Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

marchi Sabato 3 ottobre, Damiano Marchi, l’antropologo dell’Università di Pisa che ha partecipato alla scoperta dell’Homo naledi, sarà ospite di “Che fuori tempo che fa”, la trasmissione di Rai 3 condotta da Fabio Fazio e Massimo Gramellini, in onda a partire dalle 20.10.

Con la nuova formula del sabato che prevede la presenza in studio di numerosi invitati, Marchi parlerà della nuova specie umana i cui resti sono stati recentemente rinvenuti in una grotta del Sudafrica, mostrando alcuni calchi di ossa e crani.

L’antropologo sarà chiamato anche a interagire con gli altri ospiti, cioè Valeria Golino, Serena Dandini, Alice Sabatini, Nino Frassica e, in collegamento, Valerio Mastandrea e Malika Ayane.

BOLD figure SynopsiÈ tutta italiana la ricerca che per la prima volta svela come già a poche settimane di vita le aree del cervello del neonato che presiedono all'analisi della visione del movimento, siano sorprendentemente mature e simili a quelle dell'adulto. Una scoperta stupefacente che apre nuove prospettive prognostiche nei bambini con disturbi neurologici. Lo studio da titolo "BOLD Response Selective to Flow-Motion in Very Young Infants" è stato pubblicato da PLOS Biology e porta la firma di Maria Concetta Morrone, ricercatrice del IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) e dell'Università di Pisa. Con i suoi collaboratori della Fondazione Stella Maris, Laura Biagi e Michela Tosetti e dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Sofia Crespi, è riuscita in un'impresa che getta una nuova luce su queste aree cerebrali che si pensava si sviluppassero molto più lentamente con l'età, grazie alle interazioni che il bambino ha con il mondo esterno "Invece - dice la professoressa Maria Concetta Morrone - abbiamo scoperto che già poche settimane dopo la nascita, sono sorprendentemente mature". E questo grazie a studi che ancora nessuno era riuscito a fare, ovvero quelli di Risonanza Magnetica funzionale effettuati su neonati svegli, collaboranti e impegnati attivamente nell'osservazione degli stimoli visivi. Per la prima volta la ricerca del team tutto al femminile ha fornito importanti indicazioni sulla maturazione delle aree cerebrali responsabili del movimento visivo nelle prime settimane di vita, riuscendo a costruire le prime mappe della funzione corticale visiva dei neonati.

Fondamentale è stato l'utilizzo della Risonanza Magnetica funzionale per registrare l'attività cerebrale dei neonati a 7 settimane di età. Ed è stata una sfida davvero impegnativa quella di gestire dei bambini così piccoli, svegli e collaborativi dentro allo scanner di Risonanza Magnetica, che richiede ai soggetti di restare fermi per lungo tempo. La professoressa Morrone e il suo team hanno superato queste difficoltà, riuscendo a registrare l'attività cerebrale dei piccoli in risposta agli stimoli visivi. "Precedenti studi di Risonanza Magnetica funzionale nei neonati hanno individuato con successo l'area visiva primaria, ma non erano riusciti a mappare la costellazione delle aree corticali che presiedono alle funzioni del movimento visivo e della direzione - prosegue la professoressa Morrone -. Una difficoltà dovuta al fatto che queste aree non rispondono in modo affidabile durante la sedazione o il sonno del neonato". Per incoraggiare il bambino a restare tranquillo e guardare gli stimoli visivi i ricercatori sono rimasti accanto ai piccoli. La stessa professoressa Morrone è riuscita a portare a termine sedute di 30 minuti con bambini rassicurati dal tocco della sua mano sotto la testa. In altre situazione l'esame è stato eseguito con la presenza della mamma. In questo modo è stato possibile tenere attenti i bambini agli stimoli visivi per un tempo sufficiente a produrre dei dati affidabili.

BOLD Foto webBOLD Foto webNel corso degli esperimenti con la Risonanza Magnetica funzionale il team della professoressa Morrone ha registrato l'attività cerebrale in circa dodici bambini di 7 settimane di età, mentre erano intenti a seguire con lo sguardo dei punti luminosi che si muovevano in modo casuale o in traiettorie coerenti. I ricercatori hanno scoperto che, proprio come gli adulti, i bambini mostrano maggiori risposte al movimento coerente, rispetto al moto casuale. Questo è avvenuto in un'ampia rete di aree cerebrali, comprese quelle associate alla percezione del corpo e al sistema vestibolare. Anche in queste aree del cervello i neonati hanno mostrato attività simili a quelle degli adulti. "Questo suggerisce che i bambini di poche settimane possiedono già la percezione del proprio corpo nello spazio", proseguee Sofia Crespi, ricercatrice dell'Università Vita-Salute San Raffaele.

In un successivo esperimento di controllo svolto sempre con la Risonanza Magnetica funzionale il team ha testato 9 piccoli del campione già sottoposto ai test, stavolta mentre dormivano. Nell'analizzare l'attività cerebrale nelle aree sensibili al movimento identificate nel primo esperimento hanno trovato molte somiglianze tra bambini e adulti, ma anche differenze notevoli: molto diverso è lo sviluppo delle connessioni funzionali tra queste aree associative a la corteccia visiva primaria. "Questo risultato suggerisce che alcune di queste aree nel bambino possano ricevere una innervazione che segue un diverso percorso rispetto all'adulto, e che non coinvolge l'area corticale primaria visiva, come è stato osservato anche nelle scimmie. Questo circuito alternativo di innervazione potrebbe essere la base di molti fenomeni di riorganizzazione che osserviamo in adulti con lesioni congenite", afferma Laura Biagi che è primo-coautore dello studio con Sofia Crespi.

Complessivamente lo studio ha dimostrato come le principali aree corticali che servono all'elaborazione del movimento proprie degli adulti, in realtà siano all'opera già a 7 settimane di vita. Anche se il dato certamente più sorprendente è che i bambini così piccoli, che ancora non sanno camminare, già abbiano la percezione della posizione del proprio corpo nel mondo esterno . Questi risultati sono molto importanti per le implicazioni cliniche che ne potrebbero derivare, in particolare per quanto riguarda quei disturbi dello sviluppo neurologico come l'autismo e la paralisi cerebrale, in cui la visione ne viene compromessa. Questa ricerca fornisce indicazioni preziose sulla posizione in cui si trovano le diverse aree visive del cervello infantile e il loro stato di maturazione. Mappe che possono guidare i medici verso nuove prospettive riabilitative appropriate e maggiormente efficaci se realizzati durante certe finestre temporali dello sviluppo.

Immagini:
Figura in alto: le immagini della risonanza magnetica funzionale
Nella foto: da sinistra Crespi, Morrone, Tosetti, Biagi

È stato presentato lunedì 28 settembre, al Rettorato dell'Università di Pisa, il master di secondo livello in "Management in sicurezza nei luoghi di lavoro e valutazione dei rischi (esperto in sicurezza)", una novità nell'offerta formativa dell'Ateneo che nasce con la collaborazione dell'INAIL, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Regione Toscana, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Azienda Unità Sanitaria Locale n. 5 di Pisa. Programmi e obiettivi del nuovo corso sono stati illustrati dal prorettore alla Didattica, Paolo Mancarella, dal presidente della Scuola di Ingegneria, Massimo Ceraolo, dal direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Marco Raugi, e dal direttore del master, Giuseppe Bellandi.

La nascita del corso è motivata dalla richiesta sempre maggiore di personale qualificato nel settore della sicurezza civile e industriale e dalla necessità di fronteggiare il fenomeno infortunistico sul territorio nazionale. Tra le finalità del master vi è anche quella di costituire un Centro di eccellenza per la formazione superiore nel campo disciplinare della sicurezza nei luoghi di lavoro con lo scopo di promuovere e coordinare studi e ricerche nel campo della sicurezza civile e industriale capaci di incentivare la collaborazione fra i diversi soggetti e favorire sinergie fra competenze diverse che concorrano alla ideazione, concezione e sviluppo di progetti e iniziative scientifiche, favorendo così lo scambio di informazioni ed esperienze atte a promuovere una fattiva collaborazione interdisciplinare nel predetto ambito culturale.

Il master si propone di formare la figura professionale di "Esperto in Sicurezza" (Safety Manager), da impiegare in variegati contesti produttivi pubblici e privati, dotato di capacità professionale specifica sui temi di sicurezza nei luoghi di lavoro al fine di elaborare, analizzare e implementare soluzioni funzionali alla mitigazione del fenomeno infortunistico, per progettare e gestire un sistema di sicurezza all'interno di aziende, svolgere i compiti di responsabile del servizio di prevenzione e protezione e di coordinatore per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili.

Alcune figure di riferimento sul mercato del lavoro sono: il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, gli Addetti al predetto servizio, il Coordinatore per la Progettazione e l'Esecuzione dei Lavori nell'ambito dei cantieri temporanei e mobili, il Responsabile del Sistema di Gestione della Sicurezza, il Consulente in Sistemi di Gestione della Sicurezza. Il master abilita alle mansioni di Coordinatore nei cantieri edili e RSPP/ASPP. Il Master è altresì finalizzato al mantenimento dell'iscrizione negli elenchi di cui art. 7 D.M. 05/08/2011 (Aggiornamento antincendio) e al mantenimento dell'abilitazione per l'attività di CSP e CSE, Allegato XIV del D. Lgs. 81/08 (aggiornamento sic. cantieri).

I destinatari sono giovani laureati di secondo livello: Lauree Magistrali, Specialistiche, Vecchio ordinamento in Ingegneria, Architettura, Scienze delle Professioni Sanitarie.

Il master è di durata annuale e prevede 1500 ore articolate in lezioni frontali, attività di studio e preparazione individuale, stage ed elaborato finale. All'insieme delle attività formative previste, corrisponde l'acquisizione da parte degli iscritti di 60 crediti formativi universitari. Le lezioni inizieranno il 27 novembre 2015 e termineranno a ottobre 2016. Il numero di posti a disposizione è limitato a 20. Sono previsti anche 10 uditori. Il costo di iscrizione è di 4.000,00 euro e sono previste 16 borse di studio offerte da INAIL con copertura parziale o addirittura totale dei costi d'iscrizione.

Le iscrizioni sono aperte; è possibile presentare domanda fino al 26 ottobre 2015. Per le modalità di partecipazione consultare il bando sul sito ateneo: http://www.unipi.it/index.php/master/master/2225

Maggiori informazioni sono sul sito del master: www.mastersicurezzaunipi.it

Il master è diretto dal professor Giuseppe Bellandi e coordinato dal dottor Nicola Marotta. Il Consiglio scientifico è composto, oltre che dal direttore, dai professori Antonio Aiello, Marco Carcassi, Massimo Ceraolo, Fabio Fantozzi, Marco Giannini, Diego Lo Presti, Pierpaolo Privitera, e inoltre dal dottor Giovanni Asaro, direttore regionale INAIL, e dal dottor Ottavio Zirilli, Direttore Tecnico dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di PISA.

Dopo le superstar Will Smith, Katy Perry e Kobe Bryant, è toccato a Walk-man farsi fotografare in Piazza dei Miracoli a Pisa, riproponendo, grazie al sofisticato sistema Softhand che ispira il movimento dei suoi arti superiori, la celebre illusione ottica delle mani che sembrano sorreggere la Torre Pendente. L'esibizione del robot, finanziato dalla Commissione Europea e realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova in collaborazione con il Centro di Ricerca "Piaggio" dell'Università di Pisa, ha rappresentato un'eccezionale anteprima di "Bright 2015. La Notte dei Ricercatori in Toscana", la manifestazione che animerà il pomeriggio e la serata di venerdì 25 settembre a Pisa e in diverse altre città della Toscana.

Nella dimostrazione pisana, Walk-man è stato guidato da alcuni ricercatori del Centro "Piaggio" e dell'Istituto Italiano di Tecnologia, oltre che dal professor Antonio Bicchi, docente di Robotica dell'Ateneo pisano e co-coordinatore scientifico del progetto, e da Nikolaos Tsagarakis, co-coordinatore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia. Montato a tempo di record di fronte al Museo delle Sinopie, ha prima salutato le centinaia di turisti e di curiosi che erano presenti in Piazza dei Miracoli e poi provato alcuni "scatti" con la Torre sullo sfondo. "È stato emozionante vedere un prodotto avanzato della moderna tecnologia italiana - ha detto il professor Bicchi - muoversi in una delle Piazze che meglio illustrano la storia, la genialità e la capacità creativa del nostro Paese nel mondo". E ha poi spiegato: "le abilità del robot discendono dalla forma umanoide, necessaria per un robot che in futuro dovrà convivere con gli uomini e adattarsi ai loro ambienti. Le mani, per esempio, sono uno sviluppo della Pisa/IIT SoftHand, basata su un disegno e un principio di funzionamento simile a quello di una mano umana".

Walk-man è alto un metro e 85 centimetri e pesa 100 chili, ed è stato costruito in soli dieci mesi. È munito di batteria che gli permette di avere un'autonomia di oltre un'ora ed è in grado di camminare, guidare un'auto tipo Ranger, aprire porte, utilizzare strumenti di lavoro come un trapano, chiudere e aprire una valvola industriale. Il robot è infatti dotato di alcune caratteristiche uniche: il movimento elastico dei giunti che gli permettono di avere un movimento fluido e sicuro nell'interazione con l'uomo e con l'ambiente; un ridotto consumo d'energia; leggerezza delle gambe prive di motori lungo la parte bassa; versatilità e destrezza nella manipolazione.

Il busto è in grado di ruotare di 180 gradi, facilitando così la manipolazione degli oggetti in ogni direzione intorno al robot, mentre le braccia possono ruotare all'indietro facilitando le azioni dietro la schiena. Il suo design consente di unire robustezza e flessibilità. È realizzato in Ergal (90%), titanio (8%) ferro e plastica.

Unici a livello tecnologico sono i 33 motori compatti - brevetto Istituto Italiano di Tecnologia - che lo muovono. Si tratta di motori che integrano in un unico modulo "click-on" sensori di coppia, forza e posizione e schede di controllo, in un volume che è circa 1/5 di un motore motociclistico. La potenza è da vera Formula 1: il motore da 2.8 KW è infatti in grado di erogare fino a 250 Newton per metro.

Ideato per svolgere funzioni tra loro molto diverse, per far fronte a diversi ipotetici scenari potenzialmente pericolosi per l'uomo, Walk-man nello scorso giugno ha rappresentato l'Italia e l'Europa al DARPA Robotics Challenge, la più importante competizione mondiale di robotica umanoide.

sicurezza1È stato presentato lunedì 28 settembre il master di secondo livello in "Management in sicurezza nei luoghi di lavoro e valutazione dei rischi (esperto in sicurezza)", una novità nell'offerta formativa dell'Ateneo che nasce con la collaborazione dell'INAIL, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Regione Toscana, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Azienda Unità Sanitaria Locale n. 5 di Pisa. Programmi e obiettivi del nuovo corso sono stati illustrati dal prorettore alla Didattica, Paolo Mancarella, dal presidente della Scuola di Ingegneria, Massimo Ceraolo, dal direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Marco Raugi, e dal direttore del master, Giuseppe Bellandi.

La nascita del corso è motivata dalla richiesta sempre maggiore di personale qualificato nel settore della sicurezza civile e industriale e dalla necessità di fronteggiare il fenomeno infortunistico sul territorio nazionale. Tra le finalità del master vi è anche quella di costituire un Centro di eccellenza per la formazione superiore nel campo disciplinare della sicurezza nei luoghi di lavoro con lo scopo di promuovere e coordinare studi e ricerche nel campo della sicurezza civile e industriale capaci di incentivare la collaborazione fra i diversi soggetti e favorire sinergie fra competenze diverse che concorrano alla ideazione, concezione e sviluppo di progetti e iniziative scientifiche, favorendo così lo scambio di informazioni ed esperienze atte a promuovere una fattiva collaborazione interdisciplinare nel predetto ambito culturale.

Sicurezza2Il master si propone di formare la figura professionale di "Esperto in Sicurezza" (Safety Manager), da impiegare in variegati contesti produttivi pubblici e privati, dotato di capacità professionale specifica sui temi di sicurezza nei luoghi di lavoro al fine di elaborare, analizzare e implementare soluzioni funzionali alla mitigazione del fenomeno infortunistico, per progettare e gestire un sistema di sicurezza all'interno di aziende, svolgere i compiti di responsabile del servizio di prevenzione e protezione e di coordinatore per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili.Alcune figure di riferimento sul mercato del lavoro sono: il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, gli Addetti al predetto servizio, il Coordinatore per la Progettazione e l'Esecuzione dei Lavori nell'ambito dei cantieri temporanei e mobili, il Responsabile del Sistema di Gestione della Sicurezza, il Consulente in Sistemi di Gestione della Sicurezza. Il master abilita alle mansioni di Coordinatore nei cantieri edili e RSPP/ASPP. Il Master è altresì finalizzato al mantenimento dell'iscrizione negli elenchi di cui art. 7 D.M. 05/08/2011 (Aggiornamento antincendio) e al mantenimento dell'abilitazione per l'attività di CSP e CSE, Allegato XIV del D. Lgs. 81/08 (aggiornamento sic. cantieri).
I destinatari sono giovani laureati di secondo livello: Lauree Magistrali, Specialistiche, Vecchio ordinamento in Ingegneria, Architettura, Scienze delle Professioni Sanitarie.
Il master è di durata annuale e prevede 1500 ore articolate in lezioni frontali, attività di studio e preparazione individuale, stage ed elaborato finale. All'insieme delle attività formative previste, corrisponde l'acquisizione da parte degli iscritti di 60 crediti formativi universitari. Le lezioni inizieranno il 27 novembre 2015 e termineranno a ottobre 2016. Il numero di posti a disposizione è limitato a 20. Sono previsti anche 10 uditori. Il costo di iscrizione è di 4.000,00 euro e sono previste 16 borse di studio offerte da INAIL con copertura parziale o addirittura totale dei costi d'iscrizione. Le iscrizioni sono aperte; è possibile presentare domanda fino al 26 ottobre 2015.

Per le modalità di partecipazione consultare il bando sul sito ateneo: http://www.unipi.it/index.php/master/master/2225
Maggiori informazioni sono sul sito del master: www.mastersicurezzaunipi.it

Il master è diretto dal professor Giuseppe Bellandi e coordinato dal dottor Nicola Marotta. Il Consiglio scientifico è composto, oltre che dal direttore, dai professori Antonio Aiello, Marco Carcassi, Massimo Ceraolo, Fabio Fantozzi, Marco Giannini, Diego Lo Presti, Pierpaolo Privitera, e inoltre dal dottor Giovanni Asaro, direttore regionale INAIL, e dal dottor Ottavio Zirilli, Direttore Tecnico dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di PISA.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it

Venerdì, 25 Settembre 2015 11:34

Walk-man protagonista in Piazza dei Miracoli

Il Robot in piazzaDopo le superstar Will Smith, Katy Perry e Kobe Bryant, è toccato a Walk-man farsi fotografare in Piazza dei Miracoli a Pisa, riproponendo, grazie al sofisticato sistema Softhand che ispira il movimento dei suoi arti superiori, la celebre illusione ottica delle mani che sembrano sorreggere la Torre Pendente. L'esibizione del robot, finanziato dalla Commissione Europea e realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova in collaborazione con il Centro di Ricerca "Piaggio" dell'Università di Pisa, ha rappresentato un'eccezionale anteprima di "Bright 2015. La Notte dei Ricercatori in Toscana", la manifestazione che animerà il pomeriggio e la serata di venerdì 25 settembre a Pisa e in diverse altre città della Toscana.

Da sinistra: Nikolaos Tsagarakis, Lucia Pallottino, Katherine Isaacs, Marilù Chiofalo, Antonio BicchiNella dimostrazione pisana, Walk-man è stato guidato da alcuni ricercatori del Centro "Piaggio" e dell'Istituto Italiano di Tecnologia, oltre che dal professor Antonio Bicchi, docente di Robotica dell'Ateneo pisano e co-coordinatore scientifico del progetto, e da Nikolaos Tsagarakis, co-coordinatore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia. Montato a tempo di record di fronte al Museo delle Sinopie, ha prima salutato le centinaia di turisti e di curiosi che erano presenti in Piazza dei Miracoli e poi provato alcuni "scatti" con la Torre sullo sfondo. "È stato emozionante vedere un prodotto avanzato della moderna tecnologia italiana - ha detto il professor Bicchi - muoversi in una delle Piazze che meglio illustrano la storia, la genialità e la capacità creativa del nostro Paese nel mondo". E ha poi spiegato: "le abilità del robot discendono dalla forma umanoide, necessaria per un robot che in futuro dovrà convivere con gli uomini e adattarsi ai loro ambienti. Le mani, per esempio, sono uno sviluppo della Pisa/IIT SoftHand, basata su un disegno e un principio di funzionamento simile a quello di una mano umana".

Walkman con un trapanoWalk-man è alto un metro e 85 centimetri e pesa 100 chili, ed è stato costruito in soli dieci mesi. È munito di batteria che gli permette di avere un'autonomia di oltre un'ora ed è in grado di camminare, guidare un'auto tipo Ranger, aprire porte, utilizzare strumenti di lavoro come un trapano, chiudere e aprire una valvola industriale. Il robot è infatti dotato di alcune caratteristiche uniche: il movimento elastico dei giunti che gli permettono di avere un movimento fluido e sicuro nell'interazione con l'uomo e con l'ambiente; un ridotto consumo d'energia; leggerezza delle gambe prive di motori lungo la parte bassa; versatilità e destrezza nella manipolazione.

Il busto è in grado di ruotare di 180 gradi, facilitando così la manipolazione degli oggetti in ogni direzione intorno al robot, mentre le braccia possono ruotare all'indietro facilitando le azioni dietro la schiena. Il suo design consente di unire robustezza e flessibilità. È realizzato in Ergal (90%), titanio (8%) ferro e plastica.
Unici a livello tecnologico sono i 33 motori compatti - brevetto Istituto Italiano di Tecnologia - che lo muovono. Si tratta di motori che integrano in un unico modulo "click-on" sensori di coppia, forza e posizione e schede di controllo, in un volume che è circa 1/5 di un motore motociclistico. La potenza è da vera Formula 1: il motore da 2.8 KW è infatti in grado di erogare fino a 250 Newton per metro.

Ideato per svolgere funzioni tra loro molto diverse, per far fronte a diversi ipotetici scenari potenzialmente pericolosi per l'uomo, Walk-man nello scorso giugno ha rappresentato l'Italia e l'Europa al DARPA Robotics Challenge, la più importante competizione mondiale di robotica umanoide.

Ne hanno parlato:
L'Arena
Corriere Fiorentino
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Ansa.it
Repubblica.it

LaStampa.it
IlSecoloXIX.it
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
NazionePisa.it
TirrenoPisa.it
GoNews.it

GenesUna ricerca tutta italiana e interamente finanziata dall'Università di Pisa ha individuato i profili genetici con un valore prognostico favorevole nella cura del tumore alla prostata. Lo studio, durato quattro anni e condotto presso il dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, l'Ospedale di Pontedera e l'IRCCS-CROB Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata, è stato appena pubblicato sulla rivista "Oncotarget".
"Il carcinoma della prostata è ancora una delle principali cause di morbilità e mortalità nei paesi sviluppati, e il numero previsto di casi di questo tipo di cancro nei prossimi 15 anni aumenterà di più del 20%. - hanno spiegato Anna Solini e Guido Bocci dell'Ateneo pisano - La scoperta di biomarcatori in grado di identificare i pazienti con la prognosi migliore risulta quindi molto utile per meglio definire il corretto approccio terapeutico nel trattamento di questa malattia".
I ricercatori hanno applicato un nuovo tipo di analisi dei risultati e cioè la survival dimensionality reduction methodology (SDR) che ha portato all'identificazione di un particolare profilo genetico (costituito dalla combinazione di genotipi del vascular endothelial growth factor receptor-2 e del recettore ionotropico purinergico P2X7) che risulta associato ad una maggiore sopravvivenza globale (126 mesi rispetto a 66). Sottoposti a questo screening non invasivo, i pazienti con prognosi sfavorevole potrebbero così beneficiare fin dall'inizio di trattamenti con farmaci innovativi e, d'altra parte, chi ha buona prognosi potrebbe optare per un trattamento meno aggressivo tra le opzioni terapeutiche disponibili.
Lo studio, finanziato con il "Bando Ricercatori 2011" dell'ex Facoltà di Medicina e Chirurgia, è disponibile anche in versione open access, accogliendo le recenti indicazioni dell'Ateneo in merito. Il gruppo al completo che ha realizzato la ricerca è composto da Anna Solini, Paola Orlandi, Chiara Rossi, Teresa Di Desidero, Anna Fioravanti, Romano Danesi e Guido Bocci del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa; da Vittorio Simeon dell'IRCCS-CROB, Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata; da Lisa Derosa, Andrea Fontana, Luca Galli e Alfredo Falcone dell'Unità Operativa di Oncologia 2 dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana; da Sara Lucchesi, Luigi Coltelli, Laura Ginocchi e Giacomo Allegrini dell'Unità Operativa di Oncologia dell'Ospedale di Pontedera.

Una ricerca tutta italiana e interamente finanziata dall'Università di Pisa ha individuato i profili genetici con un valore prognostico favorevole nella cura del tumore alla prostata. Lo studio, durato quattro anni e condotto presso il dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, l'Ospedale di Pontedera e l'IRCCS-CROB Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata, è stato appena pubblicato sulla rivista "Oncotarget".
"Il carcinoma della prostata è ancora una delle principali cause di morbilità e mortalità nei paesi sviluppati, e il numero previsto di casi di questo tipo di cancro nei prossimi 15 anni aumenterà di più del 20%. - hanno spiegato Anna Solini e Guido Bocci dell'Ateneo pisano - La scoperta di biomarcatori in grado di identificare i pazienti con la prognosi migliore risulta quindi molto utile per meglio definire il corretto approccio terapeutico nel trattamento di questa malattia".
I ricercatori hanno applicato un nuovo tipo di analisi dei risultati e cioè la survival dimensionality reduction methodology (SDR) che ha portato all'identificazione di un particolare profilo genetico (costituito dalla combinazione di genotipi del vascular endothelial growth factor receptor-2 e del recettore ionotropico purinergico P2X7) che risulta associato ad una maggiore sopravvivenza globale (126 mesi rispetto a 66). Sottoposti a questo screening non invasivo, i pazienti con prognosi sfavorevole potrebbero così beneficiare fin dall'inizio di trattamenti con farmaci innovativi e, d'altra parte, chi ha buona prognosi potrebbe optare per un trattamento meno aggressivo tra le opzioni terapeutiche disponibili.
Lo studio, finanziato con il "Bando Ricercatori 2011" dell'ex Facoltà di Medicina e Chirurgia, è disponibile anche in versione open access (https://arpi.unipi.it/), accogliendo le recenti indicazioni dell'Ateneo in merito. Il gruppo al completo che ha realizzato la ricerca è composto da Anna Solini, Paola Orlandi, Chiara Rossi, Teresa Di Desidero, Anna Fioravanti, Romano Danesi e Guido Bocci del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa; da Vittorio Simeon dell'IRCCS-CROB, Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata; da Lisa Derosa, Andrea Fontana, Luca Galli e Alfredo Falcone dell'Unità Operativa di Oncologia 2 dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana; da Sara Lucchesi, Luigi Coltelli, Laura Ginocchi e Giacomo Allegrini dell'Unità Operativa di Oncologia dell'Ospedale di Pontedera.
---
Riferimenti all'articolo scientifico:
http://www.impactjournals.com/oncotarget/index.php?journal=oncotarget&page=article&op=view&path[]=4926
Titolo: Genetic interaction of P2X7 receptor and VEGFR-2 polymorphisms identifies a favorable prognostic profile in prostate cancer patients
Autori: Anna Solini1, Vittorio Simeon2, Lisa Derosa3, Paola Orlandi1, Chiara Rossi1, Andrea Fontana3, Luca Galli3, Teresa Di Desidero1, Anna Fioravanti1, Sara Lucchesi4, Luigi Coltelli4, Laura Ginocchi4, Giacomo Allegrini4, Romano Danesi1, Alfredo Falcone3, Guido Bocci1
Affiliazioni: 1Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Pisa, Pisa, Italy, 2 Laboratory of Pre-clinical and Translational Research, IRCCS - CROB Referral Cancer Center of Basilicata, Rionero in Vulture, Potenza, Italy, 3Oncology Unit 2, University Hospital of Pisa, Pisa, Italy, 4Division of Medical Oncology, Pontedera Hospital, Azienda USL of Pisa, Pontedera, Italy
Rivista: Oncotarget

