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Foto Orchestra by Flavio PaganoA partire da mercoledì 14 gennaio 2015 ricominceranno le prove dell'Orchestra dell'Università di Pisa con il consueto orario - dalle 20.30 fino alle 23.00 circa - presso il Polo Carmignani (dietro Piazza dei Cavalieri e Mensa Centrale). Le prove saranno finalizzate alla preparazione del Concerto in programma per la metà di marzo 2015.
Per chi avesse intenzione di iniziare a suonare con l'Orchestra, può scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite messaggio privato sulla pagina Facebook o sul profilo Twitter dell'Orchestra. Per chi avesse intenzione di assistere alle prove, invece, è pregato di presentarsi alle 20.30 o alle 21.45 in modo da non interrompere le prove stesse.
Ricordiamo che la partecipazione all'Orchestra dell'Università di Pisa è completamente gratuita e spontanea; non si richiede il possesso di nessun diploma musicale. L'Orchestra inoltre accetta musicisti in qualsiasi periodo dell'anno.
Per gli enti, i dipartimenti e i professori dell'Università di Pisa che fossero intenzionati a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi di rilevanza accademica, o per chiunque non faccia parte dell'Università di Pisa e fosse intenzionato a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi esterni, è possibile scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

(Foto in alto a destra scattata da Giuseppe Flavio Pagano per Radioeco)

Mercoledì, 07 Gennaio 2015 11:09

Il lato buono dei microbi

Come è possibile addomesticare i microbi? E a quale scopo poi? Sono queste alcune delle domande a cui risponde, con rigore scientifico e piglio divulgativo, il volumetto fresco di stampa "Microbi domestici e addomesticati" (ETS, 2014) della professoressa Manuela Giovannetti Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Nutraceutica e Alimentazione per la Salute" dell'Università di Pisa.

"La maggior parte delle persone considera i microbi, in modo negativo cioè come 'germi' o 'batteri' – spiega Manuela Giovannetti - eppure fin dalla nascita della civiltà, senza vederli e senza conoscerne l'esistenza, abbiamo utilizzato e manipolato i microrganismi per produrre cibi e bevande. E ancora oggi essi sono alla base della nostra vita quotidiana. Proviamo solo a immaginare per un momento un mondo senza microbi: dovremmo fare a meno di vino, birra, formaggi, yogurt, pane, pizza, caffè, cioccolato, funghi e tartufi, ma anche di un gran numero di sostanze terapeutiche come antibiotici, cortisone e insulina".

Insomma tutti noi conviviamo da sempre con le straordinarie imprese compiute quotidianamente dai microbi benefici. Basti pensare che il nostro intestino ne contiene da 10 a 100 mila miliardi (cioè circa 10 volte di più del totale delle cellule di tutto il nostro corpo), che in media pesano circa 1,2 Kg e che il loro genoma collettivo contiene almeno 100 volte più geni di quelli presenti nel nostro. Questi microbi non sono nostri commensali, ma dei veri e propri simbionti mutualistici, capaci di degradare molti polisaccaridi di origine vegetale di cui ci nutriamo, altrimenti indigeribili, e di sintetizzare aminoacidi e vitamine essenziali.

Ma nonostante tutto, i microbi continuano a godere di una cattiva fama. Se però cambiamo loro nome, e li chiamiamo "fermenti", tutto cambia come dimostra la pubblicità delle grandi industrie alimentari. Basta infatti soffermarsi a leggere l'etichetta degli yogurt e dei vari tipi di latte fermentato per scoprire che i miliardi di fermenti vivi e attivi non sono altro che "microbi" come i bifido batteri, gli streptococchi e i lattobacilli.

"Sono dunque partita da queste considerazioni – conclude l'autrice - per raccontare le straordinarie imprese compiute dai microbi benefici che gli esseri umani hanno addomesticato durante la loro storia, usando sistemi sempre più precisi e raffinati per trasformarli in piccole 'macchine' capaci di produrre alimenti e bevande prelibati, composti farmaceutici salvavita e beni industriali di grande diffusione".

La storia che stiamo per raccontare inizia con uno studio geologico/mineralogico delle miniere delle Alpi Apuane, un progetto avviato tre anni fa da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa, di cui fanno parte Massimo D'Orazio, Riccardo Petrini, Roberto Giannecchini, Cristian Biagioni e Simone Vezzoni. A un certo punto, le loro analisi evidenziano una presenza significativa di tallio - un metallo molto tossico che in passato era utilizzato per confezionare topicidi e insetticidi - nella rete idrica di una piccola frazione di quasi mille anime, Valdicastello Carducci, situata nel Comune di Pietrasanta, in Versilia. Gli studiosi segnalano tempestivamente la grave anomalia alle autorità responsabili e da lì si innesca, salendo via via di livello, una vicenda di tutt'altro tipo, con un'emergenza ambientale che riguarda la stessa sicurezza degli abitanti, coinvolgendo cittadini, amministratori e politici, e con un caso mediatico che attira l'interesse dei mass media di ambito locale e ben presto regionale e nazionale.
"Noi ricercatori - commenta il professor D'Orazio, ora che la fase più acuta dell'emergenza sembra superata - siamo diventati improvvisamente punto di riferimento per un'intera comunità, ricoprendo un ruolo che non ci appartiene, ma confermando nello stesso tempo che le università possono svolgere un'importante funzione sociale, in stretta relazione con il territorio di riferimento e a difesa dei cittadini. Il nostro studio, che è ancora in corso di svolgimento, dimostra che un approccio scientifico multidisciplinare può rappresentare uno strumento essenziale per una corretta pianificazione nella gestione delle risorse, con implicazioni dirette e rilevanti sulla qualità della nostra vita quotidiana".
Riavvolgiamo il nastro e torniamo all'inizio della nostra storia, agli studi mineralogici condotti sulle Alpi Apuane. Essi, oltre a produrre diverse pubblicazioni su riviste internazionali, hanno consentito di individuare una serie di minerali accessori dei depositi a barite-pirite-ossidi di ferro contenenti tallio, un elemento relativamente raro che difficilmente forma in natura minerali propri e concentrazioni a scala geologica. Sono così stati descritti tre minerali di tallio nuovi al mondo - boscardinite, protochabournéite e arsiccioite - e le evidenze dell'esistenza dei fusi a solfuri di più bassa temperatura sino a oggi osservati in natura.
L'eccezionalità di queste scoperte è stata ulteriormente evidenziata tramite analisi geochimiche che hanno mostrato elevati contenuti in tallio nella pirite che forma parte consistente dei corpi minerari. Presenze fino a oltre 1100 milligrammi per chilogrammo di tallio sono stati misurati in una fascia mineralizzata che corre da Valdicastello Carducci fino a Fornovolasco.
Riconosciuta l'importanza di queste mineralizzazioni e il loro potenziale impatto ambientale, data l'elevata tossicità del tallio, i ricercatori pisani hanno iniziato una serie di studi per valutare il potenziale rilascio di metalli pesanti nell'ambiente, attraverso lo studio dei drenaggi minerari nel bacino del torrente Baccatoio, a monte dell'abitato di Valdicastello. In tal modo è stato osservato che il tallio passa dalla matrice solida alla fase acquosa attraverso una complessa serie di reazioni. In aggiunta, le ricerche hanno dimostrato come il destino del tallio, a differenza degli altri metalli e metalloidi, non risenta in maniera significativa dei processi naturali di rimozione dalla fase acquosa connessi a fenomeni di precipitazione, presentando anzi un comportamento "conservativo" che consente all'elemento di persistere disciolto e disperdersi nell'ambiente attraverso le acque.
Le caratteristiche idrogeologiche del bacino, sede dell'area contaminata, consentono dunque un'elevata interazione fra la circolazione idrica sotterranea e le mineralizzazioni a pirite. Gli studiosi hanno così evidenziato la presenza, in aggiunta a numerose sorgenti con acque di buona qualità, di altre con percentuali variabili di tallio, anche in misura superiore al consentito. Da qui nasce la segnalazione agli enti preposti dello scorso settembre, da cui è derivata l'emergenza tallio a Valdicastello Carducci: un caso che resta aperto e che richiama la necessità di ulteriori e più approfondite indagini scientifiche.

Una spedizione in Antartide alla ricerca di meteoriti, in quello che è un terreno privilegiato per la raccolta di materia extraterrestre per studi sull'origine e sull'evoluzione del sistema solare. Partiranno con questo obiettivo, venerdì 26 dicembre 2014, i due ricercatori dell'Università di Pisa che sono stati inseriti nella XXX missione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziata dal MIUR. I ricercatori fanno parte del progetto "Meteoriti Antartiche" coordinato da Luigi Folco, ricercatore dell'Università di Pisa. A guidare il gruppo sul terreno sarà Maurizio Gemelli, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra, a cui si aggiungeranno Jacopo Nava, studente laureando del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, e Gabriele Giuli, ricercatore dell'Università di Camerino.

La missione inizierà ufficialmente il 26 dicembre con la partenza dall'Italia per il lungo viaggio verso il continente antartico. L'arrivo in Antartide è previsto per il 30 dicembre quando un volo dalla Nuova Zelanda porterà i ricercatori sul continente bianco. La durata della missione sarà di circa 40 giorni con il rientro previsto per il 6 febbraio 2015. Durante le settimane della missione, i due ricercatori pubblicheranno un diario delle loro attività sulla pagina Facebook "La spedizione in Antartide dell'Università di Pisa".

Gli studiosi pisani utilizzeranno come supporto logistico la base italiana del PNRA "Mario Zucchelli", gestita dall'ENEA, che si trova sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova, e che è aperta dalla metà di ottobre. Da qui si muoveranno per montare un campo remoto sul plateau polare a ridosso delle Montagne Transantartiche, dove si tratterranno per più di due settimane alla ricerca di meteoriti, con una temperatura media che oscillerà intorno ai -25° C e un vento di oltre 60 chilometri all'ora.

Nel 2012-13 lo stesso gruppo di ricerca aveva effettuato un'altra spedizione in Antartide con risultati straordinari con il ritrovamento di oltre 100 meteoriti tra le quali due rarità: una meteorite lunare e una condrite carboniosa. Meteoriti rarissime che nascondono al loro interno segreti sulla formazione del nostro satellite e del nostro Sistema Solare.

Grazie a un "Memorandum of Understandig" della durata di 5 anni, per gli studenti e i docenti dell'Università di Pisa si aprono le porte del Canada, in particolare della Concordia University College di Alberta. La firma di un accordo quadro è avvenuta alcune settimane fa in occasione della visita a Pisa del professor Manfred Zeuch, docente responsabile dell'internazionalizzazione della Concordia, che ha proposto diverse possibilità di collaborazione, tra cui lo scambio di studenti e docenti e l'attivazione di lauree che rilascino un titolo congiunto tra i due atenei.

In particolare, sono in corso di definizione con il professor Manfred Zeuch e il professor Neil Querengesser, responsabile dell'area umanistica della Concordia University College, i dettagli per uno scambio studenti con i dipartimenti di Filologia, Letteratura e Linguistica e di Civiltà e Forme del sapere dell'Università di Pisa. Il Consolato generale italiano di Vancouver si è congratulato per l'iniziativa e si è dichiarato a disposizione per aiutare i rapporti di scambio.

Mercoledì, 07 Gennaio 2015 10:38

Il lato buono dei microbi

Come è possibile addomesticare i microbi? E a quale scopo poi? Sono queste alcune delle domande a cui risponde, con rigore scientifico e piglio divulgativo, il volumetto fresco di stampa "Microbi domestici e addomesticati" (ETS, 2014) della professoressa Manuela Giovannetti (foto) Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Nutraceutica e Alimentazione per la Salute" dell'Università di Pisa.Prof Manuela Giovannetti

"La maggior parte delle persone considera i microbi in modo negativo, cioè come 'germi' o 'batteri' – spiega Manuela Giovannetti - eppure fin dalla nascita della civiltà, senza vederli e senza conoscerne l'esistenza, abbiamo utilizzato e manipolato i microrganismi per produrre cibi e bevande. E ancora oggi essi sono alla base della nostra vita quotidiana. Proviamo solo a immaginare per un momento un mondo senza microbi: dovremmo fare a meno di vino, birra, formaggi, yogurt, pane, pizza, caffè, cioccolato, funghi e tartufi, ma anche di un gran numero di sostanze terapeutiche come antibiotici, cortisone e insulina".

Insomma tutti noi conviviamo da sempre con le straordinarie imprese compiute quotidianamente dai microbi benefici. Basti pensare che il nostro intestino ne contiene da 10 a 100 mila miliardi (cioè circa 10 volte di più del totale delle cellule di tutto il nostro corpo), che in media pesano circa 1,2 Kg e che il loro genoma collettivo contiene almeno 100 volte più geni di quelli presenti nel nostro. Questi microbi non sono nostri commensali, ma dei veri e propri simbionti mutualistici, capaci di degradare molti polisaccaridi di origine vegetale di cui ci nutriamo, altrimenti indigeribili, e di sintetizzare aminoacidi e vitamine essenziali.

Ma nonostante tutto, i microbi continuano a godere di una cattiva fama. Se però cambiamo loro nome e li chiamiamo "fermenti", tutto cambia come dimostra la pubblicità delle grandi industrie alimentari. Basta infatti soffermarsi a leggere l'etichetta degli yogurt e dei vari tipi di latte fermentato per scoprire che i miliardi di fermenti vivi e attivi non sono altro che "microbi" come i bifido batteri, gli streptococchi e i lattobacilli.

"Sono dunque partita da queste considerazioni – conclude l'autrice - per raccontare le straordinarie imprese compiute dai microbi benefici che gli esseri umani hanno addomesticato durante la loro storia, usando sistemi sempre più precisi e raffinati per trasformarli in piccole 'macchine' capaci di produrre alimenti e bevande prelibati, composti farmaceutici salvavita e beni industriali di grande diffusione".

Ne hanno parlato:
La Nazione Pisa
Il Tirreno Pisa
Tirreno.it/1
Tirreno.it/2
Nazione.it
VinieSapori.it
PisaInformaFlash.it
PaginaQ.it
GoNews.it
Controcampus.it
Zeroventiquattro.it
StampToscana.it
AgricolturaModerna.it

 

Lunedì, 05 Gennaio 2015 16:30

Pensione ai superstiti

La pensione indiretta o di reversibilità spetta ai superstiti del dipendente iscritto all'INPS – Gestione Dipendenti Pubblici e del pensionato secondo il seguente ordine:

  1. al coniuge;
  2. al coniuge separato, anche con addebito della colpa, se è titolare di assegno alimentare a carico del coniuge deceduto (articolo 5 della legge 898 del 1970, come sostituito dall'articolo 10 della legge 74 del 1987);
  3. al coniuge divorziato, se:
    • è titolare di assegno alimentare (articolo 5 della legge 898 del 1970, come sostituito dall'articolo 10 della legge 74 del 1987);
    • non è passato a nuove nozze;
    • il pensionato o iscritto divorziato è deceduto dopo il 12 marzo 1987 (legge 74 del 1987);
    • la data di assunzione in ruolo del pensionato o iscritto è anteriore alla data della sentenza di scioglimento o cessazione del matrimonio;
    • non esiste coniuge superstite;
  4. al coniuge divorziato, anche se il defunto aveva contratto nuovo matrimonio e il nuovo coniuge è ancora in vita. In questo caso, il coniuge divorziato ha diritto al trattamento di pensione (legge 74 del 1987) purché in possesso dei requisiti elencati al punto 3) e solo con una specifica sentenza da parte del tribunale competente, che stabilisce le quote spettanti al coniuge e all'ex coniuge in proporzione alla durata dei singoli matrimoni e alle condizioni economiche e di reddito;
  5. ai figli ed equiparati che alla data del decesso del pensionato o dell'iscritto sono a carico del genitore e rientrano in una di queste condizioni:
    minorenni;
    studenti di scuola media superiore o professionale fino al 21esimo anno d'età, che non prestano lavoro retribuito;
    studenti maggiorenni iscritti a università (o istituti equiparati) per tutta la durata legale degli studi, e comunque non oltre il 26esimo anno d'età, che non prestano lavoro retribuito;
    maggiorenni inabili a carico del pensionato o iscritto defunti.

Sono equiparati a figli legittimi e naturali:

  • i figli adottivi e quelli affiliati del pensionato o iscritto deceduto;
  • i figli naturali non riconoscibili dal pensionato o iscritto deceduto, per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza;
  • i figli naturali non riconoscibili dal pensionato o iscritto deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all'assegno vitalizio;
  • i figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del pensionato o iscritto deceduto;
  • i figli naturali riconosciuti dal coniuge del pensionato o iscritto deceduto, o dichiarati tali in giudizio;
  • i nipoti in linea retta minori e viventi a carico dell'iscritto o del pensionato, anche se non formalmente affidati.

In mancanza di coniuge o di figli che abbiano diritto alla pensione, questa spetta ai genitori del pensionato o iscritto se alla data del decesso:

  • hanno almeno 65 anni d'età;
  • non sono titolari di pensione diretta o indiretta;
  • sono a carico del pensionato o iscritto deceduto.

In mancanza di coniuge, figli o genitori che abbiano diritto alla pensione, questa spetta ai fratelli celibi ed alle sorelle nubili dell'iscritto o del pensionato se alla data del decesso:

  • sono inabili al lavoro (anche in età inferiore ai 18 anni);
  • non sono titolari di pensione diretta o indiretta;
  • sono a carico dell'iscritto o del pensionato deceduto.

Chi può essere considerato "inabile"

Secondo la normativa in vigore, l'inabilità corrisponde a un'assoluta impossibilità a svolgere una qualsiasi attività che produca reddito, e deve essere certificata dalle Asl, dalle Commissioni mediche di verifica o dagli Ospedali militari con une delle seguenti diciture: "Il soggetto è assolutamente e permanentemente inabile a qualsiasi attività lavorativa" oppure "Il soggetto è permanentemente inabile a proficuo lavoro".

Chi può essere considerato "a carico"

Il superstite viene considerato a carico del defunto in due casi:
se convivente, quando il suo reddito è pari o inferiore al minimo Inps per l'anno in corso maggiorato del 30%; a partire dal primo novembre 2000 tale limite è aumentato dell'importo dell'indennità di accompagnamento per i figli inabili che si trovano nelle condizioni previste dall'articolo 5 della legge 222 del 1984;
se non convivente, a seguito di un accertamento: l'ufficio verifica se il superstite era autosufficiente o meno dal punto di vista economico, e se il defunto concorreva in maniera rilevante e continuativa al suo mantenimento.

Lunedì, 05 Gennaio 2015 16:28

Pensione privilegiata

Consiste in un trattamento di natura economica che spetta al dipendente pubblico divenuto inabile per patologie derivanti da causa di servizio. Per causa di servizio si intende un danno fisico subito o una malattia contratta per cause o condizioni insite nel tipo di lavoro prestato. La concessione del privilegio avviene indipendentemente dagli anni di servizio.

A chi si rivolge

Sono destinatari della prestazione tutti i pubblici dipendenti iscritti all'INPS -GDP collocati a riposo a seguito di patologie contratte in servizio e per causa di servizio riconosciute tali entro il 31.12.2011, in quanto la Riforma Fornero ha demandato all'infortunistica ordinaria gestita dall'INAIL la competenza alla liquidazione delle prestazioni di legge.

Requisiti di accesso

Ha diritto alla pensione di privilegio l'iscritto che rientra in entrambe le condizioni seguenti:

  • l'iscritto ha contratto una malattia contagiosa o una malattia professionale, o riporta una ferita o una lesione traumatica, per causa o concausa di servizio (nel secondo caso la concausa deve essere necessaria e preponderante);
  • la condizione di infermità sopra descritta rende l'iscritto inabile al servizio.

La decorrenza è dal 1° giorno successivo a quello del collocamento a riposo d'ufficio.

Lunedì, 05 Gennaio 2015 16:23

Pensione di inabilità

Inabilità relativa

Si consegue nel caso in cui la cessazione dal servizio sia dovuta ad una infermità non dipendente da causa di servizio che comporti l'inidoneità alla mansione svolta o al proficuo lavoro.
I requisiti:

  1. Anzianità contributiva minima di 15 anni;
  2. Risoluzione del rapporto di lavoro per infermità non dipendente da causa di servizio;
  3. Stato di inidoneità a svolgere la mansione o proficuo lavoro conseguente ad infermità non dipendente da causa di servizio, riconosciuta dall'apposita Commissione Medica di verifica della Ragioneria Provinciale dello Stato o dalla Competente Commissione ASL se il procedimento è avviato d'ufficio dall'Amministrazione.

La decorrenza è dal 1° giorno successivo al collocamento a riposo per motivi di salute.

Inabilità assoluta e permanente

Si consegue nel caso in cui la cessazione dal servizio sia dovuta ad una infermità non dipendente da causa di servizio che comporti l'assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.
I requisiti:

  1. Anzianità contributiva minima di 5 anni di cui 3 esistenti nel quinquennio antecedente la decorrenza della pensione;
  2. Risoluzione del rapporto di lavoro per infermità non dipendente da causa di servizio;
  3. Stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa conseguente ad infermità non dipendente da causa di servizio, riconosciuta dall'apposita Commissione Medica di verifica della Ragioneria Provinciale dello Stato.

Si consegue una pensione calcolata incrementando i servizi utili alla cessazione del periodo intercorrente tra la data di cessazione e quella in cui si sarebbe maturato il limite di età, fermo restando l'anzianità max dei 40 anni utili.
La decorrenza è dal 1° giorno successivo al collocamento a riposo per motivi di salute.

Lunedì, 05 Gennaio 2015 15:46

Pensione anticipata

I soggetti che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a partire dal 1° gennaio 2012, possono accedere alla pensione anticipata a condizione che risulti maturata un'anzianità contributiva di 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Tali requisiti sono aumentati di un mese per l'anno 2013 e di un ulteriore mese a decorrere dal 2014, fermi restando gli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013.

I requisiti minimi richiesti devono essere maturati mentre si è ancora iscritti all'ente previdenziale. Chi è cessato dal servizio senza aver conseguito il diritto può decidere di mantenere l'iscrizione all'Istituto con la prosecuzione volontaria dei contributi.

I requisiti prescritti a partire dal 1° gennaio 2012 per il diritto alla pensione anticipata, sia in un sistema di calcolo misto (contributivo pro-rata) sia contributivo, sono riportati nella tabella seguente.

Requisiti per il diritto alla pensione anticipata
AnnoAnzianità contributiva uominiAnzianità contributiva donne
2012 42 anni e 1 mese 41 anni e 1 mese
2013 42 anni e 5 mesi 41 anni e 5 mesi
2014 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi
2015 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi


N.B. queste anzianità contributive sono sottoposte ad eventuali aumenti in base alla c.d. "speranza di vita" che sarà determinata con apposito DPCM per il triennio 2016/2019.
Sulla quota del trattamento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente al 1° gennaio 2012 è applicata una riduzione pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale riduzione è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (ovvero rispetto ai 60 anni di età). Nel caso in cui l'età al pensionamento non sia intera la riduzione percentuale è proporzionale al numero dei mesi.
Le suddette riduzioni percentuali non trovano applicazione, limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, qualora la predetta anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e cassa integrazione ordinaria.

Requisiti fino al 31 dicembre 2011

I lavoratori che hanno maturato entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età e anzianità contributiva, previsti dalla normativa vigente a tale data, conservano il diritto alla prestazione pensionistica secondo tale normativa sia ai fini del diritto sia ai fini della relativa decorrenza. I requisiti precedenti per l'acquisizione del diritto alla pensione di anzianità prevedevano il raggiungimento della "quota 96" come somma di età anagrafica e anzianità contributiva: si poteva cioè andare in pensione a 60 di età con 36 anni di contribuzione, oppure a 61 anni con 35 anni di contribuzione.

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