Da Parigi a New York, ecco il viaggio di Viper, l’internet delle cose “made in Italy”
“In questi giorni a New York il nostro stand è stato letteralmente preso d’assalto – ha raccontato Gabriele Montelisciani, business developer di Viper - e questo fa ben sperare anche per il lancio della versione professionale di Viper in uscita a novembre”.
Intanto a luglio, a Parigi, nel negozio monomarca Rolex, è apparso il primo prodotto con Viper a bordo: una serie di undici espositori girevoli sincronizzati wireless per mettere in mostra gioielli ed orologi della famosa casa Svizzera. Comandati dalla ViperApp, gli espositori ruotano in maniera sincrona e possono essere fermati a piacere per collocare nuove collezioni o per prelevare prodotti da far provare ai clienti. Un primo esempio di vetrina intelligente realizzata e controllata con Viper.
Dopo la campagna di crowfounding su Kickstarter a marzo 2015, con 400 supporters da 25 paesi del mondo, il team di Viper ha lavorato alacremente per uscire in giugno scorso con la versione alfa di Viper, accompagnata da una scheda elettronica multisensore che facilita la prototipazione di dispositivi interattivi rivolti all’Internet of Things.
“Appena uscita la scheda è stata apprezzata dai grandi distributori di elettronica e a livello di prototipi e prodotti c’è stata un’ottima risposta dal mondo degli sviluppatori – ha detto Gabriele Montelisciani - Al workshop su Viper fatto al Fablab di Firenze il 25 luglio è stato presentato e premiato un etilometro ‘intelligente’ e ora il prodotto è visibile in rete su Hackster.io insieme a Theremin, una lampada dell’Ikea che abbiamo reso interattiva”.
Università, nasce il Sistema Bibliotecario degli Atenei toscani
Attraverso OneSearch, che offre un’interfaccia molto semplice, è possibile avere immediatamente una visione complessiva della documentazione disponibile nelle biblioteche, in formato elettronico e cartaceo, senza moltiplicare le ricerche in più cataloghi. Sono oltre 3.800.000 i record bibliografici a cui dà accesso OneSearch.
OneSearch è il primo traguardo del progetto Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana (SBART), che si propone come modello di collaborazione in ambito pubblico e punta a importanti risultati sul piano dell’economia di gestione, della qualità e dell’efficacia dei servizi erogati, per tutti gli utenti.
Innovazione al servizio della ricerca, degli studenti, dei cittadini, ma non solo. Innovativo è anche il percorso del progetto, finanziato grazie all'accordo tra le Università di Firenze, Pisa e Siena, che hanno presentato domanda congiunta di fondi al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), nell’ambito dei rispettivi piani strategici 2013-2015. Al progetto hanno poi aderito la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e numerose altre Biblioteche che, all’interno di sistemi già consolidati, collaborano da tempo con le Università di Firenze e Siena.
Tra i prossimi obiettivi del progetto SBART, un servizio di prestito integrato e l’acquisizione di una piattaforma unica per la gestione di tutti i servizi bibliotecari. Un ulteriore sviluppo garantirà la piena e libera circolazione degli utenti tra tutte le biblioteche, con possibilità di effettuare, fotocopie, digitalizzazioni e stampe in tutte le sedi.
L’investimento complessivo, finanziato dal MIUR, è di oltre un milione 300 mila euro su tre anni.
"Il potenziamento del Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana, attraverso la realizzazione di un punto unico di accesso e di ricerca online, - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello - rappresenta una tappa significativa nel processo di integrazione tra i rispettivi servizi, con l'obiettivo di offrire agli utenti un ambiente ottimale di studio e ricerca e una modalità di accesso semplificata alle risorse bibliografiche cartacee e elettroniche e, più in generale, a tutti i servizi bibliotecari. Da tempo, i sistemi bibliotecari toscani hanno deciso di affrontare insieme il massiccio cambiamento verificatosi con l’avvento delle risorse elettroniche e degli strumenti tecnologici e sono cresciuti in modo armonico, riuscendo a garantire ai propri utenti servizi comparabili e di alta qualità".
Pierdomenico Perata, Rettore: “La Scuola Superiore Sant’Anna ha aderito con convinzione a questo primo importante step del progetto di integrazione dei servizi bibliotecari, dedicando particolare attenzione alle esigenze dei nostri utenti. La biblioteca è il ‘motore di ricerca’ per allievi, ricercatori, docenti: renderla ancora più efficiente significa, in prospettiva, aumentare la nostra competitività. Inoltre, fare sistema è una grande opportunità per almeno due ragioni. L’integrazione assume una forte valenza per il nuovo miglioramento del servizio bibliotecario, peraltro già molto apprezzato dai nostri utenti; dall’altro l’adesione al progetto ci permette di avere ricadute positive sulle relazioni con le altre sedi universitarie toscane, consolidando rapporti di collaborazione già fruttuosi”.
Al professor Marco Geppi la medaglia d’oro GIDRM e GIRM
La medaglia d’oro 2015 è stata assegnata al docente dell’Ateneo pisano “per gli importanti contributi dati allo sviluppo e all’applicazione della spettroscopia NMR a Stato Solido per lo studio delle proprietà strutturali e dinamiche di materiali in fase condensata e per il grandissimo impegno profuso per la diffusione dell’NMR e per la formazione di giovani”. La medaglia è stata consegnata a Marco Geppi dai presidenti di GIDRM e GIRM lunedì 28 settembre a Roma, in apertura del XLIV Congresso Italiano di Risonanza Magnetica.
Marco Geppi ha dedicato gran parte della sua carriera allo sviluppo e all’applicazione della spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) a Stato Solido per lo studio delle proprietà strutturali e, soprattutto, dinamiche di materiali in fase condensata credendo fortemente alle enormi potenzialità di questa tecnica da pochi applicata in Italia. Il suo impegno e le sue capacità scientifiche gli hanno permesso di costruire a Pisa un gruppo di ricerca e di creare alcune linee di ricerca innovative in Italia, ottenendo risultati brillanti riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
In particolare, si distinguono i suoi contributi alla messa a punto di approcci originali per la caratterizzazione mediante spettroscopia di NMR di processi dinamici in materiali polimerici e liquido-cristallini, nonché in composti organici di interesse farmaceutico in fase solida. Inoltre ha dato un importante contributo allo studio di materiali ibridi organici-inorganici mediante NMR a Stato Solido, ottenendo risultati rilevanti su materiali innovativi e complessi. A testimonianza della sua attività di ricerca sono le numerose pubblicazioni su riviste internazionali, i numerosi seminari a invito a congressi e presso istituzioni accademiche nazionali e internazionali, nonché le molte proficue collaborazioni con gruppi di ricerca in Italia e all’estero e con industrie italiane e internazionali.
Fermamente convinto dell’importanza della divulgazione della spettroscopia NMR e della formazione di giovani ricercatori, ha istituito a Pisa il primo corso di spettroscopia NMR allo Stato Solido nell’ambito delle lauree magistrali in Chimica e in Chimica industriale.
All’Internet festival Big data, T-Tour e tanti appuntamenti a cura dell’Università di Pisa
Nel ricco calendario di eventi che animerà l’edizione 2015 dell’Internet Festival ci sono anche molte iniziative promosse dall’Università di Pisa, protagonista dei T-Tour – le proposte educative e formative nel mondo della rete e della tecnologia – e di appuntamenti che si terranno tra l’8 e l’11 ottobre in varie location della città. Anche Radioeco, la webradio degli studenti dell'Università di Pisa, sarà parte attiva della manifestazione con dirette che andranno in onda ogni pomeriggio dalle 14 alle 18.30 dalla Stazione Leopolda, dove sarà allestita la loro postazione (leggi il loro articolo). Dalla collaborazione tra Radioeco, Ex Wide e Toscana Musiche, nasce l'appuntamento musicale della serata inaugurale dell'8 ottobre, Back to the future music, ospitato alla Stazione Leopolda a partire dalle ore 20.
Venerdì 9 ottobre, sempre alla Stazione Leopolda, dalle 15.30 alle 18.30 si prosegue poi con il SoBigDataShow, un vero e proprio “talk” concepito per comunicare in modo divulgativo e serio cosa siano i Big data e quanto siano già familiari. In un percorso di contaminazione, allegro e inusuale, tra teatro, letteratura, intrattenimento e scienza, i protagonisti dell’incontro toccheranno alcuni nodi centrali nello studio dei Big data, come privacy, tracciabilità, tecniche di visualizzazione, capacità previsionali. Sul palco, moderati da Lorenzo Mannella, ci saranno docenti dell’Università di Pisa, Dino Pedreschi e Paolo Ferragina, che dialogheranno con Andrea Ceron, Antonino Famulari, Fosca Giannotti, Gigi Marzullo, Carlo Piana, Andrea Rivera, Federico Maria Sardelli ed Enrica Tesio.
I Big Data torneranno protagonisti anche sabato 10 ottobre alle 17, sempre alla Stazione Leopolda, con l’incontro “Come i BigData stanno cambiando il calcio” tenuto da Paolo Cintia e Luca Pappalardo, e domenica 11 con la puntata di Webnotte condotta da Ernesto Assante e Gino Castaldo che intervisteranno Dino Pedreschi su “Musica e Big data”.
Nella sezione “Game box” del programma, Fabio Gadducci modererà venerdì 9 ottobre alle ore 11, a MixArt, l’incontro “Crash, boom, zap” in cui Gianluca Caputo e Francesco Toniolo illustreranno come le nuove tecnologie abbiano rivoluzionato le tecniche di narrazione grafica.
