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Nell’ambito di un progetto di formazione delle autorità e delle comunità locali della Contea di Isiolo (NE Kenya), finanziato dalla Regione Toscana e Capofila Aquifera Onlus (Firenze), il Prof. Nicola Perilli del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale ha incontrato nel mese di agosto Leunuta Asande Sunta, Direttore del KEWI (KEnia Water Institute), e Leonard Makokha, Direttore del Department of Management and Information Tecnology del KEWI. L’incontro del 28 si è tenuto al Ministry of Water and Sanitation ed è stato presieduto dal Chief Administrative Secretary (facente funzioni di Viceministro), Dr. Winnie Guchu.

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In entrambi gli incontri si è discusso degli ambiti di collaborazione, sia scientifica che di formazione tra queste istituzioni e l’Università di Pisa sul monitoraggio e gestione delle risorse idriche, trattamento e uso delle le acque non convenzionali, ICT, cartografia tematica ed elaborazione di immagini da satellite, corsi brevi di formazione, produzione di testi ed e-learning, e scambi di docenti e studenti.

L’incontro al Ministry of Water and Sanitation si è concluso con la definizione di una road map a breve termine, che tra l’altro prevede l’invito del Prof. Perilli alla Water Week che si svolgerà a Nairobi la terza settimana di novembre 2018 e la stesura di un Memorandum of Understanding tra le istituzioni citate, la cui ratifica verrà calendarizzata nell’ambito della Water Week.

micropolliniGrazie ad uno studio sui pollini allergenici Franco Ruggiero, dottorando del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è stato premiato per il miglior articolo di ricerca del 2018 dall’International Association for Aerobiology (IAA). Il riconoscimento gli sarà consegnato con una cerimonia formale nel corso dell’11° Congresso Internazionale in Aerobiologia che si svolgerà a Parma dal 3 al 7 settembre. La ricerca di Franco Ruggiero, realizzata in collaborazione con il professore Gianni Bedini dell’Ateneo pisano, ha rivelato alcuni meccanismi che sono alla base dell’insorgenza, anche stagionalmente precoce, delle allergie ai pollini. L’indagine si è concentrata sui cipressi, che insieme ai ginepri e tassi, sono fra i principali responsabili di riniti ed attacchi di asma allergica in tutto il mondo.

Il dottorando dell’Ateneo pisano è riuscito a osservare per la prima volta direttamente nell’atmosfera gli ‘orbiculi’, cioè minuscoli vettori di sostanze allergeniche, con dimensioni tra 0.494 e 0.777 micron, e altre particelle sub-microniche ancora più piccole che i cipressi disperdono in concentrazioni otto volte maggiori rispetto ai “normali” e più grandi granuli pollinici. “In passato i ricercatori avevano ipotizzato la presenza degli ‘orbiculi’ nell’aria e il loro potenziale ruolo nella insorgenza di allergopatie respiratorie – ha spiegato Gianni Bedini - ma non era mai stata fatta un’osservazione diretta di queste particelle come invece ha fatto Franco Ruggiero”.

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Franco Ruggiero e nella foto in alto a destra tre granuli pollinici di cipresso (Cupressus sempervirens L.) circondati da numerosi orbiculi, in un vetrino di monitoraggio aerobiologico osservato al microscopio confocale.

Il procedimento è stato possibile grazie a un protocollo di campionamento che consiste nel raccogliere l’aria aspirata attraverso un campionatore (una sorta di aspirapolvere) su un vetrino analizzato poi con un microscopio “confocale” ancora più potente di quello ottico. “La scoperta di queste particelle sub-microniche e nanometriche rilasciate in atmosfera, potrebbe quindi finalmente spiegare l’insorgenza delle pollinosi ancor prima del rilevamento degli stessi granuli pollinici mediante gli strumenti di campionamento ad oggi in uso, ma soprattutto, anche gli attacchi d’asma allergica – aggiunge Franco Ruggiero - infatti, le loro dimensioni permettono di permanere in atmosfera molto più a lungo rispetto ai granuli pollinici e una volta inalate, di raggiungere facilmente le vie aree respiratorie più profonde innescando immediate ed intense reazioni allergiche”.

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Campionatore volumetrico Lanzoni VPPS 2000 installato sul tetto della sede di via Derna del Dipartimento di Biologia. L'apparecchio è stato acquisito nell'ambito del progetto LIFE "AIS LIFE - Aerobiological Information Systems and allergic respiratory disease management".

“Poiché il rilascio di queste minuscole particelle in atmosfera può contribuire alla esacerbazione delle allergie nei soggetti che soffrono di questo disturbo – conclude Gianni Bedini - è auspicabile che il controllo della loro concentrazione sia integrato nell’attuale monitoraggio, per migliorarne la funzione di prevenzione, basti pensare che nella sola Pisa ad esempio, nel periodo pre-primaverile cipressi, ginepri e tassi rilasciano in atmosfera grandi quantità di granuli pollinici, arrivando a coprire circa il 41% dell’intero spettro pollinico allergizzante”.

L’articolo premiato, intitolato ‘Free orbicules of Cupressaceae detected in daily aerobiological samples by optical and confocal microscopy’, è stato pubblicato sul numero di luglio 2017 della rivista “Aerobiologia”; la ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto internazionale europeo “AIS LIFE - Aerobiological Information Systems and allergic respiratory disease management”.


Partiranno lunedì 3 settembre i concorsi per le ammissioni ai corsi ad accesso programmato dell’Università di Pisa, che vedranno migliaia di aspiranti studenti provenienti da tutta Italia affrontare i diversi test.

I primi candidati a confrontarsi con la prova saranno i 546 iscritti alla selezione per i 150 posti del corso di laurea in Scienze motorie. Seguirà, martedì 4 settembre, la prova di accesso del concorso nazionale per i futuri medici e odontoiatri a cui parteciperanno 1606 iscritti per i 252 posti a disposizione. Il 5 settembre sarà la volta degli esami per l’accesso a Medicina veterinaria (540 iscritti) e il 6 settembre il concorso per Ingegneria edile architettura (63 iscritti). Il 12 settembre si svolgeranno le selezioni per i 13 corsi delle professioni sanitarie, a cui parteciperanno 1763 concorrenti per 558 posti.

Come per le scorse edizioni, alcune delle prove saranno ospitate dal Polo Fiere di Lucca, in località Sorbano del Giudice, particolarmente idoneo per accogliere e gestire un numero elevato di candidati in una struttura facilmente raggiungibile (per vicinanza all’uscita autostradale e alla stazione ferroviaria) e dotata di ampio parcheggio.

Tanti gli aspiranti studenti anche ai nuovi corsi proposti dall’Ateneo per l’anno accademico 2018-2019: sono 360 gli iscritti al concorso per accedere al corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria (con 54 posti in palio), 187 fino a oggi quelli per il corso di laurea triennale in lingua inglese in Management for business and economics (i termini per iscriversi scadranno il 13 settembre, con 130 posti disponibili).

Novità di quest’anno sarà la sperimentazione della prova concorsuale computer based per i corsi triennali in Tecniche di allevamento animale ed educazione cinofila, Scienze e tecnologie delle produzioni animali e per i corsi magistrali in Psicologia clinica e della salute e per Scienze della attività motorie preventive e adattate, che consentirà di snellire le procedure amministrative, ridurre i costi di gestione ed una completa dematerializzazione delle prove concorsuali.
Tutti i candidati ammessi a partecipare riceveranno il 31 agosto 2018, alla casella di posta elettronica, la scheda di ingresso da presentare il giorno della prova.

Tutte le informazioni sullo svolgimento dei concorsi sono disponibili sul portale: http://matricolandosi.unipi.it/concorsi

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Il professor Pietro Croce, associato di Tecnica delle Costruzioni e Teoria di progetto dei ponti dell'Università di Pisa, è stato nominato dal presidente della Regione Liguria e Commissario delegato per l'emergenza legata al crollo del ponte Morandi, Giovanni Toti, quale membro della “Commissione esperta di supporto alle decisioni”. Il professor Croce è stato chiamato su proposta del presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Massimo Sessa. La Commissione, composta da cinque esperti, ha compiti tecnico-consultivi relativi alla riperimetrazione della zona rossa, al fine di garantire la tutela dell'incolumità pubblica e privata, e soprattutto alla valutazione delle proposte presentate in merito alle attività di verifica, consolidamento, messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del ponte non collassati e instabili.
“Ringrazio il presidente Toti per la scelta fatta – ha detto il rettore Paolo Mancarella – che conferma il prestigio della scuola pisana di ingegneria delle costruzioni, un settore riconosciuto e apprezzato sia a livello accademico che nel mondo istituzionale italiano. Mi congratulo con il professor Croce per il prestigioso incarico ricevuto, certo che saprà svolgere il suo compito con la massima professionalità, mettendo la sua competenza ed esperienza al servizio del paese su un'emergenza così drammatica. Il mio pensiero, la mia vicinanza e la mia solidarietà – ha concluso il rettore – vanno ai familiari delle vittime e ai cittadini di Genova così duramente colpiti da questa immane tragedia”.
Il professor Pietro Croce, nato a Foggia nel 1957, è membro di numerose commissioni e gruppi di esperti nazionali e internazionali ed è presidente (Convenor) dell’HGB (Horizontal Group Bridges) del CEN/TC250 che coordina tutti gli Eurocodici strutturali relativi ai ponti. È stato ed è responsabile di programmi di ricerca finanziati dalla Comunità Europea, da importanti industrie e associazioni. Attualmente dirige la convenzione di ricerca tra il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Ateneo pisano e il Comune di Firenze relativa alla “Verifica di vulnerabilità sismica e delle condizioni di sicurezza strutturale del patrimonio immobiliare scolastico e di complessi sportivi”, che interessa circa 80 edifici scolastici, oltre al Pala Mandela e alla Piscina Costoli.
L'attività scientifica del professor Pietro Croce riguarda, tra gli altri, i temi dell'affidabilità strutturale e sicurezza delle strutture; delle analisi di vulnerabilità sismica, adeguamento sismico e consolidamento di strutture esistenti; delle tecniche costruttive innovative; delle tecniche di isolamento delle vibrazioni, della resistenza al fuoco e degli effetti del cambiamento climatico sulle costruzioni. In particolare, le sue ricerche si concentrano sull'analisi della fatica e carichi da traffico nei ponti e nei ponti strallati e sospesi; sulla valutazione della fatica e fatica oligociclica nelle strutture metalliche e nelle strutture in cemento armato e relative tecniche di riparazione; nel monitoraggio delle strutture, con particolare riferimento agli edifici e ai ponti monumentali; nell'analisi non lineare e rigidezza equivalente dei cavi e degli stralli, con speciale riferimento ai ponti strallati e sospesi.

È scomparso nella serata di mercoledì 29 agosto il professor Bruno Pellegrini, Professore Emerito dell'Università di Pisa, che per diversi decenni è stato riferimento fondamentale per l'ingegneria elettronica pisana.
Ex allievo della Scuola Pacinotti (oggi Scuola Sant'Anna), il professor Pellegrini si era laureato in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1961, diventando ricercatore al Centro di studi per metodi e dispositivi per radiotrasmissione (CSMDR) del CNR dal 1963 al 1976. In seguito e fino al 2008, è stato professore ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’informazione, quindi è stato nominato Professore Emerito dell’Ateneo. Il professor Pellegrini è stato presidente dal 1990 al 2000 del corso di laurea in Ingegneria elettronica e dal 1992 al 1996 del Gruppo Nazionale Elettronica.
La sua attività scientifica ha spaziato dalla fisica dei dispositivi elettronici, allo studio del rumore a bassa frequenza e dei fenomeni di trasporto e conduzione, fino alla teoria delle reti lineari e alla strumentazione ad alta sensibilità. Tra i contributi scientifici più significativi del professor Pellegrini si ricorda la formulazione rigorosa della teoria della reazione nota come Teorema di Scomposizione e un nuovo Teorema di Elettrocinematica.
Il rettore Paolo Mancarella ha ricordato che "il professor Bruno Pellegrini, Professore Emerito dell’Università di Pisa, nel dicembre del 1961 è stato il primo laureato dell’Ateneo in Ingegneria elettronica, disciplina di cui successivamente è diventato prima docente e poi presidente del corso di laurea. Con la morte del professor Pellegrini - ha concluso il rettore - scompare il padre dell'elettronica pisana e si chiude un'era luminosa che lui stesso aveva aperto con la laurea del 1961”.

Pellegrini Bruno

È scomparso nella serata di mercoledì 29 agosto il professor Bruno Pellegrini, Professore Emerito dell'Università di Pisa, che per diversi decenni è stato riferimento fondamentale per l'ingegneria elettronica pisana.

Ex allievo della Scuola Pacinotti (oggi Scuola Sant'Anna), il professor Pellegrini si era laureato in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1961, diventando ricercatore al Centro di studi per metodi e dispositivi per radiotrasmissione (CSMDR) del CNR dal 1963 al 1976. In seguito e fino al 2008, è stato professore ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’informazione, quindi è stato nominato Professore Emerito dell’Ateneo. Il professor Pellegrini è stato presidente dal 1990 al 2000 del corso di laurea in Ingegneria elettronica e dal 1992 al 1996 del Gruppo Nazionale Elettronica.
La sua attività scientifica ha spaziato dalla fisica dei dispositivi elettronici, allo studio del rumore a bassa frequenza e dei fenomeni di trasporto e conduzione, fino alla teoria delle reti lineari e alla strumentazione ad alta sensibilità. Tra i contributi scientifici più significativi del professor Pellegrini si ricorda la formulazione rigorosa della teoria della reazione nota come Teorema di Scomposizione e un nuovo Teorema di Elettrocinematica.

Il rettore Paolo Mancarella ha ricordato che "il professor Bruno Pellegrini, Professore Emerito dell’Università di Pisa, nel dicembre del 1961 è stato il primo laureato dell’Ateneo in Ingegneria elettronica, disciplina di cui successivamente è diventato prima docente e poi presidente del corso di laurea. Con la morte del professor Pellegrini - ha concluso il rettore - scompare il padre dell'elettronica pisana e si chiude un'era luminosa che lui stesso aveva aperto con la laurea del 1961".

Il professor Pietro Croce, associato di Tecnica delle Costruzioni e Teoria di progetto dei ponti dell'Università di Pisa, è stato nominato dal presidente della Regione Liguria e Commissario delegato per l'emergenza legata al crollo del ponte Morandi, Giovanni Toti, quale membro della “Commissione esperta di supporto alle decisioni”. Il professor Croce è stato chiamato su proposta del presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Massimo Sessa. La Commissione, composta da cinque esperti, ha compiti tecnico-consultivi relativi alla riperimetrazione della zona rossa, al fine di garantire la tutela dell'incolumità pubblica e privata, e soprattutto alla valutazione delle proposte presentate in merito alle attività di verifica, consolidamento, messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del ponte non collassati e instabili.

“Ringrazio il presidente Toti per la scelta fatta – ha detto il rettore Paolo Mancarella – che conferma il prestigio della scuola pisana di ingegneria delle costruzioni, un settore riconosciuto e apprezzato sia a livello accademico che nel mondo istituzionale italiano. Mi congratulo con il professor Croce per il prestigioso incarico ricevuto, certo che saprà svolgere il suo compito con la massima professionalità, mettendo la sua competenza ed esperienza al servizio del paese su un'emergenza così drammatica. Il mio pensiero, la mia vicinanza e la mia solidarietà – ha concluso il rettore – vanno ai familiari delle vittime e ai cittadini di Genova così duramente colpiti da questa immane tragedia”.

 Croce Pietro

Il professor Pietro Croce, nato a Foggia nel 1957, è membro di numerose commissioni e gruppi di esperti nazionali e internazionali ed è presidente (Convenor) dell’HGB (Horizontal Group Bridges) del CEN/TC250 che coordina tutti gli Eurocodici strutturali relativi ai ponti. È stato ed è responsabile di programmi di ricerca finanziati dalla Comunità Europea, da importanti industrie e associazioni. Attualmente dirige la convenzione di ricerca tra il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Ateneo pisano e il Comune di Firenze relativa alla “Verifica di vulnerabilità sismica e delle condizioni di sicurezza strutturale del patrimonio immobiliare scolastico e di complessi sportivi”, che interessa circa 80 edifici scolastici, oltre al Pala Mandela e alla Piscina Costoli.

L'attività scientifica del professor Pietro Croce riguarda, tra gli altri, i temi dell'affidabilità strutturale e sicurezza delle strutture; delle analisi di vulnerabilità sismica, adeguamento sismico e consolidamento di strutture esistenti; delle tecniche costruttive innovative; delle tecniche di isolamento delle vibrazioni, della resistenza al fuoco e degli effetti del cambiamento climatico sulle costruzioni. In particolare, le sue ricerche si concentrano sull'analisi della fatica e carichi da traffico nei ponti e nei ponti strallati e sospesi; sulla valutazione della fatica e fatica oligociclica nelle strutture metalliche e nelle strutture in cemento armato e relative tecniche di riparazione; nel monitoraggio delle strutture, con particolare riferimento agli edifici e ai ponti monumentali; nell'analisi non lineare e rigidezza equivalente dei cavi e degli stralli, con speciale riferimento ai ponti strallati e sospesi.

Partirà all'inizio di settembre il progetto di digitalizzazione dell'erbario dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa, finanziato con un contributo di 60 mila euro dalla Fondazione Pisa nell'ambito del bando dedicato ai Beni culturali. Il progetto avrà una durata triennale con un costo totale di 150 mila euro.
La tecnica dell’erbario è stata inventata nell’Ateneo pisano nella metà del Cinquecento, con finalità legate all’insegnamento della botanica, e si è successivamente diffusa in tutto il mondo allargando le sue funzioni ad altri campi, oltre a quello iniziale puramente didattico. Attualmente l’erbario dell’Università di Pisa ("Herbarium Horti Botanici Pisani") è costituito da circa 300 mila campioni raccolti dalla fine del Settecento ed è uno dei più importanti in Italia per consistenza e qualità delle collezioni. È suddiviso in due principali settori: un erbario generale e una sezione di erbari storici e collezioni separate. Un notevole sviluppo alla loro funzionalità e valorizzazione è dato dalla possibilità di catalogazione informatizzata delle collezioni, che permette di documentare in maniera precisa tutte le notizie riguardanti ogni esemplare.
Su questo fronte nell’ultimo anno sono stati fatti notevoli progressi e il contributo concesso dalla Fondazione Pisa per la realizzazione del nuovo progetto permetterà di migliorare e ampliare significativamente le modalità di fruizione dell’erbario pisano verso il grande pubblico.
“In particolare - ha commentato il professor Lorenzo Peruzzi, direttore dell'Orto e Museo Botanico - il progetto prevede la digitalizzazione di una delle collezioni più preziose conservate nella nostra struttura: l’erbario di Michele Guadagno, acquisito nel 1939 sotto la direzione di Alberto Chiarugi. Si tratta di circa 35 mila campioni, raccolti prevalentemente in Italia centro-meridionale. La loro completa digitalizzazione permetterà di avere a disposizione una grossa mole di informazioni circa la biodiversità della nostra penisola e renderà fruibile circa il 10% delle nostre collezioni totali anche al grande pubblico, che potrà visitare virtualmente il nostro erbario”.
Già in passato l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa hanno ricevuto finanziamenti dalla Fondazione Pisa per sviluppare progetti di consolidamento e conservazione della sua struttura e delle sue collezioni. Il finanziamento concesso quest’anno premia dunque gli sforzi degli ultimi due anni di attività del centro universitario, durante i quali sono state potenziate l’accessibilità e la visibilità della struttura attraverso iniziative rivolte al pubblico. Tra queste anche le “Domeniche al verde”, realizzate su stimolo del Comune, che hanno portato all’apertura gratuita per tutta la cittadinanza ogni prima domenica del mese, incrementando il numero di visitatori di oltre il 70%. Recentemente è stata inoltre ristrutturata la nuova parte espositiva del Museo Botanico, a cui possono accedere i visitatori con un unico biglietto di ingresso.

Partirà all'inizio di settembre il progetto di digitalizzazione dell'erbario dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa, finanziato con un contributo di 60 mila euro dalla Fondazione Pisa nell'ambito del bando dedicato ai Beni culturali. Il progetto avrà una durata triennale con un costo totale di 150 mila euro.

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La tecnica dell’erbario è stata inventata nell’Ateneo pisano nella metà del Cinquecento, con finalità legate all’insegnamento della botanica, e si è successivamente diffusa in tutto il mondo allargando le sue funzioni ad altri campi, oltre a quello iniziale puramente didattico. Attualmente l’erbario dell’Università di Pisa ("Herbarium Horti Botanici Pisani") è costituito da circa 300 mila campioni raccolti dalla fine del Settecento ed è uno dei più importanti in Italia per consistenza e qualità delle collezioni. È suddiviso in due principali settori: un erbario generale e una sezione di erbari storici e collezioni separate. Un notevole sviluppo alla loro funzionalità e valorizzazione è dato dalla possibilità di catalogazione informatizzata delle collezioni, che permette di documentare in maniera precisa tutte le notizie riguardanti ogni esemplare.
Su questo fronte nell’ultimo anno sono stati fatti notevoli progressi e il contributo concesso dalla Fondazione Pisa per la realizzazione del nuovo progetto permetterà di migliorare e ampliare significativamente le modalità di fruizione dell’erbario pisano verso il grande pubblico.

“In particolare - ha commentato il professor Lorenzo Peruzzi, direttore dell'Orto e Museo Botanico - il progetto prevede la digitalizzazione di una delle collezioni più preziose conservate nella nostra struttura: l’erbario di Michele Guadagno, acquisito nel 1939 sotto la direzione di Alberto Chiarugi. Si tratta di circa 35 mila campioni, raccolti prevalentemente in Italia centro-meridionale. La loro completa digitalizzazione permetterà di avere a disposizione una grossa mole di informazioni circa la biodiversità della nostra penisola e renderà fruibile circa il 10% delle nostre collezioni totali anche al grande pubblico, che potrà visitare virtualmente il nostro erbario”.

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Già in passato l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa hanno ricevuto finanziamenti dalla Fondazione Pisa per sviluppare progetti di consolidamento e conservazione della sua struttura e delle sue collezioni. Il finanziamento concesso quest’anno premia dunque gli sforzi degli ultimi due anni di attività del centro universitario, durante i quali sono state potenziate l’accessibilità e la visibilità della struttura attraverso iniziative rivolte al pubblico. Tra queste anche le “Domeniche al verde”, realizzate su stimolo del Comune, che hanno portato all’apertura gratuita per tutta la cittadinanza ogni prima domenica del mese, incrementando il numero di visitatori di oltre il 70%. Recentemente è stata inoltre ristrutturata la nuova parte espositiva del Museo Botanico, a cui possono accedere i visitatori con un unico biglietto di ingresso.

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