direttamente dal loro telefono.

ROI viper«Cloudfridge si accende meno frequentemente se la temperatura esterna sta per calare, si raffredda maggiormente nei giorni di apertura del ristorante e va in letargo nel giorno di chiusura settimanale e tutto questo in maniera da ridurre il consumo energetico e far risparmiare il costo di gestione pur mantenendo le merci alla temperatura corretta – continua Gualtiero Fantoni - VIPER, la suite software made in Pisa per la programmazione rapida dei microcontrollori, è il cervello di Cloudfridge dove operano i sistemi di controllo e connessione Wi-Fi al Cloud. Si installa a lato della cella frigorifera già esistente così da trasformarla, con poche modifiche al quadro elettrico e l’installazione di alcuni sensori, in un sistema intelligente capace di far risparmiare energia fino al 30%, monitorare lo stato dei cibi e preparare la documentazione necessaria per rispondere alle normative alimentari».

Il risultato del progetto è una soluzione scalabile per i ristoranti, i fast food, le catene di supermercati che hanno bisogno di ridurre i costi di refrigerazione, mantenendo traccia delle temperature e dei parametri per garantire la qualità dei loro prodotti alimentati.

Ne hanno parlato:
ADNkronos
Controcampus 
Tirreno Pisa
TirrenoPisa.it 
QuiNewsPisa.it 
gonews.it 
Panorama.it 
PisaToday.it 
InToscana.it 
Greenreport

JOS PanelJos Technology, spin-off dell’Università di Pisa, si è aggiudicata il Wired Audi Innovation Award 2015, il premio dedicato alle imprese innovative giunto alla sua terza edizione. Ad annunciarlo è la stessa rivista Wired a gennaio: l’azienda pisana è stata selezionata tra oltre 250 realtà italiane e a conquistare la giuria è stata Jos (Just One System), la piattaforma senza cavi ideale per gestire i sistemi di illuminazione a led e soprattutto ricaricare tablet, smartphone, ma anche alimentare sistemi audio e video, fino ai piccoli elettrodomestici. Flessibile e facilmente integrabile, Jos è un’unica superficie che può essere appoggiata, appesa alle pareti e che presto diventerà anche portatile grazie al pannello fotovoltaico integrato, consentendo un risparmio energetico del 25%.

«Il sistema a linea è superato, bisogna permettere all’utente di mettere i propri oggetti dove vuole su superfici bidimensionali che siano anche eleganti. Il futuro è nella Internet of Things: le reti che renderanno le nostre case intelligenti andranno alimentate», spiega Marco Ariani, CEO di JOS Technology.

Intanto, dopo questo ultimo riconoscimento e i finanziamenti europei di Horizon 2020, Jos si prepara ad arrivare sul mercato. «Abbiamo dei prototipi molto interessanti – conclude Marco Ariani - come tavole da un metro dove ricaricare tutto nello stesso momento. Abbiamo lavorato molto e siamo pronti, la perseveranza è la prima qualità di una start-up».

Jos Technology, spin-off dell’Università di Pisa, si è aggiudicata il Wired Audi Innovation Award 2015, il premio dedicato alle imprese innovative giunto alla sua terza edizione. Ad annunciarlo è la stessa rivista Wired a gennaio: l’azienda pisana è stata selezionata tra oltre 250 realtà italiane e a conquistare la giuria è stata Jos (Just One System), la piattaforma senza cavi ideale per gestire i sistemi di illuminazione a led e soprattutto ricaricare tablet, smartphone, ma anche alimentare sistemi audio e video, fino ai piccoli elettrodomestici. Flessibile e facilmente integrabile, Jos è un’unica superficie che può essere appoggiata, appesa alle pareti e che presto diventerà anche portatile grazie al pannello fotovoltaico integrato, consentendo un risparmio energetico del 25%.
«Il sistema a linea è superato, bisogna permettere all’utente di mettere i propri oggetti dove vuole su superfici bidimensionali che siano anche eleganti. Il futuro è nella Internet of Things: le reti che renderanno le nostre case intelligenti andranno alimentate», spiega Marco Ariani, CEO di JOS Technology.
Intanto, dopo questo ultimo riconoscimento e i finanziamenti europei di Horizon 2020, Jos si prepara ad arrivare sul mercato.
«Abbiamo dei prototipi molto interessanti – conclude Marco Ariani - come tavole da un metro dove ricaricare tutto nello stesso momento. Abbiamo lavorato molto e siamo pronti, la perseveranza è la prima qualità di una start-up».