Per il “Garage digitale” della manifestazione, l’area in cui si parla dei processi della rete in grado di generare innovazione, sono da segnalare alcuni appuntamenti: sabato 10 ottobre, dalle 10 alle 18, al centro SMS Gualtiero Fantoni e il suo team coordineranno “IoT loves Python”, un laboratorio in cui, tramite la suite software Viper, prenderanno vita oggetti smart.
Nello spazio “Living cultura”, il luogo dell’Internet festival dedicato all’innovazione che crea e reinventa spazi culturali, il grande protagonista sarà il filosofo Remo Bodei che, domenica 11 ottobre, alle ore 16.30, nella Sala Azzurra della Scuola Normale, parlerà di un’immaginaria partita a scacchi tra memoria e oblio nell’incontro “Lo spazio della memoria”. Subito a seguire, alle ore 17.30, la discussione proseguirà con l’incontro “La Rete della memoria”, con Michele Barbera, Remo Bodei, Lina Bolzoni e Luca Novarino, moderati da Michele Mezza. La discussione partirà da alcuni interrogativi precisi: come cambia l’organizzazione degli archivi, personali e non, al tempo della Rete? Dimenticare è un lento abbandono a un naturale oblio o una sequenza di dati perduti?
Nella sezione “Extra” del programma da segnalare c’è sicuramente la terza conferenza internazionale HaPoC (History and Philosophy of Computing), il cui Chair è Fabio Gadducci. La conferenza sarà ospitata nei quattro giorni del festival alla Cittadella Galileiana e sarà un focus interdisciplinare sulle idee alla base dell’informatica.
Venerdì 9 ottobre, a partire dalle ore 10, al Centro SMS, il professor Stefano Giordano coordinerà l’incontro “Evoluzione e rivoluzione di Internet Software Networks e nuove architetture della Rete”, una sessione dedicata all’Internet del Futuro, alle nuove policies e approcci, ai principali attori del mercato.
Protagonista dell’Internet festival sarà ovviamente anche il Museo degli Strumenti per il Calcolo dell’Università di Pisa che allestirà nei suoi locali “64 Mania: il C=64 e i “computer da casa” della Commodore”, una mostra sul Commodore 64, principe degli home computer e icona dell’informatica anni 80, a cura di Giovanni Cignoni. Nei giorni del festival, il Museo promuoverà nei negozi del centro storico di Pisa un’esposizione di pezzi tratti dalla collezione unica di macchine che hanno fatto la storia dell’Informatica, in un percorso dal titolo “L’informatica dalla A alla Z”.
Qui di seguito è disponibile l’elenco dei T-tour e dei T-tour extra promossi dall’Università di Pisa. Tutte le proposte saranno ospitate alla Cittadella Galileiana.
T-TOUR
BIOINFORMATICA. I SUCCESSI, LE OPPORTUNITÀ E LE SFIDE
gio 08
9:00
Protagonista del sequenziamento del Genoma Umano, la bioinformatica ha rivoluzionato lo studio della genetica e della biologia, contribuendo in modo sostanziale al progresso della nostra società. A che punto siamo arrivati? Quali sono gli strumenti online disponibili oggi?
A cura di Nadia Pisanti
DAGLI UOMINI AI ROBOT E RITORNO
ven 09
10:15
Dalla Pisa-IIT SoftHand all’umanoide WalkMan, passando per i muscoli artificiali: un viaggio alla scoperta dei progetti più innovativi del gruppo di Robotica del Centro Piaggio e della filosofia che li precede.
A cura di Antonio Bicchi
GRANDI APPLICAZIONI PER PICCOLI DISPOSITIVI: PENSARE IN PARALLELO
ven 09
17:30
Dal tablet al super computer, i mezzi di calcolo permettono oggi di svolgere più compiti contemporaneamente. Il tutorial mostrerà alcune tecniche che permettono lo sviluppo di applicazioni sempre più complesse su dispositivi sempre più compatti.
A cura di Marco Danelutto, Massimo Torquati
I NEURONI ALLA CONQUISTA DI GOOGLE. LE RETI NEURALI ARTIFICIALI DAL PERCETTRONE AL DEEP LEARNING
sab 10
10:15
Dai primi modelli di Percettrone alle reti profonde che hanno conquistato Google e Facebook. Scopriremo come le neuroscienze hanno rivoluzionato l’informatica ispirando il primo modello di neurone artificiale e quanto il Deep Learning sia debitore alla corteccia visiva dei primati.
