Pierpaolo Degano
Nato a Udine nel 1950, il professor Pierpaolo Degano si è laureato nel 1973 in Scienze dell'Informazione presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Pisa.
Ricercatore dal 1981, e dal 1989 professore associato presso il dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, dal 1990 è stato professore ordinario di Informatica all'Università di Parma per poi tornare in quella di Pisa nel 1993.
La sua attività di ricerca si è inizialmente rivolta verso la programmazione logica e funzionale, per poi spostarsi verso quello che ha rappresentato il fil rouge della sua intera produzione scientifica: il campo della semantica della concorrenza, che molti dei suoi lavori hanno contribuito ad arricchire, proponendo tecniche innovative e nuovi modelli.
Dalla fine degli anni Novanta, il professor Degano si è dedicato allo studio e alla definizione di una tecnica statica che è stato tra i primi a usare per la verifica di proprietà di sicurezza di sistemi distribuiti. Sono di questo periodo alcuni lavori, divenuti in breve di riferimento per tutta l'area della sicurezza.
Dai primi anni del nuovo millennio si quindi è inserito nella nuova linea di ricerca della bio-informatica, contribuendo in maniera significativa alla modellazione computazionale di sistemi biologici.
Negli ultimi anni ha esteso le proprie indagini alle reti di servizi e alle politiche di sicurezza, per arrivare recentemente allo studio di sistemi adattivi e pervasivi.
Il professor Degano è autore di oltre 200 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali e su atti di congressi internazionali, è stato responsabile di svariati progetti di ricerca nazionali e internazionali, coordinatore scientifico di molte scuole. Fa parte di numerosi comitati guida di congressi internazionali, alcuni dei quali ha contribuito a fondare, ed è membro del comitato di redazione per conto di alcune riviste nazionali e internazionali. È attualmente membro del consiglio scientifico del Microsoft Research - University of Trento Centre for Computational and Systems Biology. È stato co-fondatore dell'IFIP WG sulle basi teoriche della sicurezza, che al momento presiede.
È stato invitato a trascorrere periodi di ricerca presso importanti università e istituti di ricerca europei, quali l'École Polytechnique e l'École Normale Supérieure di Parigi, il CWI di Amsterdam e l'Università di Rennes.
Accanto alla sua attività di ricerca, va ricordato lo slancio nell'affrontare l'insegnamento e, in particolare, la formazione di studenti e dottorandi, sia in Italia che all'estero. Il suo interesse per la didattica è testimoniato anche dal ruolo svolto nell'organizzazione del dottorato di ricerca in Informatica, del cui collegio fa parte dal 1993. Il professor Degano è dal 2001 membro del consiglio scientifico della Scuola di dottorato di eccellenza "Galileo Galilei" e suo vice-presidente dal 2009. È altresì presidente del dottorato in Informatica dal 2006 e presiede il coordinamento dei dottorati italiani in Informatica dal 2007, a nome del quale organizza annualmente la scuola nazionale di dottorato.
Altre importanti attività istituzionali lo hanno visto attivo in prima linea. Dal 1993 al 1996 è stato direttore del dipartimento di Informatica, mentre dal 1999 al 2003, ha presieduto il GRIN, l'Associazione Nazionale dei Professori di Informatica, di cui è stato anche socio fondatore.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Pierpaolo Degano.
Francesco Pegoraro
Nato a Udine nel 1947, il professore Francesco Pegoraro si è laureato in Fisica con lode presso l'Università di Pisa nel 1970 sotto la guida del professor Luigi Radicati, diplomandosi nel contempo presso la Scuola Normale Superiore quale allievo ordinario della Classe di Scienze. Nel 1974 ha poi conseguito il diploma di perfezionamento della Scuola Normale Superiore con una tesi sulla Relatività generale.
Dopo un periodo di due anni trascorso al Massachusetts Institute of Technology di Boston è diventato prima assistente (1977-1983) e poi professore associato di Fisica dei plasmi (1983-1990) presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Dal 1987 al 1989 è stato group leader della Theory Division al Jet Joint European Torus, Culham, Abingdon, uno dei principali esperimenti internazionali di fisica del plasma applicata alla fusione termonucleare.
Nel 1989 ha vinto il concorso per professore ordinario di Fisica teorica ed è stato chiamato dal dipartimento di Fisica teorica dell'Università di Torino presso il quale ha insegnato dal 1990 al 1996.
Successivamente è stato chiamato dall'Università di Pisa presso il dipartimento di Fisica dove ha prestato servizio come professore ordinario di Fisica del plasma dal novembre 1996.
Nel 2006 è stato nominato professore onorario al Moscow Physical Technical Institute, a Dolgoprudny, e nel 2008 è stato nominato socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei. Dal 2000 ricopre la carica di presidente del consiglio di dottorato di Fisica applicata e per quattro anni ha diretto la scuola di dottorato in scienze di base "Galileo Galilei", del cui consiglio è tuttora membro.
Il professor Pegoraro ha trascorso frequenti periodi di ricerca negli USA, in Inghilterra e Olanda, in Russia e in Giappone. Prima presso la Scuola Normale Superiore, poi alle università di Torino e Pisa, ha diretto numerose tesi di laurea, di perfezionamento e dottorato in Fisica del plasma formando ricercatori che si sono in seguito affermati a livello nazionale e internazionale.
Ha creato presso l'Università di Pisa un gruppo di ricerca riconosciuto tra i migliori a livello internazionale nello studio analitico e numerico della dinamica dei plasmi, con collaborazioni che hanno coinvolto molti tra i migliori centri di ricerca negli Usa, in Europa e in Giappone. Ha svolto servizio per numerosi anni come coeditore di "European Physics Letters" (EPL) e di "European Physics Journal D" (EPJD).
Ha fatto parte del Comitato di valutazione degli istituti del CNR e del panel di valutazione AERES del CELIA 2009 e per progetti di ricerca presentati per i laboratori LASERLAB EUROPE, per EUROfusion Enabling Research e FWO in Olanda e per progetti SIR del Miur e bandi ERC. Negli ultimi due anni ha svolto una intensa attività di valutazione come membro della commissione di Fisica teorica della materia per l'Abilitazione Scientifica Nazionale di cui rimane membro ad acta per le chiamate dirette.
Il professor Pegoraro è autore di più di 300 articoli pubblicati su riviste internazionali con referee, con più di 6500 citazioni. Di particolare rilievo sono i suoi contributi alla teoria della riconnessione magnetica nei plasmi astrofisici e di laboratorio e della dinamica nonlineare dei plasmi relativistici.
Negli ultimi due decenni è stato l'elemento più rappresentativo a livello italiano della ricerca teorica in Fisica del plasma svolgendo un ruolo di guida e di supporto alle principali iniziative nazionali in questo campo.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professore Francesco Pegoraro.
The history of the black francolin introducted in Tuscany by Lorenzo the Magnificient
Was the black francolin (Francolinus francolinus) once occurring in the western Mediterranean a native or an introduced species? This was the hotly debated question recently addressed through a DNA-based study by the team headed by Dr. Filippo Barbanera, researcher at the Unit of Zoology-Anthropology of the University of Pisa, and including laboratory technician Dr. Monica Guerrini and PhD student Giovanni Forcina. Considered a valuable gamebird since the Classic Age, the black francolin has long been raising major interest due to not only the delicate taste, but also the curative and even aphrodisiac properties attributed to its meat. The Greek dramatist Aristophanes, the Roman epigrammatist Martial, the lyric poet Horace, the natural philosopher Pliny the Elder: these are just some of the eminent authors who mentioned the black francolin in classic literature and poetry. Later on, in the Middle Age and the Renaissance, a number of strict hunting bans restricted its harvesting to a privileged few, as nicely testified by the 17th-century fresco "The Hunters' Gathering" exposed at the Palatine Gallery in Florence. In keeping with the Islamic medical tradition, the digestibility of black francolin meat warranted its inclusion among the highly recommended foods to pilgrims traveling to Mecca.
Presently distributed from Cyprus and Turkey across the Middle East and central Asia to the Indian subcontinent, the black francolin went extinct in Spain, Greece and Italy mainly because of habitat fragmentation and overhunting during the 19th century. This research, started in 2007 thanks to a well-established collaboration with the Cypriot Game Fund Service (Ministry of Interior, Cyprus), relied on a range-wide, comprehensive sampling of both modern and historical samples (some dating back to the beginning of the 19th century) hosted in ornithological collections worldwide. Among these, the Natural History Museum "La Specola" of Florence allowed sampling the very last black francolins from Italy shot near Gela in Sicily. Remarkably, the use of museum specimens enabled not only to finally shed light on the genetic affinity of the enigmatic populations formerly present in the western Mediterranean, but also to get around the problems of remoteness and socio-political unrest peculiar to most of the current distribution range of this species. The results evidenced the exotic status of the black francolin in the area of interest and allowed tracking the human-mediated dispersal via several trade routes even from distant locales in southern Asia.
This study, recently published (17th March 2015) in the eminent international journal Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, was integrated with a thorough literature search which allowed exploring the role played by the Crusaders and the Catalan-Aragonese in importing such bird from Cyprus to Sicily first, and from the latter to Spain later. Interestingly, molecular data confirmed the introduction of the species from Sicily to Tuscany by Lorenzo the Magnificient who managed to have some francolins as ornamental birds in his model farm of Poggio a Caiano near Florence. Fundamental archaeozoological and anthropological setting was especially provided by coauthors Prof. Melinda Zeder (Smithsonian Institution, USA) and Prof. Aleem Ahmed Khan (Bahauddin Zakariya University, Pakistan). This work testifies the potential of archival research collections in studies addressing topics such as biodiversity assessment, tracking of wildlife translocations and solving archaeozoological problems. Fifteen museums in Europe and the US, and the Natural History Museum of London in particular, have provided their own material. Likewise, it evidences the importance of spatio-temporal DNA studies to better understand the human impact in shaping overall biodiversity across the globe in the context of present-day process of biotic homogenization.
L'Ordine del Cherubino a dieci docenti dell'Ateneo
Si è svolta venerdì 24 aprile, dalle ore 11 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, la cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti. L'incontro è stato aperto dalla proiezione del nuovo video di presentazione dell'Ateneo, cui è seguito il saluto del rettore Massimo Augello, in cui, come da tradizione, è stata sviluppata una sintetica riflessione sullo stato dell'Università di Pisa e del sistema universitario italiano.
Guarda la galleria di foto della cerimonia.
Leggi il saluto introduttivo del rettore.
La cerimonia è proseguita con il saluto ai quattro nuovi Professori Emeriti e il conferimento dell'Ordine del Cherubino a dieci illustri docenti dell'Ateneo.
L'Ordine del Cherubino, unica onorificenza concessa dall'Università di Pisa, è assegnato ai docenti che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell'Ateneo.
Quest'anno i professori insigniti dell'Ordine del Cherubino sono, in ordine di anzianità di chiamata, Francesco Pegoraro, del dipartimento di Fisica; Pierpaolo Degano, del dipartimento di Informatica; Mirko Tavoni, del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Romano Giglioli, del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delleCostruzioni; Giacomo Lorenzini, del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali; Giuseppe Petralia, del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere; Giancarlo Galli, del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale; Marco Enrico Luigi Guidi, del dipartimento di Economia e Management; Gino Fornaciari, del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; Sandra Vitolo, del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.
La nomina a Professore Emerito mira a dare rilievo pubblico a questa figura, caratterizzata innanzitutto per aver svolto in modo esemplare i propri compiti istituzionali, e subito dopo, per la riconosciuta eccellenza del curriculum scientifico, la rilevante responsabilità e il prestigio internazionale dei ruoli ricoperti. I docenti che sono stati nominati Professore Emerito sono Umberto Breccia, Paolo Corsini, Marcello Giorgi e Cesare Letta.
Al Polo Fibonacci la cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti
Si terrà venerdì 24 aprile, alle ore 11 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, la cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti. L'incontro sarà aperto dalla proiezione del nuovo video di presentazione dell'Ateneo, cui seguirà il saluto del rettore Massimo Augello, in cui, come da tradizione, verrà sviluppata una sintetica riflessione sullo stato dell'Università di Pisa e del sistema universitario italiano.
La cerimonia proseguirà con il saluto ai quattro nuovi Professori Emeriti e il conferimento dell'Ordine del Cherubino a dieci illustri docenti dell'Ateneo.
L'Ordine del Cherubino, unica onorificenza concessa dall'Università di Pisa, è assegnato ai docenti che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell'Ateneo. Quest'anno i professori insigniti dell'Ordine del Cherubino sono, in ordine di anzianità di chiamata, Francesco Pegoraro, del dipartimento di Fisica; Pierpaolo Degano, del dipartimento di Informatica; Mirko Tavoni, del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Romano Giglioli, del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni; Giacomo Lorenzini, del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali; Giuseppe Petralia, del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere; Giancarlo Galli, del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale; Marco Enrico Luigi Guidi, del dipartimento di Economia e Management; Gino Fornaciari, del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; Sandra Vitolo, del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.
La nomina a Professore Emerito mira a dare rilievo pubblico a questa figura, caratterizzata innanzitutto per aver svolto in modo esemplare i propri compiti istituzionali, e subito dopo, per la riconosciuta eccellenza del curriculum scientifico, la rilevante responsabilità e il prestigio internazionale dei ruoli ricoperti. I docenti che saranno nominati Professore Emerito sono Umberto Breccia, Paolo Corsini, Marcello Giorgi e Cesare Letta.
La Fisica pisana si racconta al Congresso del dipartimento “Enrico Fermi”
Giovedì 23 aprile si terrà la terza edizione del Congresso del dipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Università di Pisa, una giornata di incontri che ha lo scopo di far conoscere agli studenti le attività del dipartimento nella ricerca, nella didattica e per la diffusione della cultura scientifica, collocandole nel contesto mondiale. Quest'anno il programma prevede una parte dedicata alle attività istituzionali, seguita da presentazioni orali e tramite poster dei numerosi progetti di ricerca in corso. Nell'edizione 2015 le attività di ricerca saranno illustrate a partire da punti di vista differenti, con una sessione in cui i contributi orali vengono forniti da studenti e dottorandi, seguita da una sessione in cui saranno le ricercatrici e i ricercatori ad affrontare temi di ricerca di punta svolti nel dipartimento.
"Nel sistema della ricerca pisano, che vede anche Scuola Normale, Scuola Sant'Anna, INFN, CNR, INGV, EGO, Stella Maris e il tessuto delle imprese di alta tecnologia, il dipartimento è per quanto riguarda la Fisica l'istituzione più grande, e ha l'impegnativo compito di formare tutti i nuovi fisici – commenta il direttore Francesco Fidecaro – Come spesso succede, dal confronto e dalla discussione sorgono nuove idee, per cui il Congresso è anche un'occasione per cercare di capire come sarà possibile incidere sui futuri sviluppi della scienza e della tecnologia".
Nel corso della giornata, che si aprirà alle 8.45 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, verranno mostrati numerosi risultati, tutti molto innovativi, per cui è stata prevista una ampia sessione di poster, dove i ricercatori più giovani avranno modo di presentare il loro lavoro e comunicare la loro passione per la ricerca. Tra gli impegni maggiori si notano lo studio delle proprietà del bosone di Higgs, scoperto con il contributo essenziale delle ricercatrici e ricercatori pisani, le numerose questioni aperte in cosmologia, la materia oscura, la formazione delle stelle, la ricerca di fenomeni rari come segnale di nuova fisica, i fondamenti della meccanica quantistica. Un grande interesse sta suscitando l'aumento della sensibilità dell'interferometro Virgo, e si stanno creando collaborazioni per gli studi astrofisici, tramite telescopi e il satellite "Fermi" per osservare ciò che rimane dopo l'emissione di un'onda gravitazionale.
Le notevoli competenze nel dominio dell'ottica e della Fisica della materia stanno portando a nuovi connubi, quali l'uso di sistemi quantistici per studiare le equazioni della Fisica teorica, oppure innovative tecniche da applicarsi alla risonanza magnetica per estrarre più informazioni da tessuti viventi. L'utilizzo di laser di grande potenza sta aprendo possibilità di accelerare particelle, oppure di produrre nanoparticelle e studiarne l'effetto su sistemi viventi.
A fianco vi è una intensa attività di sviluppo di nuovi rivelatori che serviranno ai futuri esperimenti, oppure che vedranno la loro applicazione alla raccolta di immagini mediche, usate per diagnosi o di aiuto alla terapia. Non mancano le ricerche a carattere applicato, dalla geofisica all'inquinamento acustico e al fotovoltaico, ma anche metodi della teoria applicati a situazioni completamente nuove. Vengono anche presentate le attività di diffusione della cultura scientifica, che il pubblico cittadino ha sempre mostrato di apprezzare.
Un ciclo di seminari sui prodotti naturali per la salute
Quattro incontri per parlare di prodotti naturali per la salute: tra aprile e giugno, il dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa organizza un ciclo di seminari rivolto principalmente a coloro che svolgono, o svolgeranno, una professione sanitaria riguardante la vendita, l'acquisto e la preparazione di prodotti di origine naturale – dall'integratore alla specialità galenica – ma anche a quanti desiderino approfondire le loro conoscenze su tali prodotti.
Durante i seminari, tenuti da docenti universitari e da professionisti del settore, verranno affrontate a 360 gradi le possibili problematiche relative all'uso di un prodotto naturale, dall'efficacia agli eventi avversi, trattando anche l'aspetto legislativo e il controllo di qualità, fino alle insidie degli acquisti on line.
Il ciclo di seminari, intitolato "I prodotti naturali per la salute: aggiornamenti per dispensarli in modo consapevole", si aprirà giovedì 23 aprile alle ore 14.30 nell'aula F8 del Polo Etruria, in via Diotisalvi. Nel primo incontro la professoressa Maria Cristina Breschi dell'Università di Pisa parlerà de "Il regno vegetale come fonte di farmaci", mentre la professoressa Carla Ghelardini dell'Università di Firenze illustrerà "Le insidie del naturale".
Gli altri appuntamenti sono in programma il 7 e il 21 maggio e il 4 giugno, con all'ordine del giorno temi come "Nutraceutica e corretti stili di vita", "Botanicals nei prodotti per la salute: aspetti regolatori", "Contraffazione ed e-commerce dei prodotti naturali per la salute", "Garantire la qualità naturale", "Fitoterapia in gravidanza e pediatria: come le nuove tecnologie ne migliorano l'efficacia".
La Fisica pisana si racconta al Congresso del dipartimento
Giovedì 23 aprile si terrà la terza edizione del Congresso del dipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Università di Pisa, una giornata di incontri che ha lo scopo di far conoscere agli studenti le attività del dipartimento nella ricerca, nella didattica e per la diffusione della cultura scientifica, collocandole nel contesto mondiale. Quest'anno il programma prevede una parte dedicata alle attività istituzionali, seguita da presentazioni orali e tramite poster dei numerosi progetti di ricerca in corso. Nell'edizione 2015 le attività di ricerca saranno illustrate a partire da punti di vista differenti, con una sessione in cui i contributi orali vengono forniti da studenti e dottorandi, seguita da una sessione in cui saranno le ricercatrici e i ricercatori ad affrontare temi di ricerca di punta svolti nel dipartimento.
"Nel sistema della ricerca pisano, che vede anche Scuola Normale, Scuola Sant'Anna, INFN, CNR, INGV, EGO, Stella Maris e il tessuto delle imprese di alta tecnologia, il dipartimento è per quanto riguarda la Fisica l'istituzione più grande, e ha l'impegnativo compito di formare tutti i nuovi fisici – commenta il direttore Francesco Fidecaro – Come spesso succede, dal confronto e dalla discussione sorgono nuove idee, per cui il Congresso è anche un'occasione per cercare di capire come sarà possibile incidere sui futuri sviluppi della scienza e della tecnologia".
Nel corso della giornata, che si aprirà alle 8.45 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, verranno mostrati numerosi risultati, tutti molto innovativi, per cui è stata prevista una ampia sessione di poster, dove i ricercatori più giovani avranno modo di presentare il loro lavoro e comunicare la loro passione per la ricerca. Tra gli impegni maggiori si notano lo studio delle proprietà del bosone di Higgs, scoperto con il contributo essenziale delle ricercatrici e ricercatori pisani, le numerose questioni aperte in cosmologia, la materia oscura, la formazione delle stelle, la ricerca di fenomeni rari come segnale di nuova fisica, i fondamenti della meccanica quantistica. Un grande interesse sta suscitando l'aumento della sensibilità dell'interferometro Virgo, e si stanno creando collaborazioni per gli studi astrofisici, tramite telescopi e il satellite "Fermi" per osservare ciò che rimane dopo l'emissione di un'onda gravitazionale.
Le notevoli competenze nel dominio dell'ottica e della Fisica della materia stanno portando a nuovi connubi, quali l'uso di sistemi quantistici per studiare le equazioni della Fisica teorica, oppure innovative tecniche da applicarsi alla risonanza magnetica per estrarre più informazioni da tessuti viventi. L'utilizzo di laser di grande potenza sta aprendo possibilità di accelerare particelle, oppure di produrre nanoparticelle e studiarne l'effetto su sistemi viventi.
A fianco vi è una intensa attività di sviluppo di nuovi rivelatori che serviranno ai futuri esperimenti, oppure che vedranno la loro applicazione alla raccolta di immagini mediche, usate per diagnosi o di aiuto alla terapia. Non mancano le ricerche a carattere applicato, dalla geofisica all'inquinamento acustico e al fotovoltaico, ma anche metodi della teoria applicati a situazioni completamente nuove. Vengono anche presentate le attività di diffusione della cultura scientifica, che il pubblico cittadino ha sempre mostrato di apprezzare.
Il programma completo della giornata è disponibile sul sito del Congresso.
L’Università di Pisa al China International Education Exhibition Tour
Un accordo quadro con l'Università di Pechino per lo scambio di studenti e contatti con la Chongqing University per collaborazioni future: è rientrata da pochi giorni a Pisa la delegazione dell'Ateneo che ha preso parte al China International Education Exhibition Tour (CIEET), la più grande fiera cinese dedicata all'istruzione superiore ospitata a Pechino, in cui ogni anno si danno appuntamento i rappresentanti delle più importanti università del mondo. Arrivato alla diciannovesima edizione, il CIEET ha ospitato in questi anni più di 1300 istituzioni provenienti da 30 paesi e oggi ha il supporto di ambasciate straniere, enti governativi e media internazionali.
La delegazione dell'Università di Pisa, composta dal prorettore per l'internazionalizzazione Alessandra Guidi e da Paola Cappellini, dell'Ufficio Internazionale, ha partecipato a Pechino a una cerimonia ufficiale in cui è stato firmato un memorandum of agreement con la Beijing Foreign Studies University, rappresentata dal rettore Peng Long. L'Ateneo pechinese è una delle migliori università della Cina e ha un dipartimento per l'insegnamento della lingua italiana con cui saranno attivati scambi di studenti.
Inoltre la delegazione pisana ha avuto diversi incontri con la Chongqing University – in particolare con il loro rettore Zhou Xuhong e con il professor Li Jing – per un accordo di collaborazione che prevede l'erogazione di borse di studio comprensive di vitto e alloggio per gli studenti pisani interessati a trascorrere un periodo di studio nella loro università.
A Chongqinq la delegazione dell'Ateneo ha inoltre incontrato il Console Generale d'Italia Sergio Maffettone e ha preso parte al board meeting annuale dell'Istituto Confucio di Pisa per il "Development Plan" insieme ai rappresentati della Scuola Superiore Sant'Anna, al professor Meng Weidong, vice rettore della Chongqing University, alla professoressa Wu Xueyan, direttrice dell'Istituto Confucio di Pisa e ai professori Li Hua, Zhao Chengping, Ran Maosheng e Li Jing.
Un caso storico di biodiversità
A introdurlo in Toscana dalla Sicilia fu Lorenzo il Magnifico che ne importò alcuni esemplari come uccelli ornamentali per la sua villa di Poggio a Caiano vicino Firenze. Protagonista di questa storia è il francolino nero – nome scientifico Francolinus francolinus (Galliformes) – ormai estinto nel Mediterraneo occidentale e attualmente presente in un'area che si estende da Cipro e la Turchia attraverso il Medio Oriente e l'Asia centrale, fino al subcontinente indiano. A ricostruire la diffusione di questa specie, di cui si erano perse le tracce nei nostri cieli nel I secolo dopo Cristo sino alla sua ricomparsa in epoca medievale e alla nuova estinzione a fine Ottocento, sono stati Giovanni Forcina, Monica Guerrini e Filippo Barbanera dell'Unità di Zoologia-Antropologia del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa. I risultati dell'indagine, realizzata in collaborazione, tra gli altri, con ricercatori dello Smithsonian Institution (Washington, USA), del Museo di Storia Naturale di Londra, e della Bahauddin Zakariya University (Pakistan), sono stati appena pubblicati nella rivista internazionale "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America".
"La nostra ricerca ha accertato per la prima volta lo status esotico del francolino nero nel Mediterraneo occidentale – ha spiegato Filippo Barbanera dell'Ateneo pisano - ed ha consentito di tracciare la sua diffusione ad opera dell'uomo attraverso vie commerciali fin da distanti località dell'Asia meridionale ed orientale".
Lo studio, iniziato nel 2007 grazie ad una consolidata collaborazione con il Game Fund Service del Ministero degli Interni di Cipro, si è basato sull'analisi del DNA mitocondriale di circa 300 campioni di francolino, sia moderni che storici (XIII-XX secolo). Questi ultimi appartengono alle collezioni ornitologiche di 15 musei di storia naturale di Europa e Stati Uniti tra cui il museo di Ginevra (foto a sinistra) o quello de "La Specola" di Firenze, che ha consentito di campionare gli ultimi francolini italiani abbattuti nei pressi di Gela in Sicilia a metà Ottocento.
Le analisi genetiche sono state quindi integrate da una cospicua ricerca di tipo storico, letterario ed artistico che ha consentito di valutare, ad esempio, il ruolo svolto dai crociati e dai catalano-aragonesi nell'importare il francolino nero da Cipro alla Sicilia sino alla penisola iberica. Considerato infatti pregevole selvaggina sin dall'età classica, il francolino nero ha sempre suscitato un notevole interesse in virtù non solo del gusto delicato ma anche delle proprietà curative e perfino afrodisiache attribuite alle sue carni. Il drammaturgo greco Aristofane, l'epigrammista latino Marziale, il poeta Orazio, il filosofo e naturalista Plinio il Vecchio sono alcuni degli autori che lo hanno menzionato nelle loro opere. In seguito, nel Medioevo e nel Rinascimento, è stato preda ambita di caccia, come elegantemente dimostrato dall'affresco seicentesco "Il ritrovo dei cacciatori" esposto alla Galleria Palatina a Firenze. E non ultimo, nell'ambito della tradizione medica islamica, la digeribilità della sua carne ha fatto sì che fosse incluso tra i cibi particolarmente indicati ai pellegrini diretti alla Mecca.
"Questo lavoro testimonia le potenzialità delle collezioni museali per lo studio della fauna selvatica in termini di evoluzione, ricostruzione degli spostamenti (anche quelli mediati dall'uomo) e risoluzione di problemi in ambito archeozoologico – ha concluso Filippo Barbanera – così come l'importanza degli studi genetici al fine di comprendere l'impatto dell'uomo nella ridistribuzione della biodiversità attualmente in corso su scala globale (omogenizzazione biotica)".
Ne hanno parlato:
AdnKronos
Tirreno.it
Focus.it
Panorama.it
Tempo.it
EarthDay.it
LiberoQuotidiano.it
Nazione.it
GoNews.it
StampToscana.it
FirenzeOnLine.it
GreenReport.it
AnimalGlamour.it
ControCampus.it
PisaInformaFlash.it