All’Università di Pisa arriva la licenza Campus per “Matlab”, il software di calcolo più utilizzato in Ateneo, che adesso sarà disponibile senza costi aggiuntivi per tutti i docenti, ricercatori, tecnici, ma anche - e soprattutto - per tutti gli studenti.
«Questa nuova opportunità è estremamente rilevante sia per la ricerca di molti dipartimenti dell’ateneo sia per la didattica di numerosi corsi di studio», commenta il professor Riccardo Cambini, presidente del Sistema Informatico Dipartimentale.
Matlab è infatti un software trasversale, diffuso a livello mondiale per svolgere calcolo computazionale, simulazioni, analisi statistiche e finanziarie, per gestire sistemi di controllo e modellazione fisica, elaborazione dei segnali, per affrontare ricerche di biologia computazionale. «Stiamo parlando di uno strumento di uso comune nell’ambito dell’ingegneria, delle scienze matematiche, fisiche e naturali, dell’economia. I docenti e i ricercatori avranno a disposizione un numero di estensioni del software – i cosiddetti toolbox – che da soli non avrebbero mai potuto economicamente permettersi».
Sono però gli studenti i principali beneficiari di questa licenza Campus e, solo per fare un esempio, si tratta di un migliaio di iscritti a ingegneria e un centinaio a economia, che devono seguire corsi e sostenere esami utilizzando il software Matlab. «Gli studenti, grazie alla licenza Campus, non soltanto potranno trovare il software in tutte le aule e laboratori informatici dell’Ateneo ma potranno addirittura installare Matlab sui propri computer personali per poter studiare e preparare a casa gli esami», aggiunge Cambini.
Le potenzialità della licenza Campus dell’Università di Pisa sono notevoli: oltre a Matlab e Simulink sono a disposizione 55 toolbox aggiuntivi (40 per Matlab e 15 per Simulink), la possibilità di creare cluster per calcolo intensivo con un massimo di 32 worker, l’accesso per tutto il personale e per tutti gli studenti dell’Ateneo, senza alcun ulteriore pagamento, a 4 corsi online organizzati dalla società “The MathWorks”.
«Il successo di questa iniziativa - conclude il professor Riccardo Cambini – è testimoniata dal fatto che durante le vacanze di Natale, quindi in periodo di sospensione della didattica, 140 docenti e 115 studenti hanno installato Matlab sui propri computer.»
Informazioni sui servizi offerti dalla licenza Campus e istruzioni complete per l’accesso e l’installazione del software sono disponibili in dettaglio alla pagina http://matlab.sid.unipi.it.

dnaUno studio nato dalla collaborazione dei gruppi di ricerca di pneumologia pediatrica e di virologia, coordinati rispettivamente dal dottor Massimo Pifferi della AOUP e dal professor Mauro Pistello - docente dell'Università di Psa - con il contributo della ‘Fondazione Arpa' e ‘Fondazione pisana per la scienza', ha permesso di dimostrare, per la prima volta al mondo, che è possibile curare la discinesia ciliare primaria (DCP), una malattia respiratoria, utilizzando la terapia genica.

L'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi si congratula con le équipe coinvolte nello studio: "I miei complimenti ai gruppi di ricerca di pneumologia pediatrica e virologia che hanno messo a punto questa terapia - dice - La sanità toscana ha tante punte di eccellenza, e questo studio ne è una dimostrazione. I risultati di questa ricerca consentiranno di curare meglio i bambini toscani, ma non solo. Lo studio condotto a Pisa ha già suscitato grande attenzione nella comunità scientifica, e verrà replicato in altri centri europei, consentendo così a tanti bambini di beneficiare di questa terapia".

La DCP è una malattia rara che si manifesta sin dalla nascita ed è causata da mutazioni nei geni che concorrono alla struttura e al movimento delle cilia del tratto respiratorio. Le cilia, muovendosi in modo coordinato e in senso ascensionale, trasportano verso la laringe il sottile strato di muco che riveste e protegge le cellule dell'epitelio bronchiale e, con esso, batteri, virus e sostanze inquinanti ambientali potenzialmente dannose che possono essere inalate e che, in tal modo, sono riversate per lo più nel tubo digerente.

staff Pifferi

Il ristagno del muco causa progressive disfunzioni respiratorie, rappresentate principalmente da asma, e un'aumentata suscettibilità a infezioni che nel tempo divengono responsabili di un danno progressivo e irreversibile a carico dell'apparato respiratorio con sintomi cronici che limitano l'attività dei pazienti e ne compromettono la qualità della vita. Nei casi più gravi, nei soggetti con DCP può essere necessario il trapianto polmonare. Le cilia, inoltre, sono responsabili della migrazione degli organi nel corso dello sviluppo intrauterino e hanno un ruolo nella funzione degli organi di senso e nella motilità spermatica. Di conseguenza, i pazienti con DCP possono presentare anomala disposizione degli organi, disfunzioni olfattive e/o uditive e sterilità. Non ci sono cure specifiche per la DCP e la terapia genica è quindi la sola speranza di curare la malattia.

Lo studio, pubblicato su una prestigiosa rivista del settore, ha dimostrato che è possibile ripristinare in modo permanente la normale motilità ciliare nelle cellule dell'apparato respiratorio di due bambini con mutazioni in DNAH11, un gene fondamentale per la normale motilità ciliare.

Pistello

L'assoluta novità e importanza dello studio pisano consiste nell'approccio utilizzato nella riparazione del difetto genico, ossia nel ricorso a una sorta di ‘chirurgia molecolare', un sistema di "taglia e cuci" ad hoc che ha consentito di riparare la falla. Normalmente i sistemi tradizionali di terapia genica prevedono l'introduzione, nella cellula difettiva, di una copia dell'intero gene funzionale. Il gruppo di ricerca pisano ha invece sviluppato dei ‘bisturi molecolari' che, veicolati all'interno delle cellule dei bambini portatori della malattia, hanno tagliato il gene DNAH11 in corrispondenza della mutazio ne sostituendola, con assoluta precisione, con la sequenza corretta presente nel gene funzionalmente attivo. La correzione della sequenza e, quindi, il ripristino della normale motilità ciliare, è stata ottenuta nel 30% delle cellule dell'epitelio respiratorio; una quantità che, da studi eseguiti in modelli animali per altre patologie, dovrebbe tradursi in un sensibile miglioramento clinico.

La correzione del difetto genico mediante questa operazione di "chirurgia molecolare" consente di superare i limiti che avevano sinora precluso l'impiego di approcci standard di terapia genica nella DCP (molti geni sono infatti troppo grandi per essere veicolati in toto all'interno delle cellule difettive e la copia accessoria di gene è comunque progressivamente eliminata dalla cellula, che così rimanifesterà il difetto genico in breve tempo).

Lo ricerca condotta dai gruppi di pediatria e della virologia dell'Aoup ha suscitato notevole interesse nella comunità scientifica, è stata oggetto di comunicazioni scientifiche in meeting internazionali e sarà presto ripetuta in uno studio coordinato in vari centri europei e in idonei modelli sperimentali. Se i risultati saranno confermati, i "bisturi molecolari" sviluppati dallo studio pisano apriranno nuovi orizzonti di cura per la DCP e altre malattie genetiche dell'epitelio respiratorio. (Fonte: Assessorato regionale alla salute)

Nella foto al centro, il dottor Massimo Pifferi e il suo staff; nella foto in basso a destra il professor Mauro Pistello.

 

 

Matlab3All’Università di Pisa arriva la licenza Campus per “Matlab”, il software di calcolo più utilizzato in Ateneo, che adesso sarà disponibile senza costi aggiuntivi per tutti i docenti, ricercatori, tecnici, ma anche - e soprattutto - per tutti gli studenti. «Questa nuova opportunità è estremamente rilevante sia per la ricerca di molti dipartimenti dell’ateneo sia per la didattica di numerosi corsi di studio», commenta il professor Riccardo Cambini, presidente del Sistema Informatico Dipartimentale.

Matlab è infatti un software trasversale, diffuso a livello mondiale per svolgere calcolo computazionale, simulazioni, analisi statistiche e finanziarie, per gestire sistemi di controllo e modellazione fisica, elaborazione dei segnali, per affrontare ricerche di biologia computazionale. «Stiamo parlando di uno strumento di uso comune nell’ambito dell’ingegneria, delle scienze matematiche, fisiche e naturali, dell’economia. I docenti e i ricercatori avranno a disposizione un numero di estensioni del software – i cosiddetti toolbox – che da soli non avrebbero mai potuto economicamente permettersi».

Sono però gli studenti i principali beneficiari di questa licenza Campus e, solo per fare un esempio, si tratta di un migliaio di iscritti a ingegneria e un centinaio a economia, che devono seguire corsi e sostenere esami utilizzando il software Matlab. «Gli studenti, grazie alla licenza Campus, non soltanto potranno trovare il software in tutte le aule e laboratori informatici dell’Ateneo ma potranno addirittura installare Matlab sui propri computer personali per poter studiare e preparare a casa gli esami», aggiunge Cambini.

Le potenzialità della licenza Campus dell’Università di Pisa sono notevoli: oltre a Matlab e Simulink sono a disposizione 55 toolbox aggiuntivi (40 per Matlab e 15 per Simulink), la possibilità di creare cluster per calcolo intensivo con un massimo di 32 worker, l’accesso per tutto il personale e per tutti gli studenti dell’Ateneo, senza alcun ulteriore pagamento, a 4 corsi online organizzati dalla società “The MathWorks”.

«Il successo di questa iniziativa - conclude il professor Riccardo Cambini – è testimoniata dal fatto che durante le vacanze di Natale, quindi in periodo di sospensione della didattica, 140 docenti e 115 studenti hanno installato Matlab sui propri computer.»

Informazioni sui servizi offerti dalla licenza Campus e istruzioni complete per l’accesso e l’installazione del software sono disponibili in dettaglio alla pagina http://matlab.sid.unipi.it.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
Controcampus

Venerdì 22 gennaio, alle 15.30, nell'Aula Magna del Polo Carmignani, in piazza dei Cavalieri, la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, sarà protagonista di un incontro aperto al pubblico e agli studenti per presentare il suo ultimo libro, Lo sguardo lontano, pubblicato da Einaudi. Ai saluti del rettore Massimo Augello, seguiranno brevi riflessioni introduttive affidate ai professori Carlo Casarosa, Enza Pellecchia ed Eugenio Ripepe, e l'intervento della stessa Presidente Boldrini. Il dibattito sarà stimolato e coordinato dal giornalista Bruno Manfellotto, ex direttore del settimanale "L'Espresso".
Il volume Lo sguardo lontano, i cui proventi destinati all’autrice saranno impiegati per finanziare borse di studio, racconta dall’interno l’esperienza di Presidente della Camera dei Deputati e l’impegno messo per far diventare quell'Istituzione anche il luogo di una nuova cittadinanza, dimostrando che la rotta può essere invertita e che c’è una buona politica fatta di giustizia sociale, riconoscimento della dignità, di restituzione della speranza a chi sembra averla perduta.
Nata a Macerata nel 1961, Laura Boldrini ha iniziato nel 1989 la carriera nelle Agenzie delle Nazioni Unite, lavorando per quasi cinque anni alla FAO come addetto stampa. Dal 1993 al 1998 è stata occupata al Programma alimentare mondiale come portavoce e addetto stampa per l’Italia, svolgendo ripetute missioni in Ex Jugoslavia, Caucaso, Afghanistan, Tajikistan, Mozambico e Iraq. Dal 1998 al 2012 ha avuto l’incarico di portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Unhcr).
Il 16 marzo del 2013, Laura Boldrini è stata eletta Presidente della Camera, terza donna, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, a ricoprire questo ruolo.
Per ragioni di protocollo, l’accesso all’Aula Magna del Polo Carmignani sarà consentito fino alle ore 15.15.

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