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Venerdì, 29 Maggio 2015 08:07

Un corso per imparare a scrivere il Diritto

LawIn un atto giuridico o amministrativo capita sempre più spesso di imbattersi in errori e approssimazioni che testimoniano un livello di competenza linguistica molto basso. Grazie a un'iniziativa dei docenti di Diritto dell'Università di Pisa, dal prossimo anno accademico gli studenti di Giurisprudenza avranno l'opportunità di frequentare un insegnamento che avrà come oggetto l'elaborazione dei testi professionali a partire dall'uso consapevole delle strutture linguistiche di base per la comunicazione. "Quella di Pisa è un'iniziativa unica in Italia – spiega Eleonora Sirsi, docente nel corso di laurea in Giurisprudenza dell'Ateneo pisano (nella foto in basso a destra) – Pur nella consapevolezza che la preparazione linguistica degli studenti dovrebbe essere "risolta" nei cicli scolastici, si è deciso di intervenire non limitandosi a iniziative occasionali, come seminari ed esercitazioni, ma istituendo un insegnamento che avrà al centro l'analisi delle tipologie di testo giuridico e la riflessione sulla correttezza, la chiarezza e, quindi, la comprensibilità della lingua".

Eleonora SirsiCome è emerso nel corso della giornata di studi "L'Italiano per il Diritto. Del corretto e chiaro uso della lingua nelle istituzioni e nelle professioni giuridiche", che si è tenuta a Pisa con la partecipazione di giuristi, linguisti, rappresentanti delle professioni legali e funzionari parlamentari (foto in basso a sinistra), da anni i docenti di Diritto lamentano il progressivo decadimento della qualità della scrittura nelle tesi di laurea e, a loro giudizio, si tratta di una situazione preoccupante se si pensa non solo che uno dei criteri di valutazione delle prove scritte nei concorsi pubblici è l'uso corretto della lingua italiana ma anche che tutte le professioni legali si servono della redazione di testi scritti. "Le norme – per considerare il prodotto giuridico più noto – sono fatte di parole tessute fra loro a formare frasi, e così anche le sentenze e i moltissimi documenti amministrativi che accompagnano la nostra vita – continua la professoressa Sirsi – Attraverso la lingua insomma si impongono o si vietano comportamenti, si tutelano diritti e si infliggono sanzioni ed è fondamentale che i giuristi sappiano usarla nel modo corretto".

italiano per il diritto 2Qualche esempio lo fa Francesco Sabatini, uno dei maggiori linguisti italiani, professore emerito dell'Università Roma Tre, già presidente e ora presidente onorario dell'Accademia della Crusca, citando alcuni errori riscontrati recentemente nel testo di una comparsa di un noto avvocato: nella frase "la somma da ella richiesta a titolo di risarcimento [...]", l'uso di "da ella" per "da lei" è un classico errore di chi vuole innalzare il tono dello scritto e ignora che "ella" può essere solo soggetto, come "egli". Oppure "per quanto attiene X e per quanto attiene YY": il verbo "attenere" richiede la preposizione "a" e ometterla è un errore tipico e frequentissimo nell'uso burocratico-legale. Senza parlare degli errori di ortografia latina, come ad esempio legittimatio anziché legitimatio.

L'iniziativa del dipartimento di Giurisprudenza nasce dalla collaborazione con il CAFRE, il Centro interdipartimentale per l'aggiornamento, la formazione e la ricerca educativa, che ha tra i suoi compiti anche quello di elaborare e promuovere la sperimentazione di metodologie e strumenti didattici innovativi. La proposta è stata elaborata nel corso una serie di incontri con Francesco Sabatini di un gruppo di docenti del dipartimento di Giurisprudenza e di rappresentanti della Scuola di specializzazione per le professioni legali e della Scuola di formazione forense (Fondazione Alto Tirreno). L'iniziativa didattica sviluppata per gli studenti dei corsi di laurea del dipartimento di Giurisprudenza infatti troverà poi un completamento e un'opportunità di approfondimento per l'applicazione professionale nei programmi della Scuola di specializzazione per le professioni legali.

Ne hanno parlato: 
QN
Corriere della Sera
TirrenoPisa.it 
Nazione Pisa

 

Venerdì, 29 Maggio 2015 07:38

I segni di Woodrow Wilson a Pisa

I SEGNI DELLA GUERRA 01Nella mostra di Palazzo Blu I Segni della Guerra. Pisa 1915-1918: una città nel primo conflitto mondiale una sezione è dedicata all'Università di Pisa e fra i documenti esposti c'è la laurea honoris causa in giurisprudenza conferita al presidente americano Woodrow Wilson. Arnaldo Testi, prefessore Storia e Istituzioni delle Americhe dell'Ateneo pisano che ha appena svolto una conferenza a latere dell'esposizione, ci racconta le vicende legate a questo documento, una storia che, insieme ad altre, si trova anche nel suo blog shortcutsamerica.com.

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Nella bella mostra a Palazzo Blu su I segni della guerra. Pisa, 1915-1918: una città nel primo conflitto mondiale, ci sono anche alcuni segni di Woodrow Wilson. Un paio sono piuttosto noti, ne ha parlato Danilo Barsanti in un suo libretto e su questa stessa pagina, qualche anno fa. Si tratta della laurea honoris causa in giurisprudenza conferita dall'Università di Pisa al presidente americano, con un diploma datato 4 gennaio 1919. E della sua lettera autografa di ringraziamento al rettore David Supino, datata 30 gennaio 1919 e inviata da Parigi dove si trovava per la conferenza di pace.

Ai primi di gennaio del 1919 Wilson era in viaggio in Italia, accolto dall'entusiasmo popolare e anche da quello delle élite politiche e culturali. Era salutato come un salvatore per le idee nuove che aveva portato nella Grande guerra, e naturalmente per l'aiuto militare agli Alleati. Ricevette cittadinanze onorarie dalle città che visitò, e lauree onorarie da parecchie università. In un articoletto sull'Avanti! torinese Antonio Gramsci fece del sarcasmo: «tutta l'Italia è wilsoniana, tutta l'Italia dei caffè e dei salotti ... il wilsonismo è diventato l'autocoscienza della nazione».

La motivazione dell'Università di Pisa è questa: «il prof. Woodrow Wilson, dall'alto seggio di presidente degli Stati Uniti d'America ed in nome di quel libero popolo, tanto nobilmente ed efficacemente ha proclamato i principi di scienza e di giustizia, di civiltà e di umanità, professati dalla sua cattedra e nei suoi scritti». Ricorda quindi non solo l'uomo politico ma anche il collega di studi, che in precedenza era stato presidente di Princeton University e, prima ancora, docente di scienze politiche. Anzi, era stato uno dei fondatori della moderna scienza politica negli Stati Uniti.

L'entusiasmo durò poco. Quando a Parigi si cominciò a discutere della questione della Dalmazia e le pretese del governo italiano su quelle terre furono disattese, anche con l'attivo consenso di Wilson, molta opinione pubblica si raffreddò. Stava nascendo il mito della «vittoria mutilata». Le ragioni della politica nazionale e nazionalista presero il sopravvento su quelle dell'idealismo internazionalista, e Wilson divenne un nome pronunciato con astio. Come ricorda Barsanti, anche della moderata e prudente laudatio della laurea ad honorem dell'Università di Pisa non si parlò più.

La pergamena della laurea pisana e la lettera wilsoniana sono visibili in una teca al primo piano della mostra. Non lontano dalla teca c'è un terzo documento, meno evidente ma altrettanto interessante. Si tratta di manifesti colorati intitolati Egregio Signore con cui il rettore della parrocchia di S. Iacopo alle Piagge, il 1° dicembre 1918, si rivolge ai residenti del «nostro Sobborgo, il vecchio e laborioso Sobborgo di S. Michele degli Scalzi». E li invita a contribuire con le finanze e le opere alla preparazione di solenni festeggiamenti per la fine della guerra, per dire «Viva la Pace! Viva l'Italia!».

L'appello centrale è questo: «Tutti debbono concorrere, tutti debbono prender parte a questi festeggiamenti. Con ispirito sinceramente wilsoniano – quale ha dimostrato il grande Presidente degli Stati Uniti d'America – questi festeggiamenti avranno carattere profondamente patriottico e popolare – e abbracceranno manifestazioni civili e funzioni religiose. Nessuno dovrà trovarsi a disagio in essi; ma tutti trovarvi la vibrazione, il palpito dell'animo proprio, del proprio cuore – credenti e non credenti. L'unione sacra, fatta per la liberazione dallo straniero nella guerra, deve mantenersi per l'opera di affratellamento e di elevazione nella pace» (il grassetto è nell'originale).

Lo «spirito wilsoniano» ha braccia molto larghe, dunque, così come doveva averle il suo invocatore e firmatario del manifesto, Padre Domenico Pechenino. Il poco che so di lui (altri ne saprà di più) è significativo. Era arrivato a S. Iacopo alle Piagge da una quindicina d'anni, attivissimo e impegnato. Apparteneva alla congregazione degli Oblati di Maria Vergine, quella fondata di Bruno Lanteri. Nel 1919 ne fu eletto rettore maggiore, poi trasferito a Torino dove fu parroco di Nostra Signora della Pace. Qui nel 1932 organizzò un triduo di propiziazione per il felice esito della conferenza per il disarmo di Ginevra di quell'anno, per «una pace operosa e santa».

Arnaldo Testi
Storia e Istituzioni delle Americhe, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Al Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa in via Bonanno Pisano 2b torna la "Notte dei Vecchi Videogiochi". Il torneo, giunto alla sua terza edizione, si svolgerà sabato 30 maggio dalle 14 nell'ambito delle iniziative di Amico Museo 2015. I partecipanti potranno sfidarsi su un videogioco storico che ha segnato una generazione. Sarà un viaggio tra nostalgia e curiosità in compagnia di hardware d'epoca funzionante, diretta streaming via webradio, chiacchiere con gli esperti, esposizioni temporanee di macchine e visite guidate alle sale del Museo. L'iniziativa è aperta a tutti e gratuita. Per partecipare al torneo occorre iscriversi inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Giovedì, 28 Maggio 2015 08:00

Genes and dyslexia

dyslexiaA recent study by Guido Marco Cicchini (IN-CNR) and Maria Concetta Morrone (University of Pisa) published in the prestigious Journal of Neuroscience sheds light on the genetic marker that is associated with specific visual deficit and may help early diagnosis of dyslexia, before beginning to read.

Dyslexia is a specific and severe reading impairment afflicting otherwise bright children. It is very common, affecting up to 10% of the population, two to three children in every class. It is known that 20% of dyslexics show alterations in a specific gene, DCDC2, but the role of this gene in dyslexia has been unclear. The new study shows that dyslexics with an alteration in the DCDC2 gene are blind to certain types of visual motion, motion that is highly salient to typical controls.

cicchini and  morroneThe authors compared two groups of dyslexics – one with and one without a specific deletion within the DCDC2 gene – to typical readers in a series of visual tests. All the subjects of the group of dyslexics with the gene deletion failed to detect the motion of finely patterned stimuli, although they were able to report the orientation of these stimuli with precision. While they could clearly see the visual stimulus, they could not report its motion, even at maximum contrast. On the other hand, the group of dyslexics without the specific deletion behaved more similarly to controls, showing only a mild motion deficit.

These results suggest that the reading deficit results not from higher intellectual dysfunction, but has a clear perceptual basis. It is still not fully understood why a deficit in motion perception should impact on reading, but the researchers have some very clear ideas. Eye movements are fundamental to reading, and these frequent scanning movements move and displace of the image continuously: failure to process this motion satisfactorily could interfere with the stable perception of the text page in the face of these continual eye movements. The results also point to an anomalous sparseness of motion detectors for fine patterns, consistent with DCDC2's role in modulating neuronal migration during development.

dyslexia lettersDyslexia is generally diagnosed only after children have commenced school and show obvious difficulties in reading. However, the motion perceptual difficulties can be measured at a very early age in the subjects with alteration in DCDC2 gene, before schooling begins, allowing for prompt diagnosis and intervention.
The Italian research group is getting closer to their goal of defining a specific biomarker and specific therapies of dyslexia associated with specific genetic mutations. Their work clearly shows that tackling the problem of dyslexia, with its enormous cost to society, requires a concerted multidisciplinary approach to construct better diagnostic tools, and to begin to refine more effective therapies.

