Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Memori gruppo di ricerca Università di PisaQuadri conservati nelle teche, opere d'arte e libri antichi custoditi nei musei, niente sembra più al sicuro. In realtà a minacciare lo stato di conservazione di tutti questi tesori c'è un nemico invisibile quanto insidioso: l'inquinamento atmosferico. Per salvare l'immenso patrimonio conservato nelle gallerie e nelle biblioteche è nato MEMORI, uno strumento facile da gestire e a basso costo, frutto dell'omonimo progetto europeo, "MEMORI - Measurement, Effect Assessment and Mitigation of Pollutant Impact on Movable Cultural Assets". Il progetto, appena giunto a conclusione dopo tre anni di ricerche, è stato coordinato dall'Istituto Norvegese per la Ricerca sull'Aria e ha coinvolto 14 partner europei fra cui il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università Pisa.

In pratica MEMORI è un dosimetro sensibile al clima, alla luce, e ai gas inquinanti foto-ossidanti e acidi, ed è capace di trasmettere i dati ad una piattaforma web in modo da eseguire l'analisi dei parametri rilevati in tempo reale e quindi intervenire tempestivamente prima che gli eventuali danni siano visibili sulle opere d'arte. Il prototipo MEMORI, che è stato presentato al convegno conclusivo del progetto che si è svolto a Madrid lo scorso ottobre, è stato testato in più di 16 musei europei, fra cui il Tate di Londra, lo Stibbert di Firenze, il Museum of Cultural History di Oslo e il Musée National Picasso a Parigi, ed è già pronto per la commercializzazione.

memori"Il mio gruppo di ricerca al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale si è occupato in particolare della valutazione degli effetti degli acidi organici volatili su materiali organici presenti nei manufatti conservati in musei, biblioteche e archivi – ha spiegato la professoressa Maria Perla Colombini dell'Università Pisa - uno studio che non è mai stato fatto prima d'ora in maniera così sistematica ed estensiva".

"La nostra ricerca – ha detto Ilaria Bonaduce ricercatrice dell'Ateneo pisano che è intervenuta al congresso conclusivo del progetto MEMORI a Madrid – ha dimostrato l'estrema pericolosità degli acidi organici per i manufatti pittorici, in quanto catalizzano l'ossidazione di vernici. Si tratta di un risultato molto importante perché evidenzia come il monitoraggio della qualità dell'ambiente sia fondamentale, non solo in sedi espositive, ma anche all'interno delle teche dove sono conservati dipinti e altri oggetti policromi, dato che è proprio al loro interno che le concentrazioni di acidi organici possono essere estremamente elevate. Questo ci dice che, per proteggere un dipinto prezioso, non basta sigillarlo all'interno di una cornice o teca microclimatica, ma che bisogna controllare attentamente i materiali di cui questi supporti sono costruiti e monitorare la qualità dell'aria al loro interno, per assicurare le migliori condizioni di conservazione possibile per il nostro patrimonio pittorico".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
ANSA.it
Tirreno.it
Agipress.it
InToscana.it

Nazione.it
PisaèCultura.it
PisaToday.it
NovedaFirenze.it
PisaInformaFlash.it
LiberoQuotidiano.it (AdnKronos)
Artemagazine.it
TGCOM
EcoReport.tv

Si comunica che i direttori di dipartimento, accogliendo la richiesta presentata dai rappresentanti degli studenti, hanno disposto la sospensione delle attività didattiche per martedì 12 novembre, dalle ore 10 alle ore 12, per permettere agli studenti di partecipare all'Assemblea di Ateneo convocata al Polo Carmignani.

pontecorvo1"Da Pisa a Mosca, un lungo viaggio attraverso storia e scienza" è il titolo della mostra che La Limonaia dedica a Bruno Pontecorvo a cento anni dalla nascita. Visibile fino al 22 dicembre nella sede di Palazzo Ruschi, l'esposizione ripercorre la vita e gli studi del grande fisico nato a Pisa il 22 agosto del 1913, oltre che soffermarsi sulle vicende della sua famiglia, a partire dai due fratelli, il regista Gillo e il biologo Guido. La mostra, a ingresso gratuito, è stata organizzata dall'Associazione "La Limonaia Scienza Viva", dall'Università di Pisa, dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dal Joint Institute for Nuclear Research di Dubna in Russia. I curatori scientifici sono Marcomaria Massai, docente del dipartimento di Fisica dell'Ateneo, Gloria Spandre, ricercatrice dell'INFN, ed Elena Volterrani, responsabile della Limonaia edell'INFN.

pontecorvo4Giunta al culmine delle celebrazioni nazionali per il centenario della nascita, la rassegna mira a inquadrare il percorso umano e scientifico di Bruno Pontecorvo all'interno del difficile contesto storico in cui egli ha vissuto. Da un lato, infatti, Pontecorvo è ricordato come uno dei principali scienziati del '900, che ha dato un contributo decisivo allo sviluppo della fisica moderna e che, per ampiezza e profondità d'intuizioni, avrebbe sicuramente meritato il Premio Nobel. Dall'altro, deve la sua notorietà, anche fuori dalla comunità scientifica, alla scelta di trasferirsi con la famiglia nel 1950, in piena epoca da Guerra Fredda, nell'Unione Sovietica di Stalin.

pontecorvo3La vita e le ricerche di Bruno Pontecorvo sono approfondite attraverso 45 pannelli descrittivi e sette monitor con immagini e filmati d'epoca, in cui scorrono anche interviste a illustri scienziati che parlano del fisico pisano. All'interno della mostra, saranno inoltre esposti materiali originali, alcuni dei quali di grande rilievo scientifico. Sono inediti e mai esposti prima, per esempio, i due voluminosi quaderni di appunti che il fisico scrisse subito dopo l'arrivo in URSS, tra 1950 e 1955, così come altri documenti del periodo sovietico e il Premio Lenin che ricevette nel 1963. Viene poi illustrato l'esperimento eseguito da Enrico Fermi nel laboratorio di via Panisperna, che portò alla scoperta dell''effetto paraffina' per il quale vinse il Nobel nel 1938 e al quale partecipò lo stesso Bruno Pontecorvo.

Nella sezione "Scienza" che descrive l'attualità delle idee proposte da Pontecorvo, saranno infine presentati un tracciatore di raggi cosmici, in funzione; un campione dell'esperimento Opera al Gran Sasso, che ha verificato l'ipotesi di Bruno Pontecorvo sull'oscillazione del neutrino; un fotomoltiplicatore gigante dell'esperimento Antares, che è un telescopio subacqueo per neutrini di altissima energia, e altri modelli di apparati sperimentali operanti al mondo.

Per tutte le informazioni sulla mostra si rinvia al sito: http://www.pontecorvopisa.it

Ne hanno parlato:
Repubblica Firenze
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
RepubblicaFirenze.it
PisaInformaFlash.it
pontecorvo2pontecorvo5

 

 

 

 

 

 

 

  

Giovedì, 07 Novembre 2013 10:08

17 docenti dell'Ateneo finanziati con i PRIN

logoMiurNell'anno in cui i finanziamenti ministeriali hanno subito un taglio del 77%, arrivano all'Università di Pisa i fondi dei Progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) che premiano le ricerche di ben 17 docenti dell'Ateneo. Sono cinque i ricercatori pisani che hanno ottenuto fondi come coordinatori nazionali dei progetti, per un importo totale di oltre 1,3 milioni di euro. Tra loro anche il fisico Guido Tonelli, che potrà proseguire gli esperimenti e gli studi sul bosone di Higgs, protagonista della vittoria del Nobel per la Fisica. Sono inoltre 12 i ricercatori che sono stati premiati come responsabili locali di progetti (Unità B).

Nel complesso quella dell'Università di Pisa è una performance positiva, se si pensa che, a livello nazionale, i finanziamenti del MIUR sono passati dai 170 milioni di euro dello scorso anno ai 38 milioni di quest'anno. I cinque progetti a coordinamento nazionale premiati nell'ambito dei PRIN sono stati selezionati tra i 48 presentati dall'Ateneo, con un rapporto del 10,41%.

Qui nel dettaglio i progetti finanziati.

Coordinatori nazionali dei progetti:

1) Settore LS – Life Sciences

- Maria Letizia Trincavelli (dipartimento di Farmacia): "Il controllo dell'osteoblastogenesi quale nuova strategia terapeutica per le patologie ossee". Totale progetto 353.445 euro, contributo assegnato 247.411.

2) Settore PE – Mathematics, physical sciences, information and communication, engineering, universe and earth sciences

- Giovanni Bianucci (dipartimento di Scienze della Terra): "Biodiversità marina e produttività primaria nei bacini neogenici di avanarco andini: relazioni tra Konservat-Lagerstätten a vertebrati marini e la deposizione di tappeti a diatomee. I ruoli della cenere vulcanica e del moderno regime di circolazione oceanica come fattori di fertilizzazione delle acque e di rafforzamento dell'upwelling costiero. La Formazione di Pisco (Perù) come caso studio". Totale progetto 252.605 euro, contributo assegnato 176.823.

- Guido Emilio Tonelli (dipartimento di Fisica): "H-TEAM: trigger, elettronica avanzata e metodi innovativi per misure di precisione nel settore dell'Higgs ad LHC". Totale progetto 459.725 euro, contributo assegnato 321.808.

3) Settore SH – Social Sciences and Humanities

- Leonardo Boncinelli (dipartimento Economia e Management): "Economia dell'intuizione e del ragionamento: uno studio sul cambiamento delle attitudini razionali in presenza di due sistemi di elaborazione (acronimo inglese: SOCRATES)". Totale progetto 76.718 euro, contributo assegnato 53.703.

- Antonella Gioli (dipartimento Civiltà e forme del sapere): "La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d'arte". Totale progetto 171.041 euro, contributo assegnato 119.729.

Unità B:

1) Settore LS:

Lupetti Antonella – dipartimento Ricerca Traslazionale

Petroni Giulio - dipartimento Biologia

Vitti Paolo – dipartimento Medicina clinica

2) Settore PE:

Berarducci Alessandro - dipartimento Matematica

Cappelli Chiara – dipartimento Chimica e chimica industriale

Grossi Roberto - dipartimento Informatica

Di Bari Lorenzo - dipartimento Chimica e chimica industriale

Frangioni Antonio - dipartimento Informatica

Diani Marco – dipartimento Ingegneria informazione

3) Settore SH:

Salvati Nicola – dipartimento Economia e Management

Petralia Giuseppe – dipartimento Civiltà e forme del sapere

Barrotta Pierluigi – dipartimento Civiltà e forme del sapere

Agricoltura conservativaC'è una terza via fra l'agricoltura biologica e quella convenzionale: è l'agricoltura conservativa e il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi" dell'Università di Pisa ha cominciato a studiare questa pratica già dal 1986, fra i primi in Italia. Un'esperienza quasi trentennale che è ora al servizio di un progetto della regione Toscana "Agrotecniche conservative finalizzate alla riduzione dell'impatto ambientale del frumento e alla caratterizzazione dei suoi derivati" finanziato con circa 200mila euro nell'ambito dell'ultimo bando di sviluppo rurale 2007/2013. Oltre all'Ateno pisano come partner scientifico, il progetto è coordinato dal Consorzio Agrario di Pisa e vi partecipano l'Azienda Agricola Martello Nadia e l'Azienda Agricola Squadrelli Ottavia, rispettivamente nelle province di Pisa e Siena per un totale di 80 ettari sotto monitoraggio.

"L'obiettivo del progetto – ha spiegato Marco Mazzoncini (foto) direttore del Centro "E. Avanzi" – è di far conoscere e diffondere la pratica dell'agricoltura conservativa che si basa sull'impiego di tecniche semplificate di lavorazione del terreno e un impiego razionale della chimica di sintesi. Tra le tecniche "conservative", la non-lavorazione (semina su sodo) e anche la lavorazione minima, hanno un ruolo di primaria importanza dal punto di vimarco mazzoncinista della sostenibilità, sia ambientale che economica".

In particolare, la non-lavorazione del terreno (la tecnica conservativa saggiata nel progetto), riduce i rischi di erosione, incrementa il carbonio organico dello strato superficiale del terreno rendendolo più fertile. La sostenibilità di questa tecnica si basa anche sulla minore quantità di energia richiesta delle colture seminate su "terreno sodo" connessa al forte risparmio di gasolio che si traduce in una significativa riduzione delle emissione di anidride carbonica (anche oltre il 50% rispetto alla tecniche convenzionali).