A cura di Davide Bacciu
INTERNET CI RENDE STUPIDI? L'EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE DALLA PIAZZA REALE A QUELLA VIRTUALE
ven 09
15:00
Il passaggio dalla piazza reale a quella virtuale genera fascino e timore, come spesso accade per i nuovi strumenti che amplificano le potenzialità del nostro corpo. Scopriamo insieme se siamo dei moderni Frankenstein che temono la propria creatura o piuttosto il frutto ingegnoso del progresso tecnologico.
A cura di Maria Antonella Galanti. Interviene Roberto Maragliano, Università Roma Tre
RETI DI SENSORI: DALLA RICERCA AL MONDO REALE
ven 09
09:00
Le reti di sensori sono oggi elemento fondante di svariate applicazioni nell’internet delle cose. Partendo dalle esperienze in progetti di ricerca, saranno presentate alcune applicazioni didattiche realizzate da studenti del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.
A cura di Stefano Chessa
SOCIOLOGIA DELLO SPAZIO DEI FLUSSI. INCLUSIONE, ESCLUSIONE E IDENTITÀ
gio 08
15:00
Effetto San Matteo, digital divide, digital self(ie), spazio dei flussi e narcisismo elettronico. Tutto ciò che c’è da sapere sui nativi digitali e la media education in un workshop guidato da studiosi di scienze sociali provenienti dall’Università di Pisa, Roma e Torino.
A cura di Vincenzo Mele
T-TOUR EXTRA
500 ANNI DI CALCOLO, DAI COMPASSI AI MODERNI CALCOLATORI. VISITE GUIDATE ALLE ESPOSIZIONI PERMANENTI DEL MUSEO
08 - 09 - 10 ottobre
L'evento si ripete tutti i giorni alle 11:30 e 16:15
Il Museo degli Strumenti per il Calcolo ospita una collezione unica a livello nazionale: dagli strumenti 700eschi del Gabinetto di Fisica agli aritmometri 800eschi, dai grandi calcolatori italiani degli anni Cinquanta ai personal computer degli anni Ottanta. Un’occasione per scoprirli.
A cura del Museo degli strumenti per il calcolo
IL BUIO OLTRE LA RETE. L’ERA DI UN NUOVO INCONSCIO?
ven 09
17.30
Cosa c’è oltre la Rete? Nella prepotente commistione tra reale e virtuale, i big data forniscono appigli per una comprensione complessa. La psicoanalisi oggi ipotizza e definisce possibili scenari futuri per il soggetto, la mente individuale e collettiva nel rapporto con la Rete.
A cura di Marta Capuano, Sarantis Thanopulos, Gemma Zontini
LA VITA DELLE OPERE: PRESENTAZIONE DEL PROTOTIPO DI APP
gio 08
15:00
Arte, storia, conservazione e restauro nel prototipo di app “La vita delle opere”. Dal Salone di Diana della Reggia di Venaria Reale, uno spazio digitale per un aumento di sguardi e una guida per le future implementazioni della comprensione del reale.
A cura di Antonella Gioli (Università di Pisa), con Miriam Failla, Chiara Piva, Maria Elena Colombo (Progetto “La Vita delle Opere”) Clara Goria, Andrea Merlotti (Centro Studi Reggia di Venaria) Simonetta De Brumatti (Neosperience, Milano)
SAPERI CONDIVISI PER LA SANITÀ. BIOBANCHE DI IMMAGINI DIAGNOSTICHE
ven 09
11.30
Lo stato dell’arte della diagnostica per immagini attraverso una panoramica dei database disponibili in rete. Liberamente accessibili online o riservate ai gruppi di ricerca, le biobanche di immagini diagnostiche costituiscono una risorsa fondamentale di condivisione e di approfondimento per scopi clinici e didattici.
A cura di Emanuele Neri
SENSORI INDOSSABILI E MONITORAGGIO REMOTO DI FERITE CRONICHE
ven 09
10:15
Nanomateriali innovativi per sensori di avanguardia: grafene e grafene ossido usati nel progetto europeo SWAN-iCare per misurare in remoto temperatura e pH di ferite croniche, coniugando bassi costi e qualità dell’assistenza.
A cura di Fabio Di Francesco e Marco Romanelli
SUPERARE LE BARRIERE. TECNOLOGIE ICT AL SERVIZIO DELL’INTEGRAZIONE
ven 09
15:00
Il tutorial intende illustrare le potenzialità delle tecnologie assistive nell’integrazione sociale delle persone con disabilità, descrivendone alcuni esempi significativi nei contesti di apprendimento, in cui giocano un ruolo spesso decisivo. Verranno affrontate le problematiche relative a:
– disabilità motorie (Prof. Luca Fanucci, Università di Pisa)
– disabilità sensoriali (Dr. Barbara Leporini ISTI-CNR Pisa)
– disabilità cognitive (Prof. Susanna Pelagatti, Università di Pisa)
Verranno inoltre presentati alcuni casi di studio e testimonianze.
A cura di Paolo Mancarella, Delegato Disabilità Università di Pisa
Alla scoperta della Valle del Serchio con l’allestimento multimediale dell'Università di Pisa
Un allestimento che è di fatto un viaggio per immagini, musica e testi nel territorio della Valle del Serchio e che è stato creato da un gruppo di ricerca universitario specializzato in discipline audio-visive, multimediali e della comunicazione, coordinato dalla professoressa Sandra Lischi. Sabato 3 ottobre ha aperto le sue porte al pubblico il Museo multimediale delle Rocche e Fortificazioni della Valle del Serchio che, dopo un importante intervento di recupero, è stato allestito presso i locali della Volta dei Menchi nel centro storico di Barga (LU). Il progetto, realizzato con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Arcus spa, è stato presentato e coordinato dall’Unione dei Comuni della Valle del Serchio e della Garfagnana e ha visto la collaborazione del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa.
Il progetto, unico nel suo genere, valorizza il bacino della Valle del Serchio attraverso i suoi siti di incastellamento e dà alla popolazione, agli studenti e ai turisti, uno strumento innovativo di documentazione storica, ambientale e artistica di un’area geografica sorprendentemente ricca di cultura, storia, natura incontaminata e leggenda. L’allestimento offre infatti una visione invitante e sfaccettata del territorio, in cui le parole appaiono come tracce informative discrete. Scritte sullo schermo, scorrono parallele alle immagini senza sovrapporsi al flusso visivo.
Nell’oscurità, sulle pareti appaiono pievi, ponti, colline, fortezze, boschi ma anche un paesaggio umano fatto di antichi mestieri, memorie, tradizioni e ritratti degli abitanti, mentre le frasi forniscono notizie storiche essenziali e si offrono, anche nella versione inglese per i tanti turisti, come approfondimento ulteriore. Nel centro della sala il tavolo interattivo consente, presa visione del complesso del territorio, di scegliere il proprio percorso o di interromperlo e modificarlo.
“Il nostro gruppo, facendo tesoro dell’eccellenza pioneristica maturata all’Università di Pisa nel campo dell’audiovisivo e del multimediale, ha lavorato sui diversi aspetti del progetto, cercando di costruire una presentazione non rigidamente didascalica o classicamente documentaristica, ma basata sui percorsi consentiti dalla combinazione di immagini, suoni, testi scritti e dispositivi interattivi – commenta la professoressa Lischi – In stretta collaborazione coi committenti ha ideato e curato un allestimento che contempla, con una concezione evocativa e immersiva, un viaggio per immagini nei vari aspetti del territorio, corredato da musiche e testi e concepito per una visita che, grazie a un tavolo interattivo, offre la possibilità di percorrere più itinerari”.
La collaborazione con il Museo è nata nel 2013 quando, tramite il CICO (Centro Interdisciplinare di Studi sulla Comunicazione) venne stipulata una convenzione fra il dipartimento e l’Unione Comuni Media Valle del Serchio, che ha consentito l’attribuzione di borse e di contratti finalizzati allo studio e alla realizzazione della sala appena inaugurata. Nella cerimonia di inaugurazione, il prorettore ai Rapporti con il territorio dell’Ateneo pisano, Maria Antonella Galanti, ha sottolineato “l’importanza dei musei vivi, capaci di fare appello anche al lato emozionale della memoria e della spinta alla conoscenza” e ha ribadito “l’importanza di un dialogo proficuo fra i saperi universitari e le culture del territorio”.
Il team che ha curato l’allestimento è composto da Gianluca Paoletti, dottore di ricerca all’Università di Pisa in Storia delle arti e dello spettacolo, che ha realizzato una serie di video sui diversi aspetti della zona, paesaggistici e artistici, ma anche dedicati a mestieri, tradizioni, volti, personaggi; Andreina Di Brino, anche lei dottore di ricerca all’Università di Pisa in Storia delle arti e dello spettacolo, che ha curato le ricerche e l’adattamento dei testi ai fini di una efficace e sintetica comunicazione; Marco Bigliazzi, laureato in Storia dell’Urbanistica nell’Ateneo pisano, che ha curato l’aspetto interattivo e le animazioni grafiche; Giuseppe Cassaro, laureato all’Università di Pisa in Cinema, teatro e produzione multimediale, che ha elaborato le musiche e la concezione sonora. La ricerca, come auspicato da tutti gli intervenuti, non si ferma qui e dovrebbe proseguire con un ampliamento e una ulteriore articolazione degli spazi espositivi.
Infants possess a spatial perception of their own body before they are able to walk
The employment of Functional Magnetic Resonance Imaging to record the cerebral activity of seven-week-old infants was fundamental. Managing such small babies who were awake and collaborating inside the Magnetic Resonance scanner was a very demanding challenge, as they are required to remain immobile at length. Professor Morrone and her team overcame this difficulty and managed to record the cerebral activity of the infants in response to visual stimuli. “Previous studies of Functional Magnetic Resonance Imaging in newborns had successfully identified the primary visual area, but they had not been able to map the constellation of cortical areas which preside over the functions of visual movement and direction,” continues Professor Morrone. “The difficulty lies in the fact that these areas do not respond in a reliable manner during periods of sedation or sleep of infants.” In order to encourage the baby to remain still and look at the visual stimuli the researchers remained next to the infants. Professor Morrone herself managed to conclude 30-minute sessions with infants assured by the touch of her hand under their head. In other situations, the examination was carried out in the presence of the mother. In this way, it was possible to maintain the infant’s attention on the visual stimuli for the length of time necessary to produce reliable data.
During the experiments with Functional Magnetic Resonance Imaging Professor Morrone’s team recorded the cerebral activity of 12 seven-week-old infants while they were intent on watching luminous points which moved in a random way or followed a coherent path. The researchers discovered that infants, in the same manner as adults, show a greater response to coherent movement rather than a random sequence. This happened in a wide network of cerebral areas, including those associated with the perception of the body and the vestibular system. Also in this area, infants showed activity similar to that of adults. “This suggests that newborns already possess a perception of their body in space,” continues Sofia Crespi, a researcher from the San Raffaele Scientific Institute.
In a subsequent control experiment, once again carried out with Functional Magnetic Resonance Imaging, the team tested 9 infants from the sample that had already undergone testing, but this time during sleep. While analyzing the activity in areas sensitive to movement identified during the first experiment they discovered numerous similarities between infants and adults but also considerable differences: the development of the functional connections between these associative areas and the primary visual cortex differs greatly. “This result suggests that some of these areas in infants may receive an innervation which follows a different path with respect to adults, and does not involve the area of the primary visual cortex, as has also been noted in monkeys. This alternative innervation circuit could be the basis of numerous reorganization phenomena which can be observed in adults with congenital lesions,” declares Laura Biagi who is the co-first author of the study along with Sofia Crespi.
Overall, this study has demonstrated that the principal cortex areas which typically deal with the elaboration of movement in adults are already in use at the age of seven weeks. A more surprising element is that such young infants, who do not yet know how to walk, already possess a perception of the position of their own body in the external world. These results are extremely important in view of the clinical implications that could ensue, in particular with regard to those neurodevelopmental disorders such as autism and cerebral palsy in which vision is impaired. This research provides precious information about the position in which the different visual areas of the infant brain are found and about their state of maturity. These are maps which can guide doctors towards new more appropriate and effective rehabilitative perspectives if they are undertaken during particular temporal windows of development.
È possibile fare vera filosofia con le nuove tecnologie?
Twitter e la filosofia (Edizioni Ets, 2015) è l'ultimo libro di Adriano Fabris, professore di Filosofia morale dell'Università di Pisa ed esperto di etica della comunicazione. Anticipiamo qui la prefazione del volume e la domanda da cui parte l'autore: "Oggi, è possibile fare filosofia, vera filosofia, anche attraverso le nuove tecnologie?".
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A scanso di ogni equivoco, questo è un testo di filosofia. È un testo, certamente: che vuol essere tale, a prescindere dal supporto, cartaceo o elettronico, che viene usato per la sua diffusione. Vedremo più avanti perché sottolineo questo aspetto. Ed è un testo di filosofia. Magari, come in questo caso, si tratta di una filosofia che si confronta con la comunicazione – e con le forme di comunicazione più recenti e trendy –, ma in cui le vecchie tematiche, dibattute per secoli con più o meno successo, tornano comunque a riproporsi. Mi spiace dunque per chi, forse attratto dal titolo, si aspetta qualcosa d'altro.
Il titolo fa riferimento a un Social Network oggi abbastanza diffuso: Twitter. Più precisamente ciò che qui interessa è uno specifico prodotto culturale, costituito dal mondo delle interazioni brevi e dei "cinguettii" in rete. Interessa non certo perché si vuol concedere qualcosa alla moda del momento, ma perché Twitter offre una forma di espressione attraverso la quale, fra altre cose, si può fare, ed effettivamente si fa, anche filosofia. Oltre a tante altre esperienze interattive: sociali, politiche, di marketing. Il problema, qui, è di vedere che tipo di filosofia viene fatta in questa forma e quali possono essere le ulteriori opportunità che questo Social Network può aprire a un'attività filosofica.
Il testo che presento è il punto d'arrivo e l'approfondimento di un'esperienza che ho condotto in rete per un certo tempo. Ma è anche l'esito di un confronto con le riflessioni – non moltissime, in verità – che su Twitter sono state sviluppate negli ultimi anni. Twitter è un Social Network giovane, così come altri anche più diffusi, e certo non sappiamo quanta vita ancora avrà. C'è sempre il rischio, infatti, di una rapida obsolescenza di tutti questi ambienti dell'Internet: si pensi per esempio all'ascesa e al declino di MySpace e di Second Life. Si pensi alla velocità con cui Facebook si è diffuso per il mondo, "cannibalizzando" i Social Network preesistenti. Tutto ciò non impedisce comunque di riflettere su alcuni aspetti che proprio l'attuale struttura di Twitter, messa a confronto con l'intenzione di far filosofia attraverso di essa, consente di mettere in luce. È quello che faremo nelle prossime pagine.
Lo scopo è non solo quello di far emergere potenzialità e limiti, in parte già noti, di Twitter, ma di verificare anche la capacità, proprio grazie a quest'analisi, di condurre un'indagine filosofica che sia all'altezza del tempo in cui viene intrapresa e degli strumenti attraverso i quali può esprimersi. Ciò che interessa è capire questo tempo e questi strumenti, fuoriuscire dall'acquiescenza alla mentalità comune e alle sue categorie, esercitare quel diritto di critica che la filosofia si è sempre riservata, anche e soprattutto nei confronti di ciò che sembra inevitabile. Ma insieme interessa anche, in una sorta d'immediata retroazione, comprendere che cosa può essere la filosofia oggi, nell'epoca delle nuove tecnologie, domandarsi che cosa può voler dire filosofare in relazione a esse e attraverso di esse, e soprattutto chiarire in che modo è possibile farlo davvero, in maniera giusta e buona.
In sintesi, anche questa piccola ricerca rientra, come esplicazione e applicazione, nel mio progetto volto a elaborare una filosofia della relazione. La rete è infatti oggi un ambito privilegiato di relazioni e di costruzione attiva di relazioni. Il problema è se il modo in cui tali relazioni vengono vissute in quest'ambiente è riduttivo oppure no: se è in grado cioè di favorire le nostre possibilità espressive o non piuttosto finisce per inchiodarci a comportamenti «a una dimensione».
Per approfondire questi vari aspetti è necessario appunto sviluppare una filosofia della relazione. Che è appunto ciò che sto cercando di fare in questi anni, anche attraverso studi più o meno settoriali sulla comunicazione e sull'etica della comunicazione. Il che tuttavia non significa parlare di una filosofia che ha la relazione per suo tema, come una qualunque forma di teoria. Il mio progetto implica piuttosto, e sta mettendo in opera, una filosofia che pratica la relazione, proprio e anche riflettendo sulla relazione stessa, e che in tal modo scopre di essere a sua volta, anzitutto, una filosofia in relazione. Come quella che può essere sperimentata attraverso i social network.
Adriano Fabris
docente di Filosofia morale
Nasce il Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana
Le Università di Firenze, Pisa, Siena e la Scuola Superiore Sant'Anna integrano online i sistemi bibliotecari e mettono in rete un immenso patrimonio librario. Grazie alla piattaforma OneSearch (Il video tutorial), dal 1° ottobre è infatti disponibile un punto di accesso unificato per le ricerche bibliografiche all'interno di un vasto numero di cataloghi. Oltre a quelli degli Atenei citati, la piattaforma permette di raggiungere quelli dell'Università per stranieri di Siena, dell'Accademia della Crusca, della Fondazione Ezio Franceschini, della SISMEL (Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino), della Biblioteca regionale Luigi Crocetti, della Biblioteca comunale degli Intronati, delle Biblioteche comunali della Provincia di Siena aderenti alla rete ReDoS, dell'Accademia dei Fisiocritici e dell'Istituto Musicale Franci.
Attraverso OneSearch, che offre un'interfaccia molto semplice, è possibile avere immediatamente una visione complessiva della documentazione disponibile nelle biblioteche, in formato elettronico e cartaceo, senza moltiplicare le ricerche in più cataloghi. Sono oltre 3.800.000 i record bibliografici a cui dà accesso OneSearch. OneSearch è il primo traguardo del progetto Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana (SBART), che si propone come modello di collaborazione in ambito pubblico e punta a importanti risultati sul piano dell'economia di gestione, della qualità e dell'efficacia dei servizi erogati, per tutti gli utenti.
Innovazione al servizio della ricerca, degli studenti, dei cittadini, ma non solo. Innovativo è anche il percorso del progetto, finanziato grazie all'accordo tra le Università di Firenze, Pisa e Siena, che hanno presentato domanda congiunta di fondi al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), nell'ambito dei rispettivi piani strategici 2013-2015. Al progetto hanno poi aderito la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e numerose altre Biblioteche che, all'interno di sistemi già consolidati, collaborano da tempo con le Università di Firenze e Siena.
Il video tutorial
Tra i prossimi obiettivi del progetto SBART, un servizio di prestito integrato e l'acquisizione di una piattaforma unica per la gestione di tutti i servizi bibliotecari. Un ulteriore sviluppo garantirà la piena e libera circolazione degli utenti tra tutte le biblioteche, con possibilità di effettuare, fotocopie, digitalizzazioni e stampe in tutte le sedi. L'investimento complessivo, finanziato dal MIUR, è di oltre un milione 300 mila euro su tre anni.
"Il potenziamento del Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana, attraverso la realizzazione di un punto unico di accesso e di ricerca online, - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello - rappresenta una tappa significativa nel processo di integrazione tra i rispettivi servizi, con l'obiettivo di offrire agli utenti un ambiente ottimale di studio e ricerca e una modalità di accesso semplificata alle risorse bibliografiche cartacee e elettroniche e, più in generale, a tutti i servizi bibliotecari. Da tempo, i sistemi bibliotecari toscani hanno deciso di affrontare insieme il massiccio cambiamento verificatosi con l'avvento delle risorse elettroniche e degli strumenti tecnologici e sono cresciuti in modo armonico, riuscendo a garantire ai propri utenti servizi comparabili e di alta qualità".
Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Corriere Toscana
Nazione Firenze
RepubblicaFirenze.it
InToscana.it
NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
IlReporter.it
Pisa24.info
Nella foto da sinistra: Angelo Riccaboni (rettore Università di Siena), Pierdomenico Perata (rettore Sant'Anna di Pisa), Monica Barni (Assessore regionale Università), Alberto Tesi (rettore Università di Firenze), Massimo Augello (rettore Università di Pisa).
A una storica dell'arte il Premio Internazionale Galileo Galilei
Il Premio Internazionale Galileo Galilei, giunto quest'anno alla cinquantatreesima edizione, è nato nel 1962 grazie ad una felice intuizione di Tristano Bolelli, indimenticato professore dell'Ateneo pisano, che per quaranta anni ne ha garantito la continuità. Il fine del riconoscimento è quello di "promuovere la cultura italiana all'estero" e per questo, ogni anno, la Fondazione del Premio sceglie una disciplina nel cui ambito una giuria di esperti, nominati dal rettore dell'Università di Pisa, individua lo studioso straniero che vi si è maggiormente distinto.
Quest'anno era la volta della storia dell'arte, e la targa d'oro che rappresenta il Premio andrà dunque a Jennifer Montagu (foto a destra), già docente ad Oxford e a Cambridge, curatrice di un'importante mostra sul Bernini al Paul Getty Museum di Los Angeles e con al suo attivo importanti studi critici sulle opere del Borromini. Ad Alfio Quarteroni (foto a sinistra), laureato in matematica al collegio "Ghislieri" di Pavia e attualmente docente al Politecnico di Milano, va invece il più giovane riconoscimento "Galilei per la Scienza", istituito nel 2006, che premia ogni anno studiosi italiani che si siano distinti nel campo delle scienze.
Da Parigi a New York, il viaggio di Viper, l'internet delle cose 'made in Italy'
“In questi giorni a New York il nostro stand è stato letteralmente preso d’assalto – ha raccontato Gabriele Montelisciani, business developer di Viper - e questo fa ben sperare anche per il lancio della versione professionale di Viper in uscita a novembre”.
Intanto a luglio, a Parigi, nel negozio monomarca Rolex, è apparso il primo prodotto con Viper a bordo: una serie di undici espositori girevoli sincronizzati wireless per mettere in mostra gioielli ed orologi della famosa casa Svizzera. Comandati dalla ViperApp, gli espositori ruotano in maniera sincrona e possono essere fermati a piacere per collocare nuove collezioni o per prelevare prodotti da far provare ai clienti. Un primo esempio di vetrina intelligente realizzata e controllata con Viper.
Dopo la campagna di crowfounding su Kickstarter a marzo 2015, con 400 supporters da 25 paesi del mondo, il team di Viper ha lavorato alacremente per uscire in giugno scorso con la versione alfa di Viper, accompagnata da una scheda elettronica multisensore che facilita la prototipazione di dispositivi interattivi rivolti all’Internet of Things.
“Appena uscita la scheda è stata apprezzata dai grandi distributori di elettronica e a livello di prototipi e prodotti c’è stata un’ottima risposta dal mondo degli sviluppatori – ha detto Gabriele Montelisciani - Al workshop su Viper fatto al Fablab di Firenze il 25 luglio è stato presentato e premiato un etilometro ‘intelligente’ e ora il prodotto è visibile in rete su Hackster.io insieme a Theremin, una lampada dell’Ikea che abbiamo reso interattiva”.
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Didascalia foto:
Il team VIPER allo stand della World Maker Faire a New York. Da sinistra: Gabriele Montelisciani (Business Development), Ray Garcia (Advisor), Giacomo Baldi (Software Architect), Daniele Mazzei (System Integrator).