Insegnare la lingua inglese a soggetti dislessici
Quali sono le difficoltà che un soggetto affetto da dislessia affronta per imparare l’inglese? Quali sono gli strumenti che un insegnante può adottare per una didattica efficace della lingua straniera? Nel multidisciplinare panorama scientifico che negli ultimi anni sta caratterizzando gli studi sulla dislessia, un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa ha intrapreso un percorso che riguarda l’insegnamento e l’apprendimento della lingua inglese da parte di soggetti adulti con DSA, in particolar modo la dislessia evolutiva: «Malgrado si siano fatti molti passi in avanti in ambito neurocognitivo, lo studio dell’apprendimento delle lingue straniere da parte di dislessici è un settore ancora poco esplorato – spiegano Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti, responsabili dell’unità di ricerca sui DSA e l’apprendimento delle lingue del Centro Linguistico di Ateneo – È dunque ormai essenziale cercare di unire i vari settori della ricerca teorica e le pratiche riabilitative per arrivare a una didattica che, riconoscendo le difficoltà del soggetto dislessico, riesca a proporre metodi tali da consentirgli l’apprendimento della lingua straniera».
Il progetto si avvale della collaborazione della IRCCS Fondazione Stella Maris e del Centro per la Neurocognizione, Epistemologia e Sintassi teorica dello IUSS di Pavia e prevede un protocollo sperimentale per testare le abilità linguistiche e pragmatiche di due gruppi di partecipanti (dislessici e non-dislessici) in italiano L1 e in inglese L2. I test saranno somministrati prima e dopo la frequenza di un corso di inglese L2 specificamente progettato per questi soggetti, e poi nuovamente a distanza di qualche mese, per vedere se gli apprendimenti perdurano.
«In questa prima fase, il lavoro di ricerca si concentra sull’adattamento dei test esistenti e sullo sviluppo di materiale per il corso dedicato fondato sulle tecniche riabilitative e mirato a ridurre le difficoltà legate ai deficit insiti nel DSA – aggiungono Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti – Inoltre stiamo facendo una ricognizione e classificazione dei materiali didattici per l’insegnamento dell’inglese che si fondano su un approccio multimodale per valutare il loro possibile utilizzo con soggetti dislessici e i possibili benefici offerti da questi materiali, tenuto conto dei deficit specifici descritti dalla letteratura». Il progetto di ricerca sarà presentato in occasione della giornata su Dislessia e apprendimento dell’inglese organizzata da Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti, in programma venerdì 23 ottobre al Polo Carmignani.
Mobilitazione contro l'ISEE e occupazione dell'ex-GEA
A Pisa, come in tutta Italia, gli studenti stanno portando avanti la battaglia contro la revisione dei parametri ISEE. L'Ateneo pisano ha dato pieno appoggio alla mobilitazione degli studenti. Il Senato Accademico, nell'ultima seduta, ha deliberato una specifica mozione al riguardo e il rettore si è impegnato a portare nelle sedi istituzionali l'esigenza di revisione delle recenti modifiche ISEE: proprio ieri, infatti, era a Roma all’Assemblea della Conferenza dei Rettori, che ha approvato un documento per chiedere con forza al governo di “garantire il diritto allo studio, sottoponendo a un’attenta verifica il sistema di calcolo degli indicatori ISEE e individuando fonti di finanziamento in modo da assicurare la borsa di studio a tutti gli aventi diritto”.
Dopo l’Assemblea studentesca di martedì 20 ottobre relativa a queste tematiche - appoggiata dall’Ateneo con la sospensione della didattica - un gruppo di studenti ha occupato il complesso ex-GEA. L’Ateneo si è limitato, come sempre in questi casi, a segnalare il fatto agli organi competenti. Nel pomeriggio di giovedì 22 ottobre, di fronte a ripetute segnalazioni che denunciavano la sottrazione di libri dal magazzino presente nel complesso e all’evidenza che tali comportamenti erano ancora in corso, rendendo la situazione insostenibile, l’Università ha provveduto ad allertare il 113, come da preciso dovere di ogni pubblico ufficiale, senza sollecitare azioni di forza. Non appena venuto a conoscenza del precipitare della situazione, il rettore ha contattato il questore ed ha invitato due dei suoi prorettori a recarsi presso l’ex-GEA per cercare di evitare ulteriori degenerazioni.