Per quanto riguarda poi l'aspetto economico, l'agricoltura conservativa, quando correttamente applicata, non determinando apprezzabili cali di produzione rispetto alle tecniche ordinarie (almeno per i cereali invernali come il grano) offre maggiori margini di guadagno riducendo significativamente i costi di produzione intorno ai 130-160 euro per ettaro.

"Malgrado i numerosi vantaggi, allo stato attuale, tuttavia, le tecniche di agricoltura conservativa non hanno ancora una grande diffusione in Italia – ha sottolineato il professor Mazzoncini – e questo per una serie di difficoltà di tipo agronomico ed extra-agronomico che spesso incontrano gli agricoltori. Ma il superamento di queste difficoltà potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore sostenibilità dei sistemi cerealicoli regionali".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno - Pisa
AgricolturaNews.it
AgricolturaModerna.it
CGIL- Toscana news (ANSA)
GreenReport.it
GoNews.it
PisaInformaFlash.it
PisaNews.it
Conipiediperterra.it

Controcampus.it

tomba Antonfrancesco de' MediciNati da relazioni extra coniugali, vissero comunque una vita privilegiata, allevati a corte e sepolti nelle cappelle di famiglia: parliamo di Gianfrancesco Maria (1619-1689) e Antonfrancesco Maria (1618-1659), figli illegittimi dei Medici, esponenti minori della dinastia dei Granduchi di Toscana, di cui adesso, grazie a uno studio archeologico e paleopatologico condotto dall'Università di Pisa, sono stati esaminati i resti. Le loro sepolture sono state esplorate nell'ambito di interventi di risanamento e adeguamento impiantistico delle Cappelle Medicee di Firenze, con un'operazione avvenuta sotto la direzione della Soprintendenza speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale fiorentino.

Per i rilievi archeologici e gli studi paleopatologici, l'operazione ha visto impegnati i ricercatori della Divisione di Paleopatologia dell'Ateneo pisano guidati dal professor Gino Fornaciari, già responsabile del "Progetto Medici" tra il 2003 e il 2009. Lo studio radiologico è stato effettuato presso il Reparto di Radiologia dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, sotto la direzione di Roberto Carpi e Ilario Menchi.

Lo studio preliminare dei due individui ha dimostrato che la pratica dell'autopsia con scalottamento del cranio e imbalsamazione, già attestata nei Granduchi, veniva utilizzata correntemente anche per personaggi minori della famiglia. Inoltre i resti scheletrici ritrovati all'interno delle due sepolture promettono di rivelare nuovi particolari sulla vita degli esponenti della famiglia fiorentina.
 

Bianca Cappello

Sarà possibile, ad esempio, fare luce su alcune leggende che riguardano Antonio de' Medici (1576-1621), figlio del Granduca Francesco I (1541-1587) e padre di Antonfrancesco Maria. Leggenda vuole che Antonio de' Medici, priore di Pisa dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, non sarebbe figlio di Francesco I, ma un neonato adottato nel corso di un parto simulato dall'amante del principe, Bianca Cappello (nel ritratto), che voleva dare un figlio maschio a Francesco. Confrontando il DNA di Antonfrancesco Maria, figlio di Antonio, con quello del Granduca Francesco I sarà possibile fare luce anche su questa vicenda.

L'altra storia che raccontano questi resti scheletrici è che anche ai figli illegittimi dei Medici veniva garantita una vita di agi. Antonfrancesco Maria, dopo la morte del padre, fu educato alla corte dei Medici, mentre la madre Artemisia Tozzi fu confinata nel monastero fiorentino di San Clemente. Il benessere e i privilegi della vita di corte di cui godette Antonfrancesco sono testimoniati anche da un primo esame paleopatologico che ha permesso la diagnosi di una grave forma di gotta cronica del piede destro, localizzata in corrispondenza dell'alluce, che indica un'alimentazione molto ricca di carne, confermando fra l'altro la familiarità della cosiddetta "gotta dei Medici".

Ancora più esemplificativa la storia di Gianfrancesco Maria, figlio di Don Giovanni de' Medici e di Livia Vernazza. Nato quando il padre si trovava a Venezia come generale al servizio della Serenissima, il bambino era frutto di una relazione illegittima, ma fu legittimato dal fatto che i suoi genitori si sposarono il giorno della sua nascita. Nonostante ciò, il bambino fu tolto alla madre dopo la morte del marito avvenuta nel 1621 e fu allevato a corte dai Medici a Firenze. Livia Vernazza fu rinchiusa in un convento fino al 1639 e poi segregata a Villa Le Macine. Gianfrancesco Maria divenne così illegittimo, ma la famiglia granducale gli concesse una rendita annua.


Antonfrancesco de' MediciI rilievi scientifici sui resti
L'apertura della tomba di Antonfrancesco ha rivelato i resti scheletrizzati di un individuo di sesso maschile di età adulta e di statura elevata (oltre 185 cm), con il cranio e le coste segate per l'autopsia e l'imbalsamazione. Come risultava anche dalla documentazione d'archivio, era stato sepolto con l'abito monastico dell'Ordine dei Cappuccini, completo di cordone e rosario in legno, purtroppo assai danneggiato dall'alluvione di Firenze del 1966.

L'esame della tomba di Gianfrancesco ha invece rivelato la presenza di un individuo di sesso maschile di età adulto-matura, con il cranio scalottato per l'autopsia e l'imbalsamazione, vestito con un elegante abito della seconda metà del '600 e ancora con la spada al fianco. La presenza di vesti e di oggetti del corredo ha impedito il recupero di gran parte dei resti. Tuttavia è stato possibile studiare il cranio e sottoporlo a indagine antropologica, paleopatologica e radiologica.

Ne hanno parlato: 
Il Piccolo
Corriere Fiorentino
Quotidiano Nazionale
Tirreno Pisa
Corriere Adriatico
Ansa.it
ADNkronos
CorriereFiorentino.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
PisaInformaFlash.it
Controcampus.it
FirenzeToday 
gonews.it 

Casa_Torre_di_Palazzo_Bianchi-MonzonSono state avviate mercoledì 30 ottobre 2013 le operazioni di messa in sicurezza della Casa Torre di Palazzo Bianchi-Monzon, lo storico edificio adiacente alla Sapienza e al dipartimento di Scienze politiche, che ospita due aule al piano terreno e alcune stanze di docenti e personale tecnico-amministrativo nei restanti piani.

Queste operazioni di messa in sicurezza della Casa Torre che, in accordo con la Protezione Civile e il Comando dei Vigili Urbani del Comune di Pisa, hanno richiesto la parziale chiusura dell'edificio e il transennamento delle zone circostanti, si protrarranno presumibilmente fino alla fine dell'anno, per poi proseguire con uno specifico progetto di pieno recupero dell'edificio.

I lavori fanno parte del programma di valutazione del rischio sismico e dei conseguenti interventi sul patrimonio immobiliare dell'Ateneo avviato a seguito dei noti eventi dell'anno passato. Questo programma prevede una serie di analisi della vulnerabilità statica e sismica degli edifici storici finalizzate all'individuazione di criticità che possano costituire un potenziale pericolo per persone e cose, anche tenendo conto del contesto urbano in cui sono inseriti questi immobili.

Mercoledì, 30 Ottobre 2013 15:31

«I giovani, il lavoro e il tempo libero»

Una ricerca sull'universo giovanile con al centro ragazzi e ragazze ritratti sul luogo di lavoro o nei momenti di svago, con le loro testimonianze e voci. Tutto accompagnato da un ricco inserto fotografico e un DVD con video e radiodocumentari. È questo il contenuto del libro I giovani, il lavoro e il tempo libero, un progetto di studio e ricerca promosso dalla Provincia di Pisa e condotto dal Dipartimento di Storia delle Arti dell'Università di Pisa e realizzato con il contributo del POR FSE 2007-2013 della Regione Toscana. Qui di seguito pubblichiamo il contributo di Sandra Lischi e Lorenzo Cuccu, docenti dell'Università di Pisa, che hanno seguito il progetto e curato la pubblicazione edita dalla Pisa University Press.


*************

Raccontare i giovani: una ricerca audio-visiva

precari2

Un viaggio nell'universo giovanile attraverso volti, voci, racconti. È questa la sfida della ricerca promossa dalla Provincia di Pisa e affidata al Dipartimento di Storia delle Arti dell'Università (confluito oggi nel nuovo Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere). Il progetto ha preso avvio nel 2009 e via via si è precisato nei contenuti e nelle metodologie attraverso una serie di riunioni che hanno visto impegnati gli assessorati della Provincia coinvolti, gli interlocutori universitari, il regista Daniele Segre (presente sul nostro territorio da qualche anno, con attività sia realizzative che formative).

L'idea, da subito, è stata quella di una ricerca che si affiancasse, certo, alle tante ricognizioni sul cosiddetto "universo giovanile", ma con uno sguardo diverso: mettendo al centro ragazzi e ragazze, ritraendoli sul luogo di lavoro o nei momenti di svago, raccogliendo le loro testimonianze e restituendone le voci, mettendone in scena situazioni e pensieri in una serie di racconti in prima persona. Fotografie, interviste audio e prototipi di radiodocumentari, video: ecco i prodotti realizzati, cui si aggiunge questo libro in cui si è deciso di inserire un DVD con i sei lavori audiovisivi e una selezione dalle moltissime foto realizzate.

[...]

In seguito a pubblico bando si è creata una squadra di giovani ricercatori (Daniele Bonanni, Mattia Catarcioni, Daniele De Varti, Francesco Tassara) che con la guida e la supervisione di Daniele Segre hanno condotto la ricognizione. In particolare i quattro realizzatori audio-visivi hanno creato un gruppo di lavoro: coordinandosi fra loro e con periodiche riunioni e verifiche con Segre, hanno stabilito una serie di contatti, individuato alcuni interlocutori significativi, impostato le scelte di linguaggio e di rappresentazione. A questi ricercatori, che nel loro curriculum presentano una formazione universitaria specifica unita a competenze realizzative in campo audiovisivo, si sono aggiunte due ricercatrici, Andreina Di Brino e Teresa Soldani, anch'esse di provenienza universitaria e impegnate nel dottorato di ricerca: Teresa Soldani ha curato la parte finale dei lavori, cioè la post-produzione audio e video, nonché la sistemazione delle foto. Andreina Di Brino, intervenuta nella seconda fase della ricerca, ha curato la pubblicazione e la grafica. Ricordiamo che è stata fondamentale per lo sviluppo della ricerca la presenza di un laboratorio multimediale del Dipartimento di Storia delle Arti.

È significativo che questa ricerca sui giovani sia stata condotta da giovani: nella visione e nell'ascolto dei lavori prodotti si creano delle assonanze significative fra i percorsi di chi indagava e quelli degli "indagati"; il dialogo si è potuto condurre senza le frequenti diffidenze che caratterizzano le raccolte di informazioni, e questo non solo per la metodologia del regista coordinatore, ma anche per la giovane età dei rilevatori, che si ponevano su un piano di parità.

Quelli dei ricercatori, che abbiamo voluto segnalare in questo volume, sono percorsi di eccellenza, sia personali che universitari: eppure anche questi giovani così intraprendenti, creativi e istruiti, sono a loro volta "in attesa di occupazione". Il progetto ha voluto dare volto e voce a una serie di giovani "sommersi", ma anche offrire a questo gruppo di ricercatori l'opportunità di mettere a frutto formazione e competenze tecniche ed espressive: un'opportunità che è stata vissuta con serietà e con impegno, senza risparmio di energie e di idee, come attestano le testimonianze e i "diari" che abbiamo voluto pubblicare in questo volume, per intero o per estratti. La parte quantitativamente consistente della ricerca è stata quella fotografica: migliaia di scatti ridotti poi a centinaia di ritratti: giovani sui luoghi di lavoro, o di svago. Un quadro vivo e già di per sé "parlante": fierezza, divertimento, cruccio, interrogativi, timidezza, sfrontatezza, dialogo. Questa ricognizione ha consentito di consolidare e rendere viva la rete dei contatti sul territorio e di passare alle fasi successive. E ha consentito di trattare più ampiamente l'aspetto dello svago e del tempo libero.

 

precari

La raccolta delle testimonianze audio (che riportiamo in questo volume come testi assai significativi di realtà giovanili diverse) è stata oggetto di un interessante esperimento: i ricercatori infatti hanno elaborato una serie di prodotti che si presentano come mini-programmi di comunicazione sociale, pronti per una messa in onda radiofonica: prototipi di brevi "radiodocumentari" sulla condizione giovanile. Una veste quindi di immediata diffusione e fruibilità, anche via web. Infine, i video. Fase più impegnativa, che in un certo senso ha tirato le fila della ricerca visiva (le foto) audio (interviste, radiodocumentari). Sono sei i lavori realizzati (ma sarebbe meglio dire prescelti, dato che i ricercatori hanno realizzato varie esperienze all'interno delle quali si è deciso di dare priorità a queste).

Il tema più ampiamente trattato, fra quelli che danno il titolo alla ricerca, è stato quello del lavoro. Lavoro che manca, che quando c'è è inadeguato o mal pagato; lavoro che si cerca, che talvolta si cambia; lavoro sognato, lavoro come senso di utilità sociale e di indipendenza dalla famiglia; lavoro come possibilità di crearsi una vita propria e autonoma. In certi casi, la vita di questi giovani è così convulsa, fra mille lavoretti, che appare quasi offensivo parlare di tempo libero. In altri casi, il tempo libero è così sovrabbondante da divenire occasione di angoscia invece che di "svago". Perché il tempo libero ha senso in rapporto al tempo di lavoro. Lasciamo un'analisi più approfondita di queste tematiche ai testi, in questo volume, di Teresa Soldani, che ha curato l'edizione finale dei video, e di Irene Psaroudakis, che abbiamo coinvolto per uno sguardo competente, sociologico, su questa ricerca.

Nel frastuono e nel silenzio che circondano oggi "i giovani" queste testimonianze, che non sono narrazioni finzionali ma neanche testi accademici o riflessioni giornalistiche, si pongono come interrogativi, come occasioni di conoscenza viva, affettuosi, partecipi e problematici. Volti e voci, appunto, e racconti di vita. Abbiamo voluto, con un'accurata bibliografia, fornire comunque in questo volume una ricognizione critica, a partire da una serie di pubblicazioni edite e fornite dalla Provincia per la ricerca, arricchita da altri volumi e articoli usciti sull'argomento.

[...]

Il nostro augurio è che questi lavori e questi racconti così vivi, fatti da giovani coi giovani, possano ora intraprendere un viaggio nei luoghi più diversi e nei più diversi canali di informazione e comunicazione, in modo da attivare confronti, nuovi pensieri e soprattutto nuovi progetti.

Sandra Lischi e Lorenzo Cuccu 

alessandro lenciNegli archivi digitali delle pubbliche amministrazioni ci sono milioni e milioni di documenti. Come rintracciare le informazioni che servono per rispondere alle domande dei cittadini o per programmare al meglio le attività degli enti? La risposta è SEMPLICE ovvero "SEMantic instruments for PubLIc administrators and CitizEns", un progetto di durata biennale partito nel 2013 in linea con i principi dell'agenda digitale italiana.

SEMPLICE è stato finanziato con 1,2 milioni di euro dalla Regione Toscana. Partner scientifico dell'iniziativa è il Laboratorio di Linguistica Computazionale del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa che lavorerà insieme a tre aziende 01S srl, Seacom srl e Bnova Srl.

"In pratica SEMPLICE consentirà alle amministrazioni una gestione dei documenti molto più efficiente di quella attuale – ha spiegato Alessandro Lenci (foto), professore di linguistica dell'Ateneo pisano e direttore del Laboratorio di Linguistica Computazionale - Gli archivi potranno essere interrogati su base 'semantica', con un programma in grado di comprendere i significati delle parole nei testi. Questo grazie a sistemi di ontology learning text mining e classificazione dell'informazione non strutturata".

E intanto già alcuni comuni toscani si sono candidati per sperimentare SEMPLICE. In prima fila ci sono Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, San Sepolcro, Sesto Fiorentino e l'Unione dei Comuni della Valtiberina.

Ne hanno parlato:
LiveUniversity.it
GoNews.it
met - news dalle pubbliche amministrazioni della Toscana centrale
Il Tirreno - Pisa
PisaInformaFlash
Nove da Firenze

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa