Come cambia la genitorialità: un seminario al Polo Piagge
Lunedì 27 aprile, alle 12.00, presso il Polo Didattico delle Piagge, si terrà il seminario "Come cambia la genitorialità": un'analisi comparata", un incontro organizzato nell'ambito di Trigger, il progetto di ricerca europeo a cui partecipa l'Università di Pisa, insieme a quelle di Londra, Parigi, Madrid e Praga, che ha lo scopo di approfondire gli studi di genere con riferimento alle carriere femminili e ai processi culturali. Il seminario intende affrontare, alla luce degli attuali cambiamenti nelle famiglie e nelle dinamiche affettive, il tema delle relazioni tra i generi e le generazioni in un'ottica multidisciplinare. Durante la mattinata sono previsti gli interventi di Rita Biancheri, docente di Sociologia della famiglia e coordinatrice del progetto Trigger, e di Stefano Ciambotti, presidente della sezione toscana dell'Associazione Nazionale Avvocati Familiaristi.
All'interno del variegato, e sempre più complesso, mondo della sfera privata si sono modificati i rapporti tra genitori e figli, i modelli educativi sono diventati sempre più negoziali e richiedono un maggiore impegno, che deve scaturire dalla condivisione dei ruoli paterni e materni e delle funzioni di un aggregato domestico allargato. Diritti e doveri, compiti e obbligazioni di cura diventano troppo spesso oggetto di conflitto all'interno della coppia. Politiche sociali scarsamente generose nei confronti delle famiglie, norme non conseguenti alle attuali forme di convivenze, assenze di interventi a favore di una legittimazione sociale per una nuova genitorialità, determinano un impasse rischioso per la crescita, anche economica, del nostro paese.
Bassi tassi di occupazione femminile, indici di natalità ampiamente al di sotto del ricambio fisiologico per contrastare l'ampio fenomeno dell'invecchiamento della popolazione sono fattori che evidenziano un processo vischioso dalle cui paludi è necessario uscire con il contributo di tutti. Riflettere sulla genitorialità biologica e/o sociale, sulle competenze di entrambi i generi e su come conciliare i diversi tempi di vita, superando le asimmetrie e le diseguaglianze, sia a livello istituzionale che attraverso l'apporto dei diversi attori del sistema di welfare, dal Terzo settore alle aziende, non è solo un importante supporto alla conoscenza del problema ma anche un valore aggiunto per rompere una prassi consolidata di de-responsabilizzazione collettiva nei confronti della riproduzione come valore sociale.
Le Università europee si fermano per ricordare i morti di Garissa
Lunedì 27 aprile, alle ore 12.00, le 800 Università di tutta Europa, da Mosca a Lisbona, osserveranno un minuto di silenzio.
Anche l'Università di Pisa, insieme alla CRUI e a tutti gli Atenei italiani, aderisce all'iniziativa dell'EUA (European University Association) proposta per ricordare i 147 studenti uccisi e i 79 feriti durante l'attacco terroristico del 2 aprile scorso alla sede di Garissa della University College in Kenya. E invitano tutte le componenti dell'Università, a partire da quella studentesca, ad unirsi a questo momento unico e di alto valore simbolico.
L'EUA e la CRUI ribadiscono la loro convinzione che qualsiasi atto di violenza o di attacco all'istruzione è in contrasto con i valori di tolleranza, libertà di pensiero e di espressione. Non solo, esso mina l'ambizione e il diritto di ogni giovane a ottenere un'istruzione adeguata e a dare un contributo alla propria Nazione, alla società e al mondo.
Gli attacchi contro le università e contro ogni opera dell'ingegno sono un affronto ai valori fondamentali della persona e mettono in pericolo la civile convivenza del monto intero.
La ricerca della conoscenza non ha confini e le università trascendono le frontiere geografiche e politiche. In linea con questi princìpi l'EUA e la CRUI invitano le università di tutta Europa, e non solo, a unirsi nella ferma condanna di ogni forma di violenza e di intolleranza.
Il sito dell'EUA www.eua.be.
Sandra Vitolo
Nata a Pisa nel 1963, la professoressa Sandra Vitolo si è laureata con lode in Ingegneria chimica presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa nel 1989. Dopo un'esperienza in ambito industriale internazionale, a partire dal 1992 ha percorso presso l'Università di Pisa tutta la sua carriera accademica prima come ricercatore, poi come professore associato e, dal 2004, come ordinario di Impianti e processi chimici. Dall'esperienza maturata in ambito industriale sono nati il suo interesse verso i temi legati alla sostenibilità ambientale dei processi chimici e l'impegno in molteplici attività di trasferimento tecnologico.
L'attività di ricerca della professoressa Vitolo, autore di circa 130 lavori, si colloca nell'ambito dei processi chimici industriali con particolare riferimento al trattamento di effluenti gassosi e recupero e valorizzazione degli scarti industriali, allo sviluppo di processi innovativi in ambito conciario, alla produzione di energia e chemicals da biomasse oltre che allo sviluppo di sorbenti industriali per la cattura della CO . Gli studi, condotti attraverso attività sperimentali fino alla scala semi-industriale accompagnate da valutazioni relative alla sostenibilità ambientale complessiva, hanno permesso lo sviluppo di processi e tecnologie più avanzati e sostenibili applicati su scala industriale, oggetto anche di applicazioni brevettuali.
Nella produzione scientifica della professoressa Vitolo sono da segnalare i lavori relativi allo studio dell'intera filiera di produzione di biodiesel da semi oleaginosi di colture residuali, a partire dalla coltivazione, processamento fino alla caratterizzazione motoristica e delle emissioni oltre che studi sull'applicazione della catalisi eterogenea al miglioramento delle proprietà degli oli da pirolisi di biomasse. Tali studi, per l'originalità, l'approccio metodologico e il carattere fortemente interdisciplinare, rappresentano ancora oggi un punto di riferimento della comunità scientifica internazionale.
Di significativo rilievo sono poi le attività di ricerca e sviluppo finalizzate al trasferimento tecnologico condotte, fin dall'avvio della carriera accademica, in stretta collaborazione con realtà industriali del territorio tra le quali, in particolare, le aziende del distretto conciario toscano. Nell'ambito di queste attività la professoressa Vitolo ha sviluppato modelli innovativi di proficua integrazione tra ricerca e industria con specifico riferimento alle realtà di piccole e medie dimensioni che hanno permesso, in oltre venti anni, di introdurre nel tessuto produttivo conoscenze, metodologie, processi e tecnologie che hanno portato a una crescita in termini di vantaggio competitivo e un miglioramento della sostenibilità ambientale.
L'esperienza in ambito di trasferimento tecnologico ha compreso anche l'impegno a rappresentare l'Università di Pisa come presidente del Polo Tecnologico Magona di Cecina nel quinquennio 2007-2012.
Alla intensa attività didattica, di ricerca e di trasferimento tecnologico la professoressa Vitolo ha affiancato importanti impegni istituzionali: è stata direttore del dipartimento di Ingegneria chimica, Chimica industriale e Scienza dei materiali dell'Università di Pisa e, nello stesso periodo, vicedirettore del Collegio dei direttori dell'Ateneo. È attualmente delegata dal direttore del dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI) nella gestione delle infrastrutture del suo ex dipartimento, nonché delegata alla presidenza della Commissione didattica paritetica del DICI.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino alla professoressa Sandra Vitolo.
Gino Fornaciari
Nato a Viareggio nel 1945, il professor Gino Fornaciari si è laureato nel 1971 in Medicina e Chirurgia all'Università di Pisa. Nel 1969 è entrato come studente interno all'Istituto di Anatomia patologica dell'Ateneo pisano, dove ha iniziato e completato la propria carriera accademica: assistente incaricato, assistente ordinario, professore associato di Anatomia patologica e professore ordinario di Storia della Medicina. Attualmente è direttore del Museo di Anatomia patologica del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia e coordinatore del Polo Museale storico del Sistema Museale d'Ateneo.
Il professor Fornaciari è stato fra i fondatori della moderna Paleopatologia, insieme ai paleopatologi americani Arthur C. Aufderheide, Marvin Allison ed Enrique Gerstzen e allo storico della medicina Mirko D. Grmek, dell'École des Hautes Études di Parigi. Oltre alla Paleopatologia in generale, si è dedicato allo studio delle mummie e alla ricerca di antichi agenti batterici e virali. Di grande importanza scientifica fu nel 1986 la scoperta del virus del vaiolo umano in un corpo mummificato del XVI secolo e nel 1989 di treponemi sifilitici della stessa epoca; nel 1992, individuò in una mummia Inca del XIV secolo, il protozoo parassita Trypanosoma cruzi, agente eziologico della malattia di Chagas. Nel 2003 ha amplificato e sequenziato, per la prima volta in una mummia, il virus del papilloma umano (HPV). Nel 1996 dimostrò la mutazione dell'oncogene K-ras nel tumore che uccise il re di Napoli Ferrante I di Aragona nel 1494, scoperta che costituisce tuttora un vero e proprio unicum in Paleopatologia.
L'11 novembre 2006 ha tenuto, presso il Cosmos Club di Washington DC, la prestigiosa "Stowell Lecture", sotto l'egida dell'Armed Forces Institute of Pathology" (AFIP), e nel 2013 le riviste "Smithsonian Magazine di Washington e "Science" hanno dedicato lunghi editoriali e la copertina all'attività di ricerca e alle scoperte della Divisione di Paleopatologia di Pisa.
Il professor Fornaciari ha istituito a Pisa nel 1994 il primo corso italiano di perfezionamento in Paleopatologia e nel 2004 ha fondato e diretto la divisione di Paleopatologia dell'Ateneo pisano. A partire dal 2009, insieme alle Università di Bologna e di Milano, ha organizzato il primo master in Italia in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia forense. Dal 2011 è co-direttore, insieme all'antropologo Clark Spencer Larsen della Ohio State University, della Field School Pozzeveri in Medieval Archaeology and Bioarchaeology e dal 2014 è direttore della Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology, entrambe scuole internazionali per studenti e dottorandi italiani e stranieri.
Il professor Fornaciari ha diretto negli anni '80 l'esplorazione e lo studio delle mummie delle tombe aragonesi nella basilica di San Domenico Maggiore in Napoli (secoli XV e XVI); è stato, negli anni 2004-2008, direttore scientifico del "Progetto Medici", che ha visto l'esplorazione delle tombe nelle Cappelle Medicee della basilica di San Lorenzo a Firenze e lo studio paleopatologico completo della celebre famiglia fiorentina; ha studiato dal punto di vista paleopatologico importanti personaggi storici, tra cui il papa Gregorio VII, S. Antonio da Padova, S. Zita, Cangrande della Scala e Luigi Boccherini.
Ha condotto numerose missioni scientifiche in Italia e all'estero, tra cui in Egitto e Messico, ed è autore di oltre 500 lavori, prevalentemente su riviste internazionali.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Gino Fornaciari.
Marco Enrico Luigi Guidi
Nato a Lucca nel 1958, Marco Enrico Luigi Guidi si è laureato in Lettere presso l'Università di Pisa nel 1982. È stato successivamente borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino e ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università di Torino nel 1997. Nello stesso anno è divenuto ricercatore di Storia del pensiero economico presso l'Università "Gabriele d'Annunzio" a Teramo. Dal 1998 è stato professore associato presso l'Università di Brescia e dal 2002 è professore ordinario presso l'Università di Pisa. Nella sua attività accademica è stato per otto anni coordinatore dell'Area Didattica Europea nella facoltà di Economia e commercio e presidente del corso di laurea specialistica interfacoltà in Sistemi e progetti di comunicazione. Dal 2010 al 2012 è stato delegato del rettore per la Promozione dei progetti speciali di internazionalizzazione e dal 2012 è prorettore alla Comunicazione e alla Promozione dell'internazionalizzazione. Ha inoltre svolto incarichi di insegnamento come visiting professor presso vari atenei francesi, tra cui l'Université Paris Panthéon Sorbonne e l'Université Lumière Lyon 2.
I suoi interessi di ricerca ruotano in primo luogo attorno ai rapporti tra economia politica, etica e politica nella tradizione utilitaristica classica. Nell'ambito di questo filone d'indagine, si è interessato al pensiero economico di Jeremy Bentham, nonché agli aspetti di economia del diritto presenti nelle sue opere giuridiche e politiche. Ha inoltre approfondito questioni trasversali come l'analisi del rapporto tra principio di utilità e principio di imparzialità da Bentham a Pigou.
Un altro filone d'indagine in cui il professor Guidi si è distinto è lo studio del pensiero economico italiano, approfondito attraverso i fenomeni di istituzionalizzazione, professionalizzazione e divulgazione dell'economia politica. In questo ambito ha prodotto una serie di lavori sull'origine e l'evoluzione delle cattedre di economia politica, sui manuali, trattati e dizionari economici, sulle riviste e associazioni aventi per obiettivo la disseminazione della scienza economica, nonché sul ruolo che gli economisti italiani hanno svolto nelle istituzioni politiche e nella stampa quotidiana.
Questi lavori si contraddistinguono per numerose e feconde indicazioni metodologiche, che hanno contribuito a creare un filone di ricerca originale sugli stili nazionali dell'economia politica e sulla storia istituzionale della scienza economica. Il professor Guidi ha da ultimo coordinato un progetto europeo sulla circolazione delle idee economiche attraverso le traduzioni, che ha lanciato un ponte innovativo tra la storia del pensiero economico e la linguistica. All'insieme di queste ricerche ha affiancato un interesse per la comparazione tra diversi casi nazionali, sviluppato in collaborazione con una consolidata rete internazionale di studiosi.
Nell'insieme, la sua produzione scientifica include due monografie, oltre centoventi articoli pubblicati in riviste nazionali e internazionali e in volumi collettanei, nonché la curatela di quattordici volumi che raccolgono ricerche collettive frutto di progetti nazionali ed europei.
È stato presidente dell'International Society for Utilitarian Studies dal 2008 al 2011, è condirettore della rivista "Il pensiero economico italiano" e membro del comitato editoriale dell'"European Journal for the History of Economic Thought".
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Marco Enrico Luigi Guidi.
Giancarlo Galli
Nato a Pescia nel 1950, il professor Giancarlo Galli si è laureato in Chimica industriale all'Università di Pisa nel 1976. A partire dal 1978, ha percorso presso l'Università di Pisa tutta la sua carriera universitaria, diventando nel 2002 professore ordinario di Chimica industriale presso il dipartimento di Chimica e Chimica industriale. La sua attività di ricerca si inquadra nell'ambito della chimica macromolecolare, con particolare riguardo alla sintesi di polimeri, alla caratterizzazione chimico-fisica e studio delle proprietà dei materiali, alle applicazioni in tecnologie innovative. All'inizio della sua attività, il professor Galli ha rivolto l'attenzione alla progettazione e sintesi di polimeri biocompatibili e bioattivi per applicazioni nei settori medico e farmaceutico, estendendo in seguito il suo interesse ai polimeri liquido-cristallini nei settori dell'optoelettronica e della fotonica.
Attualmente, i suoi studi sono prevalentemente focalizzati sui materiali nano-compositi per la realizzazione di sistemi a elevata efficienza nel settore del risparmio energetico, sui film nano- strutturati per il rivestimento di superfici in vari settori applicativi (ambiente, elettroottica ecc.), e sui polimeri auto-assemblati gerarchicamente per applicazioni in biologia e teranostica.
Il professor Galli, nel corso degli anni, ha ricoperto incarichi di ricerca e insegnamento presso prestigiosi centri di ricerca esteri, tra cui i più significativi sono stati la Liverpool University, in Inghilterra, dal 1978 al 1980; il Centro di Biofisica Molecolare a Orleans, in Francia, nel 1983; la Cornell University a Ithaca, New York, nel 1990-1991; la Chalmers University of Technology a Göteborg, in Svezia, nel 1992; l'Istituto di Tecnologia di Tokyo, in Giappone, nel 1997. I risultati più significativi sono stati oggetto di oltre 300 pubblicazioni, tra riviste internazionali, brevetti industriali e volumi monografici, e presentati su invito in oltre 180 conferenze in Italia e all'estero.
Il professor Galli ha partecipato ed è stato coordinatore scientifico di numerosi progetti di ricerca regionali, nazionali e internazionali e responsabile di contratti con industrie nazionali e multinazionali. Inoltre, è membro del comitato editoriale di autorevoli riviste
scientifiche, come "European Polymer Journal", "Macromolecular Rapid Communications" e "Macromolecular Chemistry and Physics". Ha ricoperto varie cariche in organismi internazionali, tra cui quelle di segretario dell'International Liquid Crystal Society (ILCS) per il quadriennio 1994-1998, responsabile scientifico dell'Europolymer Conference (EUPOC) dal 2005, rappresentante italiano nel Comitato direttivo dell'International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC), Polymer Division, per il quadriennio 2007-2011. Infine, è stato presidente dell'European Polymer Federation (EPF) per il biennio 2012-2013, organizzando a Pisa nel 2013 l'European Polymer Congress, evento mondiale al quale hanno partecipato circa 1300 delegati provenienti da oltre 70 nazioni.
Il professor Galli ha fatto parte del Consiglio di amministrazione nel triennio 2000-2002 ed è stato presidente del corso di laurea aggregato in Chimica per l'industria e l'ambiente e in Chimica industriale dal 2007 al 2014. Ha inoltre fatto parte di numerose commissioni di Ateneo, di facoltà e di dipartimento. Ha tenuto corsi di insegnamento nei corsi di studio e di dottorato dell'Ateneo e presso la Scuola Normale Superiore.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Giancarlo Galli.
Giuseppe Petralia
Nato a Cosenza nel 1954, il professor Giuseppe Petralia si è laureato in Filosofia a Pisa nel 1978, con una tesi in Storia medievale. Dopo la laurea, è stato borsista dell'Istituto italiano per gli studi storici, del Consiglio nazionale delle ricerche, della British Academy e della Scuola Normale Superiore di Pisa, trascorrendo periodi di studio e di ricerca a Barcellona, presso il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas, e a Cambridge, come visiting fellow del College for advanced study di Clare Hall e della Faculty of History. Dal 1981 è stato ricercatore della Scuola Normale, dal 1992 incaricato nel corso di laurea in Storia della facoltà di Lettere pisana e dal 1998 professore associato nell'Università della Calabria. Nel 2001 ha preso servizio come ordinario di Storia medievale nell'Università di Pisa. Ha svolto attività seminariale e didattica presso l'École Normale Supérieure (Paris-rue d'Ulm) e nelle università di Valencia, Bonn, Paris IV-Sorbonne e Heidelberg.
Il suo contributo allo sviluppo della disciplina si caratterizza per l'ampiezza tematica e cronologica e per una costante attenzione agli aspetti di metodo e di storia della storiografia. Il professor Petralia ha saputo unire ricerche di prima mano sul Basso Medioevo a studi sull'Alto Medioevo, affiancando l'interesse per l'Italia della tradizione tardo comunale all'attenzione al Mediterraneo e all'Italia meridionale. Dopo ricerche iniziali di storia della mercatura e della banca nel Mediterraneo aragonese, ha pubblicato studi fondamentali per la comprensione delle strutture politiche, fiscali e istituzionali dello stato regionale fiorentino nel Quattrocento, per la conoscenza della fisionomia dei ceti urbani nella Sicilia due e trecentesca, della signoria rurale, della servitù rustica e della condizione dei musulmani nella Sicilia normanna. Di rilievo sono gli apporti interpretativi a problemi fondamentali della storia economica medievale: sulla questione della transizione dal sistema di scambi tardoantico a quello altomedioevale, sui meccanismi e la logica della crescita e dello sviluppo di pieno Medioevo, sulle dinamiche dell'espansione della cristianità latina nel Mediterraneo dopo il Mille.
È stato responsabile scientifico di unità di ricerca nella Scuola Normale Superiore dal 1990 al 1998 e ha poi regolarmente ottenuto finanziamenti ministeriali come coordinatore di diversi gruppi di ricerca: all'Università della Calabria all'interno del Cofin 2000 e più volte all'Università di Pisa con numerosi progetti PRIN. È stato coordinatore nazionale del programma di ricerca sui "Linguaggi politici del Rinascimento" delle Università di Pisa, Milano, Napoli e Genova nel PRIN 2004.
All'attività scientifica, il professor Petralia ha sempre accompagnato un costante e intenso impegno istituzionale e accademico. All'Università di Pisa è stato, dal 2002 al 2004, vicepresidente del corso di laurea triennale in Storia, primo presidente del corso di laurea specialistica in Storia e civiltà, quindi vicepreside della facoltà di Lettere e Filosofia e direttore del dipartimento di Medievistica. Ha in seguito ricoperto per otto anni, dal 2004 al 2012, la carica di direttore del dipartimento di Storia. Dal 2006 al 2010 è stato anche presidente del Collegio dei direttori di dipartimento e dei centri interdipartimentali e membro del Consiglio di amministrazione.
È membro della Deputazione toscana di Storia patria, dei comitati scientifici del Centro studi sulla civiltà del Tardo Medioevo, del "Bullettino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo" e di "Reti medievali", del Comitato direttivo di "Studi storici", rivista dell'Istituto Gramsci. Nel biennio 2013-2014 ha fatto parte, per l'area 11 e per il settore storico, del primo Gruppo di lavoro "Libri e riviste" nominato e insediato dall'ANVUR. Dal 2009 al 2015, per due mandati consecutivi, è stato presidente della Società italiana degli storici medievisti (SISMED).
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Giuseppe Petralia.
Giacomo Lorenzini
Nato a Siena nel 1951, il professor Giacomo Lorenzini si è laureato con lode in Scienze Agrarie all'Università di Pisa nel 1974. Dal
1981 al 1987 è stato ricercatore dell'Ateneo pisano e nel 1983 ha svolto uno stage come visiting scientist all'Imperial College of Science and Technology di Londra, dove ha iniziato a lavorare sulle interazioni tra piante e inquinanti dell'aria. Dal 1987 al 2000 è stato professore associato a Pisa e quindi, dal 2000 è professore ordinario di Patologia vegetale, sempre all'Università di Pisa.
Dal 2001 al 2003 ha ricoperto l'incarico di vice-preside della facoltà di Agraria, dal 2005 al 2006 ha diretto l'Istituto di Ricerca su Territorio e Ambiente "Leonardo" e nel periodo 2005-2009 è stato direttore del centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi". È accademico ordinario dei Georgofili e dal 2013 vice-presidente dell'associazione Toscana Costitutori Viticoli (TOSCOVIT). Ha ricoperto dal 1993 al 2001 l'incarico di segretario-tesoriere della Società Italiana di Patologia Vegetale.
Il professor Lorenzini ha contribuito attivamente alla vita dell'Ateneo pisano e attualmente afferisce al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. Ha presieduto per dieci anni i corsi di studio di Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio ed è titolare degli insegnamenti di Patologia vegetale, Patologia forestale urbana e Fitoiatria. Ha inoltre partecipato ai gruppi di lavoro dell'Ateneo incaricati di coordinare le iniziative di formazione integrata superiore e quelle di formazione a distanza. Ha progettato e diretto due corsi IFTS della Regione Toscana. Ha preso parte a numerose manifestazioni scientifiche, svolgendo anche le funzioni di chairperson e ha organizzato decine di eventi, anche di respiro internazionale. Frequenti le visite di studio all'estero e le partecipazioni a gruppi di lavoro comunitari, in rappresentanza dell'Italia. È esperto della ricerca industriale, valutatore della qualità della didattica universitaria per conto della Fondazione CRUI e di progetti MIUR.
Dal 2015 è presidente della commissione di area CUN 07 dell'Università di Pisa. Membro del comitato scientifico della Pisa University Press, è attualmente responsabile del progetto di interesse nazionale MIUR TreeCity, finalizzato a esplorare il ruolo degli alberi nel contrastare i fenomeni connessi con il cambio climatico. Ha contribuito in maniera continuativa e originale a temi di frontiera nei quali si è distinto per rigore metodologico, alta competenza e qualificazione. I suoi soggetti di studio sono prevalentemente relativi alle interazioni molecolari, metaboliche e fisiologiche tra piante e inquinanti dell'aria, con particolare riferimento all'ambiente urbano e allo stress ossidativo. Recentemente si è attivato anche nel campo dell'educazione ambientale e in quello della valutazione della fitostabilità con tecniche innovative. È autore di oltre 450 pubblicazioni a stampa e di diversi volumi su vari temi della patologia vegetale, della difesa delle piante e della fitotossicologia. Intensa è anche la sua attività divulgativa e quella relativa alla elaborazione di materiali didattici.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professore Giacomo Lorenzini.
Romano Giglioli
Nato a San Gimignano nel 1951, il professor Romano Giglioli si è laureato con lode in Ingegneria elettrotecnica nel 1976 presso l'Ateneo pisano e nello stesso anno ha ricevuto il premio di Economia e Tecnica dell'Energia "G. Levi Cases".
Il professor Giglioli ha sviluppato la sua carriera universitaria presso l'Università di Pisa prima come ricercatore, poi come professore di Sistemi elettrici per l'energia, diventando ordinario dello stesso settore disciplinare nel 1994.
Nel corso degli anni ha ampliato la propria attività di docenza tenendo corsi nei settori disciplinari dei Sistemi elettrici e dell'economia dell'energia agli allievi dei corsi di laurea di Ingegneria elettrica, di Ingegneria gestionale e di Ingegneria dell'energia e ha fatto parte del collegio dei docenti dei dottorati di ricerca in Energetica elettrica e termica e in Veicoli terrestri e sistemi di trasporto.
Nell'arco di circa quaranta anni di attività nel settore della ricerca, in collaborazione con strutture di ricerca pubbliche e private, sia nazionali che internazionali, ha contribuito, con studi teorici e sperimentali, all'innovazione e allo sviluppo di sistemi e dispositivi per la produzione, trasporto e accumulo dell'energia elettrica e della loro interazione ambientale, nonché dei sistemi di trasporto con propulsione elettrica e ibrida.
La sua attività è testimoniata da oltre cento pubblicazioni su riviste e convegni nazionali e internazionali, dalla titolarità di alcuni brevetti utilizzati nell'ambito dei sistemi elettrici per l'energia, in quelli di conversione energetica e dalla realizzazione di numerosi sistemi e dispositivi prototipali, tra i quali spiccano, in particolare, le prime applicazioni a livello mondiale della schermatura attiva dei campi magnetici degli elettrodotti in altissima tensione. Particolare importanza, sottolineata da citazioni e riconoscimenti dalla comunità scientifica del settore, hanno avuto le sue attività di ricerca sull'uso dei sistemi di accumulo dell'energia per l'ottimazione della gestione dei sistemi elettrici e più di recente nelle "Smart Grids".
Con impegno e dedizione, il professor Giglioli ha contribuito alla gestione dell'Ateneo pisano come direttore del dipartimento di Sistemi elettrici e automazione, come coordinatore degli esperti per la sicurezza e come membro del Consiglio di amministrazione. Ha contribuito alla costituzione del consorzio interuniversitario CRIBE per la ricerca sulle biomasse ad uso energetico e del consorzio nazionale interuniversitario ENSIEL per la ricerca sui sistemi per l'energia. Come membro dello Steering Commitee per l'ideazione e lo sviluppo del laboratorio nazionale per la ricerca sul trasporto ferroviario "Osmannoro" a Firenze, ha contribuito alla costituzione di ITALCERTIFER, società per la ricerca nell'ambito dei sistemi di trasporto e per l'omologazione dei mezzi di trasporto ferroviari, di cui è stato membro del Consiglio di amministrazione.
Per l'esperienza maturata come ricercatore nel settore dei sistemi elettrici, nei sistemi per l'accumulo dell'energia e nella propulsione elettrica e ibrida, ha promosso la ricerca sulle "Smart Grids" e le "Smart Cities" ed è stato delegato italiano nel Mirror Europeo per le "Smart Grids".
In relazione alla esperienza maturata come ricercatore, nel trasferimento tecnologico e nel management, è stato incaricato, dal Ministro della Ricerca, a ricoprire il ruolo di esperto italiano nel comitato di programma Horizon 2020, nell'ambito della configurazione denominata "Secure, Clean and Efficient Energy", e, conseguentemente, nel comitato CIAE del dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio. Inoltre è relatore per il settore energia per le Smart Specialization nazionali e di coordinamento regionale, su incarico della struttura del Ministero dell'Industria e dello Sviluppo Economico INVITALIA.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professore Romano Giglioli.
Mirko Tavoni
Nato a Modena nel 1949, il professor Mirko Tavoni è stato allievo della Scuola Normale Superiore dal 1968 e dopo aver insegnato Filologia italiana all'Università della Calabria, nel 1994 è diventato ordinario di Linguistica italiana all'Università di Pisa.
Nella sua biografia emerge un concreto impegno istituzionale, sempre al servizio della linguistica e della letteratura italiana, per il trattamento digitale di testi quale risorsa per la ricerca e per la didattica, per l'applicazione informatica della linguistica e della ricerca sulla letteratura italiana. Prezioso il ruolo svolto nel cammino cha ha visto Pisa in posizione di palese avanguardia con la creazione del CNUCE, il Centro di Calcolo Elettronico, e dell'Istituto di Linguistica computazionale presso il CNR. Membro del Comitato per la Biblioteca Digitale Italiana presso il Ministero dei Beni Culturali, già direttore del CIBIT, il Centro per la Biblioteca Italiana Telematica, e responsabile, dal 1997, di progetti di ricerca per il più grande archivio di testi della letteratura italiana disponibile in rete, il professor Tavoni ha fondato e governato quale primo presidente il corso di laurea in Informatica umanistica, sia triennale sia magistrale.
Già direttore, è oggi presidente del consorzio ICoN, una rete di 19 università nota per la promozione e diffusione della lingua e della cultura dell'Italia nel mondo attraverso tecnologie telematiche e per un attrattivo corso di laurea per stranieri. Nella cornice del Consorzio ICoN, ha promosso la creazione del master in traduzione specialistica, espressione dal 2007 della sua ricerca sulla scrittura professionale, della sua molteplice attività nelle frontiere più avanzate della tecnologia linguistica, del suo impegno nell'e- learning, della sua sensibilità per il rapporto fra università e mondo professionale.
Con la sua produzione scientifica, il professore Tavoni offre analisi puntuali della coscienza linguistica nel Rinascimento europeo, studia corpora per individuare la prospettiva linguistica contemporanea e osserva soprattutto la teoria e la prassi linguistica di Dante, per lo più sullo sfondo variegato della sua poetica. Ineludibile oggi per la linguistica italiana la sua monografia sul Quattrocento nella collana pubblicata da Bruni, di forza non comune l'indagine su Pietro Bembo nella Letteratura Italiana per Einaudi, netto il respiro europeo dei tre volumi sulla linguistica del Rinascimento.
L'interpretazione di Dante vede il professore Tavoni spesso concentrato sui problemi di biografia, il fonte battesimale o ad esempio la politica e l'esilio, Guido da Montefeltro, la Lastra, o sul valore semantico di parole chiave, Orazio satiro e il titolo stesso di Commedia, fino alle pagine sul canto ultimo del Paradiso. Di grande rilievo la sua riflessione, dal 1995, sul De Vulgari Eloquentia, con al culmine l'edizione con commento nelle opere di Dante per Mondadori del 2011 in cui offre un paradigma nuovo, felice risultato di Pisa e fertile base per il futuro della critica su Dante.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professore Mirko Tavoni.