ricercatori unipi - parigiRiccardo Faoro, giovane dottorando in Fisica in cotetula tra l'Université Paris-Sud-11, Orsay e l'Università di Pisa, è primo autore di un articolo appena pubblicato sulla prestigiosa rivista "Nature Communications". Faoro ha svolto la sua tesi di dottorato come fellow del progetto europeo Cooperativity in Highly Excited Rydberg Ensembles — Control and Entanglement (COHERENCE) a cui partecipano i due gruppi di ricerca di Orsay, coordinato da Pierre Pillet, e Pisa, coordinato da Ennio Arimondo, autori anch'essi dell'articolo. COHERENCE è un 'Marie Curie Initial Training Network' focalizzato sulla creazione e manipolazione di atomi di Rydberg e sulle loro applicazioni.
L'articolo, intitolato "Borromean three-body FRET in frozen Rydberg gases", riporta un risultato importante sul processo fisico conosciuto come 'Förster resonance energy transfer' (FRET). Nel FRET quando due molecole, o più in generale due sistemi quantistici, si avvicinano a distanze nanometriche e una delle due (donore) è in uno stato elettronico eccitato, l'energia di eccitazione può trasferirsi all'altra molecola (accettore) se i loro livelli energetici sono vicini. Le applicazioni del FRET più sensazionali si sono avute in bioscienze, riconosciute nel 2008 con il premio Nobel in Chimica.
I ricercatori hanno mostrato che il processo FRET può avvenire anche se 'donore' e 'accettore' non hanno livelli vicini in energia. L'esperimento ha mostrato che si può supplire a questa mancanza utilizzando un terzo corpo, (atomo, molecola o altro sistema quantistico) che agisce come 'spettatore'. Alla fine del processo il terzo corpo si trova nel suo stato iniziale, ma con la sua presenza ristabilisce l'efficienza di un processo altrimenti poco probabile. Il meccanismo è chiamato Borromeano perché nel FRET a tre corpi le interazioni fra donore, accettore e spettatore sono interconnesse come i tre anelli del simbolo della famiglia di Francesco Sforza a Milano. Spezzando uno dei tre anelli Borromeani anche gli altri due si separano. Così pure senza la presenza e l'interazione dello spettatore il processo di FRET non avviene
Nel caso della ricerca pubblicata non vengono studiate molecole di interesse biologico, ma atomi di cesio preparati in particolari stati eccitati (di Rydberg). Si tratta di simulazione quantistica, un campo di indagine di vasto interesse al livello mondiale, che si basa sulla universalità delle leggi della fisica. Un processo di natura fondamentale come il FRET può infatti essere verificato su un qualunque sistema quantistico. Atomi di cesio in cui l'elettrone esterno è eccitato a livelli di energia elevati subiscono le stesse forti interazioni interatomiche di molecole biologiche. La varietà di stati atomici accessibili e la loro precisa preparazione attraverso tecniche laser permette di simulare condizioni quantistiche estremamente diverse e verificare la correttezza di previsioni teoriche.
I risultati della ricerca avranno ricadute sia nel campo delle applicazioni, sia nella ricerca fondamentale. Come estensione dell'attuale FRET, la tecnica dei tre corpi permette di ampliare le sue applicazioni a condizioni in cui il processo viene condizionato dalla presenza di un opportuno spettatore, quindi aumentando la risoluzione dell'indagine. Per la ricerca fondamentale si tratta di un nuovo strumento basato su eccitazione laser per la preparazione selettiva, e condizionata, di un qualunque oggetto quantistico, atomo, molecola, nanoparticella, etc.
---
Didascalia foto: da destra Riccardo Faoro, Patrick Cheinet, Pierre Pillet e in alto Ennio Arimondo

Mercoledì, 23 Settembre 2015 09:37

Seminario sul progetto ATENE

Venerdì 25 settembre, dalle 8.45 alle 13.00, nell'aula Magna Pacinotti della Scuola di Ingegneria dell'Università di Pisa in largo Lucio Lazzarino, si terrà un seminario sulle attività svolte nell'ambito del progetto ATENE (Advanced Technologies for Energy Efficiency). Nel seminario saranno presentati i principali risultati tecnico-scientifici conseguiti dai partner pisani, il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI) dell'Ateneo pisano e AM Testing srl. Il progetto, di cui è capofila GE Oil & Gas – Nuovo Pignone, è cofinanziato dalla Regione Toscana. ATENE rappresenta un passo verso la creazione, in Toscana, di un network di ricerca stabile e ramificato per lo sviluppo di know-how diffuso in settori tecnologici chiave e ad elevata specializzazione.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa