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L’Università di Pisa entra nell’era GARR-T. Da questa mattina, infatti, il Green Data Center di San Piero a Grado è collegato con un secondo nodo (PoP) alla rete nazionale a banda ultra-larga di nuova generazione, dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca. La connessione internet della rete di Ateneo passa così da 10 a 100 gigabit. Un salto di qualità di cui beneficerà tutta la comunità scientifica pisana, ma anche buona parte del territorio della Toscana di Nord-Ovest.

“Con questo secondo PoP la potenza di calcolo scientifico del nostro Green Data Center cresce enormemente, consolidando il suo ruolo di asset strategico per le attività di ricerca del nostro ateneo - spiega Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo - A beneficiare di questo potenziamento non sarà, però, solo l’Università di Pisa, ma l’intero sistema pisano della ricerca, oltre alla rete civica cittadina e alle tantissime scuole che oggi sono collegate alla nostra fibra ottica”.

“Da oggi, l’infrastruttura territoriale dell’Ateneo, con oltre 9.000 km di fibra ottica e una banda utilizzabile di 200 Gigabit/secondo, potrà finalmente sfruttare appieno le sue potenzialità - spiega Stefano Suin, dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali dell’Università di Pisa – Questo ci consentirà di valorizzare anche le risorse che vi sono ospitate, prime fra tutte il Green Data Center dell’Ateneo, fra i principali datacenter italiani nel panorama delle Pubbliche amministrazioni e uno dei pochissimi classificato «A» da AgID”.

 

mappa rete pisa

Come si estende la rete universitaria nella città di Pisa

 

“Quello che da tempo stiamo cercando di sviluppare è un vero e proprio ‘modello UniPi’ di transizione digitale, in cui il nostro ateneo mette a disposizione del territorio le sue infrastrutture e le sue forti competenze nel campo dell’ICT – conclude Giuseppe Anastasi, delegato del rettore per la transizione digitale – Adesso speriamo di poter ampliare ancora di più il network già esistente, così da accelerare la trasformazione digitale della Toscana di Nord-Ovest”.

Oltre ai 250 edifici dell’Università di Pisa sono collegati alla rete di ateneo anche le sedi pisane del CNR, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia (INGV); la Scuola Superiore Sant'Anna, la Scuola Normale Superiore, la Stella Maris e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Per non parlare del Centro Onde Gravitazionali “Virgo” di Cascina e dell’Accademia Navale di Livorno.

Attraverso accordi e convenzioni, inoltre, l’infrastruttura dell’Ateneo serve ormai da tempo anche l’intera rete civica pisana e collega le scuole di ogni ordine e grado di Pisa e Livorno.

È stata inaugurata a Pisa la residenza universitaria dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio in località San Cataldo alla presenza del presidente del DSU Toscana Marco Del Medico, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell'assessora regionale all'università e alla ricerca Alessandra Nardini. Una struttura molto attesa che permetterà di incrementare l’offerta del patrimonio residenziale pubblico destinato agli universitari aventi diritto che hanno scelto di iscriversi all’Ateneo di Pisa. Presenti alla cerimonia anche il rettore dell'Università di Pisa Riccardo Zucchi e il sindaco Michele Conti.

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L’edificio situato in via Paolo Semeraro dispone di 140 camere, suddivise tra 102 camere doppie e 38 camere singole, per un totale di 242 posti letto. Tra questi 9 sono stati allestiti per alloggiare studenti disabiliI posti letto DSU della sede di Pisa da assegnare per l’anno accademico 22/23 previsti nel bando di concorso sono 1291 e con l’aggiunta di quelli della nuova struttura di San Cataldo diventeranno 1533 implementando sensibilmente l'offerta abitativa studentesca.

All’interno dell’edificio, oltre agli alloggi, sono stati previsti un’aula per conferenze e proiezioni utilizzabile anche da utenza esterna e altri spazi comuni destinati ad aule studio, un’ampia zona lavanderia, un deposito per le biciclette e altri vani di servizio e deposito. Ogni piano della residenza è dotato di uno spazio cucina ad uso comune e all’esterno è presente ampio parcheggio. Il complesso è servito da un sistema stradale composto da due strade pubbliche e da una strada di piano con i relativi percorsi pedonali. Ciò consentirà una grande accessibilità pedonale da ogni lato del complesso oltre a permettere, anche la dislocazione di un adeguato numero di posti auto sulla strada di comparto.

È stata posta grande attenzione alla qualità architettonica e all’efficientamento energetico al fine di ottenere la certificazione dall’Ente certificatore autonomo “Casa Clima” in classe Gold, in considerazione della presenza di fonti rinnovabili di approvvigionamento basati su pannelli fotovoltaici e solari/termici. La stessa attenzione è stata posta nella scelta degli infissi che garantiscono il miglior isolamento termico e la minima dispersione e nei dispositivi per l’erogazione di acqua ed energia elettrica per il contenimento dei consumi.

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Il CdA dell'Azienda Regionale DSU di Pisa firmò nel 2003 un accordo con il Demanio per la concessione perpetua in uso gratuito del terreno con l'intenzione di costruirvi una nuova residenza universitaria. L'iniziativa venne ripresa successivamente dal CdA dell'Azienda unica regionale DSU della Toscana ad inizio 2011 in concomitanza con l'uscita del nuovo bando Legge 338/2000 inerente interventi per alloggi e residenze per studenti universitari al quale l'Azienda partecipò presentando un progetto definitivo predisposto da professionisti interni ed esterni da sviluppare sulla stessa porzione di terreno. La domanda venne accolta nel 2012 dal Ministero dell'Università e della Ricerca che concesse il cofinanziamento del 50% dell’intervento. Nel 2014, a seguito di espletamento di procedura di gara ad evidenza pubblica, è stato individuato il soggetto esecutore dell'opera tramite affidamento di appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione della struttura, nella ditta Edificanda srl di Latina. I lavori di costruzione sono iniziati nel 2016 e, nonostante lo stop per circa 18 mesi a causa di problematiche amministrative/burocratiche nonché quelli dovuti all’emergenza sanitaria durante la pandemia, si è proceduto a terminare i lavori. Il costo complessivo dell’intervento è di € 14.100.000,00 comprensivo di IVA, oltre € 1.121.000,00 per gli arredamenti e le opere di cablaggio/collegamenti rete e telefonia e viene sostenuto in parte dal contributo del bando MIUR ed in parte da risorse Regionali e risorse DSU.

“Con il completamento e l'apertura della residenza San Cataldo particolarmente attesa a Pisa - sottolinea il presidente del DSU Toscana Marco Del Medico – il patrimonio residenziale pubblico complessivo del DSU diventerà di 4891 alloggi riservati ad universitari in tutta la regione, consolidando a livello nazionale l’Ente della Toscana una fra le realtà più virtuose per il numero, la distribuzione, la qualità di servizi resi. In un momento in cui le garanzie sociali per i più deboli vengono costantemente ridotte continua l’impegno assunto all’inizio del mandato da questa amministrazione dell'Azienda di ampliare gli interventi per il diritto allo studio e rendere fruibile una struttura in un territorio come quello pisano dove è particolarmente pressante la richiesta abitativa da parte degli universitari fuori sede economicamente svantaggiati”.
(Fonte Ufficio stampa DSU Toscana).

 

Sono 124 i progetti finanziati dall’Unione Europea con il bando MSCA4Ukraine (Marie- Skłodowska Curie Actions for Ukraine) che permetterà a ricercatori e ricercatrici ucraini di continuare il loro lavoro presso università ed enti di ricerca in 21 paesi europei. Cinque di questi progetti saranno svolti in Italia e ben due saranno ospitati dall’Università di Pisa, uno presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e l’altro presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.

Il programma MSCA4Ukraine nasce nell’ambito della risposta dell’Unione Europea all’invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa con l’obiettivo di fornire sostegno a ricercatori ucraini sfollati e consentire loro di continuare a lavorare presso organizzazioni accademiche e non accademiche negli Stati membri dell’UE e nei paesi associati a Orizzonte Europa, mantenendo i loro legami con le comunità di ricerca e innovazione in Ucraina. Il programma ha anche l’obiettivo di facilitare il reinserimento dei ricercatori nel loro paese in caso, dopo il periodo del finanziamento, siano soddisfatte le condizioni per un rientro sicuro, al fine di prevenire la fuga permanente dei cervelli e contribuire a rafforzare il settore universitario e della ricerca ucraino e la collaborazione e lo scambio con la comunità di ricerca internazionale.

“Tra le sfide globali con cui si deve confrontare oggi la nostra università, quella più drammatica di tutte è la guerra – commenta il rettore Riccardo Zucchi – La risposta che fin dall’inizio abbiamo dato come Ateneo all’emergenza generata dal conflitto in Ucraina è in linea con quella adottata dalle università degli altri paesi dell’Unione Europea: dare la possibilità a studenti, docenti e ricercatori ucraini di continuare i loro studi e le loro attività di ricerca nelle nostre aule e nei nostri laboratori è l’azione più concreta che possiamo mettere in campo come comunità accademica per aiutare una popolazione colpita dalla guerra. Il programma MSCA4Ukraine nasce proprio con questo intento e come Università di Pisa siamo onorati di poter ospitare due dei cinque ricercatori che arriveranno in Italia”.

Il progetto presso Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale durerà 12 mesi e verrà svolto da uno studente di dottorato dell’Istituto di Chimica Organica della National Academy of Sciences dell’Ucraina, con sede a Kyiv. Lo studente avrà come tutor il professor Gaetano Angelici e svolgerà un progetto di ricerca dal titolo “Sintesi di eterocicli funzionalizzabili per lo studio di nuovi coniugati peptidomimetici per applicazioni biomediche. “Sono innanzitutto grato alle istituzioni europee per aver creato uno strumento così importante per la salvaguardia di giovani ricercatori e ricercatrici in paesi a rischio – commenta il professor Angelici – Un sentito ringraziamento ai colleghi professori Fabio Bellina e Marco Lessi, per la loro collaborazione in questo progetto scientifico su nuove molecole mimetiche di composti naturali, ad attività antitumorale selettiva. Inoltre un ringraziamento speciale va a tutto il personale tecnico-amministrativo di Ateneo e del nostro Dipartimento, che nonostante i tempi strettissimi si è impegnato al massimo, conscio dell’importante contributo sociale della nostra istituzione, nell’attuale drammatico scenario internazionale”.

Il progetto presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale durerà 24 mesi e verrà svolto da un ricercatore dell’Istituto di Geochimica Ambientale della National Academy of Sciences dell’Ucraina, con sede a Kyiv. Il ricercatore avrà come tutor la professoressa Rosa Lo Frano e svolgerà un progetto dal titolo “Valutazione dell'accumulo, della contaminazione e della migrazione del trizio in impianti nucleari in calcestruzzo”. “Sono molto soddisfatta del prestigioso risultato che il nostro Ateneo è riuscito a conseguire perché potrà permettere sia al collega ucraino di continuare il suo lavoro di ricerca presso il DICI dell’Università di Pisa, che al nostro Ateneo di consolidare e rafforzare la cooperazione e le relazioni internazionali, e promuovere le attività di ricerca (premiali) che svolgiamo con passione e dedizione – commenta la professoressa Lo Frano – In particolare, il progetto ha carattere interdisciplinare e multidisciplinare con competenze che spaziano dall’ingegneria nucleare e meccanica alla bio-geochimica, dalla sperimentazione alla modellazione numerica. I risultati della ricerca permetteranno di sviluppare nuovi e innovativi metodi di “environmental remediation” aventi importanti ricadute anche in ambito industriale. Vorrei infine sottolineare l’importanza della curiosità scientifica che ci ha guidato e permesso di concretizzare quelle che in origine sembravano soltanto nuove idee”.

Contribuire a una intelligenza artificiale sostenibile e progettare reti neurali artificiali a basso impatto energetico è l’obiettivo di uno studio recentemente pubblicato su Nature Machine Intelligence, prestigiosa rivista del gruppo Nature. Claudio Gallicchio (foto) del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa è l’unico italiano che ha partecipato alla ricerca insieme ad un team di studiosi delle più importanti università cinesi e di Hong Kong.

“In questo studio – spiega Claudio Gallicchio – abbiamo dimostrato come sia possibile progettare reti neurali artificiali che possano essere addestrate ed eseguite su sistemi hardware non-convenzionali, ottenendo risultati predittivi comparabili con quelli ottenibili con le unità di elaborazione grafica (GPU) e al tempo stesso riducendo il consumo energetico fino a oltre 40 volte”.

La ricerca ha riguardato nello specifico la progettazione congiunta hardware-software di reti neurali artificiali per grafi, una classe di metodologie informatiche all’avanguardia, utili a risolvere problemi in domini complessi come l’analisi delle reti sociali e la scoperta di nuovi farmaci.


“Da un punto di vista informatico – sottolinea Claudio Gallicchio - gli algoritmi proposti sfruttano una tecnica basata sulla teoria dei sistemi dinamici neurali, nota come Reservoir Computing, per ridurre al minimo la richiesta di calcolo degli algoritmi di addestramento. Da un punto di vista fisico, le reti neurali vengono implementate in random resistive memory arrays, nanodispositivi neuromorfici caratterizzati da un’elevatissima efficienza energetica”.

I risultati conseguiti sono stati possibili grazie ad una collaborazione interdisciplinare che ha mostrato i vantaggi della realizzazione di algoritmi di apprendimento automatico in hardware neuromorfico, indicando così una direzione promettente per i sistemi di Intelligenza Artificiale di prossima generazione.

fotografia di Claudio GallicchioContribuire a una intelligenza artificiale sostenibile e progettare reti neurali artificiali a basso impatto energetico è l’obiettivo di uno studio recentemente pubblicato su Nature Machine Intelligence, prestigiosa rivista del gruppo Nature. Claudio Gallicchio (foto) del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa è l’unico italiano che ha partecipato alla ricerca insieme ad un team di studiosi delle più importanti università cinesi e di Hong Kong.

“In questo studio – spiega Claudio Gallicchio – abbiamo dimostrato come sia possibile progettare reti neurali artificiali che possano essere addestrate ed eseguite su sistemi hardware non-convenzionali, ottenendo risultati predittivi comparabili con quelli ottenibili con le unità di elaborazione grafica (GPU) e al tempo stesso riducendo il consumo energetico fino a oltre 40 volte”.

La ricerca ha riguardato nello specifico la progettazione congiunta hardware-software di reti neurali artificiali per grafi, una classe di metodologie informatiche all’avanguardia, utili a risolvere problemi in domini complessi come l’analisi delle reti sociali e la scoperta di nuovi farmaci.


“Da un punto di vista informatico – sottolinea Claudio Gallicchio - gli algoritmi proposti sfruttano una tecnica basata sulla teoria dei sistemi dinamici neurali, nota come Reservoir Computing, per ridurre al minimo la richiesta di calcolo degli algoritmi di addestramento. Da un punto di vista fisico, le reti neurali vengono implementate in random resistive memory arrays, nanodispositivi neuromorfici caratterizzati da un’elevatissima efficienza energetica”.

I risultati conseguiti sono stati possibili grazie ad una collaborazione interdisciplinare che ha mostrato i vantaggi della realizzazione di algoritmi di apprendimento automatico in hardware neuromorfico, indicando così una direzione promettente per i sistemi di Intelligenza Artificiale di prossima generazione.

msca4Sono 124 i progetti finanziati dall’Unione Europea con il bando MSCA4Ukraine (Marie- Skłodowska Curie Actions for Ukraine) che permetterà a ricercatori e ricercatrici ucraini di continuare il loro lavoro presso università ed enti di ricerca in 21 paesi europei. Cinque di questi progetti saranno svolti in Italia e ben due saranno ospitati dall’Università di Pisa, uno presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e l’altro presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.

Il programma MSCA4Ukraine nasce nell’ambito della risposta dell’Unione Europea all’invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa con l’obiettivo di fornire sostegno a ricercatori ucraini sfollati e consentire loro di continuare a lavorare presso organizzazioni accademiche e non accademiche negli Stati membri dell’UE e nei paesi associati a Orizzonte Europa, mantenendo i loro legami con le comunità di ricerca e innovazione in Ucraina. Il programma ha anche l’obiettivo di facilitare il reinserimento dei ricercatori nel loro paese in caso, dopo il periodo del finanziamento, siano soddisfatte le condizioni per un rientro sicuro, al fine di prevenire la fuga permanente dei cervelli e contribuire a rafforzare il settore universitario e della ricerca ucraino e la collaborazione e lo scambio con la comunità di ricerca internazionale.

“Tra le sfide globali con cui si deve confrontare oggi la nostra università, quella più drammatica di tutte è la guerra – commenta il rettore Riccardo Zucchi – La risposta che fin dall’inizio abbiamo dato come Ateneo all’emergenza generata dal conflitto in Ucraina è in linea con quella adottata dalle università degli altri paesi dell’Unione Europea: dare la possibilità a studenti, docenti e ricercatori ucraini di continuare i loro studi e le loro attività di ricerca nelle nostre aule e nei nostri laboratori è l’azione più concreta che possiamo mettere in campo come comunità accademica per aiutare una popolazione colpita dalla guerra. Il programma MSCA4Ukraine nasce proprio con questo intento e come Università di Pisa siamo onorati di poter ospitare due dei cinque ricercatori che arriveranno in Italia”.

Il progetto presso Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale durerà 12 mesi e verrà svolto da uno studente di dottorato dell’Istituto di Chimica Organica della National Academy of Sciences dell’Ucraina, con sede a Kyiv. Lo studente avrà come tutor il professor Gaetano Angelici e svolgerà un progetto di ricerca dal titolo “Sintesi di eterocicli funzionalizzabili per lo studio di nuovi coniugati peptidomimetici per applicazioni biomediche. “Sono innanzitutto grato alle istituzioni europee per aver creato uno strumento così importante per la salvaguardia di giovani ricercatori e ricercatrici in paesi a rischio – commenta il professor Angelici – Un sentito ringraziamento ai colleghi professori Fabio Bellina e Marco Lessi, per la loro collaborazione in questo progetto scientifico su nuove molecole mimetiche di composti naturali, ad attività antitumorale selettiva. Inoltre un ringraziamento speciale va a tutto il personale tecnico-amministrativo di Ateneo e del nostro Dipartimento, che nonostante i tempi strettissimi si è impegnato al massimo, conscio dell’importante contributo sociale della nostra istituzione, nell’attuale drammatico scenario internazionale”.

Il progetto presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale durerà 24 mesi e verrà svolto da un ricercatore dell’Istituto di Geochimica Ambientale della National Academy of Sciences dell’Ucraina, con sede a Kyiv. Il ricercatore avrà come tutor la professoressa Rosa Lo Frano e svolgerà un progetto dal titolo “Valutazione dell'accumulo, della contaminazione e della migrazione del trizio in impianti nucleari in calcestruzzo”. “Sono molto soddisfatta del prestigioso risultato che il nostro Ateneo è riuscito a conseguire perché potrà permettere sia al collega ucraino di continuare il suo lavoro di ricerca presso il DICI dell’Università di Pisa, che al nostro Ateneo di consolidare e rafforzare la cooperazione e le relazioni internazionali, e promuovere le attività di ricerca (premiali) che svolgiamo con passione e dedizione – commenta la professoressa Lo Frano – In particolare, il progetto ha carattere interdisciplinare e multidisciplinare con competenze che spaziano dall’ingegneria nucleare e meccanica alla bio-geochimica, dalla sperimentazione alla modellazione numerica. I risultati della ricerca permetteranno di sviluppare nuovi e innovativi metodi di “environmental remediation” aventi importanti ricadute anche in ambito industriale. Vorrei infine sottolineare l’importanza della curiosità scientifica che ci ha guidato e permesso di concretizzare quelle che in origine sembravano soltanto nuove idee”.

“Espressione letteraria e artistica” è il titolo del terzo volume della collana "Progetti di vita. Storie di studenti con disabilità", che è stato presentato venerdì 3 marzo al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi. Curata dall’Ufficio servizi per l’inclusione di studenti con disabilità (USID) dell’Università di Pisa, in collaborazione con il Polo comunicazione del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC), la collana è pubblicata on line dalla Pisa University Press sulla piattaforma open access https://progettidivita.unipi.it/.

Alla presentazione, a cui hanno partecipato alcuni studenti del liceo “Carducci” di Pisa, sono intervenuti i direttori della collana, Sandra Lischi e Luca Fanucci, che è anche delegato per l'Inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA; l’ex rettore Paolo Maria Mancarella, che per anni si è occupato del tema sia come delegato dell’Ateneo pisano che come presidente della Conferenza nazionale universitaria dei delegati disabilità (CNUDD); il direttore del Museo della Grafica, Alessandro Tosi; i protagonisti del volume: Luca Casapieri, Giacomo De Nuccio, Tommaso Fanucci e Luca Razzauti. A moderare il dibattito ha provveduto la curatrice del volume, Francesca Corradi. I saluti istituzionali sono stati portati dalla prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, Enza Pellecchia, e dall’assessore comunale con delega alla Disabilità, Sandra Munno.

Il numero presenta dunque quattro testimonianze che attestano passioni personali, a volte intrecciate con l’esperienza universitaria, nel campo della cultura e dell’espressione artistica. Così Giacomo De Nuccio racconta della passione per la poesia e Luca Razzauti della vocazione alla scrittura, già concretizzatasi in un libro. Tommaso Fanucci ripercorre l’esperienza in quella che potremmo chiamare “didattica dell’arte”, da lui ideata in occasione di uno stage universitario in una mostra di arte contemporanea e poi diventata argomento della tesi di laurea. Luca Casapieri si dedica da tempo a una forma di arte figurativa che intreccia fotografia e pittura digitale.

Sono attività che si legano al raggiungimento di possibilità effettive, anche con l’aiuto di specifiche tecnologie, e che danno esiti di grande intensità espressiva: “un singolare e significativo connubio - scrive la curatrice Francesca Corradi nell’Introduzione - fra esperienza di disabilità e realizzazione dei propri talenti e delle proprie aspirazioni attraverso l’espressione letteraria e artistica.” E poco dopo: “Luca, Giacomo, Luca e Tommaso rappresentano la magia di cui sono capaci l’espressione letteraria e artistica in tutte le sue rappresentazioni: parole, colori, suoni, movimenti, forme. Nel momento in cui si crea un’espressione, si crea un’emozione. Ed è quello che i nostri protagonisti ci regalano in queste pagine.”

Aperto dal saluto del rettore Riccardo Zucchi, il volume si chiude, come di consueto, con la riflessione affidata a uno degli esperti del Comitato scientifico, in questo caso la professoressa Sandra Lischi. “Le arti sembrano offrire - ricorda la professoressa Lischi, già ordinaria di Cinema, televisione e fotografia - una strada alla libera disposizione di sé (una libertà difficile per chiunque e ben più difficile in situazioni come quelle di cui ci stiamo occupando): e questo anche grazie alla possibilità che offrono di uscire dalle gabbie definitorie, di trovare una espressione di identità che non sia racchiusa nell’etichetta limitante della disabilità o dell’handicap”.

Dopo i primi due volumi, dedicati alle esperienze durante il periodo della pandemia e al rapporto tra università e mondo del lavoro, questo terzo numero conferma il tratto distintivo del progetto editoriale: la narrazione in prima persona da parte di studentesse e studenti con disabilità dell’ateneo pisano, accompagnata spesso da immagini. I racconti, di grande efficacia, mettono in luce gli ostacoli di ogni tipo, ma anche la determinazione, la volontà, la forza di queste persone, che sanno descriversi, a tratti, con una dose di leggerezza e autoironia, pur senza sottovalutare le difficoltà. Ne risultano illuminanti ritratti del mondo scolastico, del sostegno delle famiglie, degli ausili tecnologici e del supporto universitario; luci e ombre di un percorso che ha incontrato non pochi impedimenti e la cui narrazione ci aiuta a comprendere meglio e a mettere in atto nuovi comportamenti e modalità efficaci di sostegno e inclusione. Soprattutto, si tratta di vere e proprie “lezioni di vita”, formative per tutti.

Venerdì, 03 Marzo 2023 09:48

Contamination Lab (PHD+ e CYB+)

Il Contamination Lab Pisa è una community in cui i CLabber collaborano con docenti e mentor di estrazione accademica ed aziendale, nazionale ed internazionale per esplorare e validare modelli di business.

IL CLab, grazie ai suoi percorsi seminariali, hackathon, challenge e collaborazioni con i comitati etici dell’Ateno e realtà progettuali internazionali, sta definendo, al proprio interno ed in termini di imprenditorialità accademica un nuovo approccio all’innovazione e un nuovo processo per lo sviluppo di prodotti o servizi che siano al contempo in grado di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico e ciò in considerazione dell’impatto dell’attività economica privata sul tessuto sociale e nel costruire modelli e nuove rappresentazioni.

Leggi di più sul sito: http://contaminationlab.unipi.it/ 

Il 19 marzo il Club Alpino Italiano organizza una gita speleologica al Tanone di Torano, riservata agli studenti Unipi.

Nota sin dal 1800, la grotta si apre proprio sotto il paesino di Torano (Carrara). Al suo interno gli ambienti sono molto variegati: la nuda roccia è finemente decorata da concrezioni che fanno costantemente da filo conduttore tra ambienti sabbiosi e ambienti più acquatici. La grotta non prensenta particolari difficoltà tecniche e ben si presta anche a chi non ha nessuna esperienza speleologica.

Vai al sito del CAI per i dettagli e il form di iscrizione

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