Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

Nel corso del tempo ha messo insieme circa 6000 documenti, tra libri di viaggio, libri di letteratura, poesia, scienza e arte e ancora riviste, cartoline, ritagli, fotocopie, nonché oggetti, alcuni dei quali decisamente curiosi. Tutti su Pisa e la sua famosa Torre. La collezione dell’ingegnere russo David Ilič Malkov (Astrachan, 28 aprile 1913 - Mosca, 17 maggio 2010), donata all’Università di Pisa nel 1994 e ora parte del patrimonio della sua biblioteca, diventa per la seconda volta una mostra (dopo una prima esposizione organizzata nel 1996) e sarà ospitata nel cortile del Palazzo della Sapienza dal 12 giungo al 31 luglio. L’esposizione, dal titolo “Stregato dalla Torre. Pisa nella collezione di D.I. Malkov, il Campanilista Moscovita”, è organizzata dall’Università di Pisa e dalla Società Storica Pisana, con il supporto del Sistema Bibliotecario di Ateneo e di ACME04, in occasione delle celebrazioni dell’850° anniversario della posa della prima pietra del celebre campanile.

All’inaugurazione hanno portato i saluti istituzionali il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e del presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, Andrea Maestrelli. Sono poi intervenute Gabriella Garzella (Società Storica Pisana) e Antonella Magliocchi (Università di Pisa) per presentare la mostra.

L’ingegnere russo David Ilič Malkov, andando al lavoro una mattina di marzo del 1964 conobbe, dalla Pravda, i problemi di stabilità della Torre di Pisa e l’appello agli esperti di tutto il mondo per salvarla. Fu l’inizio di una grande passione, quasi un’ossessione, che lo portò a documentarsi e a ideare un progetto di cui si parlò sui principali quotidiani sovietici e che giunse perfino in Italia. Anche se furono preferite altre soluzioni, Malkov non smise di pensare alla Torre, anzi iniziò a collezionare ogni sorta di materiale sul campanile e sulla città che la ospita.

A quasi vent'anni dalla donazione della collezione all’Ateneo pisano, questa nuova mostra rende omaggio al bizzarro personaggio, stregato da una delle torri più famose del mondo. Torre che potremo vedere attraverso i suoi occhi di viaggiatore immaginario – essendo stato a Pisa solo al momento della donazione – e attraverso lo sguardo inconsueto di chi intraprendeva l’equivalente orientale del Grand Tour.

I curatori della mostra sono Antonella Magliocchi (Università di Pisa), Gabriella Garzella (Società Storica Pisana), Chiara Bodei (Università di Pisa) e Paolo Maria Mancarella (Università di Pisa).

«Di giorno si gioca, di notte si balla». Con il suo motto collaudato torna anche quest’anno il Tower Festival, in programma il 29 e 30 giugno. La due giorni organizzata dal CUS Pisa che tiene insieme sport, musica, street-food, socialità e campeggio, quest’anno è giunta alla sua 11° edizione. L’iniziativa rappresenta il più importante appuntamento sportivo dell’estate cussina e richiama ogni anno centinaia di atleti e atlete, nonché decine di società sportive provenienti da tutta la Toscana e non solo.

I tornei di quest’anno sono: Basket, Green Volley, Hockey, Ultimate Frisbee, Calcio e Tennis. La partecipazione è aperta a tutte le persone tesserate Cus Pisa, e come ogni anno, c’è la possibilità di campeggiare gratuitamente negli ampi spazi verdi degli impianti di via Chiarugi. 

Un’occasione per giocare, divertirsi e sfidarsi in una vivace programmazione di match. Si comincia sabato 29 alle 10, con il check-in, la formazione delle squadre e via alle gare fino alle 15 o a esaurimento del programma. La domenica invece le gare partiranno alle 10:30 e andranno avanti fino alle 19, ora delle premiazioni. 

Come da tradizione c’è la possibilità di ristoro in loco, con due food truck e due gazebi bar. Sabato sera sarà la volta della festa. Il Tower Party quest’anno è stato affidato a uno staff tutto cittadino, composto da Caino Pisa - che cura anche l’area del beverage, l’organizzazione della festa e l’area food insieme al truck food “Ivan Puttomatti catering”. Diversi gli staff che collaboreranno: Zoostaff Eventi, Spotted Unipi, Lumiere Pisa, Erasmus Student Network, Memes Unipi, Sound On. In consolle in occasione del dj set si alterneranno: Fabio Magno, Marco Ruscio, No logo music, Errez dj e gli Yellow, insieme ai vocalist Simone Guerrini e Alessandro Nuzzo.

Quest’anno i premi saranno più speciali, anche grazie al fondamentale supporto dei nostri partner. Una Tower box ricca di sorprese sarà infatti riservata alle prime e seconde squadre o atleti/e singoli qualificati ai tornei delle varie discipline. Un sentito ringraziamento va dunque agli sponsor: Banca di Pisa e Fornacette, Ufficio Lo.Gi.Co, Montanelli Impianti, Sezione soci Pisa - Unicoop Firenze, Mc Donalds’. 

L'edizione 2024 del Tower Festival è stata presentata nella Sala Mappamondi del rettorato dal professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio, Frida Scarpa, assessora allo Sport del Comune di Pisa, Giuliano Pizzanelli, presidente Cus Pisa, e Alessandro Nuzzo, Caino Pisa (organizzatore Tower Party).

“Come Ateneo crediamo fermamente che lo sport giochi un ruolo cruciale per i nostri studenti e le nostre studentesse, quale strumento di educazione e formazione capace di promuovere il benessere fisico, mentale e sociale, nonché corretti stili di vita– dichiara il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio – Ringrazio il CUS per l’impegno con cui, anche quest’anno, ha organizzato l’appuntamento del Tower Festival, che va a chiudere la stagione sportiva annuale e apre l’estate celebrando lo sport con una grande festa”.

«Una festa che si rinnova ogni anno», commenta Giuliano Pizzanelli, presidente del Cus Pisa. «Dedicata soprattutto ai giovani che hanno la possibilità di passare una notte all’aperto, in campeggio, rimanendo praticamente in città. Ma anche a tutta la comunità sportiva del Cus che si ritrova in questo tradizionale appuntamento e a chiunque voglia mettersi alla prova con il proprio sport preferito». 

“Per me è importante essere qui e condividere con il Cus e l’Università di Pisa il lancio di un evento sportivo che è anche aggregazione e inclusione come questo festival”, aggiunge Frida Scarpa, assessora allo sport del Comune di Pisa. “Pisa è una città universitaria e sappiamo quanto sia importante valorizzare le attività dedicate alla comunità studentesca. Iniziative come questa – prosegue Scarpa – rappresentano un tessuto di connessione fra il Comune e l’Università, ma anche un modo concreto per promuovere la cultura dello sport, del movimento e dell’aggregazione.  Infine, mi auguro che questa manifestazione possa attrarre nuovi studenti e aumentare i tesseramenti al nostro centro universitario sportivo”.

Grande successo per il lancio del pallone sonda del team di Ingegneria aerospaziale e robotica dell’Università di Pisa. Il pallone, arrivato nella stratosfera a circa 30 km di quota, oltre ad acquisire dati ambientali, ha scattato splendide immagini delle nostre coste (guarda il video). L’attività con i palloni sonda è partita a Pisa nel 2018 per iniziativa del team di Sistemi Spaziali del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale e prevede voli nella stratosfera per acquisizione di dati molto simili o paragonabili ai dati acquisibili tramite il lancio di satelliti in orbita, con costi ridotti però anche di mille volte.

A inizio maggio 2024, per la prima volta, il programma di voli nella stratosfera ha visto la collaborazione tra il gruppo di Ingegneria Aerospaziale guidato da Salvo Marcuccio e il team di robotica aerea e sistemi autonomi del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione guidato da Lorenzo Pollini.

“Per questo primo volo congiunto - spiega Salvo Marcuccio, docente di Sistemi Spaziali - abbiamo equipaggiato il pallone con dispositivi di acquisizione dati che permettono a diversi gruppi di ricerca di portare avanti i propri studi su monitoraggio spaziale e aereo: abbiamo sperimentato il sistema ICARO, un autopilota per droni, veicoli marini e terrestri, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, oltre ad un ricevitore GPS in grado di trasmettere a terra in tempo reale la posizione del pallone ad altezze dove i normali GPS di solito non funzionano, e ad un sistema di acquisizione dati per l’assetto. Il sistema era inoltre equipaggiato con tre videocamere e ha potuto riprendere diverse immagini del nostro territorio”.

“Per il futuro - aggiunge Lorenzo Pollini, docente di Robotica e Automazione - il nostro obiettivo è stabilizzare l’assetto del pallone in quota, su altezze di circa 35 chilometri, per poi essere in grado di puntare verso terra telecamere ad alta risoluzione. Questo potrebbe costituire un avanzamento cruciale in attività come la ricerca di dispersi, il controllo di incendi, il monitoraggio ambientale. Il nostro gruppo sta portando avanti una ricerca intensa sul tema del monitoraggio ambientale attraverso l’uso di droni e veicoli aerei all’interno del laboratorio ForeLab del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, il laboratorio che riunisce tutte le attività per la società e l'industria 5.0”.

Inizia il conto alla rovescia per l’edizione 2024 della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, la manifestazione nata nel 2005 per impulso della Commissione UE e che quest’anno si festeggia in tutta Europa venerdì 27 settembre. Protagonisti della Notte saranno come sempre ricercatori e ricercatrici che porteranno esperimenti e dimostrazioni nelle piazze, con l’obiettivo di avvicinare la cittadinanza alla scienza e al mondo della ricerca.

Tanti gli appuntamenti previsti anche in Toscana, dove la manifestazione prende il nome di BRIGHT-NIGHT, unendo l’acronimo "Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in Research" (ricercatori brillanti influenzano la crescita, la salute e la fiducia nella ricerca), con la parola notte.

Promotori della manifestazione sono gli Atenei toscani (Università di Firenze, Pisa, Siena, Stranieri di Siena, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola IMT Alti Studi Lucca), insieme a un’ampia rete di Enti di ricerca – fra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche Area di Pisa (CNR), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’European Gravitational Observatory (EGO), INAF Osservatorio Astrofisico di Arcetri – con il sostegno della Regione Toscana, nell’ambito del progetto Giovanisì.

La notte più luminosa dell’anno sarà animata nelle piazze delle nostre città da workshop, esperimenti, dimostrazioni, talk e spettacoli. Sono inoltre in programma visite guidate a musei e laboratori, con l’apertura delle sedi della ricerca al pubblico. Senza dimenticare i bambini e le bambine, che troveranno un ricco calendario di proposte pensate appositamente per loro, come anche le scuole, che in molte città saranno coinvolte in attività specifiche.

Novità di quest’anno è il tema “BRIGHT Women”, un focus particolare dedicato alla ricerca e agli studi che promuovono il benessere e l’emancipazione delle donne e che, come un fil rouge, unirà le piazze di tutta la Toscana, con un evento comune in programma a Firenze.

Il progetto BRIGHT-NIGHT è un evento associato del programma HORIZON-MSCA-2023-CITIZENS-01 della Commissione Europea.

Inizia il conto alla rovescia per l’edizione 2024 della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, la manifestazione nata nel 2005 per impulso della Commissione UE e che quest’anno si festeggia in tutta Europa venerdì 27 settembre. Protagonisti della Notte saranno come sempre ricercatori e ricercatrici che porteranno esperimenti e dimostrazioni nelle piazze, con l’obiettivo di avvicinare la cittadinanza alla scienza e al mondo della ricerca.

Save the date home

Tanti gli appuntamenti previsti anche in Toscana, dove la manifestazione prende il nome di BRIGHT-NIGHT, unendo l’acronimo "Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in Research" (ricercatori brillanti influenzano la crescita, la salute e la fiducia nella ricerca), con la parola notte.

Promotori della manifestazione sono gli Atenei toscani (Università di Firenze, Pisa, Siena, Stranieri di Siena, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola IMT Alti Studi Lucca), insieme a un’ampia rete di Enti di ricerca – fra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche Area di Pisa (CNR), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’European Gravitational Observatory (EGO), INAF Osservatorio Astrofisico di Arcetri – con il sostegno della Regione Toscana, nell’ambito del progetto Giovanisì.

La notte più luminosa dell’anno sarà animata nelle piazze delle nostre città da workshop, esperimenti, dimostrazioni, talk e spettacoli. Sono inoltre in programma visite guidate a musei e laboratori, con l’apertura delle sedi della ricerca al pubblico. Senza dimenticare i bambini e le bambine, che troveranno un ricco calendario di proposte pensate appositamente per loro, come anche le scuole, che in molte città saranno coinvolte in attività specifiche.

Novità di quest’anno è il tema “BRIGHT Women”, un focus particolare dedicato alla ricerca e agli studi che promuovono il benessere e l’emancipazione delle donne e che, come un fil rouge, unirà le piazze di tutta la Toscana, con un evento comune in programma a Firenze.

Il progetto BRIGHT-NIGHT è un evento associato del programma HORIZON-MSCA-2023-CITIZENS-01 della Commissione Europea.

Accordo tra l’Università di Pisa e la University of Ahmad Draeiya Adrar in Algeria che, a breve, avvieranno una collaborazione nel campo delle fonti rinnovabili. Per l’Ateneo pisano è il primo ad avviare una cooperazione con un’università algerina. La firma giunge al termine di una due giorni di incontri internazionali, durante la quale l'Università di Pisa ha accolto anche una delegazione ufficiale dell’Università della Corsica Pasquale Paoli, con la quale l'Ateneo collabora ormai da dieci anni.

Proposto da Umberto Desideri, docente del Dipartimento di ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni, l'accordo con l’Università di Adrar – che si trova in un’oasi nel mezzo del deserto del Sahara Algerino -, riguarda lo scambio di conoscenze nel campo delle fonti energetiche rinnovabili, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi dell’Africa del Nord e per mettere a punto tecnologie innovative che possano aiutare anche il nostro Paese.

 

DSCF6111

Il rettore della University of Ahmad Draeiya Adrar, Prof. Benamar Mohammed El Amine, e il rettore dell'Università di Pisa, Riccardo Zucchi, firmano l'accordo di cooperazione

 

“L’accordo siglato con l’Università di Adrar rappresenta una sfida per il nostro Ateneo che ha l’opportunità di portare le proprie conoscenze sulle energie rinnovabili in un’oasi sahariana – ha commentato il Prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali dell’ateneo pisano, Giovanni Federico Gronchi – Durante l’incontro, peraltro, oltre ad una cooperazione in campo ingegneristico, frutto di relazioni già in corso tra i docenti dei nostri due atenei, è già stata ipotizzata una collaborazione anche in campo umanistico”.

Tra le attività già in fase di avvio, progetti per lo sviluppo e il miglioramento, in termini di prestazioni ed efficienza, dei sistemi di conversione delle biomasse e lo studio di programmi di finanziamento per il supporto ai costi delle attività di ricerca. Infine, durante l'incontro è emerso un grande interesse, da parte dell'ateneo algerino, per la creazione di occasione di scambio di ricercatori e studenti.

Forte di un accordo siglato il 19 marzo 2014, il rapporto tra l'Università di Pisa e l’Università della Corsica Pasquale Paoli è, invece, solido da oltre un decennio. L’incontro di questa settimana (24 giugno) ha rappresentato, così, un’occasione per il fare il punto sulle collaborazioni in corso e le opportunità future nell'ambito della formazione e della ricerca.

 

DSCF6065

La delegazione dell'Università della Corsica Pasquale Paoli, guidata da Bastien Poggi (al centro), Vice-Président du Conseil d’Administration, in visita presso il rettorato dell'Università di Pisa

 

"Siamo onorati di ospitare la delegazione dell’Università della Corsica per ribadire l’importanza di una collaborazione che dura ormai da dieci anni - ha infatti sottolineato il Rettore dell'Università di Pisa, Riccardo Zucchi - È una collaborazione a tutto tondo che abbraccia diversi settori culturali e si inserisce bene nella filosofia generale della Commissione Europea che vuole favorire l’aggregazione tra atenei, con l’obiettivo finale di produrre lauree europee (European degrees)"

Tanti i temi affrontati durante l'incontro: da un bilancio delle collaborazioni nell'ambito del doppio titolo in Diritto dell’Innovazione (Giurisprudenza) attivo dal 2023 e della Summer School nell’area di Scienze della Terra, che prevede una scuola sul campo in Corsica, fino alle esperienze di mobilità dei docenti nell'ambito del programma Erasmus+. Il tutto passando da un aggiornamento reciproco sulle principali novità in atto nei due atenei in termini di internazionalizzazione, alleanze europee, didattica, ricerca e innovazione.

Particolare attenzione è stata dedicata, poi, agli obiettivi trasversali che le due Università intendono sviluppare insieme. Tra queste, creare un legame permanente che consenta la cooperazione e la collaborazione in diversi settori strategici, in particolare attorno a macro-temi condivisi come Green & Blue Life, Future Society o Arts and Culture. Ma anche utilizzare questo accordo di cooperazione bilaterale in una prospettiva più ampia, con una dimensione europea, in accordo con le intenzioni del Trattato del Quirinale firmato tra Francia e Italia.

Grande successo per il lancio del pallone sonda del team di Ingegneria aerospaziale e robotica dell’Università di Pisa. Il pallone, arrivato nella stratosfera a circa 30 km di quota, oltre ad acquisire dati ambientali, ha scattato splendide immagini delle nostre coste (guarda il video). L’attività con i palloni sonda è partita a Pisa nel 2018 per iniziativa del team di Sistemi Spaziali del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale e prevede voli nella stratosfera per acquisizione di dati molto simili o paragonabili ai dati acquisibili tramite il lancio di satelliti in orbita, con costi ridotti però anche di mille volte.

COSTA_TOSCANA.jpg

A inizio maggio 2024, per la prima volta, il programma di voli nella stratosfera ha visto la collaborazione tra il gruppo di Ingegneria Aerospaziale guidato da Salvo Marcuccio e il team di robotica aerea e sistemi autonomi del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione guidato da Lorenzo Pollini.

pronti al lancio 2.JPG

“Per questo primo volo congiunto - spiega Salvo Marcuccio, docente di Sistemi Spaziali - abbiamo equipaggiato il pallone con dispositivi di acquisizione dati che permettono a diversi gruppi di ricerca di portare avanti i propri studi su monitoraggio spaziale e aereo: abbiamo sperimentato il sistema ICARO, un autopilota per droni, veicoli marini e terrestri, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, oltre ad un ricevitore GPS in grado di trasmettere a terra in tempo reale la posizione del pallone ad altezze dove i normali GPS di solito non funzionano, e ad un sistema di acquisizione dati per l’assetto. Il sistema era inoltre equipaggiato con tre videocamere e ha potuto riprendere diverse immagini del nostro territorio”.

gruppo DICI-DII.JPG

“Per il futuro - aggiunge Lorenzo Pollini, docente di Robotica e Automazione - il nostro obiettivo è stabilizzare l’assetto del pallone in quota, su altezze di circa 35 chilometri, per poi essere in grado di puntare verso terra telecamere ad alta risoluzione. Questo potrebbe costituire un avanzamento cruciale in attività come la ricerca di dispersi, il controllo di incendi, il monitoraggio ambientale. Il nostro gruppo sta portando avanti una ricerca intensa sul tema del monitoraggio ambientale attraverso l’uso di droni e veicoli aerei all’interno del laboratorio ForeLab del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, il laboratorio che riunisce tutte le attività per la società e l'industria 5.0”.

tommaso greco premioSi è svolta il 22 giugno a Sassoferrato, città natale del giurista Bartolo da Sassoferrato, la cerimonia conclusiva della seconda edizione del Premio “Bartolo da Sassoferrato per le scienze giuridiche e politico-sociali”, con la consegna dei riconoscimenti ai vincitori selezionati dalla giuria presieduta da Luigi Lacchè e composta da Galliano Crinella, Anna Maria Lazzarino Del Grosso, Beatrice Pasciuta, Diego Quaglioni, Giuseppe Severini e Ferdinando Treggiari.

Per la sezione “Pensare la pace” (introdotta a partire da questa edizione del premio a sottolineare l’importanza di difendere il diritto non attraverso la forza, ma attraverso la promozione della pace e dell’armonia tra i popoli, ponendo il diritto stesso come strumento di convivenza pacifica), il premio è andato al professor Tommaso Greco professore ordinario di Filosofia del Diritto al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, per i suoi studi su Simone Weil, Norberto Bobbio e sul pacifismo giuridico.

Così le motivazioni del premio esposte da Galliano Crinella: “Il premio viene conferito a Tommaso Greco, professore ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università di Pisa, autore di moltissimi volumi e saggi tra i quali alcuni eccellenti sul tema della giustizia e della pace in particolare nel recente volume su Simon Weil e nelle curate dei volumi di Norberto Bobbio. Greco si fa sostenitore di un pacifismo giuridico istituzionale che trova un solido fondamento nel saggio kantiano sulla pace perpetua e nelle teorie di Hans Kelsen [...] Dobbiamo pensare alla pace come condizione naturale e primordiale, da costruire e perseguire in un tempo straordinariamente segnato da ricorrenti e infinite situazioni di violenze e di guerre. Tommaso Greco ci ricorda che la pace è un bene che ci appartiene, che è nostro compito preservare e cercare di riconquistarla con tutte le nostre risorse a partire dalla forza del pensiero”.

Il giurista Bartolo da Sassoferrato, come ha ricordato il professor Tommaso Greco nel suo intervento, ebbe il suo primo incarico di insegnamento proprio all'Università di Pisa, dal 1339 al 1343.

 

Mercoledì, 26 Giugno 2024 08:03

Diventa Ambassador di Circle U.!

Hai partecipato ad una attività di Circle U. e vuoi contribuire a far conoscere l’Alleanza agli studenti e alle studentesse dell'Università di Pisa?

Circle U. è una European University Alliance di cui facciamo parte insieme ad altri 8 prestigiosi atenei europei. La missione di Circle U. è costruire l’università europea del futuro, con nuove opportunità di mobilità per studenti, docenti e staff.

L’Università di Pisa cerca 3 studenti volontari per formare il team Circle U. Ambassadors che aiuteranno a promuovere l'Alleanza e a stimolare una maggiore partecipazione alle attività proposte con il supporto dell’Unità Cooperazione Internazionale e dell’Ufficio comunicazione dell’Ateneo.

circle u ambassadors copy

Cosa fanno gli/le Ambassadors?

Gli/le Ambassadors saranno incaricati/e di organizzare attività finalizzate a promuovere l'Alleanza e i suoi valori e a generare interesse per le sue iniziative e opportunità all’interno della comunità studentesca dell’Università di Pisa. Le attività possono includere:

  • eventi e incontri (in presenza, ibridi o virtuali) – almeno 2 all’anno;
  • iniziative, workshop e contest, con risultati che possono essere utilizzati per la promozione (ad esempio, progettare una mascotte degli/delle Ambassadors, concorsi di saggistica o poesia, eventi di pittura, scrittura collaborativa di storie, realizzazione di video e simili, eventi sportivi);
  • contributi alla comunicazione e alla produzione di contenuti, ad esempio per i social media.

Collaborazione con gli/le Ambassadors di altre 8 università europee

Gli studenti e le studentesse Ambassadors dell’Università di Pisa faranno parte a tutti gli effetti del gruppo di Ambassadors di Circle U. insieme ai colleghi e alle colleghe delle altre università dell’Alleanza e saranno chiamati/e a partecipare periodicamente a incontri virtuali e, una volta all’anno, in presenza.

Chi si può candidare?

Si possono candidare studenti di UNIPI, anche dottorandi, che hanno preso parte a una qualsiasi delle attività di Circle U.

Per candidarsi, è necessario possedere almeno un livello B2 di inglese.

Sono esclusi/e dalla possibilità di presentare domanda:

  • gli/le iscritti/e ai corsi singoli;
  • gli/le iscritti/e ai corsi singoli di transizione alla data di scadenza per le candidature;
  • tutti i candidati e le candidate che prevedano permanenze all’estero superiori al mese nell’arco dell’anno di attività.

L’incarico non prevede remunerazione. L’Università di Pisa supporterà comunque il programma con un budget di un massimo di 2.000 euro l’anno, finalizzato alla realizzazione di almeno 2 eventi e/o iniziative in un anno.

Inoltre, l’Università di Pisa metterà a disposizione degli/delle Ambassadors risorse per il finanziamento dell’incontro annuale in presenza (viaggio e spese di vitto e alloggio secondo quanto previsto dal Regolamento per le missioni fuori sede dell’Ateneo).

Su richiesta, gli/le Ambassadors possono ricevere un attestato che documenti il loro contributo come volontari all’interno dell’Alleanza.

Il primo gruppo di Ambassadors sarà attivo da ottobre 2024 a settembre 2025.

Come candidarsi?

Potete presentare la vostra candidatura attraverso il form disponibile a questo link entro il 31 agosto 2024.

Come avviene la selezione?

Dopo la scadenza, sarete ricontattati/e e invitati/e ad un colloquio online, durante il quale il gruppo di lavoro Circle U. della Direzione Didattica, studenti e internazionalizzazione, Unità cooperazione internazionale, e dell’Ufficio comunicazione valuteranno e attribuiranno fino ad un massimo di 5 punti a ciascuno degli aspetti di seguito riportati:

  • le proposte di attività che intendete realizzare;
  • le competenze comunicative (ad esempio, utilizzo di social network);
  • l’esperienza nella gestione di piccoli eventi o altre attività sociali.

Verrà inoltre accertata la conoscenza della lingua inglese per il livello richiesto.

Gli studenti e le studentesse selezionati/e saranno contattati/e al loro indirizzo email istituzionale UNIPI per la nomina ufficiale e la pianificazione delle attività.

0000000risonanze_vert.jpgAl via, dal 27 giugno al 7 luglio il Festival Toscano di Musica Antica-RISONANZE, un viaggio musicale e un itinerario culturale completo, un’esperienza unica nel cuore di Pisa. Il concerto inaugurale a ingresso gratuito si svolge giovedì 27 giugno alle 21,30 in San Frediano. L’Orchestra e il coro femminile dell’Università di Pisa diretti rispettivamente dai Maestri Manfred Giampietro e Stefano Barandoni eseguiranno lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi.

L'Università di Pisa collabora al Festival, per i concerti in Sapienza studentesse e studenti hanno uno sconto sul biglietto (5 euro invece di 20) che può essere acquistato la sera stessa del concerto dalle 20,30 alle 21,30.

Di seguito una nota introduttiva all’ascolto curata dal professore Fabrizio Cigni, responsabile scientifico del Polo Musicale “Maria Antonella Galanti” - CIDIC dell’Ateneo

La celebre sequenza attribuita a Jacopone da Todi faceva parte della liturgia dell’Addolorata (15 settembre). Composta di venti strofe, ognuna di tre versi, legate a due a due dalla rima finale, risale al secolo XIII, e con tutta probabilità ha una matrice francescana. Con toccanti parole si dà qui espressione al dolore di Maria alla vista del Figlio Crocefisso e alla speranza dell’umanità di redimersi attraverso la sofferenza e morte di Cristo. Durante il secolo XIV, con le loro peregrinazioni i Flagellanti contribuirono notevolmente alla diffusione di questa Sequenza, che divenne una delle liriche religiose più radicate nella coscienza popolare. Lo Stabat Mater era allora cantato isolatamente anche durante la messa, ma solo nel 1727 Benedetto XIII lo introdusse ufficialmente nel Missale Romanum come sequenza, in connessione con l’antica solennità dei Sette Dolori di Maria. Alla fine del secolo XVI, nel periodo post-tridentino, lo Stabat Mater era già stato impiegato come inno nelle preghiere delle ore canoniche.

Le più antiche composizioni polifoniche sullo Stabat Mater risalgono in effetti al periodo intorno al 1500 (Josquin Desprez, Gaspar van Weerbeke); quindi si va dalle composizioni di Palestrina, Lasso o Aichinger a quelle di Alessandro e Domenico Scarlatti, Caldara e Haydn, per arrivare a Schubert, Rossini, Dvorák, Liszt e Verdi, fino al secolo XX inoltrato con quelle di Poulenc (1950) e Penderecki (1962). Il più famoso degli Stabat Mater, tuttavia, è quello che il ventiseienne Pergolesi compose poco prima della sua morte. Nel 1734 la confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, infatti, commissionò a Pergolesi un nuovo Stabat Mater da sostituire a quello in uso da tempo, musicato da Alessandro Scarlatti ed eseguito ininterrottamente per circa vent’anni nella chiesa napoletana. Al suo antecedente diretto Pergolesi si richiama innanzitutto per la scelta dell’organico vocale, piuttosto insolito, in quanto costituito esclusivamente da un soprano e da un contralto (al posto delle quattro parti di soprano, contralto, tenore e basso), ma vi accompagnò un’orchestra più articolata (violini primi e secondi, viole e basso invece di due violini e organo). Quasi tutti i brani presentano la classica struttura bipartita dell’aria da chiesa, eccezion fatta per il quinto, Quis est homo, l’ottavo, Fac ut ardeat, che è un fugato, il nono, Sancta Mater, di forma tripartita, e il finale, che, come l’ottavo brano, è un fugato. Si consideri inoltre che ai primi del Settecento molti dovevano essere gli Stabat che prevedevano anche interventi corali, secondo una tradizione forse più popolareggiante che in tempi moderni sarebbe stata applicata anche alla composizione di Pergolesi, come la presente esecuzione testimonia. Pergolesi, in quel periodo della sua vita probabilmente alla ricerca di un clima più salubre per ultimare il lavoro, si trasferì da Napoli a Pozzuoli, e lì nel convento dei Cappuccini fu ospitato e accudito: la composizione dello Stabat lo assorbì totalmente. Nell’autografo della partitura, conservato presso la biblioteca del Monastero di Montecassino, è possibile rilevare una certa fretta di concludere, si dimenticò di stendere alcune parti delle viole, e nell’ultima pagina appose la scritta Finis Laus Deo.

Vale forse la pena ricordare che il clima musicale cittadino di quegli anni fruiva della grande eredità della cosiddetta “scuola napoletana”: Scarlatti era morto nel 1725, Leonardo Vinci nel 1730, Francesco Mancini nel 1737, ma personalità come Domenico Sarro, Nicola Fago, Francesco Durante e Leonardo Leo erano ancora attive. I dettami di quella scuola circolavano ancora sia nei quattro conservatori della città, sia nelle quasi 500 chiese, senza contare che nel 1737 si sarebbe inaugurato il teatro San Carlo. In questo fervore artistico, lo Stabat Mater di Pergolesi avrebbe enormemente contribuito ad alimentare il mito di un compositore innovativo e geniale, anche perché scomparso troppo presto. La cantata infatti, comprensiva di 12 brani (l’ultimo dei quali successivamente sdoppiato), pubblicata a Londra nel 1749, si affianca agli altri suoi due capolavori assoluti quali La serva padrona e Lo frate ‘nnamurato. Nel corso del Sette e Ottocento lo Stabat Mater fu molto apprezzato negli ambienti di corte, ad esempio in Francia (a Parigi e a Versailles, dove ne fu eseguita espressamente una copia manoscritta), ma conobbe un apprezzamento piuttosto contrastato da parte dei massimi compositori, da Bach, che peraltro utilizzò la musica del Pergolesi nel mottetto Tilge, Höchster, meine Sünden (BWV 1083) apportando qualche modifica per adattarla al testo del Salmo 51, a Berlioz, non sempre generosi nei confronti di questo straordinario pezzo, percepito come troppo operistico e teatrale. Inoltre era eseguito con organici sempre differenti, modificati di volta in volta secondo le diverse disponibilità vocali e orchestrali, fino a che Giovanni Paisiello, intorno al 1810, decise di scriverne una versione per un organico più ampio. In particolare, nella parte strumentale sostituì i due violini della versione di Pergolesi con un’orchestra formata da archi e legni, e divise in due parti separate l’ultimo numero, il dodicesimo (Quando corpus e Amen); aggiunse quindi alle voci un tenore e un basso, che cantano un'ottava sotto le parti originariamente affidate al soprano e al contralto. La suggestiva versione qui presentata costituisce invece un arrangiamento, che segue un uso molto invalso negli ultimi anni, e che qui è stabilito da Stefano Barandoni, che affida al coro femminile molte frasi di alcune sezioni in origine destinate alle sole due voci femminili. Abbiamo dunque l’intervento corale di soprani e contralti nei brani 1 (Stabat Mater dolorosa), 3 (O quam tristis et afflicta), 5 (Quis est homo qui non fleret), 9 (Sancta Mater istud agas), 11 (Inflammatus et accensus) e 12 (Quando corpus morietur).

Nel complesso, lo Stabat Mater di Pergolesi è caratterizzato da una cantabilità ed una musicalità così appassionate ed accese che, come spesso accade in questi eccezionali episodi del repertorio sacro, hanno fatto pensare alla produzione profana, grazie ad una prospettiva più squisitamente sentimentale (secondo la nota “teoria degli affetti”), incentrata sul pathos del testo sacro e, da un punto di vista tecnico-compositivo, grazie all'alleggerimento degli austeri toni presenti nella precedente versione scarlattiana. Questo non significa però un totale abbandono delle forme tipiche della tradizione sacra (i richiami arcaizzanti di alcuni passaggi del Fac, ut ardeat cor meum), ma indubbiamente colpiscono, e contrastano, i drammatici trilli sopranili del Cujus animam gementem (posti sopra il quinto rigo e indicati forte), o lo struggente Fac me vere tecum flere, solo per citare alcuni momenti che, fra gli altri, contribuiscono soprattutto alla vera novità musicale e religiosa del pezzo: una forte umanizzazione della figura, solitamente ieratica, della Vergine dolorosa.

 

 

 

Pagina 2 di 1541

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa