Otto studenti dell’Università di Pisa a Bruxelles per il primo Model United Nations (MUN) di Circle U.
Sono otto gli studenti dell’Università di Pisa che hanno preso parte a Bruxelles al primo Model United Nations (MUN) promosso da Circle U., l’Alleanza universitaria che riunisce gli atenei di Aarhus, Belgrado, Berlino, Louvain, Oslo, Paris Cité, Pisa, Vienna e King’s College di Londra. La delegazione pisana, formata da Monia Mannucci, Francesca Rosa, Aurora Matteo, Giulia Nardini, Lidia Trombello, Fabiana Marà, Agata Merian Bernacca e Leonardo Baldacci, ha partecipato a una simulazione delle Nazioni Unite sul tema “Educazione sostenibile - pensare e creare il futuro dell'istruzione superiore”. Insieme ai circa 80 partecipanti arrivati da tutta Europa, hanno assunto il ruolo di delegati e delegate dell'ONU, rappresentando gli Stati Membri assegnati, discutendo, dibattendo e cercando di risolvere alcuni dei problemi più urgenti del mondo.
“Partecipare a un Model United Nations è stata un’esperienza estremamente preziosa e formativa, resa ancor più speciale grazie alla cornice unica di Bruxelles, città sede di importanti istituzioni dell'Unione Europea e dunque luogo ideale per discutere di politica internazionale – hanno raccontato al loro rientro – Potersi immedesimare nel ruolo di diplomatici è stata l’occasione perfetta per poter migliorare le proprie competenze relazionali e di negoziazione, acquisendo una maggiore consapevolezza delle complessità dei processi decisionali a livello internazionale”.
Durante i quattro giorni di lavori, i delegati e le delegate hanno avuto l’opportunità di discutere soluzioni efficaci e funzionali relative alla diffusione in scala globale dell’istruzione sostenibile. Ognuno di loro faceva parte di un Comitato (UNESCO, UNEP, WHO, Consiglio di Sicurezza, Consiglio europeo), all’interno del quale hanno avuto modo di fare da portavoce per gli interessi del Paese rappresentato, trattando sotto-argomenti specifici per ciascun settore. “Lavorare insieme a studenti provenienti da tutta Europa ci ha fornito anche l'occasione di arricchire il nostro bagaglio culturale, migliorare le competenze linguistiche e stringere una rete di contatti per esperienze future – concludono - Ringraziamo il comitato organizzativo del Circle U. MUN per aver reso possibile questo evento, nonché tutti i delegati provenienti dai diversi atenei dell’alleanza Circle U.”.
La notizia completa con il racconto dei delegati a questo link.
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Didascalie foto:
Foto 1: Il gruppo di delegati e delegate di Unipi, da sinistra: Francesca Rosa, Agata Merian Bernacca, Lidia Trombello, Aurora Matteo, Monia Mannucci, Fabiana Marà, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini.
Foto 2: Il gruppo di delegati e delegate di Unipi sullo sfondo di Bruxelles, da sinistra Lidia Trombello, Francesca Rosa, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini, Aurora Matteo, Agata Merian Bernacca, Monia Mannucci, Fabiana Marà.
Foto 3: Foto di gruppo di alcune delegazioni internazionali
Il rapporto tra imprese e diritti umani nella visione della professoressa Andrea Shemberg
Il rapporto tra imprese e diritti umani, come viene esplicitato nei Principi Guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani, sarà il tema al centro dell’incontro che si terrà giovedì 13 aprile, alle ore 14, al Polo didattico delle Piagge. Relatrice è la professoressa Andrea Shemberg, presidente del Global Business Initiative on Human Rights (GBI) ed esperta di rilievo internazionale su questi argomenti, da anni impegnata a seguire i percorsi delle imprese nell’implementazione dei Principi Guida delle Nazioni Unite.
Il suo seminario, dal titolo “Facilitating firms to implement the UN Guiding Principles on Business and Human Rights: Views from practice”, fa parte della serie “Talks on rebalancing democracy and capitalism” (“Colloqui sul riequilibrio tra democrazia e capitalismo”), organizzata dalla professoressa Elisa Giuliani, direttrice del Responsible Management Research Center (REMARC) e docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, in qualità di coordinatrice del progetto Horizon Europe REBALANCE.
I Principi Guida delle Nazioni Unite, adottati nel 2011 e diventati lo standard di riferimento globale in relazione al rapporto tra imprese e diritti umani, sanciscono la responsabilità delle imprese nel rispetto dei diritti umani. Per adempiere a questo dovere, le imprese sono chiamate a dotarsi tanto di politiche quanto di processi adeguati, tra cui fare uso di due diligence per identificare, prevenire e mitigare i propri impatti negativi e per rendere conto di come tali impatti vengono affrontati.
Ma cosa significa esattamente due diligence sui diritti umani? Sebbene il principio operativo di due diligence sia familiare alle imprese come strumento di gestione del rischio, soprattutto di natura finanziaria, un recente studio della Commissione Europea ha rilevato che all’interno dell’Unione Europea solo un’impresa su tre attualmente effettua una due diligence che tiene conto degli impatti sociali e sull’ambiente causati dalle operazioni aziendali.
Nel 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta di una direttiva sulla due diligence d'impresa in materia di sostenibilità, la Corporate Sustainability Due Diligence, che mira a promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile lungo le catene del valore globali, e sulla base della quale le imprese saranno tenute a identificare e, ove necessario, prevenire, porre fine o mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani, come il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori, e sull'ambiente. Per le imprese queste nuove norme porteranno certezza del diritto e parità di condizioni. Per i consumatori e gli investitori forniranno maggiore trasparenza.
Durante il seminario, Andrea Shemberg illustrerà l’approccio peer-learning tra imprese portato avanti da GBI. Questo approccio cattura bene l’ambizione del professor John Ruggie, il principale artefice dei Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, di fare della due diligence uno strumento di apprendimento continuo e continuativo per le imprese e, per questo, dai contenuti in continua evoluzione. Nell’ambito del lavoro della professoressa Shemberg, per esempio, l’attenzione tanto ai processi normativi in corso, quanto all’attualità e ai cambiamenti nelle operazioni delle imprese ha condotto recentemente a focalizzarsi su un’area nuova: i processi di due diligence lungo l’intera catena del valore, piuttosto che esclusivamente nella catena di approvvigionamento.
“Concretamente – dice la professoressa Elisa Giuliani - ciò significa interessarsi al rischio in materia di diritti umani legato alla vendita di servizi e prodotti: basti pensare, per esempio, alla vendita di tecnologie digitali usate per fini lesivi delle libertà individuali. Su questi temi, l’approccio di peer learning consente di oltrepassare il problema della opacità delle pratiche delle imprese, nonché della competizione tra esse rispetto alla divulgazione di processi interni e rischi con potenziali impatti in termini reputazionali”.
Andrea Shemberg condividerà la sua esperienza concreta in questo ambito, accennando anche alle difficoltà poste dalle molteplici crisi degli ultimi anni – dalla pandemia alla guerra in Ucraina, alla emergenza climatica. Il seminario offrirà l’occasione di riflettere su come investire in due diligence sui diritti umani e ambientali risponda non soltanto a un dovere etico e giuridico delle imprese, ma anche ad una scelta strategica volta a garantire competitività e sostenibilità nel lungo termine.
Il seminario sarà in lingua inglese e sarà possibile seguirlo anche online. Maggiori informazioni sono disponibili alla pagina: https://rebalanceproject.org/events/facilitating-firms-to-implement-the-un-guiding-principles/
Nuova vita al Palazzo Vitelli, sede amministrativa dell’Università di Pisa
Concluso l’intervento di consolidamento e adeguamento della copertura e di restauro delle facciate di Palazzo Vitelli, centro nevralgico e sede amministrativa dell’Università di Pisa, che da gennaio è tornato al suo antico splendore.
I lavori, diretti dall’Architetto Carla Caldani, si sono svolti sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Pisa, nel pieno rispetto del bene architettonico, privilegiando il recupero e riutilizzo degli elementi originali e, laddove non possibile, con la sostituzione e integrazione con materiali di nuova fattura, compatibili comunque con il manufatto storico.
La storia del Palazzo - Insieme al Palazzo Alla Giornata – sede del rettorato – Palazzo Vitelli domina il lungarno Pacinotti, sulle rive di Tramontana dell’Arno. Come molti dei palazzi affacciati sul fiume, è il risultato dell’accorpamento e del parziale abbattimento di una serie di case-torri medievali, i cui resti sono ancora parzialmente visibili nel cortile interno.
Eretto tra il XVI e XVII secolo per volere di Vitellozzo Vitelli, l’edificio fu proprietà della Casa Reale e, prima ancora, dei Granduchi di Toscana; in questo periodo, essendo l’edificio posto nelle immediate vicinanze del palazzo reale, fu destinato ad accogliere gli illustri ospiti del Granduca, come la principessa Maria di Francia, figlia del re Luigi Filippo, ospitata qui appunto da Leopoldo II.
Il restauro – Realizzato grazie al contributo della Fondazione Pisa, l’intervento di ristrutturazione ha permesso il completo rinnovamento sia degli elementi esteriori, quali facciate, elementi lapidei e copertura, sia di quelli funzionali, come infissi, serramenti e linee vita che, a distanza di cinquant’anni dal precedente restauro, realizzato nel 1973, presentavano evidenti segni di invecchiamento e deterioramento.
Nel dettaglio, i lavori del tetto hanno comportato la rimozione della copertura e la posa di pannelli in grado di garantire la calpestabilità, condizione primaria per l’installazione delle linee vita (mediante sistema a basso impatto visivo) e una maggior coibentazione, senza sovraccarico sulle strutture esistenti. Al centro della falda che affaccia su Lungarno sono stati sostituiti e motorizzati tre grandi lucernari che illuminano l’ampio atrio e il vano scala sottostante; l’adeguamento del tetto è stato completato con la revisione degli sbalzi di gronda dei vari corpi di fabbrica (taluni in cemento armato, altri in struttura lignea e laterizio).
Le facciate hanno costituito il secondo step di intervento, con la completa rimozione dell’intonaco della facciata principale (a base cementizia) con successivo lavaggio mediante idrogetto; verifica statica della muratura e ricucitura con trattamento di lesioni e sconnessioni tra i conci costituenti la struttura verticale. È stato poi steso un nuovo arriccio ed intonaco a base di calce, con finitura finale mediante coloritura a base di grassello di calce.
Un importante intervento ha riguardato le cornici modanate delle finestre e dei portali d’ingresso, nonché i cornicioni e le balze costituenti le partizioni dei piani orizzontali della facciata, che sono state ricostruite mediante riprese cementizie e rifacimento con malte miscelate con calce e polvere di pietra serena. L’intervento è stato effettuato dalla Restauro Italia di Camaiore (LU).
Altro rilevante capitolo di intervento è stato quello sugli infissi, in parte restaurati, in parte sostituiti e dotati di vetri-camera basso emissivi per garantire l’isolamento termico (4/16/4) e la rispondenza alla normativa sul contenimento energetico. Sostituiti integralmente, con nuovi telai in alluminio con taglio termico, gli infissi dei locali al II e III piano - prospetto posteriore - e quelli del II piano del prospetto laterale, che si affacciano sul vicolo lato Rettorato. Restaurati, infinte, i tre grandi portoni d’ingresso al piano terra, opera eseguita con tecniche prettamente artigianali nelle forme e materiali identici agli originali.
“Il restauro di Palazzo Vitelli è stato reso possibile dal rilevante finanziamento della Fondazione Pisa, a cui va tutta la nostra gratitudine - ha commentato il geometra Filippo Scalsini dell’Università di Pisa, Responsabile del Procedimento – Ci tengo, però, anche a mettere in evidenza come la sua realizzazione sia il frutto di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto molti componenti della nostra comunità universitaria. Il restauro, infatti, ha visto impegnati, oltre al sottoscritto e all’architetto Carla Caldani, il geometra Stefano Patrizi, l’ingegner Elena Menchetti - che si è occupata dell’isolamento termico -, il perito industriale Mauro Fiori, che ha seguito gli interventi sugli impianti elettrici, e l’ingegner Andrea Paolicchi, incaricato del coordinamento per la sicurezza. Senza contare il personale dell’amministrazione centrale dell’Università di Pisa che ha pazientemente collaborato durante tutte le fasi di esecuzione dei lavori. A loro, e alla ditta esecutrice, la Casanova Next Srl di Viareggio, va il nostro più sentito riconoscimento”.
Al Museo di Calci inaugurata l'esposizione temporanea “Meraviglie mineralogiche della Toscana”
Una bella giornata di sole ha salutato l’inaugurazione della esposizione temporanea “Meraviglie mineralogiche della Toscana. L’acquisizione della collezione Da Costa”, svoltasi sabato 1° aprile 2023 presso la Certosa di Pisa a Calci (PI), sede del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. L’evento, realizzato dal Museo di Storia Naturale in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e l’Istituto di Geoscienze e Georisorse – CNR Pisa, ha visto una nutrita partecipazione di pubblico che ha esaurito tutti i posti disponibili nella Sala conferenze del Museo.
Con l’acquisizione di importanti reperti mineralogici della collezione raccolta da Angelo Da Costa nel corso di cinquant’anni di ricerche sul territorio, il Museo arricchisce il proprio patrimonio naturalistico e l’offerta culturale al pubblico. La nuova collezione integra l’esposizione di campioni della Galleria dei minerali “A. D’Achiardi”, dove i visitatori possono ammirare una selezione di minerali provenienti principalmente dalla Toscana, territorio verso il quale è rivolta l’attenzione della sezione di Mineralogia del Museo con il fine di conoscere, valorizzare e rendere fruibili le peculiarità mineralogiche regionali.
Come sottolineato durante la conferenza dalla referente delle collezioni mineralogiche, Daniela Mauro, l’incremento delle collezioni è una parte fondamentale della vita di un museo dinamico e moderno. Uno dei modi in cui i cittadini possono contribuire alla crescita del Museo stesso è rappresentato dalle donazioni. A tale proposito, in occasione dell’evento, è stata presentata anche la donazione di tre gemme che il piemontese Luciano Merlo Pich ha ricavato da un limpido cristallo di quarzo di Carrara donatogli tempo prima da Angelo Da Costa. Esse rappresentano un ulteriore elemento di interesse delle collezioni pisane.
Quarzo, pietra con taglio "pinwheel" da 71 carati. Taglio effettuato da Luciano Merlo Pich. Collezione Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa (n. catalogo 20062), foto A. Dini e M. Lorenzoni.
Conservazione, valorizzazione e fruizione delle collezioni sono solo alcuni degli obiettivi che il Museo si propone di perseguire. Eventi come quello di sabato scorso, durante il quale si musealizzano esemplari raccolti nel corso di importanti ricerche sul territorio e si dà valore al lavoro di un grande appassionato della mineralogia, possono anche rappresentare un momento di ispirazione per le future generazioni di naturalisti.
L’esposizione temporanea resterà visitabile sino al 31 maggio 2023.
Altezza: in città non si cresce più come una volta
Per i bambini il vantaggio di crescere nelle città sta diminuendo a livello globale. Negli ultimi vent’anni, infatti, la differenza di altezza tra bambini e adolescenti che vivono in città e i loro coetanei delle aree rurali si è ridotta notevolmente e anche gli indici di massa corporea (BMI) si sono ormai allineati.
Il dato emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature e basato sull’analisi dei parametri di altezza e indice di massa corporea (BMI) di 71 milioni di bambini e adolescenti dai 5 ai 19 anni (cioè in età scolare) nelle aree urbane e rurali di 200 paesi, dal 1990 al 2020. Allo studio hanno collaborato anche l’Università di Pisa e l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, con dati raccolti nelle indagini epidemiologiche longitudinali realizzate nell’area rurale del Delta del Po e nell’area urbana-suburbana di Pisa dall’Unità di Ricerca di Epidemiologia Ambientale Polmonare.
Condotta da un consorzio globale di oltre 1500 ricercatori e medici, coordinata dall’Imperial College di Londra, la ricerca mondiale mostra che, mentre nel ventesimo secolo i bambini e gli adolescenti che vivevano nelle città risultavano mediamente più alti dei loro coetanei rurali, negli ultimi venti anni questo “vantaggio” in altezza delle zone urbane si è ridotto nella maggior parte dei Paesi, a causa dell'accelerazione dei miglioramenti in altezza per bambini e adolescenti nelle aree rurali.
Allo stesso modo anche l’indice di massa corporea (BMI, indicatore del fatto che i soggetti analizzati abbiano un peso sano per la loro altezza) si è, nel tempo, equilibrato: nel 1990, in media, i bambini che vivevano nelle città avevano un BMI leggermente più alto rispetto ai bambini delle zone rurali; mentre entro il 2020, le medie del BMI sono aumentate nella maggior parte dei Paesi, mostrando un “recupero” da parte delle aree rurali.
“I risultati ottenuti dallo studio - spiegano il dottor Francesco Pistelli (membro del gruppo di autori dello studio NCD Risk Factor Collaboration) e la professoressa Laura Carrozzi del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica dell'Università di Pisa che hanno collaborato all’indagine - evidenziano come nel tempo (almeno fino ad ora) la maggior parte delle regioni e aree rurali a livello globale hanno raggiunto i livelli delle condizioni di vita delle città, in conseguenza dello sviluppo di più moderni servizi igienico-sanitari e dei miglioramenti nella nutrizione e nell'assistenza sanitaria. Fanno eccezione solo l'Africa subsahariana, dove le differenze si sono invece amplificate, e alcuni Paesi dell’America Latina”.
Eight students from the University of Pisa went to Brussels for the first Circle U. Model United Nations (MUN)
Eight students from the University of Pisa went to Brussels to take part in the first Model United Nations (MUN) promoted by Circle U., the University Alliance that brings together the universities of Aarhus, Belgrade, Berlin, Louvain, Oslo, Paris Cité, Pisa, Vienna and King’s College London. The Pisa group, formed by Monia Mannucci, Francesca Rosa, Aurora Matteo, Giulia Nardini, Lidia Trombello, Fabiana Marà, Agata Merian Bernacca and Leonardo Baldacci, took part in a UN simulation on ‘Sustainable Education – thinking and making the future of higher education’. Together with some 80 participants from all over Europe, they took on the roles of UN delegates, representing their assigned Member States, discussing, debating, and trying to solve some of the world’s most pressing problems.
Francesca Rosa, Agata Merian Bernacca, Lidia Trombello, Aurora Matteo, Monia Mannucci, Fabiana Marà, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini.
“Participating in a Model United Nations was an extremely valuable and formative experience, which was made even more special by the unique setting offered by Brussels, the seat of important EU institutions, and therefore an ideal place to discuss international politics,” they said when they came back. “The opportunity to act as diplomats was the perfect way to improve our interpersonal and negotiating skills, and to acquire greater awareness of the complexities of decision-making processes at the international level.”
Lidia Trombello, Francesca Rosa, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini, Aurora Matteo, Agata Merian Bernacca, Monia Mannucci, Fabiana Marà.
During the four days of work, the delegates had the opportunity to discuss effective and functional solutions related to the global dissemination of sustainable education. Each of them was part of a committee (UNESCO, UNEP, WHO, Security Council, European Council), within which they acted as spokespersons for the interests of the country represented, dealing with sub-topics specific to each sector. “Working together with students from all over Europe also provided us with the opportunity to enrich our cultural background, improve our language skills and network for future experiences,” they concluded. “We would like to thank the Circle U. MUN organising committee for making this event possible, as well as all the delegates from the universities of the Circle U. alliance.”
Let us learn more about this experience from the participants’ words:
MONIA MANNUCCI
My name is Monia Mannucci, I live in Carrara, and I am attending the Master’s degree course in Structural Engineering at the University of Pisa. I participated in Circle U. MUN by representing the delegation of the Plurinational State of Bolivia in the United Nations Environment Programme (UNEP) committee. I was a signatory to the resolution promoted and voted on by the committee, which – among many points – touches on issues that are very dear to me, such as education for sustainability and equal access to education even in the most disadvantaged rural areas of the world. Drawing on my academic background, I was able to contribute to the discussion thanks to my knowledge of civil-environmental and structural engineering, promoting the adoption of scientific solutions and investment in research to effectively address the climate challenge. At the end of the proceedings, I was nominated ‘Most Improved Delegate’ by the Chairs, in recognition of my commitment and improvement during discussions and negotiations, and of my great ability to adapt to and collaborate with the other delegates.
FRANCESCA ROSA
My name is Francesca Rosa, and I am 21 years old. I come from Livorno, but I am currently living in France on an Erasmus exchange with the University of Lille 1. I am a third-year Management for Business and Economics (MBE) student under the Department of Economics and Management at the University of Pisa. My role during the Model United Nations was to represent the Republic of Paraguay at the discussion table of an assembly involving member countries of the United Nations Security Council. The general topic discussed turned to possible reforms to the Security Council to make it function more effectively and to guarantee sustainable education in all countries. Following numerous debates that took place during the three days in Brussels, the countries present at the assembly reached an agreement and passed a resolution. Such resolution proposes the creation of an ad-hoc commission to assess the conditions for admitting new member states to the UN Security Council, both permanent and temporary, with the aim of ensuring that countries are more equitably represented. Furthermore, it promotes the Security Council’s engagement in conflicts caused by climate change, which is a threat to general security. Finally, I am pleased to say that, like my colleague Monia, I also won the ‘Most Improved Delegate’ award within my committee, because of my active participation and commitment in fulfilling my role.
Aurora Matteo.
AURORA MATTEO
My name is Aurora Matteo, I am 24 years old and I come from Foggia. I am attending the Master’s degree course in Environmental Sciences (Climatology curriculum) at the Department of Earth Sciences at the University of Pisa. As part of the MUN, I took on the role of a delegate from Chile in the UNEP (United Nations Environmental Programme) Commission. Drawing on my studies, I brought climate and environmental causes to the table and applied them to sustainable education – the main theme of this MUN – besides proposing possible solutions from the perspective of the country I represented. After three days of intense discussions, I and other UNEP delegates drafted a resolution focused on local country commitments, such as implementing the knowledge of native populations to learn how to manage forests more sustainably—an issue strongly supported by delegates from South American countries, including Chile, that I represented.
The experience in Brussels was highly formative. I learned how to negotiate, advocate, and advance the causes of Chile with nothing but the power of my voice, and how to find the best way to expose my ideas, emphasise the importance of the cause and, above all, attract the listeners’ attention. Back in Pisa, I noticed a big change in my way of communicating, both with friends and academics. Finally, this experience allowed me to broaden my outlook, and taught me how to work in the complex activity of negotiation and collaboration that took place between the delegates representing different countries with different principles and ideas.
GIULIA NARDINI
My name is Giulia Nardini, I am 24 and my hometown is Sarzana (La Spezia). I am attending the Master’s degree course in International Studies (Migration Governance curriculum) at the Department of Political Science. During the MUN organised by Circle U. I had the opportunity to represent the delegation of the Bolivarian Republic of Venezuela in the UNESCO committee, which dealt with the topic of equal access to sustainable education for all children. Working together with the other delegates of the committee, we drafted a resolution containing effective, realistic, and peremptory solutions to ensure that students around the world can receive quality education.
Giulia Nardini.
LIDIA TROMBELLO
My name is Lidia Trombello, I am 25, Sicilian by origin and Pisan by adoption. I am attending the fifth year of the degree course in Medicine and Surgery at the University of Pisa and the Sant’Anna School of Advanced Studies. I enthusiastically welcomed the opportunity to participate in the MUN activity, promoted by the Circle U. university alliance, as I believe that initiatives of this kind can be a precious resource for students like us to get involved in an enriching and stimulating international environment such as the one in Brussels. As a delegate from China in the WHO (World Health Organisation) commission, I acquired soft skills, such as the ability to negotiate and defend an evidence-based idea, that fit perfectly into my academic career and future clinical practice.
Lidia Trombello.
FABIANA MARÀ
My name is Fabiana Marà, and I am 24. I come from Abruzzo but have been living in Pisa for almost six years. I graduated in Physics here and I am currently following a Master’s degree course in Medical Physics. In the MUN initiative, I was chosen to represent a delegate from Egypt in the WHO (World Health Organisation) Commission, which was the closest to my field of study. We discussed the topic of how to create a connection between global health issues and sustainable education. It was very stimulating to express my point of view, as I am deeply interested in both issues involved in the discussion.
AGATA MERIAN BERNACCA
My name is Agata Merian Bernacca, from Lucca. I am 19 and I am attending the first year of a degree course in Pharmacy. I took part in the event as a delegate from Vietnam for the UNESCO committee. I discussed topics concerning sustainable education, presenting and defending theses in agreement with the position of the country I represented. The committee I was on was not strictly related to my field of study, but was closely connected with the intense voluntary work I do while attending the university. The debate I was engaged in with the other representatives was interesting and stimulating, and helped broaden my horizons on the topic of inclusive education. It also gave me numerous insights into how to improve my study method and expository skills. Participating in the MUN as a fresher was an opportunity to immerse myself even more in the university environment and to develop the sense of collaboration that is fundamental for those embarking on a career in science.
Agata Merian Bernacca.
LEONARDO BALDACCI
My name is Leonardo Baldacci, from Lucca. I am 25 and I am studying Energy Engineering at the University of Pisa. My studies have always gone hand in hand with a great interest in environmental education and the culture of sustainability. So, as soon as I read about the possibility of participating in this MUN on education and sustainability, I thought I couldn’t miss this opportunity and sent in my application. It was all very interesting, and the international atmosphere that we experienced during this event fuelled our great desire to participate in similar events more frequently, promoting the importance of the Circle U. alliance to which our university belongs. I participated as Austrian delegate to the European Council, and learning more about the positions of other nations regarding education and sustainability has certainly enriched my and our cultural background, besides undoubtedly providing me with new insights to try and bring about improvements in our educational system, too. I would like to thank my companions from the University of Pisa and all the people I met during this wonderful experience, which I will certainly not forget.
Conoscenza delle istituzioni e partecipazione democratica
27 aprile 2023
All’interno delle previsioni fondamentali della nostra Costituzione, un ruolo particolare riveste il principio democratico, già presente nell’articolo 1. Grazie ad esso, l’attribuzione delle cariche pubbliche avviene con investitura dal basso, sulla base della volontà popolare.
E’ dal popolo, titolare della sovranità, che derivano tutte le scelte di rilievo per l'ordinamento, nelle forme stabilite dalla Costituzione. La democrazia può infatti manifestarsi in vari modi, sia diretti sia indiretti. Nei primi, il popolo è chiamato a fare scelte, per così dire, in prima persona, senza mediazioni (ad es., con il referendum); nei secondi, invece, elegge chi lo rappresenta all’interno delle varie istituzioni (Parlamento, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.). La centralità del rilievo del principio democratico si salda con il valore del voto e con il suffragio universale diretto. Voto che, accanto ai caratteri di personalità, eguaglianza, libertà e segretezza, viene definito come il primo dei diritti politici ma anche come “dovere civico” (articolo 48), espressione del dovere di solidarietà, politica oltre che economica e sociale, che ispira l’ordinamento (articolo 2). Ecco perché occorre guardare con preoccupazione alla forte e rapida crescita, anche nel nostro Paese, del fenomeno dell'astensione dal voto, favorendo invece momenti di conoscenza delle istituzioni e di interesse per il loro funzionamento, fin dal livello locale.
L'Università di Pisa propone, in collaborazione con il Comune di Pisa, un percorso che affronta, nell'imminenza delle elezioni amministrative comunali, l'importanza del voto come diritto e dovere civico.
Il percorso, in presenza e rivolto agli studenti e alle studentesse delle classi secondarie di secondo grado, preferibilmente quinte, si svolgerà la mattina del 27 Aprile presso Palazzo Gambacorti e coinvolgerà l'ufficio elettorale comunale e la Sala delle Baleari, sede del Consiglio comunale
Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il rapporto tra imprese e diritti umani nella visione della professoressa Andrea Shemberg
Il rapporto tra imprese e diritti umani, come viene esplicitato nei Principi Guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani, sarà il tema al centro dell’incontro che si terrà giovedì 13 aprile, alle ore 14, al Polo didattico delle Piagge. Relatrice è la professoressa Andrea Shemberg (nella foto in basso), presidente del Global Business Initiative on Human Rights (GBI) ed esperta di rilievo internazionale su questi argomenti, da anni impegnata a seguire i percorsi delle imprese nell’implementazione dei Principi Guida delle Nazioni Unite.
Il suo seminario, dal titolo “Facilitating firms to implement the UN Guiding Principles on Business and Human Rights: Views from practice”, fa parte della serie “Talks on rebalancing democracy and capitalism” (“Colloqui sul riequilibrio tra democrazia e capitalismo”), organizzata dalla professoressa Elisa Giuliani, direttrice del Responsible Management Research Center (REMARC) e docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, in qualità di coordinatrice del progetto Horizon Europe REBALANCE.
I Principi Guida delle Nazioni Unite, adottati nel 2011 e diventati lo standard di riferimento globale in relazione al rapporto tra imprese e diritti umani, sanciscono la responsabilità delle imprese nel rispetto dei diritti umani. Per adempiere a questo dovere, le imprese sono chiamate a dotarsi tanto di politiche quanto di processi adeguati, tra cui fare uso di due diligence per identificare, prevenire e mitigare i propri impatti negativi e per rendere conto di come tali impatti vengono affrontati.
Ma cosa significa esattamente due diligence sui diritti umani? Sebbene il principio operativo di due diligence sia familiare alle imprese come strumento di gestione del rischio, soprattutto di natura finanziaria, un recente studio della Commissione Europea ha rilevato che all’interno dell’Unione Europea solo un’impresa su tre attualmente effettua una due diligence che tiene conto degli impatti sociali e sull’ambiente causati dalle operazioni aziendali.
Nel 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta di una direttiva sulla due diligence d'impresa in materia di sostenibilità, la Corporate Sustainability Due Diligence, che mira a promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile lungo le catene del valore globali, e sulla base della quale le imprese saranno tenute a identificare e, ove necessario, prevenire, porre fine o mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani, come il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori, e sull'ambiente. Per le imprese queste nuove norme porteranno certezza del diritto e parità di condizioni. Per i consumatori e gli investitori forniranno maggiore trasparenza.
Durante il seminario, Andrea Shemberg illustrerà l’approccio peer-learning tra imprese portato avanti da GBI. Questo approccio cattura bene l’ambizione del professor John Ruggie, il principale artefice dei Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, di fare della due diligence uno strumento di apprendimento continuo e continuativo per le imprese e, per questo, dai contenuti in continua evoluzione. Nell’ambito del lavoro della professoressa Shemberg, per esempio, l’attenzione tanto ai processi normativi in corso, quanto all’attualità e ai cambiamenti nelle operazioni delle imprese ha condotto recentemente a focalizzarsi su un’area nuova: i processi di due diligence lungo l’intera catena del valore, piuttosto che esclusivamente nella catena di approvvigionamento.
“Concretamente – dice la professoressa Elisa Giuliani - ciò significa interessarsi al rischio in materia di diritti umani legato alla vendita di servizi e prodotti: basti pensare, per esempio, alla vendita di tecnologie digitali usate per fini lesivi delle libertà individuali. Su questi temi, l’approccio di peer learning consente di oltrepassare il problema della opacità delle pratiche delle imprese, nonché della competizione tra esse rispetto alla divulgazione di processi interni e rischi con potenziali impatti in termini reputazionali”.
Andrea Shemberg condividerà la sua esperienza concreta in questo ambito, accennando anche alle difficoltà poste dalle molteplici crisi degli ultimi anni – dalla pandemia alla guerra in Ucraina, alla emergenza climatica. Il seminario offrirà l’occasione di riflettere su come investire in due diligence sui diritti umani e ambientali risponda non soltanto a un dovere etico e giuridico delle imprese, ma anche ad una scelta strategica volta a garantire competitività e sostenibilità nel lungo termine.
Il seminario sarà in lingua inglese e sarà possibile seguirlo anche online. Maggiori informazioni sono disponibili a questo link.
La lotta all’impoverimento linguistico parte da Pisa: nasce il Centro CECIL
Con un finanziamento di quasi 8 milioni di euro assegnato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di eccellenza 2023-2027”, nasce al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica (FiLeLi) dell’Università di Pisa “CECIL”, il Centro d’Eccellenza per il Contrasto all’Impoverimento Linguistico. Il Centro è pensato come futuro punto di riferimento nazionale e internazionale nell’ambito degli studi sul contrasto all’impoverimento linguistico, con un respiro che ambisce ad andare ben oltre l’orizzonte temporale del quinquennio. Con le sue iniziative, CECIL sarà una fucina per lo sviluppo di attività nell’ambito della ricerca, della didattica e della terza missione, con una significativa ricaduta sul territorio: oltre a un Master di II livello, una Summer School, innovativi laboratori di scrittura e analisi del testo, è infatti prevista lacreazione di un laboratorio per la formazione insegnanti e di un laboratorio università-impresa per il monitoraggio delle criticità linguistiche nel mondo del lavoro e la formazione continua dei lavoratori. Il finanziamento MUR permetterà anche il reclutamento di docenti e giovani ricercatori, oltre a due unità di personale tecnico-amministrativo, che supporteranno le diverse attività del Centro.
Il progetto è stato presentato nell’Aula magna di Palazzo Matteucci da Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario, Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca, Roberta Ferrari, direttrice del Dipartimento, Giovanna Marotta, vicedirettrice del dipartimento, Alessandro Lenci, membro del Nucleo di Valutazione e docente del dipartimento, Andrea Taddei, delegato alla didattica FiLeLi, Patrizia Alma Pacini, presidente della Commissione Cultura e Formazione di Confindustria Toscana, Annalisa Nacinovich, vicepresidente dell’ADI Scuola. “Si tratta di un progetto sicuramente ambizioso – ha spiegato Roberta Ferrari – nato dalla convinzione che il contrasto all’impoverimento linguistico sia una emergenza del nostro tempo. I giovani sono sempre meno attrezzati per comprendere e produrre testi che sono necessari ad affrontare le loro sfide come studenti, lavoratori e cittadini. L’impoverimento linguistico genera impoverimento culturale e professionale, perché la corretta comprensione e produzione del linguaggio è la precondizione di ogni disciplina, anche di quelle tecnologiche. Grazie alle avanzate competenze scientifiche dei docenti di FiLeLi in ambito linguistico e filologico-letterario, CECIL potrà sviluppare specifiche strategie per dare risposte concrete in diversi ambiti e combattere il declino linguistico a più livelli: non soltanto tra gli studenti universitari, ma anche nella scuola secondaria e nel mondo del lavoro”.
“Nel progetto – ha sottolineato Giovanna Marotta – una componente fondamentale riguarda la ricerca volta ad evidenziare gli aspetti più critici dell’impoverimento linguistico, sul piano sia orale che scritto, monitorando la capacità di produrre e comprendere testi, e in parallelo sviluppando strumenti, anche digitali, per migliorare le competenze linguistiche degli studenti universitari, in un’ottica integrata a livello nazionale e internazionale”.
“Al tempo stesso – ha aggiunto Alessandro Lenci – CECIL guarda anche al di fuori del mondo universitario. In sinergia con Confindustria Toscana, il progetto intende rivolgere le sue attività di monitoraggio e di contrasto all’impoverimento linguistico ai contesti lavorativi. L’innovazione è una sfida fondamentale per l’impresa e, per vincerla, occorre poter contare su persone in grado di aggiornare continuamente le proprie competenze, il che è possibile solo attraverso una piena padronanza degli strumenti espressivi offerti dalla lingua materna e dalle lingue straniere. L’impoverimento linguistico è una sfida globale che necessita di nuove alleanze tra università e impresa”. “Carenza lessicale e difficoltà nella comunicazione sono preoccupazioni vissute e notate anche da chi come noi vive nel mondo dell’impresa – ha commentato Patrizia Alma Pacini – Emerge purtroppo un reale e crescente impoverimento lessicale espresso non solo nell’impiego di un numero limitato di vocaboli della lingua italiana, ma anche nella inabilità ad assegnare più significati a una parola. Per aziende e imprese la comunicazione è fondamentale non solo al proprio interno, ma anche verso l’esterno. Rileviamo insomma diversi segnali d’allarme forte che hanno motivato Confindustria a partecipare a questo progetto e a svilupparne altri: l’interazione del mondo del lavoro con il mondo della scuola deve essere sempre più efficace”.
“Cruciale sarà anche il rapporto con il mondo della scuola – ha spiegato Andrea Taddei – CECIL prevede, infatti, la creazione di un laboratorio permanente di formazione in servizio degli insegnanti, per ciascuna delle discipline attive nel Dipartimento FiLeLi. È necessario superare la tendenza ad attribuire la responsabilità dei problemi di comprensione e produzione di testi scritti al ciclo d’istruzione precedente rispetto a quello in cui, di volta in volta, opera l’insegnante che li osserva e li giudica. Il problema esiste a tutti i livelli: si tratta ora di risolverlo creando un sistema concreto di collaborazione effettiva tra università e scuola e immaginando corsi destinati agli insegnanti che abbiano una ricaduta diretta sulla didattica scolastica, con benefici sia per coloro che entreranno subito nel mondo del lavoro, sia per gli studenti che si iscriveranno all’Università, molti dei quali saranno insegnanti delle future generazioni di cittadini”. “Combattere l'impoverimento linguistico significa dare a ciascuno l'opportunità di esprimere la propria cittadinanza: un obiettivo per il quale centrale è la collaborazione fra scuola e università che il progetto promuove – ha concluso Annalisa Nacinovich – L'innovazione didattica prevista dalla sperimentazione di CECIL sarà accompagnata da un percorso di formazione per i docenti della scuola secondaria superiore e riguarderà tutti i principali ambiti dell’educazione linguistica, dal raggiungimento delle competenze di letto-scrittura nella lingua madre dalla scuola superiore alla laurea all'insegnamento dell'italiano come lingua2. La collaborazione fra diversi ambiti disciplinari e fra docenti di differenti tipologie di Istituti Superiori permetterà la definizione di un ampio ed efficace quadro di intervento".
La lotta all’impoverimento linguistico parte da Pisa: nasce il Centro CECIL
Con un finanziamento di quasi 8 milioni di euro assegnato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di eccellenza 2023-2027”, nasce al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica (FiLeLi) dell’Università di Pisa “CECIL”, il Centro d’Eccellenza per il Contrasto all’Impoverimento Linguistico. Il Centro è pensato come futuro punto di riferimento nazionale e internazionale nell’ambito degli studi sul contrasto all’impoverimento linguistico, con un respiro che ambisce ad andare ben oltre l’orizzonte temporale del quinquennio. Con le sue iniziative, CECIL sarà una fucina per lo sviluppo di attività nell’ambito della ricerca, della didattica e della terza missione, con una significativa ricaduta sul territorio: oltre a un Master di II livello, una Summer School, innovativi laboratori di scrittura e analisi del testo, è infatti prevista la creazione di un laboratorio per la formazione insegnanti e di un laboratorio università-impresa per il monitoraggio delle criticità linguistiche nel mondo del lavoro e la formazione continua dei lavoratori. Il finanziamento MUR permetterà anche il reclutamento di docenti e giovani ricercatori, oltre a due unità di personale tecnico-amministrativo, che supporteranno le diverse attività del Centro.
Il progetto è stato presentato nell’Aula magna di Palazzo Matteucci da Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario, Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca, Roberta Ferrari, direttrice del Dipartimento, Giovanna Marotta, vicedirettrice del dipartimento, Alessandro Lenci, membro del Nucleo di Valutazione e docente del dipartimento, Andrea Taddei, delegato alla didattica FiLeLi, Patrizia Alma Pacini, presidente della Commissione Cultura e Formazione di Confindustria Toscana, Annalisa Nacinovich, vicepresidente dell’ADI Scuola. “Si tratta di un progetto sicuramente ambizioso – ha spiegato Roberta Ferrari – nato dalla convinzione che il contrasto all’impoverimento linguistico sia una emergenza del nostro tempo. I giovani sono sempre meno attrezzati per comprendere e produrre testi che sono necessari ad affrontare le loro sfide come studenti, lavoratori e cittadini. L’impoverimento linguistico genera impoverimento culturale e professionale, perché la corretta comprensione e produzione del linguaggio è la precondizione di ogni disciplina, anche di quelle tecnologiche. Grazie alle avanzate competenze scientifiche dei docenti di FiLeLi in ambito linguistico e filologico-letterario, CECIL potrà sviluppare specifiche strategie per dare risposte concrete in diversi ambiti e combattere il declino linguistico a più livelli: non soltanto tra gli studenti universitari, ma anche nella scuola secondaria e nel mondo del lavoro”.
“Nel progetto – ha sottolineato Giovanna Marotta – una componente fondamentale riguarda la ricerca volta ad evidenziare gli aspetti più critici dell’impoverimento linguistico, sul piano sia orale che scritto, monitorando la capacità di produrre e comprendere testi, e in parallelo sviluppando strumenti, anche digitali, per migliorare le competenze linguistiche degli studenti universitari, in un’ottica integrata a livello nazionale e internazionale”.
Nella foto, da sinistra: Patrizia Alma Pacini, Alessandro Lenci, Roberta Ferrari, Giuseppe Iannaccone, Federico Cantini, Giovanna Marotta, Andrea Taddei, Annalisa Nacinovich.
“Al tempo stesso – ha aggiunto Alessandro Lenci – CECIL guarda anche al di fuori del mondo universitario. In sinergia con Confindustria Toscana, il progetto intende rivolgere le sue attività di monitoraggio e di contrasto all’impoverimento linguistico ai contesti lavorativi. L’innovazione è una sfida fondamentale per l’impresa e, per vincerla, occorre poter contare su persone in grado di aggiornare continuamente le proprie competenze, il che è possibile solo attraverso una piena padronanza degli strumenti espressivi offerti dalla lingua materna e dalle lingue straniere. L’impoverimento linguistico è una sfida globale che necessita di nuove alleanze tra università e impresa”. “Carenza lessicale e difficoltà nella comunicazione sono preoccupazioni vissute e notate anche da chi come noi vive nel mondo dell’impresa – ha commentato Patrizia Alma Pacini – Emerge purtroppo un reale e crescente impoverimento lessicale espresso non solo nell’impiego di un numero limitato di vocaboli della lingua italiana, ma anche nella inabilità ad assegnare più significati a una parola. Per aziende e imprese la comunicazione è fondamentale non solo al proprio interno, ma anche verso l’esterno. Rileviamo insomma diversi segnali d’allarme forte che hanno motivato Confindustria a partecipare a questo progetto e a svilupparne altri: l’interazione del mondo del lavoro con il mondo della scuola deve essere sempre più efficace”.
“Cruciale sarà anche il rapporto con il mondo della scuola – ha spiegato Andrea Taddei – CECIL prevede, infatti, la creazione di un laboratorio permanente di formazione in servizio degli insegnanti, per ciascuna delle discipline attive nel Dipartimento FiLeLi. È necessario superare la tendenza ad attribuire la responsabilità dei problemi di comprensione e produzione di testi scritti al ciclo d’istruzione precedente rispetto a quello in cui, di volta in volta, opera l’insegnante che li osserva e li giudica. Il problema esiste a tutti i livelli: si tratta ora di risolverlo creando un sistema concreto di collaborazione effettiva tra università e scuola e immaginando corsi destinati agli insegnanti che abbiano una ricaduta diretta sulla didattica scolastica, con benefici sia per coloro che entreranno subito nel mondo del lavoro, sia per gli studenti che si iscriveranno all’Università, molti dei quali saranno insegnanti delle future generazioni di cittadini”. “Combattere l'impoverimento linguistico significa dare a ciascuno l'opportunità di esprimere la propria cittadinanza: un obiettivo per il quale centrale è la collaborazione fra scuola e università che il progetto promuove – ha concluso Annalisa Nacinovich – L'innovazione didattica prevista dalla sperimentazione di CECIL sarà accompagnata da un percorso di formazione per i docenti della scuola secondaria superiore e riguarderà tutti i principali ambiti dell’educazione linguistica, dal raggiungimento delle competenze di letto-scrittura nella lingua madre dalla scuola superiore alla laurea all'insegnamento dell'italiano come lingua2. La collaborazione fra diversi ambiti disciplinari e fra docenti di differenti tipologie di Istituti Superiori permetterà la definizione di un ampio ed efficace quadro di intervento".