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Arscientia Sbrana e MatteiLo scorso 14 giugno, a Venezia, un gruppo di ricercatori del Centro "E. Piaggio" dell'Università di Pisa ha ricevuto il primo premio per la categoria "Food and Green" del concorso Arscientia 2012-2013.

Il progetto premiato è MultiDyn, un innovativo supporto per le tecniche alternative ai test sugli animali, che punta a ridurre il numero di cavie animali per i test usando dei modelli di tessuti e organi sviluppati in vitro unendo i vantaggi di tecnologie all'avanguardia come i bioreattori a quelli di sistemi ben conosciuti dai ricercatori come le multiwell.

"MultiDyn consente di implementare e monitorare in tempo reale modelli 3D multi-organo, in condizioni dinamiche - spiegano Tommaso Sbrana, Serena Giusti e Giorgio Mattei del Centro "E. Piaggio" - Il suo design è compatibile con molti dei protocolli sperimentali ad oggi consolidati e facilita quindi il passaggio a modelli in vitro più simili alla realtà in vivo".

Arscientia punta a far convergere i territori di arte, scienza e impresa e apprezzarne le potenzialità d'innovazione attraverso momenti di dialogo e confronto su tendenze e scenari a cavallo tra arte e scienza.

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Nella foto Tommaso Sbrana e Giorgio Mattei

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 

Mercoledì, 19 Giugno 2013 14:17

Primato per la produttività al CESM

CESMIl Cesm-Comitato etico per la sperimentazione clinica dei medicinali dell'Aoup conquista in Italia il primato della tempestività per la valutazione dei protocolli di studio (tempo medio: 8 giorni nel triennio 2009-2011) ed è al secondo posto nella classifica nazionale per numero di pareri unici espressi, ossia di valutazioni di sperimentazioni cliniche interventistiche farmacologiche profit e no-profit, in qualità di comitato etico coordinatore. I risultati sono riportati sulla Gazzetta Ufficiale del 24 aprile scorso, nella tabella allegata al Decreto ministeriale dell'8 febbraio 2013 "Criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici", che integra la precedente normativa in materia, risalente al 2006, con le prescrizioni del "Decreto Balduzzi" contenute nella legge n. 189 dell'8 novembre 2012.

Grazie alla presenza di strutture di eccellenza ospedaliere e universitarie, Pisa è uno dei centri italiani a più alta densità di sperimentazione clinica. Il Cesm è operante da circa 25 anni, con il compito di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti coinvolti nella sperimentazione. Si tratta di un organismo indipendente composto da personale qualificato che deve esaminare gli aspetti etici, scientifici e metodologici degli studi proposti. I suoi componenti sono in possesso di una documentata conoscenza e esperienza nelle sperimentazioni cliniche dei medicinali, dei dispositivi medici e delle altre materie di competenza del comitato etico. Il Cesm è presieduto da Romano Danesi e vice-presidente è Maido Castiglioni. Lo scopo principale è analizzare il valore scientifico ed etico della sperimentazione clinica su nuove procedure diagnostiche e terapeutiche prima che vengano applicate all'uomo, o su farmaci già utilizzati per indicazioni diverse da quelle autorizzate, allo scopo di offrire nuove possibilità di trattamento, specialmente per i pazienti che hanno fallito tutte le terapie e non hanno alcuna speranza di guarigione con gli strumenti attuali. La sperimentazione clinica è dunque necessaria per l'avanzamento della ricerca medica e per il miglioramento dell'aspettativa di vita nelle malattie gravi ma è chiaro che implica dei rischi che il Cesm è chiamato a valutare.

Come funziona il Comitato etico
Per gli studi multicentrici, le aziende farmaceutiche o le istituzioni non-profit, dopo avere individuato il centro coordinatore per l'Italia, inviano alle varie strutture sanitarie sedi di comitati etici la documentazione prevista dalla normativa vigente. Tutti i comitati e centri clinici coinvolti sono tenuti ad esprimere un parere per il centro clinico di propria competenza, ma solo il comitato etico che riveste il ruolo di coordinatore nazionale, per quella specifica sperimentazione, ha la responsabilità di esprimere il parere unico (PU) nazionale e la facoltà di richiedere modifiche al protocollo, se lo ritiene necessario. In questo senso, quanto più prestigiosa è un'azienda sanitaria e quanto più è affidabile il comitato etico, tanto più alta è la garanzia che il protocollo sperimentale, approvato dopo un'attenta valutazione degli esperti, sia eticamente e scientificamente valido.

I dati riportati sulla Gazzetta Ufficiale testimoniano che il Cesm dell'Aoup è al secondo posto per numero di pareri unici espressi nel triennio 2009-2011 (110 in totale), confermandosi tra i primi comitati etici per la sua elevata attività di coordinamento nazionale della sperimentazione clinica dei farmaci. La sua intensa attività è inoltre testimoniata dai risultati relativi al 2012, anno in cui Cesm dell'Aoup ha valutato 300 studi clinici, di cui 163 profit (ovvero promossi e finanziati dalle aziende farmaceutiche proponenti) e i PU espressi sono stati 40 (confermando il ruolo rivestito dal Cesm Aoup in Italia).
(Comunicato Ufficio Stampa AOUP)

Mercoledì, 19 Giugno 2013 09:04

Heart protection from citrus fruits

immagine1Citrus fruits offer natural protection for the heart. This has been demonstrated by a group of researchers at the department of Pharmacy at the University of Pisa, who recently published results of their work in the scientific journal "Biomedical Pharmacology".

These Pisan researchers have shown that naringenin – a flavonoid which citrus fruits such as oranges, lemons and grapefruits are particularly rich in – has (in addition to its anti-oxidant properties) important cardio-protective properties against ischemic damage by a specific interaction with a protein (in particular an ion channel) located at the level of the cardiac mitochondria. Many epidemiological studies had already pointed out that regular consumption of fruit and vegetables (foods rich in flavonoids) reduce the onset of cardiovascular pathologies.

immagine2Most of the experimental studies were nevertheless limited to emphasizing the well-known antioxidant properties of flavonoids, which alone are not sufficient to justify the effects of this important class of herbal compounds. "Even if, so far, studies have only been conducted upon experimental models," clarified Vincenzo Calderone and Lara Testai, the two researchers of the department of Pharmacy and the authors of this project, "this discovery could have a strong nutraceutical and pharmaceutical impact, since in industrial countries cardiovascular pathology remains the principal cause of death, resulting as it does, in high costs for the national health services of these countries.. Therefore the possibility of developing appropriate nutraceutical formulations based on naringenin is very promising. Such formulations, if regularly used as food integrators, can contribute to reducing cardiovascular risk.

 

"The activation of mitochondrial BK potassium channels contributes to the protective effects of naringenin against myocardial ischemia/reperfusion injury", in "Biochemical Pharmacy", 1 June 2013, pp. 1634-1643.

Mercoledì, 19 Giugno 2013 08:48

Dagli agrumi una protezione per il cuore

Ricerca cuoreGli agrumi offrono una protezione naturale per il cuore. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca del dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa, che negli scorsi giorni ha pubblicato i risultati del lavoro svolto sulla rivista scientifica "Biochemical Pharmacology". Gli studiosi pisani hanno evidenziato che la naringenina - un flavonoide di cui sono particolarmente ricchi i frutti del genere Citrus, quali arancia, limone e pompelmo - oltre alla tipica azione antiossidante, ha significative proprietà cardioprotettive nei confronti del danno ischemico, con un meccanismo d'azione specifico che risiede nell'interazione con una proteina (in particolare un canale ionico) localizzata a livello dei mitocondri cardiaci.

Gruppo ricerca su cuoreMolti studi epidemiologici avevano già mostrato che il consumo abituale di frutta e verdura, alimenti ricchi di flavonoidi, riduce l'insorgenza di patologie cardiovascolari. La maggior parte delle ricerche sperimentali si limitavano, tuttavia, a sottolineare le ben note proprietà antiossidanti dei flavonoidi, che da sole non sono sufficienti a giustificare gli effetti di questa importante classe di composti naturali. "Anche se finora gli studi sono stati condotti solo su modelli sperimentali - hanno precisato Vincenzo Calderone e Lara Testai, i due ricercatori del dipartimento di Farmacia che sono autori della ricerca - questa scoperta potrebbe avere un concreto impatto nutraceutico e farmaceutico, visto che tutt'oggi le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei Paesi industrializzati e comportano inoltre una spesa imponente per il sistema sanitario nazionale. Appare dunque molto promettente la possibilità di sviluppare appropriate formulazioni nutraceutiche a base di naringenina, che assunte costantemente come integratori dell'alimentazione possano contribuire alla riduzione del rischio cardiovascolare".

 

Riferimenti dell'articolo: "The activation of mitochondrial BK potassium channels contributes to the protective effects of naringenin against myocardial ischemia/reperfusion injury", in "Biochemical Pharmacology", 1° giugno 2013, pp.1634-1643.

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
Nazione Massa
Ansa.it
TgCom24.Mediaset.it
Messaggero.it
okSalute.it
Panorama.it
SaluteSole24Ore
Tiscali.Scienze.it
InToscana.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
StampToscana.it
PianetaUniversitario.com

Martedì, 18 Giugno 2013 15:11

Elements in deep water

Elements in deep WaterProgramma

20.30
Inaugurazione della mostra di pittura, fotografia e poesia.

Interventi di:
Carlo Milani - Mimesis
Alberto Zoratti - Associazione Fairwatch
Sandra Capuzzi - Assessore alle politiche sociali del comune di Pisa e Presidente sezione Soci Coop Pisa

21.00
Spettacolo danzante della Compagnia Nostoi sulla lettura delle poesie di Eleonora Bellini a cura dell'attore Alberto Ierardi

Aperitivo a cura della Bottega di commercio equo e solidale "Il Chicco di Senape"

Info:

http://elements.mimesis.me

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Venerdì, 14 Giugno 2013 09:54

La psicologia pisana sbarca negli Usa

Pietrini_webImportante riconoscimento per la scuola psicologica pisana, fondata dal compianto professor Mario Guazzelli. Il professor Pietro Pietrini (a sinistra), docente di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica dell'Università di Pisa e direttore dell'Unità operativa di Psicologia clinica universitaria dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, e il dottor Claudio Gentili (in basso a destra), ricercatore in Psicologia clinica e psicoterapeuta, sono stati chiamati - unici italiani - a far parte del Comitato scientifico "REBT International Excellence Research Network" dell'Albert Ellis Institute di New York.

Albert Ellis è stato uno dei padri della terapia cognitivo-comportamentale: la REBT (Rational Emotive Behavioral Therapy) da lui sviluppata negli anni '50 è ancora oggi una delle psicoterapie più utilizzate ed efficaci. Nel 1959, Ellis fondò l'Istituto che porta il suo nome per promuovere il benessere psicologico attraverso la ricerca e l'applicazione di psicoterapie efficaci, di breve durata ma con effetti durevoli.

claudio gentiliLa Scuola psicologica pisana è da anni impegnata nello studio della natura biologica dei fenomeni mentali e degli effetti degli interventi farmacologici e psicoterapeutici nella cura dei disturbi psichiatrici. "Il nuovo legame con l'Albert Ellis Institute - spiega il Prof. Pietrini (foto a destra), che è anche presidente del corso di laurea aggregato di Psicologia clinica e della salute presso l'Università di Pisa - favorirà ulteriormente gli scambi di formazione per i giovani allievi psicologi del nostro corso di laurea".

"L'obiettivo - conclude il dottor Gentili (foto a sinistra) - è che l'interazione sempre più stretta tra ricerca neurobiologica e clinica possa portare a solide basi biologiche dell'efficacia delle terapie psicologiche, ma soprattutto a nuovi spunti per gli interventi psicoterapeutici mirati". (Ufficio Stampa AOUP)

carta potenziale archeologico pisaUn pool di archeologi, geologi e matematici dell'Università di Pisa ha sviluppato il primo algoritmo in grado di predire il potenziale archeologico delle città. Questo strumento fondamentale e innovativo per pianificare lo sviluppo territoriale in modo rispettoso del patrimonio sepolto, è il frutto del progetto "MAPPA – Metodologie Applicate alla Predittività del Potenziale Archeologico" finanziato dalla Regione Toscana e realizzato dall'Università di Pisa con la collaborazione del Comune di Pisa e delle Soprintendenze per i Beni Archeologici della Toscana e per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Pisa e Livorno.

"Abbiamo usato come case study Pisa – ha spiegato la professoressa Maria Letizia Gualandi dell'Ateneo di Pisa – e per calcolare il potenziale archeologico un pool di archeologi, geologi e matematici esperti in analisi numerica ha elaborato un algoritmo in grado di fare valutazioni sulla base di una serie di parametri predeterminati. Gli obiettivi di questa scelta sono stati due: ridurre il più possibile i margini di soggettività nelle valutazioni archeologiche e realizzare uno strumento esportabile in altre realtà urbane, andando oltre il luogo comune che 'in Italia, ovunque si scava si trova di tutto'".

Da questo lavoro è nata la "carta di potenziale archeologico" di Pisa che è stata consegnata alla città durante il convegno internazionale "Opening the Past 2013. Archaeology of the Future" che si svolge dal 13 al 15 giugno al Polo Carmignani. In pratica, i geologi hanno ricostruito la morfologia del territorio su cui si è sviluppata la città, dalla protostoria all'età contemporanea, determinando quali fossero di volta in volta le aree asciutte, quelle palustri e quelle soggette a esondazioni, in modo da permettere agli archeologi di formulare ipotesi circa la distribuzione dell'insediamento umano nei vari periodi.

Oltre alla carta di potenziale archeologico, nella tre giorni di convegno sono stati presentati anche altri risultati di MAPPA. Sul sito del progetto c'è un webGis liberamente consultabile con tutti i dati archeologici e geologici relativi a Pisa (archivi, pubblicazioni, antiche cartografie, fotografie aeree, tracce materiali conservate negli edifici ecc.). A questo si aggiunge il MOD (MAPPA Open Data archaeological archive), il primo e unico archivio italiano di dati archeologici open data, dove si possono trovare i "dati grezzi" degli scavi archeologici, cioè tutte le informazioni originali che emergono durante i lavori di scavo e che costituiscono la base documentaria di ogni successiva interpretazione archeologica e ricostruzione storica.

Ne hanno parlato:
Repubblica Firenze
Tirreno Pisa
Tirreno.it
La Nazione
Intoscana.it
PisaToday.it
GoNews.it
Ognisette.it
PisaInformaFlash.it 

TV:
50canale

studentesse_pisane_pg_awardTre studentesse del corso di laurea magistrale in ingegneria gestionale si sono classificate al secondo posto al P&G Award 2013, il primo business game di Procter&Gamble Italia, una sfida appassionante fra studenti provenienti dalle più prestigiose Università italiane. I loro nomi sono Virginia Bigeschi, Antonia Ferramosca e Rachele Serra Botti. L'evento, che si è svolto nella fase finale a Roma il 5 e 6 giugno, è consitito in tre successive selezioni, a cui hanno partecipato più di 800 ragazzi, con il compito di definire proposte di innovazioni di prodotto e idee commerciali al fine di incrementare la penetrazione nel mercato dei prodotti della azienda promotrice l'iniziativa.

"E' stata un'esperienza gratificante e molto costruttiva - ha dichiarato Antonia Ferramosca al termine della manifestazione - e ha permesso di confrontarci con ragazzi altamente preparati e provenienti da Università quali la Bocconi o la Luiss. Spero che l'Università di Pisa promuova sempre più questo tipo di attività, utili ad avvicinare i ragazzi alle più importanti realtà aziendali del nostro Paese".

Ne hanno parlato:
Nazione.it

PisaInformaflash.it
OgniSette.it
GoNews.it

 L'Università di Pisa e Microsoft Italia lanciano "Cloud OS Immersion", un nuovo centro di competenza e laboratorio per far toccare con mano ai giovani, alle aziende e ai professionisti italiani i vantaggi delle nuove tecnologie integrate nel Sistema Operativo della Cloud. Il nuovo centro intende facilitare l'incontro con la tecnologia e favorire il dialogo e la condivisione di esperienze tra gli esperti Microsoft, i ricercatori universitari, gli studenti, le aziende e gli operatori di canale, per mettere a fattor comune le conoscenze su Cloud Computing e Big Data.
 

Centro CloudGrazie al consolidamento della collaborazione tra Microsoft e l'IT Center dell'Università di Pisa, il polo di eccellenza internazionale si arricchirà di nuove infrastrutture cloud, applicative e per il calcolo parallelo, con l'obiettivo di coinvolgere le aziende in un percorso esperienziale alla scoperta delle opportunità offerte dal Cloud OS, beneficiando di sessioni di consulenza dedicate.

Il centro si propone inoltre quale punto di riferimento per IT Pro, operatori di canale e decisori aziendali su tematiche, quali IT management e automation, virtualizzazione, cloud privato, pubblico e ibrido, applicazioni mobile e social, big data, open data e analytics, e in generale "IT as a Service". La filiera dell'information technology beneficerà di una grande opportunità di formazione, ma anche di business entrando in contatto con aziende interessate alle nuove tecnologie e dando vita insieme ad esse a progetti di innovazione, a conferma dell'impegno costante di Microsoft per il proprio ecosistema di partner.

Centro CloudAttraverso il centro si intende inoltre formare i professionisti di domani, offrendo ai giovani la possibilità di acquisire capacità tecniche largamente richieste nel mondo professionale, in modo da facilitarne l'inserimento nel mercato del lavoro. Microsoft metterà a disposizione le proprie competenze nell'ambito del Cloud Computing e delle imprese per contribuire a fornire, insieme ad altre realtà industriali e non, formazione sulle tecnologie cloud all'interno della didattica universitaria.

Capitalizzando le precedenti esperienze "Private Cloud Immersion" e "Transform the Datacenter Immersion", messe in pista negli scorsi mesi da Microsoft proprio con l'obiettivo di promuovere l'innovazione e apprezzate dalle aziende per la capacità di offrire consulenza su misura, il nuovo centro di Pisa intende andare oltre, per esplorare nuovi temi e raggiungere nuove basi geografiche. Pisa rappresenterà l'apripista e il fulcro di un modello a raggiera attraverso il quale l'esperienza delle sessioni interattive e dell'immersione negli scenari applicativi verrà riproposta in altri centri universitari o presso partner e aziende clienti su tutto il territorio nazionale. Presupposto dell'ampia portata delle attività del nuovo centro, l'abilità dell'Università di Pisa di far rete a livello istituzionale e con altri protagonisti del sistema universitario, e la capacità di networking di Microsoft con le community degli sviluppatori e gli operatori ICT.

Centro Cloud"In un momento così difficile per l'Italia - ha dichiarato il professor Antonio Cisternino, dell'IT Center dell'Università di Pisa - le tecnologie dell'informazione possono contribuire a dare uno slancio all'economia del Paese, e l'università può dare il suo contributo, affiancando alla formazione di solide basi concettuali, occasioni per approfondire gli aspetti tecnologici e industriali, offrendo percorsi più completi e luoghi di incontro tra studenti, professori, industria locale e nazionale".

"Siamo entusiasti di dar vita a un centro di competenza che intende fare dell'approccio esperienziale il proprio punto di forza - ha dichiarato Luca Venturelli, direttore della Divisione Server & Cloud di Microsoft Italia - poiché siamo convinti che sia questo ciò di cui il Paese ha bisogno: far toccare con mano le opportunità offerte dal Cloud Computing e dalle nuove tecnologie per promuovere l'innovazione a tutti i livelli, all'interno della filiera ICT, nel mondo delle aziende e tra i giovani. Capitalizzando sulla consolidata partnership con un polo d'eccellenza come l'Università di Pisa e facendo rete con le istituzioni e le community, potremo mostrare alle imprese scenari applicativi ad hoc offrendo consulenza su misura e, al contempo, formare studenti e partner favorendo il loro incontro con il mondo delle aziende per far decollare insieme progetti d'innovazione a supporto della competitività del territorio".

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa 
Nazione Pisa
RepubblicaFirenze.it
NazionePisa.it
Stampa.it
inToscana.it 
PisaInformaFlash.it
gonews.it 
Data Manager Online 
Corriere delle Comunicazioni 

Mercoledì, 12 Giugno 2013 08:59

I bambini dei Medici affetti da rachitismo

La vita al chiuso nelle bellissime dimore rinascimentali e l'allattamento prolungato condizionarono la buona salute dei bambini di casa Medici.

don Filippino

Uno studio condotto sui resti scheletrici di nove piccoli principi fiorentini vissuti tra il XVI e il XVII secolo dimostra che i bambini della potente famiglia di regnanti toscani erano affetti da rachitismo, una patologia causata dalla carenza di vitamina D che provoca l'indebolimento e la deformazione delle ossa. Lo studio è stato condotto da un'equipe di ricercatori dell'Università di Pisa guidati dal professor Gino Fornaciari, direttore della Divisione di Paleopatologia, i cui risultati sono stati pubblicati in un articolo uscito sull'"International Journal of Osteoarchaeology".

Il rachitismo è considerato una malattia dell'industrializzazione, solitamente associato con condizioni di vita precarie in città sovraffollate, dove l'esposizione al sole era molto limitata. Ma i bambini dei Medici - dai neonati fino ai 5 anni di età - appartenevano a una classe sociale elevata e perciò è stato piuttosto inaspettato scoprire che fossero affetti da questa patologia.

disco criptaI resti dei bambini sono stati riesumati dalle Cappelle Medicee nella Basilica di San Lorenzo a Firenze; la cripta che conteneva le loro sepolture è stata scoperta nel 2004 attraverso un passaggio sotto un disco di marmo, considerato fino allora un semplice elemento decorativo del pavimento, che in realtà nascondeva l'accesso ad una camera sotterranea sconosciuta.

L'esame sia macroscopico che radiologico delle ossa ha mostrato che sei dei nove bambini presentano segni evidenti di rachitismo, in particolare un incurvamento delle ossa degli arti superiori e inferiori, risultanti rispettivamente dalle attività di gattonamento e deambulazione su ossa estremamente malleabili. Uno dei bambini, Filippo (1577-1582), noto come don Filippino, mostra anche un anomalo allargamento della teca cranica, sempre conseguente al rachitismo.

Ma l'aspetto più sorprendente è che la malattia fosse il risultato dello stile di vita privilegiato in cui furono allevati i bambini.

ossa deformateIl rachitismo si previene facilmente mangiando cibi come uova e formaggio e trascorrendo un po' di tempo al sole, che stimola la sintesi della vitamina D attraverso la cute. Per indagare l'alimentazione di questi bambini i ricercatori hanno analizzato l'isotopo dell'azoto 15N nel collagene delle ossa, che è un indicatore dell'assunzione di proteine nella dieta attraverso il latte e la carne. Dallo studio paleonutrizionale è emerso che i bambini erano stati allattati fino ai due anni di vita, una pratica tradizionale in epoca rinascimentale. Il latte materno, pur essendo il miglior nutrimento per i neonati, è carente di vitamina D, tanto che oggi se ne raccomanda l'integrazione alimentare. Le fonti storiche suggeriscono che in epoca rinascimentale il latte materno era integrato con pappe preparate con pane e mele; ma i cereali sono molto poveri di vitamina D, mentre la frutta non ne contiene affatto.

Inoltre, nel XVI secolo, era usanza diffusa avvolgere i bambini in pesanti fasce e i piccoli Medici probabilmente dovevano passare gran parte del loro tempo all'ombra dei grandi palazzi e delle lussuose ville di proprietà della famiglia, e dunque non avevano modo di trascorrere molto tempo all'aria aperta e di esporsi alla luce solare come i loro coetanei meno fortunati.

AntropologistsTra i bambini dei Medici, anche due neonati mostrano segni di rachitismo. I ricercatori ipotizzano che le stesse madri soffrissero di carenza di vitamina D a causa delle loro ripetute gravidanze; ad esempio Eleonora di Toledo (1522-1562), moglie di Cosimo I, mise al mondo ben 11 bambini in 14 anni. Nel Rinascimento l'ideale di bellezza femminile imponeva un incarnato pallido e le donne di alto rango, per distinguersi dalle contadine che si abbronzavano la pelle durante i lavori nei campi, evitavano l'esposizione al sole, usando anche un pesante trucco, per mantenere la pelle bianchissima.

Dunque questi due fattori legati allo stile di vita, ossia l'allattamento prolungato e una vita al chiuso, sono da considerare i responsabili della patologia che afflisse i piccoli principi di casa Medici.
 

Guarda il video Exploring Gian Gastone de' Medici's tomb 

Ne hanno parlato: 
Ansa 
Gazzetta del Mezzogiorno
Tirreno Pisa
Corriere fiorentino
ADNkronos
CorriereFiorentino.it
TirrenoPisa.it 
NazionePisa.it 
inToscana.it 
HealthDesk.com 
Wall Street Italia
Nature.com 
DailyMail 
Mail on Sunday 
Pri's The World 

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