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Il 21 giugno alle 9 nel Palazzo della Sapienza (via Curtatone e Montanara, 15) si è inaugurata l'edizione 2022 dei Career Days dell'Ateneo, con l'apertura degli stand aziendali e l'accoglienza degli iscritti. I Career Days proseguono il 22, 28 e 29 giugno, per un totale di quattro giornate di incontri, presentazioni e colloqui con aziende per favorire l'orientamento e l'inserimento professionale degli studenti e laureati dell'Ateneo.

stand aziendali

All'iniziativa hanno aderito 36 aziende di diversi settori merceologici e altre aziende parteciperanno da remoto. Complessivamente a oggi sono state già pubblicate oltre 130 offerte di lavoro per diversi profili sia tecnici che umanistici (programmazione software, progettazione meccanica, ingegneria di processo, ingegneria elettrica, assicurazione qualità, consulenza, risorse umane, digital marketing, business development, veterinaria, legale).
Il programma prevede al mattino delle brevi presentazioni aziendali di circa venti minuti ciascuna, che hanno l’obiettivo di illustrare ai presenti valori, strategie aziendali e opportunità professionali.
Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, si svolgono dei colloqui conoscitivi, riservati a studenti, laureati, dottorandi e dottori di ricerca che si sono candidati attraverso la piattaforma Career Center.
Il 22 giugno alle 17 e il 29 giugno alle 18 in Sapienza l'appuntamento è con gli “Aperitivi con gli Alumni” inseime a due laureati dell'Ateneo che raccontano il loro originale percorso di carriera. Il primo è Renato Raimo, laureato in Farmacia, affermato attore, la seconda Emanuela Ligarò, laureata in fisica, in arte Gold Mass, brillante musicista di livello internazionale.
Tutte i dettagli su www.unipi.it/careerservice.

Greenpeace e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa assieme per contrastare il fenomeno della pesca a strascico illegale nei fondali delle aree protette. È questo lo scopo della collaborazione, appena avviata, tra l’ONG per la tutela ambientale e il team di robotica subacquea dell’Ateneo pisano. Nei giorni scorsi, i ricercatori hanno effettuato un primo test nei fondali di Castiglione della Pescaia e le attività proseguiranno nei prossimi mesi nella zona foce dell’Ombrone e nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

“La pesca a strascico – spiega Alessandro Giannì di Greenpeace – è consentita solo lontano dalla costa e ovviamente è vietata nelle aree protette. Controllare le attività illegali è molto difficile e la pesca artigianale ha più volte denunciato simili comportamenti di cui è però difficile avere evidenze. La pesca a strascico illegale causa danni gravissimi alla biodiversità, perché le reti vengono trainate “grattando” il fondale e lasciando solchi che hanno effetti significativi ad esempio sulle praterie di posidonia, i fondali coralligeni e la fauna ittica. Se la pesca deve con urgenza diventare sostenibile e meno impattante sugli habitat e sugli ecosistemi, dobbiamo dotarci anche di strumenti adeguati al monitoraggio dei nostri fragilissimi ecosistemi. Proprio per questo, per migliorare le nostre capacità di verifica, e per meglio raccontare e difendere il mare, ci siamo rivolti al mondo della ricerca”.

Grazie alla collaborazione con il team di robotica subacquea del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, il monitoraggio viene effettuato tramite un drone subacqueo autonomo, in grado di rilevare i solchi lasciati dalle reti sui fondali, e quindi individuare avvenute attività illecite in aree protette. “Il robot che usiamo si chiama Zeno – spiega Riccardo Costanzi, docente di robotica dell’Ateneo pisano – Si tratta di un drone subacqueo dotato di telecamere e sonar. Da Zeno partiranno segnali acustici diretti al fondale, per stabilire in modo preciso la conformazione e la presenza di solchi grazie all’analisi dell'eco riflessa. Inoltre, il robot è dotato di telecamera, e dopo il suo monitoraggio potremo quindi unire le informazioni visive e quelle acustiche, ed avere una mappatura precisa del fondale marino a profondità superiori a 50 metri, profondità di solito molto difficili da monitorare”.

