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Il Banco Nutraceutico Se è vero che "siamo quello che mangiamo", è altrettanto vero che alcuni alimenti possono avere un effetto benefico sul nostro organismo ed essere presentati (quasi) come farmaci. La "nutraceutica", termine coniato dalla contrazione fra "nutrizione" e "farmaceutica", è la disciplina scientifica, molto giovane, che si occupa di approfondire la positiva relazione, il gradito e ricercato "effetto collaterale" di alcuni alimenti sulla nostra salute. Proprio alla nutraceutica sarà dedicato l'evento alla Scuola Superiore Sant'Anna il 5 (inizio ore 14.30 in aula magna) e il 6 dicembre intitolato "Il Banco Nutraceutico. Opportunità di crescita ed innovazione per l'economia toscana", promosso nell'ambito delle attività del Polo di Innovazione "Life Sciences", finanziato dalla Regione Toscana, e organizzato in maniera congiunta dall'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, diretto da Enrico Bonari, dall'Università di Pisa, dal Distretto Toscano "Scienze della Vita", dal Cnr, dalla Scuola Normale Superiore. La "due giorni" servirà anche a sostenere la candidatura di Pisa come sede strategica del "Polo di Ricerca di Eccellenza sulla Nutraceutica" in Toscana, supportata in maniera sinergica e condivisa da tutte queste istituzioni.

"L'evento – anticipa Vincenzo Lionetti, Ricercatore dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna – affronterà tematiche di grande attualità. I relatori si interrogheranno sulla salute della terra, dell'uomo e sullo sviluppo del territorio, da intendere come basi di un percorso scientifico trasversale che si riassume nella nutraceutica, nella scienza che studia gli alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana. Come poi rivela l'utilizzo della parola 'banco'- aggiunge Lionetti - l'evento offrirà anche servizi informativi, destinati tanto ai cittadini desiderosi di saperne di più sulla nutraceutica, quanto ad altri interlocutori, compresi il mondo accademico, le Organizzazioni governative e non al servizio del territorio, locale o nazionale, le imprese". "Con questa iniziativa, le quattro realtà che a Pisa fanno ricerca d'eccellenza, Università, Sant'Anna, Normale e Cnr, investono - commenta Marco Macchia, docente dell'Università di Pisa e membro del Comitato d'indirizzo del Distretto Toscano "Scienze della Vita - competenze comuni per rappresentare sul territorio il proprio impegno nella promozione e nello sviluppo della nutraceutica. L'Ateneo pisano ha particolari esperienze nei suoi vari ambiti, da quello nutrizionale allo sviluppo di prodotti per la salute.

La sinergia delle realtà accademiche e di ricerca con il mondo del lavoro è un punto di riferimento fondamentale per definire le strategie e gli obiettivi futuri nelle scienze della vita".

Per la sua giovane età, la nutraceutica è in costante evoluzione, avvolta in una nebulosa di teorie che devono essere oggetto di una più seria e approfondita riflessione scientifica, che richiede competenze interdisciplinari e trasversali. Alla Scuola Superiore Sant'Anna interverranno medici, uomini d'impresa, giornalisti, personaggi dello showbiz (il 6 dicembre alle ore 15.00 l'attore Riccardo Scamarcio racconterà la sua esperienza di agricoltore biologico) per fare chiarezza su questa disciplina e provare a sfatare qualche mito. In maniera parallela al confronto e all'incontro fra scienza e alimentazione si analizzeranno i sistemi attraverso i quali la nutraceutica può diventare un veicolo di crescita e di innovazione eco-sostenibile, a tutto vantaggio dell'economia.

La presenza di Scamarcio come testimonial può apparire insolita in un contesto accademico: è sempre il Ricercatore Vincenzo Lionetti a spiegarne le ragioni. "La decisione di proporre, durante quest'intenso lavoro di approfondimento sulla relazione terra, uomo, salute, il coinvolgimento dell'attore, impegnato ogni giorno in attività di comunicazione, deriva dalla convinzione che, anche nel settore della prevenzione, la personalizzazione del rapporto della informazione può rappresentare un aiuto in termini di sensibilizzazione e di promozione di stili di vita più rispettosi dell'ambiente biologico e del benessere".

Sono numerose le personalità che interverranno all'apertura del convegno, in programma il 5 dicembre alle ore 14.30. Tra esse si segnalano Maria Chiara Carrozza, rettore della Scuola Superiore Sant'Anna; Roberto Barale, prorettore per la Ricerca dell'Università di Pisa; Paolo Ghezzi, vice sindaco di Pisa; Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa; Luigi Marroni, Assessore alla sanità della Regione Toscana, a cui saranno affidate anche le conclusioni, nel pomeriggio del 6 dicembre.

Venerdì, 30 Novembre 2012 14:27

Master

Giovedì, 29 Novembre 2012 16:44

Versi sepolti in un campo di note

deandreChe i versi di Fabrizio De André siano considerati da molti "poesia" non è una novità, ma vedere analizzata «La guerra di Piero» come un vero componimento letterario è la dimostrazione più chiara di come il cantautore genovese sia riuscito con musica e parole a infrangere e ampliare i confini della letteratura e della poesia. A spiegarlo è stata Federica Ivaldi, dottore di ricerca in Studi Italianistici all'Università di Pisa e autrice del volume scritto insieme al musicologo Claudio Cosi "Fabrizio De André. Cantastorie fra parole e musica" (ed. Carocci), che in un incontro organizzato dal dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica nell'ambito del ciclo di Seminari di interpretazione testuale ha trattato la ballata di De André e i suoi "versi sepolti in un campo di note" con il metodo della critica letteraria.

 

Federica Ivaldi

Soffermandosi su voce, metodo compositivo e costruzione musicale, Federica Ivaldi ha descritto il De André cantastorie citando un appunto scritto nel 1984 sul risvolto di copertina di "Teorema" di Pasolini (la copia è ora conservata nell'Archivio Fabrizio De André presso la Biblioteca della facoltà di Lettere e Filosofia di Siena), dove spiega il suo particolare modo di essere cantautore, definito da lui stesso "un minuscolo suggeritore di comprensione e tolleranza tra i suoi simili", firmandosi nello stesso appunto "Cantastorie di se stesso e dei suoi molti e tormentati fratelli". «La guerra di Piero», scritta nel 1964 e diventata negli anni sessanta un inno antimilitarista, la ballata dell'"antieroe" cantata dagli obiettori di coscienza, è uno degli esempi della produzione musicale di De André che meglio rappresentano questo tipo di poetica, dove la componente narrativa è fortissima.

Un'ottima sintesi del brano la offre Roberto Vecchioni, che lo ha descritto così: "Ci sono due uomini uno davanti all'altro, uno spara e si salva. L'altro non spara e muore. Ma chi è che vince? Vince sempre quello che non spara. Quello che non spara è Piero, l'altro non è nessuno". Partendo da questa definizione, Federica Ivaldi ha illustrato la struttura del brano, che è quella della "ballata", la forma poetica che, attraverso una successione di strofe racconta una storia con una morale contenuta di solito nel ritornello: "Ne «La guerra di Piero» abbiamo una successione di strofe con rima baciata preponderante e un ritornello non fisso che viene presentato subito a inizio brano", spiega Ivaldi.
 

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi


"Questa scelta dà alla ballata antimilitarista una struttura rovesciata, anzi in questo caso si può parlare di struttura ad anello: l'incipit viene ripreso alla fine, ma con un valore diverso, perché a quel punto l'autore ha spiegato le ragioni della morte di Piero, il tema della guerra è esplicito, e quei versi possono finalmente diventare denuncia".

Ma solo là dove la regolarità della struttura viene interrotta, De André inserisce i versi chiave della sua canzone: "Se la rima baciata (AABB) è quella preponderante, le strofe con rima incrociata sono quelli in cui emerge il punto di vista di Piero sull'irrazionalità della guerra, dove l'autore cambia registro, passando da una narrazione in terza persona alla prima, dando la parola al protagonista della storia":
 

Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente

E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
 

Nella sua analisi, Federica Ivaldi usa anche i principi della metrica, svelando come le scelte compositive di De André anche in questo caso non siano casuali: "Le quartine sono composte principalmente da endecasillabi e doppi quinari, ma in alcune strofe De André ricorre anche ad una sorta di dodecasillabo (l'analisi metrica deve essere intrecciata con l'analisi dell'esecuzione vocale) che infrange il ritmo regolare della ballata. C'è una quartina in cui compaiono due dodecasillabi che può essere considerata il momento di rottura, l'apice narrativo della storia, quello da cui inizia la vera guerra di Piero, la guerra di coscienza":
 

e mentre marciavi con l'anima in spalle (12)
vedesti un uomo in fondo alla valle (11)
che aveva il tuo stesso identico umore (12)
ma la divisa di un altro colore (11)

 

Federica ivaldiIl metodo compositivo di De André è stato a lungo considerato prettamente letterario, ma oltre a dedicarsi tantissimo alla costruzione del testo, aveva una grande attenzione per la componente musicale. Studiando le canzoni di De André, spulciando tra i libri, i quaderni, gli appunti conservati a Siena, Federica Ivaldi si è fatta un'idea precisa di come il cantautore componeva: "De André leggeva qualsiasi cosa, poi aveva un'idea, iniziava a scrivere pensieri, meditava sulle parole, ragionava sui versi, sulle rime e sul suono delle parole, ma il punto centrale della sua arte rimane la fusione di parole e musica".


Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it 
NazionePisa.it
PisaToday.it 
PisaInformaFlash.it

CentroPiaggio_Giusti_SbranaSerena Giusti e Tommaso Sbrana, ricercatori al Centro "E. Piaggio" dell'Università di Pisa, sono stati selezionati tra i quattro finalisti del premio "Bioingegneria e staminali: idee per la vita", promosso dalla Fondazione Altran Italia. Il progetto dei ricercatori pisani, "SQPR: SQueeze Pressure Bioreactor", studia un dispositivo per colture cellulari per influenzare e guidare la differenziazione di cellule staminali adulte con lo scopo di sostituire e rigenerare i tessuti.

"La sostituzione di tessuti danneggiati - afferma Serena Giusti - è oggi una delle pratiche più diffuse in chirurgia, specialmente in ambito ortopedico, cardiaco e urologia. Questa procedura è però fortemente limitata dall'esigua disponibilità di donatori e dal problema del rigetto. L'uso di cellule staminali correttamente differenziate per la sostituzione e rigenerazione di tessuti danneggiati può risolvere questi punti critici".

Il Centro "E. Piaggio" è da anni all'avanguardia nel campo degli studi bioingegneristici sulla produzione di tessuti artificiali che, oltre per la sostituzione dei tessuti del corpo umano, possono essere utilizzati per studiare malattie, conoscere le modalità di funzionamento del corpo umano, sviluppare e testare nuovi farmaci.

Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it 
PisaInformaFlash.it
OgniSette.it 

Giovedì, 29 Novembre 2012 09:08

«BaBar» ha colto il tempo in castagna

gruppo_babarPer la prima volta un esperimento ha misurato direttamente l'eccezione alla simmetria del tempo. L'esperimento «BaBar», a Stanford in USA, ha mostrato che, come si pensava, il tempo nel mondo delle particelle può essere più lento in una direzione o nell'altra e che quindi esiste una freccia del tempo preferenziale almeno per alcuni fenomeni. L'esperimento, risultato di una collaborazione internazionale costituita da circa 400 scienziati e ingegneri di 74 università e laboratori americani ed europei, vede un importantissimo contributo da parte di numerosi docenti del dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa: il professor Marcello Giorgi è stato spokesperson dell'esperimento Babar per tre anni, mentre il "gruppo Babar" di Pisa, composto Carlo Angelini, Giovanni Batignani, Stefano Bettarini, Massimo Carpinelli, Giulia Casarosa, Alberto Cervelli, Francesco Forti, Alberto Lusiani, Benjamin Oberhof, Eugenio Paoloni, Alejandro Perez, Giuliana Rizzo, John Walsh, ha realizzato il rivelatore di vertice dell'esperimento.

La legge violata (i fisici la conoscono come invarianza temporale T) prevede che nel mondo subatomico il tempo sia invariabile: così, se noi girassimo un film su due particelle che interagiscono e producono altre particelle più leggere, bene, dovremmo poter rimontare il film al contrario e vedere che nello stesso tempo e allo stesso modo le particelle più leggere diventano quelle originali. Nessuno sarebbe in grado di dire qual è il verso giusto per far scorrere i fotogrammi della pellicola e osservare il film. Questa è l'invarianza temporale. Che in alcune condizioni potesse essere violata era già noto e misurato indirettamente, ma questa è la prima osservazione diretta di questa violazione.

Anche noi a Pisa – spiega il professor Marcello Giorgi dell'Ateneo pisano – abbiamo contribuito allo sviluppo delle tecniche di analisi dei dati per questo particolare e difficile misura. Questo sviluppo è stato anche argomento di tesi di laurea e di dottorato".

babar_fig.3"Abbiamo visto la violazione dell'invarianza temporale attraverso lo scambio di particolari stati iniziali e finali di mesoni B neutri – spiega Roberto Calabrese, Università e INFN di Ferrara e coordinatore della collaborazione italiana BaBar - Abbiamo osservato che il mesone B0 (neutro) si trasforma nel mesone B1 (anch'esso neutro) più velocemente di quanto un B1 si trasformi in B0. È stato emozionante verificare che l'invarianza temporale è violata, mentre la simmetria globale CPT, come previsto teoricamente, resta valida".

Il ruolo dell'Italia è stato determinante per il raggiungimento di questo importante risultato. Tramite l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha fornito un contributo pari al 20% di persone e di risorse finanziarie per la realizzazione dell'esperimento BaBar. In particolare hanno il marchio della ricerca e dell'industria italiana, il grande magnete che incurva la traiettoria della particelle, prodotte nel cuore del rivelatore di BaBar e altre componenti fondamentali dello stesso rivelatore: il rivelatore di vertice, realizzato dal gruppo pisano, e il rivelatore di muoni.

Ne hanno parlato:
NazionePisa.it 
PisaInformaFlash.it 

Sono finalmente arrivati a destinazione i tre ricercatori dell'Università di Pisa partiti martedì 20 novembre 2012 per una missione in Antartide alla ricerca di meteoriti. Gli studiosi pisani sono stati inseriti nella XXVIII missione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziata dal MIUR.

Ecco gli ultimi aggiornamenti dal diario di viaggio:

"Ciao a tutti,antartide

ieri mattina, come tutte le mattine precedenti, ci siamo preparati aspettando notizie sul GO o NO-GO. Finalmente è cambiata musica: GO! Abbiamo fatto il check-in alle 7:30 e alle 9 siamo decollati a bordo del C-130 della SAFAIR. Il volo durato 8 ore è stato alquanto rumoroso (nonostante i tappi per le orecchie), ma lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi a circa 2 ore dall'arrivo non ha eguali. I primi segnali dell'avvicinamento al continente antartico sono stati i frammenti ghiaccio marino, che in questo periodo inizia a rompersi per poi riformarsi durante l'inverno australe. Procedendo con l'avvicinamento e la discesa abbiamo potuto ammirare le cime delle montagne che 'sbucano' dal ghiaccio.

Alle 17 atterriamo sul pack (ghiaccio marino) e veniamo accompagnati alla base tramite un vecchio Ducato. In base prendiamo possesso delle nostre stanze, ritroviamo gli amici conosciuti al campo d'addestramento e iniziamo a conoscere i vari locali della base. Il cibo è veramente ottimo!

Oggi abbiamo iniziato a lavorare per organizzare le escursioni giornaliere e il campo, sia per quanto riguarda i materiali e le attrezzatura, sia per la logistica (sala operativa). La cosa si fa interessante. Non vi nascondiamo che non vediamo l'ora di andare sul campo e portare a casa i primi risultati.

A presto
Agnese e Maurizio "

Tutti gli aggiornamenti sulla spedizone nel diario di viaggio su Facebook

Un incontro con Google per affrontare il tema del lavoro nella multinazionale statunitense, dall'internship al processo di assunzione, e quello delle sfide tecnologiche nella creazione e gestione del servizio globale di Gmail. Saranno questi gli argomenti trattati dal dottor Nicola Cascarano, di Google Europe, nell'ambito dell'intervento che terrà venerdì 30 novembre 2012, alle ore 16, nella Sala Gerace del dipartimento di Informatica.

google-cartello-586x399L'incontro è aperto a tutti, ma rivolto principalmente agli studenti delle lauree magistrali in Informatica e networking, in Informatica e in Informatica per l'economia e per l'azienda e a quelli del corso di dottorato in Informatica. L'obiettivo è quello di individuare le condizioni che consentano di instaurare una fattiva collaborazione con Google.

"Quest'anno - spiega il professor Gian Luigi Ferrari, vicedirettore del dipartimento di Informatica con la delega al coordinamento delle attività didattiche - il dipartimento di Informatica ha organizzato una serie di iniziative in collaborazione con alcune delle più importanti aziende che operano nel settore dell'Information and communications technology. Gli incontri sono pensati per mettere a contatto i nostri laureandi, laureati e dottorandi che si apprestano a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro, con queste realtà, in modo da facilitare la conoscenza delle figure professionali più richieste, dei percorsi di selezione e delle possibilità di crescita e di carriera".

Mercoledì, 28 Novembre 2012 13:35

Traduzione e autotraduzione

locandina CONVEGNO 29-30  novembre 2012"Traduzione e autotraduzione. Un percorso attraverso i generi letterari" è il titolo del convegno organizzato dalla Scuola Normale e dall'Università di Pisa in collaborazione con l'Instituto Camões portoghese. La due giorni di studio, incentrata sulla letteratura italo-iberica, si svolgerà il 29 novembre alla Scuola Normale (Aula U. Dini, Palazzo del Castelletto) e il 30 novembre all'Università di Pisa (Aula Magna del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica a Palazzo Matteucci). Giovedì 29 novembre, l'apertura dei lavori è affidata Michele Ciliberto, Preside della classe di lettere della Scuola Normale, e a Mauro Tulli, Direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Ateneo pisano. Durante la prima giornata docenti italiani e stranieri, esperti di traduzione e di traduttologia, autori e poeti si confronteranno su il tradurre, il tradursi e la traduzione poetica. Il programma di venerdì 30 novembre spazia dalla prosa letteraria, al teatro, alla saggistica, al binomio tradurre&imparare sino alla saggistica economica e politica e al suo impatto sulla circolazione del sapere. Il convegno sarà anche l'occasione per fare il punto su due progetti: i primi risultati del programma europeo "Economic e-Translations into and from European Languages" coordinato dall'Università di Pisa che ha l'obiettivo di costruire un database con i classici del pensiero economico tradotti nelle varie lingue europee; e il laboratorio didattico organizzato dalla cattedra "Antero de Quental" dell'Ateneo pisano per la messa in scena e il doppiaggio del classico portoghese Auto da Barca do Inferno di Gil Vicente.

Martedì, 27 Novembre 2012 13:18

In ricordo di Mario Selli

Mario SelliIn occasione del decennale della morte, giovedì 29 novembre, nell'Aula Magna della Scuola Medica in via Roma 55, sarà inaugurata una lapide in memoria del professor Mario Selli, maestro di chirurgia, per oltre vent'anni direttore della Clinica di Chirurgia generale dell'Università di Pisa che, nel 1972, eseguì a Pisa il primo trapianto di rene. Alla cerimonia interverranno Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa, Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, Carlo Rinaldo Tomassini, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Eugenio Santoro, già presidente della Società Italiana di Chirurgia, Achille Sicari, decano degli Allievi ospedalieri, Enrico Cavina, decano degli Allievi universitari, Arnaldo Stefanini, Lello, collega e amico, Carla Vergalli, infermiera strumentista, Cesare Selli per la famiglia. L'iniziativa è curata dal professor Franco Mosca.

Considerato il punto di riferimento di un'intera scuola medica che ha formato una generazione di chirurghi che oggi dirigono reparti ospedalieri e ricoprono prestigiose cattedre universitarie, Selli ha costruito le basi della moderna chirurgia accademica pisana. Il Professor Selli ha creato la Chirurgia toracica e l'Urologia; ha introdotto la Cardiochirurgia e la Chirurgia d'urgenza, aprendo, tra i primi in Italia, la strada del trapianto renale. Come ricordato in un articolo scritto da Giuseppe Meucci su «La Nazione» nel 2002, in occasione della scomparsa, "sorprendeva la sua capacità di occuparsi di tutte le branche della chirurgia con eguale competenza ed efficienza. Dalla chirurgia toracica e a quella vascolare, dall'urologia alla chirurgia dell'apparato digerente, Mario Selli impugnava il bisturi con il piglio e l'autorevolezza di un maestro senza eguali".

Mario Selli nasce il 25 febbraio 1917 all'Aquila e si laurea a Roma in Medicina e Chirurgia nel luglio 1941. Nel 1943 il professor Paride Stefanini, primario chirurgico dell'ospedale dell'Aquila, lo vuole accanto a sé e il 1° marzo 1946 entra nell'Università di Perugia, iniziando la carriera accademica prima come assistente di Patologia speciale chirurgica, poi di Chirurgia generale nella Clinica diretta da Paride Stefanini. Nel maggio 1958 ottiene la cattedra di Urologia all'Università di Pisa e vengono a lui affidati i corsi di Anatomia, Embriologia e Fisiologia del sistema urinario, di Clinica urologica, di Chirurgia infantile, di Clinica chirurgica, di Chirurgia toracica e di Tecnica operatoria.

Nel 1959 ottiene la libera docenza in Patologia chirurgica e nel 1960 in quella di Clinica chirurgica generale e di Terapia chirurgica. Nel 1964 viene chiamato a dirigere la Clinica chirurgica generale dell'Università di Pisa. Nel 1987 termina la carriera accademica. Muore a Pisa il 3 ottobre 2002.

La lapide a lui dedicata recita:

 

 

 

La Facoltà di Medicina e Chirurgia

Al Professor

MARIO SELLI

1917 – 2002

Medico Insigne, Maestro di Chirurgia,

costruì le basi della moderna

Chirurgia Accademica Pisana.

La Fondazione Arpa pose nel decennale della morte

Lunedì, 26 Novembre 2012 14:07

Riesumato Giovanni dalle Bande Nere

Fornaciari analizza i resti di Giovanni Bande Nere Come è morto Giovanni Dalle Bande Nere? È vero che a ucciderlo fu una cancrena diffusasi dopo l'amputazione della gamba destra? A capirlo dovranno essere i ricercatori della divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa che - diretti dal professor Gino Fornaciari - hanno riesumato il corpo del capitano di ventura del '500, sepolto insieme alla moglie Maria Salviati, padre e madre di Cosimo I de' Medici, primo Granduca di Toscana.

La tomba è stata aperta la scorsa settimana nella cripta del Museo delle Cappelle Medicee a Firenze nell'ambito di una ricerca finanziata dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, sotto la direzione della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Scopo dell'esumazione è una revisione conservativa delle sepolture, danneggiate dall'alluvione del 1966, ma anche un'analisi antropologica e paleopatologica per comprendere meglio il tipo di intervento chirurgico che il leggendario condottiero subì prima di morire e per chiarire le cause del decesso.

Giovanni Bande Nere Giovanni de' Medici fu ferito durante uno scontro armato a Governolo, vicino a Mantova, il 25 novembre 1526. Egli rimase vittima di un colpo di falconetto (un cannoncino dell'epoca) e, per la cronaca di Francesco Guicciardini il tiro gli "percosse e roppe una gamba alquanto sopra al ginocchio", per cui subì l'amputazione della gamba destra. Secondo le cronache dell'epoca la decisione del maestro Abramo, il chirurgo che lo operò, "di lasciare del percosso tanto che il rimanente si putrefece" parrebbe equivalere a una condanna a morte; infatti il decesso si verificò puntualmente nella notte tra il 29 e il 30 novembre 1526.

Le sepolture di Giovanni e Maria vennero ispezionate nel 1945 da Gaetano Pieraccini e, come le altre indagate durante i lavori del «Progetto Medici» fra il 2004 e il 2006, furono danneggiate dall'inondazione dell'Arno del 1966 e necessitavano di una revisione conservativa.

Giovanni Bande Nere Dopo l'allestimento del cantiere nell'area centrale della cripta, i lavori sono iniziati con il sollevamento della pesante lastra di macigno che copriva il vano funebre. Al suo interno sono state trovate le casse contenenti i resti scheletrici del condottiero e di sua moglie. Il risanamento delle sepolture, la dettagliata fase di studio dei resti della coppia e la nuova deposizione in idonee casse, sono le tre fasi di questa operazione che si concluderà nel giro di dieci giorni.

In particolare Fornaciari e il suo staff, attraverso l'utilizzo di moderne tecnologie biomediche in grado di fornire nuovi dati paleopatologici, condurranno uno studio approfondito allo scopo di comprendere meglio il tipo di intervento chirurgico che subì il condottiero mediceo prima di morire e di ricostruire lo stile di vita di questo importante capitano di ventura del Rinascimento italiano.

Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Tirreno Pisa
PisaToday.it
TirrenoPisa.it 
LaNazione.it
OgniSette.it 

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