La presenza dei libri all'interno del complesso ex-GEA è dovuta al fatto che tale sede è utilizzata come magazzino della Pisa University Press, la casa editrice dell’Ateneo, con una regolare movimentazione tipica dell’attività di un'azienda di questo tipo. Una parte minoritaria dei volumi è invece di proprietà della Regione Toscana ed è in attesa di riconsegna. Non c’è, dunque, alcun mistero sulle migliaia di testi presenti nella sede dell’ex-GEA, dove vi è un magazzino in piena funzione e non "un deposito clandestino di libri in condizioni di abbandono", come è stato ripetutamente sostenuto e ripreso anche dalla stampa.
La vicenda dell'occupazione dell'ex-GEA, con tutti i suoi sviluppi negativi, lungi dall’avere un nesso con la battaglia contro la revisione dei parametri ISEE, rischia di distogliere l'attenzione pubblica dalle stesse ragioni della protesta, a difesa del diritto allo studio, che vede l'Ateneo attivamente presente accanto agli studenti.
Pisa dà il benvenuto a studenti e ricercatori stranieri
Lunedì 19 ottobre, l'Università di Pisa, il Comune di Pisa, la Camera di Commercio di Pisa, in collaborazione con la Camera di Commercio di Lucca e la Camera di Commercio di Massa e Carrara, hanno dato il benvenuto a studenti e ricercatori stranieri dell’Università di Pisa in occasione dell’evento garagEra-smus4Tuscany Welcome Day presso l'Aula Magna Polo Piagge, Università di Pisa.
Con questo evento è stato dato il via al percorso di valorizzazione delle presenze nell’anno 2015/2016 di studenti e ricercatori internazionali su Pisa che mira a promuovere il territorio, le sue eccellenze. È stato inoltre fornito un orientamento sulla vita e le opportunità economiche dell’area vasta (Pisa, Lucca, Livorno, Massa Carrara).
Hanno partecipato in qualità di relatori Roberto Barale, prorettore alla ricerca scientifica-Università di Pisa, Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa, Cristina Martelli, Segretario Generale Camera di Commercio di Pisa, Stefano Giovannelli, Direttore di Toscana Promozione, Paolo Ferragina, prorettore alla Ricerca applicata e l’innovazione dell’Università di Pisa, Roberto Camisi, Segretario Generale della Camera di Commercio di Lucca, Lucia Magneschi, Regione Toscana, Marilù Chiofalo, Assessore Comune di Pisa, la Director of Operations di garagErasmus Lia Chiara Miccichè, Francesco Cappè Presidente esecutivo Fondazione garagErasmus. nHa moderato l’evento la Prof.ssa Katherine Isaacs.
Un progetto per insegnare la lingua inglese ai dislessici
Quali sono le difficoltà che un soggetto affetto da dislessia affronta per imparare l’inglese? Quali sono gli strumenti che un insegnante può adottare per una didattica efficace della lingua straniera? Nel multidisciplinare panorama scientifico che negli ultimi anni sta caratterizzando gli studi sulla dislessia, un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa ha intrapreso un percorso che riguarda l’insegnamento e l’apprendimento della lingua inglese da parte di soggetti adulti con DSA, in particolar modo la dislessia evolutiva.
«Malgrado si siano fatti molti passi in avanti in ambito neurocognitivo, lo studio dell’apprendimento delle lingue straniere da parte di dislessici è un settore ancora poco esplorato – spiegano Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti, responsabili dell’unità di ricerca sui DSA e l’apprendimento delle lingue del Centro Linguistico di Ateneo – È dunque ormai essenziale cercare di unire i vari settori della ricerca teorica e le pratiche riabilitative per arrivare a una didattica che, riconoscendo le difficoltà del soggetto dislessico, riesca a proporre metodi tali da consentirgli l’apprendimento della lingua straniera».
Il progetto si avvale della collaborazione della IRCCS Fondazione Stella Maris e del Centro per la Neurocognizione, Epistemologia e Sintassi teorica dello IUSS di Pavia e prevede un protocollo sperimentale per testare le abilità linguistiche e pragmatiche di due gruppi di partecipanti (dislessici e non-dislessici) in italiano L1 e in inglese L2. I test saranno somministrati prima e dopo la frequenza di un corso di inglese L2 specificamente progettato per questi soggetti, e poi nuovamente a distanza di qualche mese, per vedere se gli apprendimenti perdurano.
«In questa prima fase, il lavoro di ricerca si concentra sull’adattamento dei test esistenti e sullo sviluppo di materiale per il corso dedicato fondato sulle tecniche riabilitative e mirato a ridurre le difficoltà legate ai deficit insiti nel DSA – aggiungono Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti – Inoltre stiamo facendo una ricognizione e classificazione dei materiali didattici per l’insegnamento dell’inglese che si fondano su un approccio multimodale per valutare il loro possibile utilizzo con soggetti dislessici e i possibili benefici offerti da questi materiali, tenuto conto dei deficit specifici descritti dalla letteratura». Il progetto di ricerca sarà presentato in occasione della giornata su Dislessia e apprendimento dell’inglese organizzata da Gloria Cappelli e Sabrina Noccetti, in programma venerdì 23 ottobre al Polo Carmignani.
Nella foto: da sinistra Sabrina Noccetti, Joanna Nijakowska dell'Istituto di Anglistica dell'Università di Łódź (Polonia) - ospite della giornata di studio del 23 ottobre - e Gloria Cappelli.
Ne hanno parlato:
InToscana.it
Primo e secondo posto alla Start Cup Toscana per due idee dell’Università di Pisa
Sistemi avanzati di sorveglianza portuale con sensori radar; microcontrollori che interagiscono con persone e ambiente per rendere più concreto l’ “internet delle cose”; pneumatici “intelligenti” che monitorano lo stato di usura per prevenire incidenti . Sono queste le tre idee di impresa – le prime due nate da start up dell’Università di Pisa (Echoes e TOI - Things on internet), la terza dalla Scuola Superiore Sant’Anna (SMART Tyre) – che si sono aggiudicate la StartCup Toscana 2015 partendo da una rosa di dieci finaliste, classificandosi rispettivamente in prima, in seconda e in terza posizione. L’auditorium di Santa Apollonia a Firenze ha ospitato la cerimonia di premiazione della competizione che premia le idee innovative, nate in ambito universitario e più in generale della ricerca, e che le aiuta a trasformarsi in aziende che affrontano il mercato.
«Questo risultato è in continuità con la serie di successi e riconoscimenti ottenuti dai nostri spin off e dalle nostre start up a livello nazionale e internazionale - commenta Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata e l'innovazione dell'Università di Pisa - Il tutto è frutto di un grosso lavoro svolto negli ultimi cinque anni per la valorizzazione della ricerca e la promozione dell'innovazione nel nostro Ateneo. Entrambe le idee premiate nascono all’interno del percorso “PHD Plus” che quest’anno ha visto la collaborazione del dipartimento di Economia e management nel supporto alla stesura del business plan».
La Start Cup Toscana è organizzata dalle Università e dalle Scuole Superiori Universitarie della Toscana, con il supporto finanziario della Regione Toscana, in collaborazione con il Premio nazionale per l’innovazione.
La premiazione è stata preceduta dagli interventi di Monica Barni, vicepresidente del Consiglio regionale toscano; Marco Bellandi, prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Firenze; Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, mentre la presentazione delle dieci idee di impresa finaliste è stata curata da Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata e l'innovazione dell’Università di Pisa. Andrea Piccaluga, delegato al trasferimento tecnologico della Scuola Superiore Sant’Anna, ha presentato le esperienze dei partecipanti all’iniziativa di formazione imprenditoriale Tuscan Start Up Academy, sostenuta dalla Regione Toscana.
La scelta delle tre idee ad alto contenuto tecnologico non deve essersi rivelata agile per la giuria, che ha voluto assegnare una quarta posizione ex aequo, suddivisa tra Laborplay, spin off dell’Università di Firenze, con le sue soluzioni informatiche per incrementare il benessere in azienda, e G999, con le sue macchine smart per la realizzazione di tessuti, iniziativa che ha mosso i primi passi a Prato.
Il denominatore comune delle idee di impresa che si sono aggiudicate l’edizione 2015 della Start Cup Toscana è l’alto contenuto tecnologico e la capacità di trasformare “buona ricerca” in soluzioni spendibili sul mercato. Il dato geografico, invece, riguarda Pisa: le tre startup salite sul podio sono “nate” all’Università di Pisa, per la prima e per la seconda posizione”, e alla Scuola Superiore Sant’Anna per la terza. Adesso, per le tre startup, inizia una nuova fase. Da un lato, l’accesso di diritto alla finale nazionale del Premio Nazionale per l’Innovazione e, dall’altro, la fase di trasformazione in impresa, con il relativo consolidamento. Operazioni possibili grazie ad attività formative, assistenza nella redazione di business plan e ai premi in denaro, messi a disposizione dalla Regione Toscana.
Di seguito una scheda delle idee di impresa vincitrici e delle quarte, ex aequo.
Prima classificata:
Echoes (Università di Pisa), ha sviluppato sistemi che incrementano e rendono più efficace la sorveglianza portuale mediante l’utilizzo di sensori radar, con capacità di formazione di immagini elettromagnetiche a corto raggio.
Seconda classificata:
TOI - Things On Internet (Università di Pisa), ha presentato soluzioni intelligenti caratterizzate dalla presenza di una serie di microcontrollori e sensori che interagisce sia con gli utilizzatori e l'ambiente circostante, con il supporto di infrastrutture cloud.
Terza classificata:
SMART Tyre (Scuola Superiore Sant’Anna), ha proposto sistema integrato per monitorare lo stato di usura degli pneumatici e per avere un continuo “cruscotto” per controllare lo stato di sicurezza dell’auto, grazie a sensori innovativi.
Ex aequo:
Laborplay Srl (Università di Firenze), ha offerto nuove soluzioni per valutare le risorse umane e in particolare le loro competenze “soft”, attraverso prodotti e servizi innovativi che prevedono elementi ludici; G999 proveniente da Prato, che ha realizzato macchine in grado di produrre tessuti triassiali attuando differenti tipologie di incrocio.
Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
RepubblicaFirenze.it
ADNkronos
Nazione Firenze
InToscana.it
StampToscana.it
QuiNewsToscana.it
gonews.it
Luccaindiretta.it
Premio di studio in ricordo del professore Terreni
Venerdì 23 ottobre alle 10.30, nel corso della conferenza “Challanges for Connected and Embedded Automotive Systems” alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa, si svolgerà la commemorazione del professore Pierangelo Terreni (foto) e sarà assegnato un premio alla migliore pubblicazione di dottorato sui temi del convegno. Scomparso nel febbraio scorso, il professor Terreni è stato preside della facoltà di Ingegneria. La sua attività scientifica ha riguardato vari settori dell'elettronica e nell'ultimo periodo si è occupato di sistemi innovativi di propulsione per veicoli, approfondendo lo studio dei sistemi di controllo dei veicoli elettrici.
E proprio il ruolo delle ICT nel futuro dell’industria automobilistica è il tema del forum internazionale organizzato dall’Associazione MOVET che ha anche istituito il premio. Due giorni di dibattito, il 22 e 23 ottobre, che coinvolgeranno produttori, mondo accademico, enti pubblici, ingegneri e scienziati per fare il punto sui sistemi hi-tech, di sicurezza ed ecologici per i futuri veicoli da smart city. Nato nel 2013, il Centro d’Iniziativa su Motori, Veicoli e relative tecnologie (MOVET), che raggruppa grandi imprese e PMI, centri servizi e dipartimenti universitari fra cui anche quelli di Economia e Management e i tre di Ingegneria dell’Ateneo pisano, ha come fine quello di promuovere la valorizzazione delle competenze scientifiche, tecniche, organizzative e manageriali presenti in Toscana e impegnate o impegnabili ai fini dell’avanzamento, dell’innovazione e della competitività dell’industria dei veicoli e delle motorizzazioni e nelle tecnologie correlate.
Il futuro dell’industria automobilistica
Il ruolo delle ICT nel futuro dell’industria automobilistica è il tema del forum internazionale “Challanges for Connected and Embedded Automotive Systems” (CCEAS2015) che l’associazione MOVET organizza il 22 e 23 ottobre alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa (largo L. Lazzarino 1). La due giorni di dibattito coinvolgerà produttori, mondo accademico, enti pubblici, ingegneri e scienziati per fare il punto sui sistemi hi-tech, di sicurezza ed ecologici per i futuri veicoli da smart city. Nato nel 2013, il Centro d’Iniziativa su Motori, Veicoli e relative tecnologie (MOVET), che raggruppa grandi imprese e PMI, centri servizi e dipartimenti universitari fra cui anche quelli di Economia e Management e i tre di Ingegneria dell’Ateneo pisano, ha come fine quello di promuovere la valorizzazione delle competenze scientifiche, tecniche, organizzative e manageriali presenti in Toscana e impegnate o impegnabili ai fini dell’avanzamento, dell’innovazione e della competitività dell’industria dei veicoli e delle motorizzazioni e nelle tecnologie correlate.
Venerdì 23 ottobre alle 10.30, nel corso della conferenza, si svolgerà la commemorazione del professore Pierangelo Terreni e sarà assegnato un premio alla migliore pubblicazione di dottorato sui temi del convegno istituito dal MOVET in sua memoria. Scomparso nel febbraio scorso, il professor Terreni è stato preside della facoltà di Ingegneria e nel corso della carriera, ha tenuto diversi insegnamenti e ricoperto importanti incarichi istituzionali. La sua attività scientifica ha riguardato vari settori dell'elettronica e nell'ultimo periodo si è occupato di sistemi innovativi di propulsione per veicoli, approfondendo lo studio dei sistemi di controllo dei veicoli elettrici.
Horizon 2020: pubblicati i nuovi bandi
Giovedì 15 ottobre, la Commissione Europea ha pubblicato i nuovi bandi 2016-2017 di Horizon 2020. Per il prossimo biennio saranno disponibili circa 16 miliardi di euro per finanziare progetti di ricerca e innovazione.
«Il nostro Ateneo ha già raggiunto ottimi risultati attraendo circa 10 milioni di euro a supporto di 30 progetti che vanno dalla ricerca di frontiera allo sviluppo tecnologico e all'innovazione, in tematiche e settori diversi, dalla salute alla ICT – commenta la professoressa Ann Katherine Isaacs, delegata del Rettore per i Programmi Europei. La pubblicazione dei bandi 2016-2017 dà avvio a una nuova fase di progettazione che ci auguriamo porti a Pisa altri significativi successi»
È confermato l’importante finanziamento per la formazione e la mobilità dei ricercatori: le Marie Sklodowska Curie Actions (ITN, RISE, Individual Fellowships) sono finanziate con un budget di circa 800 milioni per il 2016 e di ulteriori 800 milioni per il 2017.
Cospicuo è anche il budget stanziato per i progetti dello European Research Council: circa 1,6 miliardi di euro diretti al finanziamento dei ricercatori più brillanti d’Europa e delle loro ricerche eccellenti e di frontiera.
Per le Societal Challenges la Commissione ha poi stanziato budget importanti per tutti i campi della ricerca definendo, per ogni call, i topic di ricerca da affrontare. Si va dal finanziamento delle “Key enabling technologies”, in primis l’ICT (budget 2016 di circa 500 milioni di euro) alla Salute (budget 2016 circa 350 milioni), dal finanziamento dell’Energia Efficiente, pulita e sicura (circa 450 milioni per il 2016) al sostegno dei Trasporti smart e green (budget per il 2016 pari a circa 450 milioni).
Horizon 2020 è un’opportunità importantissima anche per il finanziamento della ricerca nel settore delle scienze umane. Circa 100 milioni di euro infatti, nel solo 2016, saranno dedicati alle tematiche della “Societal Challenge” Europe in a changing word – inclusive, innovative and reflective societies.
Cresce inoltre l’attenzione e l’apertura di Horizon 2020 verso i paesi terzi “industrializzati”. Per il 2016 la Commissione Europea ha stanziato 13 milioni di euro per progetti di ricerca congiunti con il Giappone e la Corea del Sud e, per il 2017, 7 milioni per progetti in collaborazione con il Brasile (Fonte: Science|Business).
Tutti i dettagli e le informazioni sul bandi sono disponibili nel Participant Portal della Commissione e sul sito di Ateneo al seguente link: https://goo.gl/wn0Mg0.
Per informazioni e supporto nella presentazione di proposte di progetto i ricercatori dell’Università di Pisa possono contattare Il Settore Ricerca dell’Ateneo - Unità Ricerca Europea: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il dipartimento di Ingegneria civile e industriale entra nella rete europea FuseNet
Il dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI) dell'Università di Pisa è appena entrato a far parte di FuseNet, una associazione no profit fondata nel 2010 per coordinare le attività di formazione nel settore della fusione nucleare a livello europeo. L’ingresso nella rete FuseNet è stato possibile grazie al nutrito "portfolio" di progetti di ricerca già attivi nel settore in cui è coinvolto il DICI. In questo modo vengono a moltiplicarsi le possibilità di stage in ambito internazionale degli studenti pisani interessati agli studi in questo settore e il corso di laurea magistrale in Ingegneria nucleare assume una connotazione ancora più marcatamente internazionale, offrendo ulteriori possibilità di crescita culturale e di collocamento nel mondo del lavoro.
“Attualmente i finanziamenti Europei nel campo della fusione sono relativamente consistenti e l'Associazione FuseNet è in grado di sostenere studenti e dottorandi in scambi per stage di tesi o ricerca”, ha spiegato il professore Nicola Forgione responsabile delle relazioni con FuseNet per l’Ateneo pisano.
FuseNet e la rete sorella ENEN (European Nuclear Education Network Association) di cui è presidente il professore Walter Ambrosini dell’Università di Pisa hanno già firmato nel febbraio 2015 un accordo di collaborazione che prevede lo scambio di studenti e docenti. E’ in agenda inoltre una collaborazione nell'ambito del progetto europeo ANNETTE (Advanced Networking for Nuclear Education and Training and Transfer of Expertise), attualmente in fase di finanziamento, in cui sono previste azioni comuni per la realizzazione di corsi specifici per la "nuclearizzazione" del settore della fusione. Si tratterà di un'importante occasione di collaborazione in cui sarà coinvolta anche l’Università di Pisa e che porterà ad un'offerta di corsi, in presenza e a distanza (blended e-learning e MOOC), nel settore nucleare in generale.
Il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa fa il suo ingresso nella rete europea FuseNet
Il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI) dell'Università di Pisa è appena entrato a far parte di FuseNet ( http://www.fusenet.eu), una associazione no profit fondata nel 2010 per coordinare le attività di formazione nel settore della fusione nucleare a livello europeo. L’ingresso nella rete FuseNet è stato possibile grazie al nutrito "portfolio" di progetti di ricerca già attivi nel settore in cui è coinvolto il DICI. In questo modo vengono a moltiplicarsi le possibilità di stage in ambito internazionale degli studenti pisani interessati agli studi in questo settore e il corso di laurea magistrale in Ingegneria nucleare assume una connotazione ancora più marcatamente internazionale, offrendo ulteriori possibilità di crescita culturale e di collocamento nel mondo del lavoro.
“Attualmente i finanziamenti Europei nel campo della fusione sono relativamente consistenti e l'Associazione FuseNet è in grado di sostenere studenti e dottorandi in scambi per stage di tesi o ricerca”, ha spiegato il professore Nicola Forgione responsabile delle relazioni con FuseNet per l’Ateneo pisano.
FuseNet e la rete sorella ENEN (European Nuclear Education Network Association) di cui è presidente il professore Walter Ambrosini dell’Università di Pisa hanno già firmato nel febbraio 2015 un accordo di collaborazione che prevede lo scambio di studenti e docenti. E’ in agenda inoltre una collaborazione nell'ambito del progetto europeo ANNETTE (Advanced Networking for Nuclear Education and Training and Transfer of Expertise), attualmente in fase di finanziamento, in cui sono previste azioni comuni per la realizzazione di corsi specifici per la "nuclearizzazione" del settore della fusione. Si tratterà di un'importante occasione di collaborazione in cui sarà coinvolta anche l’Università di Pisa e che porterà ad un'offerta di corsi, in presenza e a distanza (blended e-learning e MOOC), nel settore nucleare in generale.