“Zeno – prosegue Costanzi – fa parte dei laboratori CrossLab, frutto di una strategia di sviluppo e azione del Dipartimento orientata a mettere tecnologie avanzate a disposizione di associazioni, ONG, imprese e pubbliche amministrazioni per diverse applicazioni nell’ambito della transizione digitale. Crediamo fortemente che la ricerca debba fare la sua parte per portare miglioramenti concreti alla società e all’ambiente, e per questo siamo particolarmente felici di questa collaborazione”.

Ci sono anche due ricercatori dell’Università di Pisa, Luigi Folco ed Enrico Mugnaioli, docenti al Dipartimento di Scienze della Terra, nel team guidato da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che è stato selezionato, insieme ad altri gruppi di scienziati di nove Paesi, per studiare alcuni frammenti rocciosi dell’asteroide Ryugu, prelevato e riportato sulla Terra dalla missione Hayabusa 2 dell’Agenzia spaziale giapponese JAXA.

“Per noi è un onore e un’emozione poter essere tra i primi scienziati, al di fuori del team di Hayabusa 2, a poter analizzare questi campioni extraterrestri - commenta Marco Ferrari, ricercatore dell’INAF di Roma che coordinerà le indagini del team italiano - I campioni che riceveremo sono delle particelle di circa due millimetri. Nel nostro laboratorio, abbiamo l’opportunità unica di studiare queste particelle di Ryugu con lo spettrometro SPIM, una replica esatta dello spettrometro italiano VIR a bordo di Dawn, un’altra missione dedicata allo studio degli asteroidi. Questo renderà i dati raccolti sulle particelle assegnateci direttamente confrontabili con le osservazioni che abbiamo fatto su Cerere”.

 

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“INAF e ASI – spiega il professor Enrico Mugnaioli - si occuperanno di fare indagini spettroscopiche, alla ricerca di una particolare firma spettrale in questi frammenti di rocce. Si tratta di un segnale osservato da remoto sulla superficie di Ryugu, dai sensori montati sulla sonda Haybusa2, prima del campionamento e per tentativi assegnata a composti ammoniati in qualche modo legati ai minerali presenti sulla superficie di Ryugu. In caso positivo, il compito di UniPi sarà quello di capire in quali minerali sono alloggiati questi composti, come e perché, mediante analisi di microscopia elettronica a trasmissione (HR TEM\CISUP) di regioni di interesse dei due frammenti”.

“Il contributo pisano in questo progetto – aggiunge il professor Luigi Folco - deve molto al ruolo del Cisup, perché la grande strumentazione di cui si sta progressivamente dotando questo Centro dell’Ateneo pisano ci aiuta a entrare e a far parte delle principali collaborazioni scientifiche di natura internazionale”.

La sonda Hayabusa 2 è arrivata all’asteroide Ryugu il 27 giugno 2018, ha raccolto 5,4 g di campioni durante due touchdown nel 2019 e ha rispedito a Terra la capsula con i campioni, che è atterrata il 6 dicembre 2020. Nel dicembre 2021 l’Astromaterials Science Research Group (ASRG) di JAXA apre il primo “Announcement of Opportunity” per rendere disponibile alla comunità scientifica internazionale alcune delle particelle raccolte. Il team italiano, che vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori dell’INAF, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Università di Pisa, è risultato tra i 40 gruppi in tutto il mondo che potranno analizzare il prezioso materiale recuperato, a valle di una valutazione effettuata dalla JAXA su 57 proposte complessive. Al team italiano verranno assegnati due campioni da poter analizzare con molteplici tecniche di laboratorio, per investigare la natura di Ryugu e dei corpi analoghi ad esso.

“I campioni da esaminare - conclude Marco Ferrari - ci daranno la possibilità di approfondire le nostre conoscenze sulla formazione e l’evoluzione di questo tipo di corpi del Sistema solare”.

Greenpeace e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa assieme per contrastare il fenomeno della pesca a strascico illegale nei fondali delle aree protette. È questo lo scopo della collaborazione, appena avviata, tra l’ONG per la tutela ambientale e il team di robotica subacquea dell’Ateneo pisano. Nei giorni scorsi, i ricercatori hanno effettuato un primo test nei fondali di Castiglione della Pescaia e le attività proseguiranno nei prossimi mesi nella zona foce dell’Ombrone e nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

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“La pesca a strascico – spiega Alessandro Giannì di Greenpeace – è consentita solo lontano dalla costa e ovviamente è vietata nelle aree protette. Controllare le attività illegali è molto difficile e la pesca artigianale ha più volte denunciato simili comportamenti di cui è però difficile avere evidenze. La pesca a strascico illegale causa danni gravissimi alla biodiversità, perché le reti vengono trainate “grattando” il fondale e lasciando solchi che hanno effetti significativi ad esempio sulle praterie di posidonia, i fondali coralligeni e la fauna ittica. Se la pesca deve con urgenza diventare sostenibile e meno impattante sugli habitat e sugli ecosistemi, dobbiamo dotarci anche di strumenti adeguati al monitoraggio dei nostri fragilissimi ecosistemi. Proprio per questo, per migliorare le nostre capacità di verifica, e per meglio raccontare e difendere il mare, ci siamo rivolti al mondo della ricerca”.

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Grazie alla collaborazione con il team di robotica subacquea del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, il monitoraggio viene effettuato tramite un drone subacqueo autonomo, in grado di rilevare i solchi lasciati dalle reti sui fondali, e quindi individuare avvenute attività illecite in aree protette. “Il robot che usiamo si chiama Zeno – spiega Riccardo Costanzi, docente di robotica dell’Ateneo pisano – Si tratta di un drone subacqueo dotato di telecamere e sonar. Da Zeno partiranno segnali acustici diretti al fondale, per stabilire in modo preciso la conformazione e la presenza di solchi grazie all’analisi dell'eco riflessa. Inoltre, il robot è dotato di telecamera, e dopo il suo monitoraggio potremo quindi unire le informazioni visive e quelle acustiche, ed avere una mappatura precisa del fondale marino a profondità superiori a 50 metri, profondità di solito molto difficili da monitorare”.

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“Zeno – prosegue Costanzi – fa parte dei laboratori CrossLab, frutto di una strategia di sviluppo e azione del Dipartimento orientata a mettere tecnologie avanzate a disposizione di associazioni, ONG, imprese e pubbliche amministrazioni per diverse applicazioni nell’ambito della transizione digitale. Crediamo fortemente che la ricerca debba fare la sua parte per portare miglioramenti concreti alla società e all’ambiente, e per questo siamo particolarmente felici di questa collaborazione”.

Ci sono anche due ricercatori dell’Università di Pisa, Luigi Folco ed Enrico Mugnaioli, docenti al Dipartimento di Scienze della Terra, nel team guidato da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che è stato selezionato, insieme ad altri gruppi di scienziati di nove Paesi, per studiare alcuni frammenti rocciosi dell’asteroide Ryugu, prelevato e riportato sulla Terra dalla missione Hayabusa 2 dell’Agenzia spaziale giapponese JAXA.

“Per noi è un onore e un’emozione poter essere tra i primi scienziati, al di fuori del team di Hayabusa 2, a poter analizzare questi campioni extraterrestri - commenta Marco Ferrari, ricercatore dell’INAF di Roma che coordinerà le indagini del team italiano - I campioni che riceveremo sono delle particelle di circa due millimetri. Nel nostro laboratorio, abbiamo l’opportunità unica di studiare queste particelle di Ryugu con lo spettrometro SPIM, una replica esatta dello spettrometro italiano VIR a bordo di Dawn, un’altra missione dedicata allo studio degli asteroidi. Questo renderà i dati raccolti sulle particelle assegnateci direttamente confrontabili con le osservazioni che abbiamo fatto su Cerere”.

“INAF e ASI – spiega il professor Enrico Mugnaioli - si occuperanno di fare indagini spettroscopiche, alla ricerca di una particolare firma spettrale in questi frammenti di rocce. Si tratta di un segnale osservato da remoto sulla superficie di Ryugu, dai sensori montati sulla sonda Haybusa2, prima del campionamento e per tentativi assegnata a composti ammoniati in qualche modo legati ai minerali presenti sulla superficie di Ryugu. In caso positivo, il compito di UniPi sarà quello di capire in quali minerali sono alloggiati questi composti, come e perché, mediante analisi di microscopia elettronica a trasmissione (HR TEM\CISUP) di regioni di interesse dei due frammenti”.

“Il contributo pisano in questo progetto – aggiunge il professor Luigi Folco - deve molto al ruolo del Cisup, perché la grande strumentazione di cui si sta progressivamente dotando questo Centro dell’Ateneo pisano ci aiuta a entrare e a far parte delle principali collaborazioni scientifiche di natura internazionale”.

La sonda Hayabusa 2 è arrivata all’asteroide Ryugu il 27 giugno 2018, ha raccolto 5,4 g di campioni durante due touchdown nel 2019 e ha rispedito a Terra la capsula con i campioni, che è atterrata il 6 dicembre 2020. Nel dicembre 2021 l’Astromaterials Science Research Group (ASRG) di JAXA apre il primo “Announcement of Opportunity” per rendere disponibile alla comunità scientifica internazionale alcune delle particelle raccolte. Il team italiano, che vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori dell’INAF, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Università di Pisa, è risultato tra i 40 gruppi in tutto il mondo che potranno analizzare il prezioso materiale recuperato, a valle di una valutazione effettuata dalla JAXA su 57 proposte complessive. Al team italiano verranno assegnati due campioni da poter analizzare con molteplici tecniche di laboratorio, per investigare la natura di Ryugu e dei corpi analoghi ad esso.

“I campioni da esaminare - conclude Marco Ferrari - ci daranno la possibilità di approfondire le nostre conoscenze sulla formazione e l’evoluzione di questo tipo di corpi del Sistema solare”.

Benedetta Mennucci, professore ordinario di Chimica Fisica dell’Università di Pisa, ha ricevuto il premio per la Chimica del Ministro della Cultura. Il riconoscimento le è stato consegnato da Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica 2021 in occasione della chiusura dell’anno accademico dell’Accademia nazionale dei Lincei che si è svolto a Roma lo scorso 17 giugno alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Mennucci ha ricevuto il premio per aver contribuito in maniera significativa allo sviluppo di diversi campi della chimica teorica e computazionale.

“L'impatto internazionale sua attività scientifica – recita la motivazione del premio - si riflette nel suo elenco di 307 pubblicazioni (articoli scientifici e recensioni monografiche) nelle migliori riviste e nei libri e nell'alto numero di citazioni. Oltre ai suoi contributi fondamentali alle scienze molecolari teoriche e computazionali, è un eccezionale esempio di cittadina, che ha veramente a cuore la sua comunità. In qualità di editore associato per l'American Chemical Society Journal of Physical Chemistry Letters, ha svolto un ruolo importante nel plasmare il progresso di questa rivista verso tematiche scientifiche di assoluta attualità”.

Colleghi e colleghe della stampa sono invitati alle 11,30

Il 21 giugno nel Palazzo della Sapienza (via Curtatone e Montanara, 15) s'inaugura l'edizione 2022 dei Career Days dell'Università di Pisa, con l'apertura degli stand aziendali e l'accoglienza degli iscritti.

Sono previste in tutto quattro le giornate - il 21, 22, 28 e 29 giugno - dedicate a studenti e laureati dell'Ateneo per incontrare le aziende e favorire il loro inserimento professionale.

A causa di un nuovo e urgente trattamento necessario per preservare i numerosi e pregevoli esemplari di palme coltivate nell’Orto Botanico dall’attacco del punteruolo rosso, l’Orto e Museo Botanico rimarrà chiuso al pubblico per motivi di sicurezza sabato 25 e domenica 26 giugno 2022.
 
Due to security reasons, the Botanic Garden and Museum will be closed on saturday 25th and sunday 26th of June 2022. During these days, a chemical treatment against the red awl will be applied to palms.
A causa di un nuovo e urgente trattamento necessario per preservare i numerosi e pregevoli esemplari di palme coltivate nell’Orto Botanico dall’attacco del punteruolo rosso, l’Orto e Museo Botanico rimarrà chiuso al pubblico per motivi di sicurezza sabato 25 e domenica 26 giugno 2022.
 
Due to security reasons, the Botanic Garden and Museum will be closed on saturday 25th and sunday 26th of June 2022. During these days, a chemical treatment against the red awl will be applied to palms.

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