Giovedì, 28 Maggio 2015 07:53

Quando la dislessia è dovuta ai geni

dyslexiaUn marcatore genetico per aiutare la diagnosi precoce della dislessia. Un recente studio condotto da Guido Marco Cicchini dell'Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IN-CNR) di Pisa e Maria Concetta Morrone dell'Università di Pisa (nella foto in basso a sinistra) - in collaborazione con Daniela Perani dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e Cecilia Marino e Sara Mascheretti dell'IRCSS Medea - ha rivelato un'associazione tra un particolare tipo di dislessia causata da un'alterazione di un gene, il DCDC2, e un disturbo specifico della visione.

"Ad oggi la dislessia è diagnosticata solo quando si evidenzia un ritardo dell'apprendimento e vengono escluse altre cause" commenta Cicchini. "Questo rallenta molto, talvolta anche di anni, ogni forma di intervento. Scoprire un marcatore genetico e fisiologico cambia radicalmente tale prospettiva: in futuro, la diagnosi di questo tipo di dislessia potrebbe essere più semplice e molto più precoce".

cicchini e morroneIl DCDC2 fa parte di una ristretta famiglia di geni collegati alla dislessia. È già noto che il 20% dei dislessici ha un'alterazione in DCDC2, tuttavia il ruolo di questo gene finora era rimasto oscuro. Nella ricerca, apparsa in questi giorni su The Journal of Neuroscience, gli autori hanno preso in esame un gruppo di dislessici portatori di un'alterazione di questo gene, dimostrando che sono ciechi al movimento di alcuni stimoli visivi, quelli che di solito sono i più visibili nei soggetti normali.

"Questi soggetti dislessici riportano correttamente la forma o l'orientamento di un oggetto, ma se forzati a indicare la direzione in cui si muovono alcuni stimoli tirano a caso", spiega la professoressa Morrone. "Per fortuna questo deficit è presente solo per alcuni tipi di stimoli e quindi l'impatto nella vita quotidiana può essere limitato, ma in alcuni casi potrebbe non essere così: per esempio la direzione di un pedone o di una bicicletta visti da lontano potrebbe non essere percepita. Siamo di fronte a un sottotipo specifico di dislessia che sarebbe auspicabile riconoscere e trattare in maniera specifica nei primi anni di vita e la genetica può aiutare a selezionarlo in età molto giovane, quando le terapie riabilitative sono più efficaci".

dyslexia lettersNello studio venivano mostrate a soggetti normali e dislessici con l'alterazione del DCDC2 mire visive di varie grandezze che si muovevano in direzioni diverse e di differente contrasto. Mentre i primi percepivano la direzione del movimento fino a contrasti molto bassi, i dislessici avevano forti difficoltà con gli stimoli minori di un grado di angolo visivo e non riuscivano a indicare correttamente la loro direzione di movimento neanche al massimo contrasto (bianco su nero). La ricerca ha anche chiarito che un terzo gruppo sperimentale, composto da dislessici senza l'alterazione genetica del DCDC2, aveva un deficit di gravità molto inferiore e solo per stimoli molto piccoli, vicino ai limiti della visibilità.

I ricercatori pisani e milanesi da oggi sono più vicini all'obiettivo di definire biomarker specifici e terapie più appropriate soprattutto nella dislessia associata a mutazioni genetiche. Grazie al loro lavoro, possiamo comprendere che un approccio multidisciplinare integrato alla dislessia è necessario per avere diagnosi e terapie sempre più specifiche e risolutive.

Ne hanno parlato: 
Le Scienze
Repubblica.it 
AGI
PaginaQ 
Health Desk 
Gazzetta del Sud 
Quotidiano Sanità 

tommaso simonciniIl gruppo Nature ha tenuto a battesimo una nuova rivista, "Nature Reviews Disease Primers", e per il numero inaugurale ha commissionato un importante lavoro sulla menopausa ad un gruppo di ricercatori internazionali tra i quali il professore Tommaso Simoncini (foto) del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa.
"Primers" è una pubblicazioni mirata ad offrire una quadro generale degli sviluppi futuri nel campo della medicina con l'obiettivo di orientare clinici e ricercatori. Scopo del comitato editoriale della rivista è di commissionare a gruppi internazionali di ricercatori leaders la scrittura di articoli su importanti tematiche cliniche che coprano gli aspetti epidemiologici, i meccanismi e fisiopatologia, la diagnosi e le tecniche di screening e prevenzione, fino al management di importanti patologie.
"Questo lavoro sulla menopausa conferma il riconoscimento internazionale per le attività del nostro Ateneo e della Ginecologia pisana – ha detto Tommaso Simoncini – da sempre la Clinica Ostetrica e Ginecologica diretta dal professore Angiolo Gadducci si è distinta in campo internazionale a livello scientifico e clinico. Aree come l'endocrinologia della riproduzione, la chirurgia avanzata ginecologica e l'oncologia ginecologica rappresentano punti di eccellenza per cui Pisa è conosciuta nel mondo".

Martedì 2 giugno, alle 21.15, nella Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, in Piazza Santa Caterina, il Coro dell'Università di Pisa e la Tuscan Chamber Orchestra eseguiranno il Requiem in re minore di Wolfgang Amadeus Mozart, in memoria delle vittime di tutte le guerre. Il tradizionale appuntamento pubblico del Coro dell'Università di Pisa nel giugno pisano è infatti inserito, quest'anno, nella serie di eventi commemorativi per il centenario della prima guerra mondiale.
Il concerto, a ingresso libero, è organizzato con il patrocinio del Comune e della Curia Arcivescovile di Pisa e in collaborazione con il Goethe Institut, il Seminario Diocesano e l'Associazione Italo-Tedesca. "È un evento che riscuote da sempre, insieme al concerto di Natale, un significativo gradimento da parte dei cittadini pisani – dichiara il maestro del Coro, Stefano Barandoni – e rappresenta anche un momento di incontro tra la città e la sua antica università".
Nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria verrà eseguita una delle pagine di Mozart più celebri e suggestive: il grandioso Requiem in Re minore K 626, interrotto dalla morte precoce del compositore, il 5 dicembre del 1791. "Si tratta di un'opera coinvolgente e affascinante – afferma Maria Antonella Galanti, coordinatrice del Centro di Ateneo per la diffusione della cultura e della pratica musicale e membro del coro - anche perché incompiuta e rimaneggiata dagli allievi del compositore sulla base di appunti e deduzioni, avvolta di misteri, al centro di ipotesi romanzesche sull'autore e sulle sue vicende biografiche".
Il Requiem di Mozart è stato scelto non a caso. "Abbiamo pensato - continua Maria Antonella Galanti - che quest'opera fosse particolarmente adatta a commemorare le vittime delle guerre, ma in particolare della prima, quella che ha segnato in maniera indelebile la memoria e l'immaginario collettivo del nostro paese attraverso le immagini terribili di soldati quasi ragazzini nelle trincee e sui campi di battaglia, esposti al freddo e alla fame. La scelta della chiesa di Santa Caterina è particolarmente significativa, perché in quella chiesa si trova la cappella cittadina dei caduti". Insieme al Coro, si esibiranno la Tuscan Chamber Orchestra, il soprano Alida Berti, il contralto Maria Vittoria Paba, il tenore Claudio Sassetti e il basso Antonio Marani, sotto la direzione di Stefano Barandoni.
Il Coro dell'Università è stato istituito nel 1999 ed è formato da circa 140 elementi, in maggior parte studenti, affiancati da docenti e personale amministrativo dell'Università. "Il suo inserimento, insieme all'Orchestra universitaria, nel Centro di Ateneo – sottolinea Maria Antonella Galanti, prorettore ai rapporti con il territorio – è per l'Università un investimento culturale significativo, poiché l'esperienza del condividere una pratica musicale rappresenta una modalità importante di socializzazione che rende possibile agli studenti, compresi quelli in Erasmus, lo strutturarsi di un senso di appartenenza rispetto alla vita accademica non legato alla sola acquisizione finale di un titolo di studio". L'esperienza del Coro rappresenta, però, anche una particolare occasione formativa, come sottolinea Stefano Barandoni: "Si tratta anche di un'esperienza che offre l'opportunità di cimentarsi in opere complesse cogliendone le possibili difficoltà interpretative e il significato storico".

Mercoledì, 27 Maggio 2015 08:57

Gli elementi naturali: sensazioni e immagini

Giovedì 28 maggio alle 16,30, nell'aula magna del Polo Fibonacci in Largo Pontecorvo 3 a Pisa, Guglielmo Pepe della National Geographic Society terrà la conferenza "Gli elementi naturali: sensazioni e immagini". L'appuntamento fa parte del ciclo di incontri "La Natura e i suoi elementi. Storie di ricerche e ricercatori" organizzato dal Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa che ha come filo conduttore i quattro elementi naturali della tradizione occidentale: aria, fuoco, acqua e terra. Dopo la conferenza sarà servito un aperitivo.
Guglielmo Pepe è giornalista de "la Repubblica" fin dalla nascita del quotidiano. Ha fondato e diretto la prima cronaca locale, quella di Roma, nel 1982. Nel 1995 ha fondato il supplemento "Salute", di cui è stato direttore fino a settembre 2009. Da novembre 2005 a novembre 2010 è stato direttore di "National Geographic Italia", il mensile edito in Italia dal gruppo Espresso.

Il gruppo Nature ha tenuto a battesimo una nuova rivista, "Nature Reviews Disease Primers", e per il numero inaugurale ha commissionato un importante lavoro sulla menopausa ad un gruppo di ricercatori internazionali tra i quali il professore Tommaso Simoncini Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa.
"Primers" è una pubblicazioni mirata ad offrire una quadro generale degli sviluppi futuri nel campo della medicina con l'obiettivo di orientare clinici e ricercatori. Scopo del comitato editoriale della rivista è di commissionare a gruppi internazionali di ricercatori leaders la scrittura di articoli su importanti tematiche cliniche che coprano gli aspetti epidemiologici, i meccanismi e fisiopatologia, la diagnosi e le tecniche di screening e prevenzione, fino al management di importanti patologie.
"Questo lavoro sulla menopausa conferma il riconoscimento internazionale per le attività del nostro Ateneo e della Ginecologia pisana – ha detto Tommaso Simoncini – da sempre la Clinica Ostetrica e Ginecologica diretta dal professore Angiolo Gadducci si è distinta in campo internazionale a livello scientifico e clinico. Aree come l'endocrinologia della riproduzione, la chirurgia avanzata ginecologica e l'oncologia ginecologica rappresentano punti di eccellenza per cui Pisa è conosciuta nel mondo".
L'articolo sulla menopausa è liberamente accessibile sul sito della rivista: http://www.nature.com/nrdp/ o attraverso il link diretto: http://www.nature.com/articles/nrdp20154

Mercoledì, 27 Maggio 2015 08:55

L'uso della lingua italiana nel Diritto

Giovedì 28 maggio, a partire dalle 10.30, nel Palazzo del Consiglio dei Dodici, in Piazza dei Cavalieri, giuristi, linguisti, rappresentanti delle professioni legali e funzionari parlamentari si incontreranno per fare il punto sulla questione dell'uso della lingua italiana nei documenti, negli atti amministrativi e giudiziari, nelle normative e nelle analisi della dottrina giuridica. La giornata di studi sarà aperta dai saluti del rettore Massimo Augello, di Emanuela Navarretta, vice direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Dianora Poletti, docente del Consiglio direttivo della Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università di Pisa, Carlo Borghi, presidente della Fondazione Scuola forense Alto Tirreno, ed Eleonora Sirsi, docente Università di Pisa.
Con la giornata di studi "L'Italiano per il Diritto. Del corretto e chiaro uso della lingua nelle istituzioni e nelle professioni giuridiche" s'intende far conoscere un'iniziativa del dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa, che dall'anno prossimo istituirà un insegnamento che avrà come oggetto l'elaborazione dei testi professionali a partire dall'uso consapevole delle strutture linguistiche di base per la comunicazione. L'analisi delle tipologie di testo giuridico e la riflessione sulla correttezza, chiarezza e, quindi, comprensibilità della lingua saranno al centro del programma d'insegnamento specifico per gli studenti di giurisprudenza, i giuristi di domani.
La sessione della mattina, presieduta dal professore emerito Eugenio Ripepe, prevede gli interventi di Francesco Sabatini, dell'Università Roma Tre, "Le deboli basi dell'istruzione scolastica", di Paolo Cappellini, dell'Università di Firenze, "Jude the Obscure. Dimensioni della lingua giuridica" e del costituzionalista Michele Ainis, "Diritto e lingua". Nel pomeriggio interverranno Federigo Bambi, dell'Università di Firenze, "Apologia della lingua del diritto" e
 Alfredo Fioritto, dell'Università di Pisa, "Trasparenza e chiarezza nel linguaggio delle amministrazioni". Alle 16 seguirà una tavola rotonda su "Saperi giuridici e saperi linguistici" coordinata dalla professoressa Francesca Giardina.

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