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Andrea SalviniÈ nato all'Università di Pisa il Centro di studi e ricerche sul volontariato, un'articolazione del dipartimento di Scienze politiche e sociali che funzionerà da un lato come luogo di aggregazione per docenti e giovani studiosi, dall'altro come referente istituzionale verso il mondo del volontariato e gli enti che se ne occupano. Il Centro raccoglie la tradizione e le competenze dell'Ateneo nel campo del volontariato: a Pisa sono attivi già da diversi anni un corso di laurea triennale in "Scienze sociali e del servizio sociale" e uno di laurea specialistica in "Sociologia e politiche sociali", oltre a uno specifico insegnamento in "Sociologia del terzo settore", tenuto dal professor Andrea Salvini, che è unico in Toscana e tra i pochi in Italia dedicati al fenomeno del volontariato.

La prima iniziativa pubblica del nuovo Centro si terrà lunedì 28 maggio 2012, nell'Aula Magna Storica della Sapienza, con il convegno dal titolo "Quale volontariato?" e con la presentazione del numero monografico della rivista "Sociologia e ricerca sociale", edita da Franco Angeli, dedicato a "Forme e dinamiche del volontariato in Italia".

Il convegno sarà aperto, alle ore 15, dai saluti del preside di Scienze politiche, Claudio Palazzolo, e dell'editor della casa editrice Franco Angeli, Claudia Camerini. Interverrà quindi il prorettore per gli Affari giuridici, Francesco Dal Canto, che porterà il benvenuto dell'Ateneo e svilupperà una riflessione sulle prospettive di riforma della legge 266/1991, che regola i rapporti tra volontariato e istituzioni. Subito dopo, studiosi di diverse università e responsabili delle principali reti di coordinamento e di promozione del volontariato, con il coordinamento del professor Andrea Salvini, si confronteranno sul presente e sulle prospettive future del volontariato.

Nel corso dell'incontro sarà presentato il libro sulle forme e sulle dinamiche del volontariato in Italia. Curato da docenti, giovani ricercatori e dottorandi dell'Università di Pisa, il volume mira a ricostruire i caratteri essenziali che il volontariato ha assunto nella realtà sociale del nostro Paese, approfondendo soprattutto le dinamiche di trasformazione che lo stanno attraversando e che implicano una riflessione sulla natura, sull'identità e sugli orizzonti del fenomeno.

Il volontariato costituisce un fenomeno particolarmente diffuso e consolidato nella nostra regione, dove sono più di 300.000 le persone che svolgono attività di volontariato organizzato e gratuito e circa 100.000 i volontari che operano in modo continuativo e durevole. Il settore è in continua crescita e, almeno da un punto di vista quantitativo, non sembra soffrire troppo della crisi in atto. Tale crisi, tuttavia, ha effetti paradossali, perché da un lato produce l'aumento dei bisogni materiali delle persone e delle famiglie, specie di quelle più deboli, e richiede quindi una presenza più incisiva, articolata e capillare del volontariato; dall'altro riduce la capacità di fare fronte a queste necessità impellenti, sia perché si riducono i fondi a disposizione del welfare, sia perché i volontari sono impegnati a fronteggiare gli effetti della crisi nella propria dimensione personale, riducendo gli spazi e il tempo a disposizione per gli altri.

Il volontariato, in Toscana come nel resto d'Italia, sta attraversando un periodo di trasformazione particolarmente cruciale, poiché alcuni processi in atto – per esempio, l'accentuazione delle caratteristiche di professionalizzazione e burocratizzazione e la frammentazione delle associazioni - hanno messo in crisi i suoi modelli organizzativi, arrivando a porre in discussione natura e fini del movimento. La proposta che partirà da Pisa tenderà invece a promuovere un'idea di volontariato basata su un progetto di società condivisa, in cui al centro ci siano il graduale ampliamento della sfera di cittadinanza e il raggiungimento di livelli sempre più elevati di coesione e di giustizia sociale. Su un piano più operativo, l'incontro servirà per rilanciare un modello che sia in grado di rispettare e valorizzare la pluralità e le diverse vocazioni del volontariato, e che nello stesso tempo sappia lavorare in rete, condividendo idee e risorse proprio nell'ottica di una società più solidale.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Corriere Toscana
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it

Dopo il successo dello scorso anno, il 25 e il 26 maggio il Museo di Storia naturale e del territorio dell'Università di Pisa organizza la seconda edizione del congresso "La ricerca scientifica in Museo", aprendola a tutti i musei scientifico/naturalistici della Toscana attivi nel campo della ricerca scientifica. Scopo dell'iniziativa è promuovere le ricerche di alta qualità che si svolgono all'interno di queste istituzioni, valorizzando il ruolo e la funzione di "spazi cognitivi" liberi da condizionamenti, in grado di contrastare la progressiva omologazione della ricerca scientifica.

Nei due giorni di convegno, il Museo di Storia naturale e del territorio di Calci illustrerà alcune delle sue ricerche più famose, dagli studi etologici sulle scimmie, ai protisti, ai meteoriti, al sistema di localizzazione delle uova di tartarughe. Inoltre interverranno studiosi delle più famose istituzioni museali della regione: l'Herbarium Universitatis Senensis, il Museo di Storia naturale della Maremma, il Museo di Scienze planetarie della provincia di Prato, l'Orto agrario e botanico di Firenze, il Museo e l'Istituto fiorentino di Preistoria, il Museo Bardini di Firenze, il Museo di Anatomia umana dell'Università di Pisa, l'Orto botanico di Pisa, il Museo di Storia naturale del Mediterraneo di Livorno, il Museo di Storia naturale di Firenze.

Sabato 26 maggio è inoltre prevista un'escursione interattiva sui Monti Pisani "Tra tradizione e innovazione: microscopi e... cellulari per leggere la natura", con ritrovo presso la Certosa alle ore 8.30.

Il 24 e 25 maggio, la International Trade and Finance Association terrà a Pisa, presso la facoltà di Economia, la sua XXII conferenza internazionale, coordinata e organizzata a livello locale dal professor Pompeo Della Posta. I lavori saranno preceduti dai saluti portati dal presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni e dalle autorità accademiche pisane che hanno ospitato e patrocinato l'iniziativa, insieme al Comune di Pisa e alla Regione Toscana.

La International Trade and Finance Association è una associazione di economisti provenienti da una trentina di paesi del mondo. Le conferenze internazionali degli anni precedenti sono state tenute a Eilat (Israele), Las Vegas (USA), Miami (USA) e, andando ancora indietro negli anni, a Istanbul (Turchia), Losdz (Polonia), San Antonio (USA), Bangkok (Tailandia), Washington (USA). È la prima volta che la IT&FA tiene una sua conferenza annuale in Italia.

La conferenza di Pisa è aperta ai contributi dei partecipanti nei diversi settori di ricerca dell'economia internazionale. Fra i lavori che saranno presentati, una parte significativa sarà dedicata all'attuale crisi del debito sovrano europeo e ai problemi del commercio internazionale mondiale.

Nell'ambito della sua politica di internazionalizzazione, l'Università di Pisa ha partecipato a maggio all'EuroPosgrados di Cordoba, in Argentina, e all'Expo Estudiante di Santiago del Cile. L'obiettivo è stato quello di presentare l'offerta formativa dell'Università di Pisa e di attrarre studenti argentini e cileni.

In particolare, l'Università di Pisa ha creato un'offerta dedicata agli studenti sudamericani che si iscriveranno nell'anno accademico 2012-2013 a una laurea magistrale dell'Ateneo. L'offerta comprende una borsa di studio per la copertura biennale delle tasse universitarie, un corso di 40 ore di lingua e un servizio dedicato di orientamento ex ante e di tutoraggio in itinere.

L'afflusso di studenti allo stand è stato elevato e, in alcuni casi superiore a quello delle altre prestigiose università presenti. Degno di nota il numero degli studenti, 400 circa, che hanno mostrato un concreto interesse a iscriversi a una laurea magistrale dell'Ateneo e che quindi hanno ricevuto il coupon d'invito con l'offerta dedicata.

Visto il grande interesse suscitato, sono stati presi accordi con gli Istituti di cultura italiani delle città di Cordoba e di Santiago per permettere agli studenti che intendono iscriversi a Pisa di ottenere localmente la certificazione di conoscenza della lingua italiana necessaria ai fini del visto e dell'immatricolazione. L'Università di Pisa con questa presenza in Sud America ha, inoltre, suggellato una serie di accordi con istituzioni e università locali per favorire gli scambi di studenti e docenti nell'ambito di attività di mobilità bilaterali con i paesi visitati.

Mercoledì 23 maggio, alle ore 9.30, nell’Aula 7 della facoltà di Agraria, si terrà il convegno “La scuola agraria pisana. 170 anni di eccellenza”, un incontro su storia e prospettive degli studi in agraria a Pisa. Il convegno sarà aperto dai saluti del rettore Massimo Augello e del preside della facoltà Manuela Giovannetti. Dopo l’introduzione del professor Amedeo Alpi, seguiranno gli interventi di Franco Scaramuzzi, presidente Accademia dei Georgofili, su “Razionale difesa dell’agricoltura per salvare un mondo”, Pierdomenico Perata della Scuola Superiore Sant’Anna, “Dallo studio della sommersione delle colture alla scoperta del sensore dell’ossigeno delle piante”, e Manuela Giovannetti, “L’eccellenza dello Studio Pisano”.

maschio sifaka petto scuroIn diverse specie animali i segnali frontali, quelli che hanno maggiore probabilità di essere percepiti, influiscono in maniera considerevole sulle scelte sessuali. Una buona collocazione sul corpo di chi li "porta" è quindi cruciale per non passare inosservati. La quantità di peli sul petto di alcuni uomini sembra influenzare fortemente la scelta sessuale delle donne, così come gli uomini sembrano più propensi a scegliere donne con dimensione e forma simmetrica dei seni (fatto ben noto ai produttori di biancheria intima femminile!). Esiste un'altra specie di primate che, dato il suo particolarissimo modo di spostarsi sugli alberi, fornisce un'ottima occasione per studiare l'influenza dei segnali frontali sulla scelta sessuale effettuata dalla femmina: il sifaka. Ed è proprio questa strana proscimmia che gli antropologi Stefania Dall'Olio, Ivan Norscia, Daniela Antonacci ed Elisabetta Palagi, del Museo di Storia naturale e del territorio dell'Università di Pisa, sono andati a studiare in Madagascar.

I maschi di sifaka possiedono una ghiandola sul petto che serve loro per lasciare in giro odori utilizzati per la competizione maschile e per la difesa territoriale. I maschi più attivi e abili nella deposizione di queste tracce odorose hanno il petto scurissimo. Si crea così nel gruppo quello che viene chiamato bimorfismo maschile, cioè maschi con petto scuro e maschi con petto chiaro.

I ricercatori hanno verificato che le femmine, che in questa specie sono dominanti sui maschi, si "concedono" con maggiore frequenza ai maschi con il petto scuro, in quanto probabile segnale onesto di buona qualità del partner.

petto_chiaro_maschiowebCome accade in tutti i primati, anche per il sifaka il grooming (o spulciamento) è importantissimo per le funzioni igieniche e di collante sociale ed è considerato un vero e proprio "servizio" che viene offerto in cambio di qualcosa (mercato biologico). Gli antropologi, analizzando la frequenza del grooming che i due diversi tipi di maschi effettuano sulle femmine, hanno trovato una spiccata differenza. Perché, durante la stagione degli amori, un maschio petto chiaro possa stare vicino a una femmina e tentare di accoppiarsi, deve offrire alla "bella" molto più grooming di quanto debba fare un maschio petto scuro per ottenere lo stesso risultato.

I lemuri quindi utilizzano due diverse tattiche: il marking-for-sex, effettuato soprattutto dai maschi petto scuro, e il grooming-for-sex, una tattica alternativa, anche se non completamente funzionale, adottata dai maschi petto chiaro.

Che dire, in un mercato, sia pure biologico, ciascuno utilizza tutto ciò che ha per promuovere e valorizzare le sue merci!


L'articolo è consultabile e scaricabile liberamente dal sito: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0037332

Mercoledì, 23 Maggio 2012 10:01

“1984”, da Orwell allo spot Apple

Un'immagine dello spot Apple Cosa ha a che vedere con la letteratura un'analisi accurata di uno spot pubblicitario?

Eppure l'incontro conclusivo del Seminario di Interpretazione Testuale della Facoltà di lettere è stato dedicato all'analisi della pubblicità del Macintosh, il breve filmato, diretto da Ridley Scott, con cui nel 1984 fu lanciato il Macintosh della Apple, il primo personal computer destinato ad essere usato anche dai non-informatici.

Questa conclusione così poco "letteraria" è coerente con le intenzioni del progetto: organizzare degli incontri aperti a giovani studenti e ricercatori, in cui si analizzassero testi, al di là di steccati e provincialismi culturali e disciplinari. Incontri in cui, con gli strumenti propri della critica letteraria, ci si potesse spingere anche ad analizzare anche "testi" in senso lato, come appunto è il caso di uno spot pubblicitario.

Davanti ad un nutrito pubblico, Francesco Ghelli, allievo di Francesco Orlando e studioso di teoria della letteratura, ha eseguito un "close reading" una interpretazione accurata dello spot, leggendone i rapporti con l'antiutopia letteraria di George Orwell e con il contesto storico in cui è stato realizzato.

Siamo appunto nel 1984: la Apple lancia il Macintosh mentre l'America reaganiana è impegnata, con una onerosa corsa agli armamenti, nel rush finale della guerra fredda.

Nel suo spot la Apple racconta se stessa utilizzando un linguaggio profetico. Narra una breve storia che deve fare nascere curiosità e interesse per il personal computer, un prodotto il cui uso era al tempo misterioso ai più, un prodotto, di cui la massa del grande pubblico non avvertiva il bisogno.

Dall'analisi di Ghelli è emerso il tratto paradossale di questa operazione pubblicitaria. La Apple si presentava al grande pubblico come paladina dell'individualismo libertario contro la massificazione, come campione dei valori della cultura tecnologico-informatica della California hippy degli anni settanta, proprio nel momento in cui presentava un prodotto, il Macintosh, che negava nel concreto le istanze di partecipazione e creatività individuale che saranno poi proprie della comunità Open source. Il Macintosh infatti non permette all'utente la possibilità di fare modifiche in autonomia: funziona grazie ad un sistema operativo con codice proprietario e, addirittura, per smontare il suo hardware sono necessari strumenti particolari non in commercio.

Nel suo intervento Ghelli ha accostato l'operazione della Apple ad una forma di "doublethink", il bispensiero, la forma di pensiero che vige nella società orwellaina, quella che impone di affermare qualcosa di contraddittorio e di dimenticare la contraddizione stessa in accordo con la strategia del partito.

Come è successo per tutti gli incontri del Seminario, alla conclusione della relazione è seguito un vivace dibattito col pubblico. Il bilancio dei sette incontri è infatti estremamente positivo, secondo Gianni Iotti, uno degli organizzatori dell'iniziativa insieme a Sergio Zatti e Stefano Brugnolo.

"La partecipazione è stata sempre molto alta, e abbiamo deciso che il Seminario riprenderà nel prossimo anno con due serie di incontri.

Anche il prossimo ciclo non avrà un tema specifico, ma sarà caratterizzato dall'approccio, dalla volontà di rendere centrale il testo e di offrire occasioni per confrontarsi su una sua interpretazione accurata".

Francesco Ghelli e Stefano BrugnoloL'iniziativa è principalmente diretta agli studenti e ai ricercatori della Facoltà di Lettere, ma è anche aperta alla cittadinanza.

L'idea che viene affermata nel Seminario è che il testo letterario parla, in una sua particolare maniera, della realtà e del nostro rapporto con il mondo. "Non vogliamo , afferma Iotti, in alcun modo affermare l'equazione letteratura = realismo, anche un oscuro sonetto di Mallarmé parla del nostro rapporto col mondo, ma in generale per noi è importante sottrarre la letteratura ad uno studio puramente formale. La nostra affermazione è diretta polemicamente contro chi considera la letteratura sostanzialmente autoreferenziale, e ritiene i testi letterari giochi formali interpretabili e comprensibili esclusivamente in relazione ad altri testi letterari."

Un simile approccio vanta nel nostro ateneo una illustre tradizione. Ci piace ricordare, tra l'altro, che Francesco Orlando, grande teorico della letteratura morto nel 2010, nella laudatio per la Laurea Honoris causa a Vincenzo Cerami scriveva di apprezzare nei suoi scritti "In primo luogo, la sua moderna e solidissima referenzialità. La vanto volentieri oggi, quando siamo da decenni insidiati dal sinistro pregiudizio inverso, che la letteratura debba essere autoreferenziale, che possa e debba parlare soltanto di se stessa (pensate che noia!), oppure di un altro mondo (ma quale?), oppure di niente (ma come?)".

Il programma dei prossimi incontri sarà pubblicato, non appena disponibile, nel calendario degli eventi del sito http://www.unipi.it/index.php/unipieventi .

Mercoledì, 23 Maggio 2012 08:13

La privacy al tempo dei social network

Dianora PolettiLa protezione dei dati personali nell'era della globalizzazione e dei social network, con un'attenzione particolare alle novità legislative in arrivo a livello europeo. È stato questo il tema del convegno su "Data protection tra evoluzioni tecnologiche e sviluppi di diritto europeo", che si è svolto martedì 22 maggio alla facoltà di Economia. L'incontro, organizzato a conclusione del corso in Diritto dell'informatica tenuto dalla professoressa Dianora Poletti, è stato promosso dalla facoltà di Economia e dal dipartimento di Istituzioni, impresa e mercato "Cerrai", con il patrocinio dell'Ordine dei giornalisti e dell'Istituto di informatica e telematica del CNR.

Le relazioni sono partite da una constatazione comune. Negli ultimi anni il concetto di privacy, che inizialmente era riferito alla sfera della vita privata, ha conosciuto una decisa estensione, arrivando a definire il diritto di controllo e protezione dei dati personali. Questo passaggio implica che la materia non può essere regolata in modio rigido, ma deve essere gestita per mediazioni, contestualizzando ogni singolo episodio e procedendo secondo criteri di ragionevolezza che tengano conto del bilanciamento tra diritti diversi e contrapposti. La complessità della questione, inoltre, richiede il dialogo e la collaborazione tra saperi e figure professionali multidisciplinari, perché il giurista non è più in grado di gestire il tema nella sua interezza.

Il professor Francesco Busnelli, emerito di Diritto civile alla Scuola Sant'Anna, ha sintetizzato tale complessità citando alcuni casi particolari, tra i quali quello dell'olimpionica sudafricana Caster Semenya, che si è dovuta sottoporre a test genetici per accertare la sua identità di genere, quello delle analisi del DNA che vengono effettuate su persone decedute per stabilire eventuali rapporti di parentela, e quello relativo alla discussione sulla brevettabilità o meno delle stesse cellule staminali umane.

Al centro degli interventi successivi, in particolare di quello della professoressa Giusella Finocchiaro, dell'Università di Bologna, c'è stata l'evoluzione del diritto europeo in materia di trattamento dei dati personali. Su questo fronte, L'Europa è ferma alla Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 1995, quando internet muoveva i primi passi e la comunicazione era sostanzialmente bilaterale. Solo recentemente il Parlamento europeo e il Consiglio hanno ripreso il tema in modo strutturale, definendo una proposta di Regolamento generale sulla protezione dei dati personali. Se approvato – "non prima del 2016" ha comunque precisato la professoressa Finocchiaro – il Regolamento diventerà legge unica europea e porrà fine alla frammentazione attuale delle diverse normative nazionali.

Secondo la docente, le novità più rilevanti del testo sono tre. Innanzitutto, il regolamento riconosce che il diritto alla protezione dei dati personali non è assoluto, ma va bilanciato con altri diritti - per esempio quello di informazione, o di trattamento dei dati per scopi storici, scientifici e di ricerca - e va considerato alla luce della sua maggiore o minore funzione sociale. In secondo luogo, esplicita il criterio della ragionevolezza come elemento fondamentale per valutare la consistenza del diritto alla protezione dei dati personali, richiedendo di conseguenza un'analisi specifica caso per caso. In terzo luogo, introduce il concetto del tempo come criterio importante nella protezione dei dati personali e nella valutazione tra i contrapposti diritti all'oblio e alla conservazione dei dati.

Dopo gli interventi dei professori Guido Scorza e Alessandro Mantelero e le testimonianze del segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Giancarlo Ghirra, e del direttore degli Affari istituzionali di Microsoft, Pier Luigi Dal Pino, le conclusioni sono state tratte dal preside della facoltà di Economia, Dianora Poletti. La professoressa ha posto a confronto la tendenza europea al rafforzamento della protezione dei dati personali con le semplificazioni apportate alla normativa dai recenti decreti governativi, a volte non del tutto ragionevoli, ribadendo il ruolo dei principi di solidarietà e correttezza nella ricerca di soluzioni equilibrate per la difficile problematica trattata.

CJAerospaceÈ una start up dell'Università di Pisa una delle aziende premiate nella prima delle tappe locali del "Talento delle Idee", il concorso indetto da UniCredit con i Consigli di Territorio UniCredit e dai Giovani Imprenditori di Confindustria per valorizzare le migliori idee imprenditoriali innovative in Italia. Tra le aziende premiate il 16 maggio c'è la pisana CJ Aerospace, creata da John Scanu, 37 anni, ingengnere aerospaziale, progettista navale di unità da diporto a da lavoro in collaborazione con Claudio Bottoni, Salvatore Iliano e Salvatore Balestrino. CJ Aerospace ha come obiettivo produrre battelli di nuova generazione ecocompatibili caratterizzati dall'elevato comfort e da ridotti costi gestionali. I migliori progetti selezionati accedono di diritto alla selezione nazionale del Talento delle Idee, in programma a ottobre a Capri, in occasione del tradizionale convegno dei Giovani di Confindustria.

I battelli progettati dalla CJ Aerospace sono caratterizzati da scafo a elevata efficienza idrodinamica concepito per ridurre al minimo la generazione di onde, propulsione elettrica a zero impatto ambientale, doppio motore azimutale montato in linea, che pilotato da un opportuno software di controllo conferisce all'imbarcazione una manovrabilità aumentata. Queste caratteristiche, su cui è stata fatta domanda di brevetto, permettono di raggiungere performance di punta nell'ambito del risparmio energetico, del contenimento dei costi di manutenzione, dell'abbattimento dell'inquinamento acustico e ondoso e della capacità di manovra. Le imbarcazioni che CJ Aerospace intende realizzare rientrano nella tipologia delle imbarcazioni da lavoro di medie e piccole dimensioni, dedicate al trasporto merci o passeggeri.

cjaerospace_battello_webLe aziende che hanno superato la selezione locale si aggiudicano l'accesso a finanziamenti dedicati, percorsi di formazione, con master ad hoc e percorsi di tutoraggio che vedono impegnati i professionisti UniCredit nell'affiancare gli imprenditori nel percorso di crescita. Inoltre, UniCredit si impegna a seguire le aziende selezionate nel contatti con società clienti del Gruppo bancario e con soggetti istituzionali utili a livello nazionale e nel processo di internazionalizzazione.

"L'innovazione è senza dubbio una delle chiavi di volta non solo per superare la crisi, ma anche e soprattutto per la realizzazione di un business di successo – dice Luca Lorenzi, Responsabile di Territorio Centro Nord UniCredit – Le aziende che premiamo oggi rappresentano l'eccellenza da sostenere e accompagnare nello sviluppo del business. Un impegno che il nostro Gruppo persegue in concreto con iniziative come il Talento delle idee e progetti specifici come UniCredit per l'Italia che mette a disposizione 40 miliardi di euro per le imprese italiane, circa 9 miliardi in particolare per l'area Centro Nord, e punta ad accompagnarne 15 mila nel percorso di internazionalizzazione per valorizzare il Made in Italy". 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
PisaInformaFlash.it 

L'albero più vecchio d'Europa si trova in Scozia, è un tasso ed ha circa 5.000 anni. Dalle piante si possono estrarre le più varie tinture, dal rosso al blu al giallo, ma paradossalmente, l'unico colore che non c'è è proprio il verde. E ancora: l'idea di utilizzare le piante per produrre energia risale agli settanta del Novecento, quando a causa della crisi petrolifera, anche gli italiani sperimentarono le prime domeniche senza auto. Sono questi alcuni dei tantissimi spunti emersi dalla mattinata di studio "Non solo cibo: l'affascinante mondo delle piante" che si è svolta venerdì 18 maggio alla facoltà di agraria in occasione del primo "Giorno Internazionale del Fascino delle Piante" coordinato dall'EPSO, l'Organizzazione Europea delle Scienze delle Piante (http://www.plantday12.eu/italy.htm#).alberi

"Lo scopo dell'iniziativa – ha detto Manuela Giovannetti preside della facoltà di Agraria - è di avvicinare il maggior numero di persone al mondo delle piante, facendo opera di sensibilizzazione sull'importanza delle scienze vegetali per l'agricoltura, per la produzione sostenibile di cibo e dei prodotti non alimentari, ma anche per la silvicoltura, per la tutela ambientale e per la qualità della vita in ambito urbano". Ad esplorare ogni anfratto del meraviglioso mondo delle piante sono stati sette relatori dell'Università di Pisa coordinati dal collega Paolo Emilio Tomei. Marco Mazzoncini ha parlato di energia delle piante, Laura Pistelli di piante e benessere, Alessandro Lenzi di piante e salute psichiatrica, Marco Volterrani di piante e sport, Paolo Vernieri di piante e arredo urbano, Cristina Nali di piante e qualità dell'aria e Luciana Angelini di chimica verde. A queste relazioni si sono aggiunti gli interventi di Federico Tognoni del Museo Galileo di Firenze che ha si è soffermato sul rapporto piante ed arte, di Marco Vukich di Kayser Italia che ha parlato del ruolo delle piante nelle esplorazioni spaziali. E a chiusura dei lavori, prima delle conclusioni di Rossano Massai, professore di Arboricoltura generale e Coltivazioni arboree dell'ateneo, due testimonianze dirette: Miro Mati, dell'omonima azienda vivaistica, ha raccontato la sua "vita con le piante", mentre il fotografo Carlo Delli ha svelato i segreti per fotografare al meglio i fiori.

fiore1"Non c'è aspetto della nostra esistenza che sia estraneo alle piante, la nostra stessa civiltà – ha detto Rossano Massai – non esisterebbe senza il mondo vegetale". E così nel percorso assolutamente trasversale che si è dipanato lungo tutta la mattinata, sono tantissime le curiosità che spuntano. Meraviglie che lasciano stupiti un po' tutti e che rivelano l'importanza fondamentale delle specie vegetali nella vita di ogni giorno. Piante sentinella che monitorano la qualità dell'aria, spettacolari installazioni, come ad esempio i muri verdi che "arredano" alcune città d'Italia, che diventano vere e proprie attrazioni e fanno da volano al turismo, o ancora specie che servono per produrre bioplastiche o biopolimeri. E tanto è vario l'impiego delle piante sulla Terra tanto sono necessarie nello spazio, per garantire nei lunghi viaggi cibo e ossigeno sufficienti a sopravvivere. "La capacità adattive delle specie vegetali nello spazio – ha spiegato Marco Vukich – sono incredibili: le piante crescono, i semi germinano con la differenza che, rispetto alla terra, in microgravità la radice si avvolge "a palla" intorno al fusto". Insomma, una vera e propria forza della natura. Che poi significa anche energia. "Con un ettaro di terra coltivato a girasoli – ha detto Marco Mazzoncini - una normale utilitaria può percorrere sino a 10.000 km l'anno e un ettaro di terra coltivato biomassa può soddisfare i bisogni di elettricità una famiglia media per tre anni".

Certo, non sono tutte "rose e fiori", nel senso che i processi di produzione devono essere sostenibili e non costare in termini energetici più di quanto producono. Ma lo stupore e il fascino delle piante vanno anche oltre, perché, come ribadiscono un po' tutti i relatori, anche se non fossero utili, le piante sono comunque belle e il loro incanto parte da molto lontano, da quell'Eden che diventerà poi l'archetipo di tutti i giardini dei principi e dei re. Luoghi nati per stupire e meravigliare con specie rare ed esotiche dove la natura diventa anche arte. "Nella Primavera del Botticelli le piante hanno tutte un loro significato simbolico - ha spiegato Federico Tognoni del Museo Galileo – ed è con Leonardo da Vinci che comincia a nascere la rappresentazione 'scientifica' delle piante". Un rapporto quello fra arte e natura che si arricchisce e si complica se poi nell'intreccio entra anche la psichiatria. "Il modo in cui molti artisti rappresentano la natura – ha raccontato Alessandro Lenzi – è collegato anche alla loro salute mentale. Munch ad esempio associava le piante con lo star bene, in tutte le versioni dell'Urlo la natura è sempre assente. Un altro caso è quello di van Gogh che all'inizio della sua carriera è un bravo impressionista, ma dal 1888, dopo i primi segni di pazzia, il suo modo di dipingere cambia completamente e poco prima di morire suicida i suoi quadri diventano quasi astratti, la natura si perde del tutto".

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